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Autore: La Matta    09/09/2013    2 recensioni
Terra, anno 2186. Mentre i Razziatori assediano la Terra, qualcuno invia strane mail che sembrano in grado di anticipare i loro attacchi. E’ un nemico? Un folle? Un alleato? Nessuno lo sa.
Intanto, nello spazio, Konstantin Shepard è alle prese con le ultime fasi della guerra - ai Razziatori, ma anche a Cerberus - e col presentimento che la fine ormai è vicina, in un modo o nell’altro.
Ma sarà un finale…. diverso. Perché, oltre a Distruzione, Sintesi e Controllo… c’è una quarta scelta.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Konstantin Shepard'
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la quarta scelta 8

Capitolo Nono

Il mittente

 

Il frammento di memoria volteggia di fronte a lui, concreto, eppure impalpabile.

Come il ricordo di un sogno, che, lentamente, scompare alla luce del mattino.

Javik tende una mano, fino a sfiorarne la superficie metallica.

Un’eco scaturisce dal manufatto, una voce femminile risuona fra i pensieri del prothean

- … è stato bello combattere al tuo fianco, capitano…-

Un senso di freddo, un lampo, un interruttore che scatta.

Ritrae le dita, come scottato.

E’ ancora troppo presto. Per quanto una parte di lui possa desiderarlo, ancora la sua mente non è pronta. Non vuole affrontare la ferita di un’intera razza sterminata. Il peso della vendetta già lo sta schiacciando.. ed è un peso sterile, fermo, un peso che non peggiora e non migliora. Eppure, quando toccherà quel frammento desiderando di ricordare, allora la vendetta sarà solo un aspetto marginale, un modo per placare il dolore.

Il dolore. Sarà accecante, sarà infinito, perché è semplicemente troppo, per una persona sola.

Con uno sbuffo, ripone il frammento di memoria e si sdraia sulla branda.

Socchiude gli occhi, sentendo le palpitazioni delicate di chi ha vissuto in quel luogo, prima di lui.

L’energia vitale s’inerpica sulle pareti della Normandy, quasi animandola di vita propria. La memoria collettiva di tutti coloro che, su quella nave, hanno vissuto, amato, riso, sofferto. Tutti gli ultimi, profondi respiri prima del balzo, le ultime preghiere prima di una missione suicida.

Si ritrae un attimo, in ascolto. Qualcuno sta camminando, fuori dalla stiva.

-… e così oggi, quasi vent’anni dopo, ancora non so cucinare le frittelle.- sta dicendo la voce di Shepard. La sente appoggiarsi contro la parete, il lieve tonfo dello stivale contro il metallo.

- L’eroina della galassia non sa preparare la colazione. E’ stranamente confortante sapere che anche tu fallisci, qualche volta.-

Diversamente da quelli di Shepard, i movimenti di Thane sono leggeri, impercettibili.

Javik riesce a sentire solo la sua voce, una voce che trabocca d’amore.

Quando Konstantin ride, anche la sua risata è diversa. Fa pensare a tempi più semplici, tempi in cui i Razziatori erano solo un mito, un’affascinante sfida per gli studiosi. Tempi in cui la guerra del Primo Contattore era già alle spalle e la galassia sembrava determinata ad inaugurare un’era di pace.

- Vuol dire che toccherà a te preparare la colazione, quando lasceremo la Normandy.-

- Non credo che lascerai mai la Normandy, siha.-

- Non intendevo un distacco definitivo. Ma, a Razziatori distrutti, mi piacerebbe una vacanza.-

Una pausa. Il suono dolce e ovattato di un bacio.

- Piacerebbe anche a me, siha.-

Javik scuote la testa, con una smorfia. L’amore. Sembra una cosa tenera, innocua.

Ma è solo un lusso che non ci si può permettere, è una sensazione che sfalsa la realtà… è chiudere gli occhi di fronte alla minaccia, è esporsi e rischiare la distruzione.

In guerra, ci sono cose che vanno dimenticate, soppresse.

Non ci devono essere distrazioni, conversazioni sussurrate contro una parete, baci rubati a luce spenta. Non ci devono nemmeno essere progetti o speranze per il futuro. Deve esserci solo il presente e l’odio da cui trarre forza. E’ questo che va insegnato ad un soldato, perché possa sopravvivere.

