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Autore: goringo    09/09/2013    6 recensioni
Tutti conosciamo Naruto: capelli e occhi del padre, ma lineamenti e carattere della madre. E se per qualche scherzo del destino Naruto nascesse con un aspetto diverso? E se a cambiare non fosse solo l'aspetto? Quanto potrebbe cambiare la storia del nostro eroe?
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-Il mio nome è Naruto Uzumaki...- iniziò, con lo sguardo incollato al pavimento. -...mi piace leggere, allenarmi e mangiare Ramen...- continuò. "Il solito timidone" pensò Kakashi osservando il comportamento del neo-allievo. -... non mi piacciono i bulli o coloro che trattano le persone come se fossero spazzatura...- fece una pausa di diversi secondi, dopodiché alzò il capo e fissò con occhi pieni di energia il maestro. -...Il mio sogno è diventare abbastanza forte da guadagnarmi il rispetto del villaggio...- sul suo viso apparve un sorriso amaro che non passò inosservato dai presenti. -...e forse, un giorno, diventare il più grande Hokage della storia- terminò sfoggiando un sorriso genuino.
SOSPESA
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Gli esami erano finiti da una settimana, ma per i neo-genin era il momento di essere collocati in un team.
 
I team erano generalmente composti da un maestro di rango jonin, che lo dirigeva, e tre genin o chunin. Konohagakure no Sato era conosciuta come una delle più grandi potenze mondiali in ambito militare, non solo perché fra le sue schiere aveva tra i ninja più forti del mondo, ma anche per il loro affiatato lavoro di squadra, indispensabile nelle loro numerose vittorie.
La Foglia aveva come moto il proverbio "L'unione fa la forza" ed era ovvio che non lasciasse spazio agli individualisti, poiché venivano giudicati come compromettenti per l'esito positivo di una missione.
 
***
 
Quando Naruto si svegliò, la sua sveglia segnava le sette del mattino. Decise, così, di alzarsi dal letto e di recarsi nel bagno per farsi una doccia.
 
Egli viveva in un piccolo monolocale all'ultimo piano di un edificio che ne disponeva solo tre, compreso il piano-terra, nella zona centrale del villaggio e poco distante dal palazzo dell'Hokage. Non era un luogo molto confortevole, ma il ragazzino si era dato da fare nel renderlo più accogliente e presentabile. Aveva sempre riordinato la camera, sparecchiato la tavola dopo ogni pasto, fatto il bucato, e parte del denaro che riceveva mensilmente dal sandaime Hokage lo spendeva in vernice per coprire possibili macchie sulle pareti.
 
Dopo essere uscito dal bagno, coperto solamente da un'accapatoio arancione, si recò nuovamente verso il letto, ma si fermo davanti all'armadio alla destra di esso e lo aprì. Il suo guardaroba consisteva in tute, giacche e t-shirt, tutte con un spirale rossa raffigurata in esse. Si era sempre chiesto cosa rappresentasse, poiché gli sembrava familiare, finché un giorno, in una lezione di Iruka, non scoprì che era lo stemma di un clan quasi del tutto estinto che era omonimo al suo cognome. Si era convinto che fosse solamente una coincidenza ma se solo ci fosse stata la minima probabilità che la sua famiglia fosse in vita, avrebbe fatto di tutto per trovarla, ed ora che era un genin, avrebbe potuto accedere alle sezioni della biblioteca del villaggio riservate ai ninja. Avrebbe anche potuto chiedere all'Hokage, ma dubitava che ne avrebbe cavato qualcosa: il capo villaggio non gli aveva mai parlato dei suoi genitori o di almeno un suo parente e quando gli aveva chiesto qualche consiglio su come essere un buon ninja, era stato rapidamente liquidato con qualche vecchio proverbio. Da tempo aveva capito che quest'ultimo gli stesse nascondendo qualcosa, e per questo, iniziava a diffidare dal vecchio. Si disse che prima o poi avrebbe affrontato il problema, o meglio, l'Hokage. 
 