Fuori, Shepard e Thane hanno ripreso a chiacchierare.

- Il maggiore Alenko ha detto di volerti parlare.- sta dicendo il drell

- Forse ha ricevuto aggiornamenti da Hackett. Dobbiamo coordinarci, prima di raggiungere la Terra.-

- Forse.-

- Non ne sembri molto convinto.-

Shepard ride, quella risata che la fa sembrare sciocca:- che c’è? Sei geloso?-

Di nuovo, il suono di un bacio. Un bacio profondo, dolce come caramello.

- Buonanotte, siha.- ribatte Thane, mentre Konstantin ricomincia a ridere.

- Ti raggiungo non appena ho finito con Kaidan… o forse prima farò una doccia, ancora non ho deciso…-

 

Mentre s’incammina per i corridoi della Normandy, Konstantin Shepard non sa se si sente davvero felice o se è solo un’illusione, creata dalla sua mente per distoglierla dallo scontro imminente.

Sa solo che, finché Hackett non la chiamerà per dirle che la flotta è pronta e che il Crucibolo può spostarsi, lei potrà vivere in quella bolla, in quella versione di mondo in cui tutto, in fondo, sta andando per il meglio.

Sono passati due giorni dall’attacco alla base di Cerberus e tutti, chi in un modo, chi in un altro, si stanno preparando per lo scontro finale.

Lei non ha bisogno di altre preparazioni. E’ come se tutta la sua vita l’avesse spinta in quella direzione, come se ogni prova affrontata fosse solo per prepararla al momento in cui distruggerà i Razziatori.

Konstantin non sa dire se l’idea di un destino già segnato la conforti o la spaventi. Ha sempre cercato di prendere da sola le proprie decisioni, di plasmare la sua vita sul modello di certi ideali… eppure, se fosse certa che la fine è già stabilita, forse potrebbe riposarsi.

Accantona l’argomento con un cenno della mano.

- Ciao piccola.- la saluta la voce di Emeirin, non appena svolta l’angolo.

- Ciao.- risponde Konstantin - pensavo stessi dormendo.-

- E’ uno strano momento, per dormire.- sospira la donna - tu che scusa hai?-

- A me non servono scuse - ribatte la comandante, con un sorriso - Questa è la mia nave.-  

- Già da bambina, eri sicura che ne avresti avuta una tutta tua. Te lo ricordi?-

- Certo.- Shepard annuisce, intenerita - ero sicura di tante cose, quand’ero bambina.-

Emeirin si ferma, scostandole delicatamente una ciocca di capelli dalla fronte.

- “io diventerò un soldato, zia”- recita, con voce dolce - avevi ragione, bambina.-

Konstantin scuote la testa: la vita da soldato non era esattamente come l’aveva immaginata, da piccola, ma ci si avvicinava parecchio. Solo che i nemici erano più grossi e cattivi e, molto spesso, le autorità nemmeno ascoltavano i tuoi avvertimenti.

- Ti trovi bene sulla Normandy, Emeirin?- chiede

- Certo. I membri del tuo equipaggio sono delle persone meravigliose. E Thane è… eccezionale. Tuo padre approverebbe senz’altro.-

Konstantin sente il calore salirle alle guance. Si sente infantile, eppure quell’idea le fa piacere. Emeirin è tutto quello che le è rimasto, di suo padre, della sua famiglia, della sua vita prima dell’Alleanza e dell’addestramento N7. Potendo, non tornerebbe indietro, ma questo non significa che non si senta più legata alle sue origini, al tempo in cui l’universo era più piccolo e la vita più semplice.

Intanto, sono arrivate agli alloggi dell’equipaggio.

- Piccola, ti lascio ai doveri del comando.-

 

- IDA, ne sei sicura?-

- Il margine d’errore è infinitesimale.-

Kaidan tace, accarezzando pensosamente il bordo del datapad.

- Quindi…- ripete, dopo qualche istante - ne sei davvero sicura.-

- Sì, ne è sicura, ma prova a chiederglielo ancora una volta, magari ti andrà bene e riceverai la risposta che vuoi sentire…- borbotta Joker, che ha accompagnato IDA negli alloggi dell’equipaggio.

Kaidan sospira:- non era mia intenzione dubitare delle indagini di IDA ma… ma è difficile, da accettare.-

- Sarà un brutto colpo per Lola… ma lei cade sempre in piedi.- esclama James Vega, che si aggira fra letti e scrivanie come un animale in gabbia

Javik tace, in disparte, a braccia conserte.

L’ha sempre saputo, che qualcosa non andava.

Come un’eco, il ricordo di una sensazione.

Ci sta ancora rimuginando (è come un insetto che ti ronza troppo vicino al viso, come un riflesso storpiato dall’acqua, che si è trasmutato in qualcos’altro) quando Shepard entra nella stanza.

- Ragazzi.- saluta - Dev’essere una cosa dannatamente seria, per richiedere la presenza dell’intero equipaggio.-

- Shepard…- Kaidan le va incontro, le appoggia una mano sul braccio -… c’è una cosa, che dobbiamo dirti.-

La donna solleva un sopracciglio:- cosa?-

- IDA e la specialista Trainor hanno scoperto qualcosa sull’autore delle mail. Abbiamo scoperto chi ha inviato i messaggi al Q.G. sulla Terra, ogni volta, un giorno prima dell’attacco dei Razziatori, con precisione chirurgica. Abbiamo rintracciato il mittente.-

Ripete quel concetto come se fosse difficile da comprendere, ma la verità è che non sa come proseguire.

Alla fine, le parole gli rimangono impigliate in gola. Tace, la mano ancora posata sulla pelle tiepida del comandante.

- Shepard…-

- E’ Emeirin.- dice Javik alla fine, a bruciapelo, senza giri di parole.

Konstantin si volta verso di lui e lo fissa, in silenzio, per qualche secondo, senza capire.

- Cosa?-

- Sto dicendo che Emeirin Stone è il mittente di quegli strani messaggi. Che, in qualche modo, è collegata ai Razziatori.- le spiega il prothean, con una calma distante, asettica.

Il suo tono è quello che più fa infuriare Shepard. Perché a lui non importa niente, ad eccezione della sua egoistica, folle, malata vendetta. Affogare nel combattimento quel senso di vuoto che non l’abbandona mai.

Se non fosse per la mano di Kaidan sul suo braccio, dove una carezza si è tramutata in una stretta ferrea, forse Konstantin scatterebbe in avanti e colpirebbe Javik in pieno viso.

- Magari non è come sembra.- azzarda Liara, speranzosa.

La sua voce dolce e determinata ha il potere di risvegliare quella parte di Shepard che l’ha resa l’eroina della galassia. Si scrolla di dosso lo sgomento e l’ira e riesce a prendere un respiro profondo. L’aria sembra rovente, nella sua gola.

- IDA - dice, con voce perfettamente controllata - perché pensi che Emeirin abbia a che fare coi Razziatori?-

- Abbiamo utilizzato i dati inviatici dall’Ammiraglio Anderson e li abbiamo combinati con…- la specialista Trainor s’interrompe prima che Shepard le chieda di sorvolare sulla parte troppo tecnica -… insomma, le mail sono partite dall’ultimo domicilio conosciuto della signorina Stone.-

- Solo questo?-

- No, Shepard. Purtroppo c’è dell’altro. I messaggi non si sono interrotti quando la signorina Stone è stata presa prigioniera da Cerberus. Con i dati recuperati dalla base abbiamo potuto accertare che… che i messaggi sono stati inoltrati anche da lì.-

Konstantin si accascia su una sedia di metallo, scuotendo la testa per schiarirsi le idee

- Ceberus non avrebbe mai messo a repentaglio la sicurezza della propria base, permettendo ad una prigioniera di comunicare con l’esterno. Dev’esserci sotto qualcosa. Qualcosa che ci sfugge.-

- Beh, a me non sembra così strano - commenta James - Insomma, l’Uomo Misterioso si crede l’eroe dell’umanità, l’ultimo baluardo della nostra razza… forse si è servito di Emeirin e delle sue informazioni per ridurre al minimo le vittime sulla Terra…-

Konstantin scambia uno sguardo con Garrus e Tali. Entrambi le restituiscono un’espressione sospettosa. Sanno come lavora Cerberus. E di recente le sue uniche priorità sono state gli studi sui Razziatori e la tutela della propria sicurezza.

- Dopo Sanctuary, credo che l’Uomo Misterioso abbia ben altri piani, per il futuro. Non credo gl’interessi particolarmente, di quello che succede sulla Terra. E’ convinto di essere a un passo dal trionfo finale. Dalla vittoria sui Razziatori e l’instaurazione del dominio umano sulla Galassia - mentre parla, Shepard sente un brivido gelido correrle lungo la schiena. Persino a dirlo, suona folle.

- Che intendi fare con Emeirin, comandante?- la scuote Javik, fissandola a lungo, dritta negli occhi.

- Le parlerò.- ribatte Konstantin, sicura - Quando non sapevamo chi fosse il mittente, avevamo deciso di lasciargli il beneficio del dubbio. Di comprendere se avevamo a che fare con un nemico o con un alleato… adesso abbiamo il modo di scoprirlo.-

- Shepard.- la richiama la voce metallica di IDA - abbiamo un problema.-

- Un altro?- geme Konstantin

- Se preferisci, puoi interpretarlo come un successivo sviluppo di quello che già stavamo affrontando.-

- IDA, che sta succedendo?-

- Qualcuno si è appena inserito nei sistemi della Normandy. Mi…- per qualche istante, la voce artificiale tentenna, incredibilmente umana, quasi confusa -… mi ha tagliata fuori.-

- Ha fatto cosa?- Shepard prende un respiro profondo - Spiegati meglio.-

- Sta impostando una rotta e né io né Jeff siamo in grado di opporci.- replica IDA

- Ma è possibile?- domanda Kaidan, perplesso

- Non lo è.- borbotta Joker, seccato

- Jeff intende dire che, con la migliore tecnologia della galassia, è comunque estremamente difficile. Sono stata creata e incorporata nella Normandy, integrata con la tecnologia dei Razziatori per essere più efficiente. Infine, i miei blocchi sono stati rimossi. Dovrebbe essere impossibile scindermi dalla nave. Forse il fatto che io stia occupando anche questa piattaforma fisica ha creato un punto di debolezza nel sistema di sicurezza.-

Shepard si alza in piedi, facendo crocchiare le spalle.

Si sente intorpidita, come dopo una corsa di ore. La prospettiva di una doccia e di una serata tranquilla assieme a Thane è improvvisamente diventata lontana anni luce.

- Cosa possiamo fare?- chiede ad IDA

Lei si stringe nelle spalle:- Non credo sia possibile fermarla.-

Nessuno si è posto domande su chi li sia dirottando. E’ ovvio, palese, e nessuno vuole essere chi dirà a Shepard che la donna che l’ha cresciuta probabilmente è stata indottrinata o, peggio ancora, è volontariamente dalla parte dei Razziatori.

- Dov’è adesso?- mormora Konstantin, dopo un prolungato silenzio

IDA tace qualche secondo, poi risponde:- è ancora nel supporto vitale, comandante.-

 

 

 

 

- La Coda!-

Posto questo capitolo in anticipo perché non mi piace quasi per niente - inoltre è praticamente inutile - ma andava messo, così per il prossimo aggiornamento “regolare” posso mettere qualcosa che mi piace J (che piace a me, ma che a Shep non piacerà affatto...).

Vabbé, non c’è molto da dire, a parte grazie per essere arrivati fin qui senza tirarmi cose addosso o senza scrivermi papiri sulle inevitabili incongruenze.

I prossimi capitoli sono quelli che più mi piacciono e che più mi preoccupano. Speriamo bene!

Alla prossima!

 

- La Matta -

 

Nota delirante: oggi ho di nuovo finito ME3 e, colta da uno strano affetto nei confronti dei geth, ho scelto controllo. E’ vergognoso, detesto aver dato ragione all’Uomo Misterioso! Però era stranamente confortante vedere i Razziatori riparare i portali e non carbonizzare nessuno! Sto iniziando a provare una specie di simp… no, niente, dimenticate quello che ho detto. Oddio. Mi affeziono davvero troppo in fretta.

 

  
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