Indossata la biancheria intima, Naruto optò per una tuta grigia con la solita spirale rossa presente all'altezza della schiena, dopodiché si diede un'occhiata allo specchio e in quel momento si chiese perché i suoi capelli erano così rossi: nessuno li aveva così a Konoha! Nemmeno gli Haruno li avevano di questa tonalità. Anche i suoi occhi erano insoliti nel villaggio, anche se, in confronto a quelli degli Hyuga, non erano tanto strani. Ed infine c'erano i le voglie. Tre per ogni guancia, che erano ben marcate nella sua pelle bianca come il latte. Per lui erano un mistero.
 
Dopo aver fatto colazione a base di tè e biscotti, il rosso uscì da casa e si incamminò verso l'accademia ninja, attraversando diverse vie del villaggio.
Non c'era verso! Dovunque andasse, sentiva quei sguardi pieni di odio che la gente gli riservava. Poteva fare solo una cosa: ignorarli. Questo non fu un problema per lui, grazie a molta dose di autocontrollo che a lui non mancava, ma non poteva continuare per sempre.
 
Ben presto arrivò a destinazione.
All'interno della classe riconobbe, seduto nel primo banco, un addormentato Shikamaru Nara assieme a Choji Akimichi che teneva nella mano destra un pacchetto di patatine. I due erano tra i pochi suoi coetanei che poteva definire amici o almeno persone per cui non provava nessun tipo di indisposizione o antipatia proprio per il loro carattere mite e poco incline a ogni sorta di violenza e che non si lasciava ingannare dal pregiudizio.
Il primo era un ragazzo con occhi e capelli neri, quest'ultimi erano molto lunghi e sembravano essere stati fulminati, poiché erano sparati verso l'alto e raccolti in una coda, facendo sembrare la forma della acconciatura quella di un ananas. Che Shikamaru fosse una persona pigra era risaputo, ma che fosse un genio lo sapevano in pochi, tra cui Naruto.
Choji era il miglior amico del giovane Nara ed era un bambino paffuto e grassoccio. Aveva dei capelli castani, occhi scuri e delle spirali rosse dipinte sulle guance. Era bonario e molto gentile. Dei tipi apposto era stato il pensiero di Naruto la prima volta che ii aveva incontrati e cioè nel suo primo giorno d'accademia.
 
Spostando le sue irridi viola verso la zona centrale dell'aula vide seduto in modo composto il taciturno Sasuke Uchiha affianco a Shino Aburame e Kiba Inuzuka che però era in piedi e un ghigno arrogante sembrava minacciare di spaccargli la faccia.
Sasuke sedeva composto con i gomiti poggiati sul banco e le dita delle mani intersecate tra di loro davanti alla bocca. Egli presentava gli stessi caratteri somatici che caratterizzavano il suo clan: occhi neri come la pece e capelli generalmente scuri. Egli aveva i capelli neri e appuntiti orientati verso dietro, ma con ciocche che gli ricadevano ai lati del viso.
Secondo il rosso, l' ultimo Uchiha era degno del titolo di genio in ambito ninja, ma lo considerava un totale fallimento come persona. Troppo arrogante. La sua superbia e la totale indifferenza nei confronti degli altri erano giudicate da Naruto in modo negativo, ma nonostante ciò i due non l'avessero mai mostrato esplicitamente, provavano un rispetto reciproco.
 
Shino era un ragazzo che si vestiva quasi sempre in modo pesante: un lungo impermeabile che non lasciava intravedere la pelle chiara, nemmeno il collo e un paio d'occhiali da sole che gli coprivano perennemente gli occhi e il colletto la bocca. Per lui il discorso era diverso. Certo, anch'egli era silenzioso e poco socievole, stoico oltretutto, ma non ai livelli dell'ultimo Uchiha, inoltre nelle rare volte in cui aveva parlato con Naruto, si era sempre dimostrato rispettoso, tanto che usava sempre il suffisso "san" quando si rivolgeva al compagno di classe dai capelli rossi.
 
Per Naruto Uzumaki, Kiba Inuzuka era uno sbruffone, rumoroso, testardo, impulsivo, ma anche una persona forte ed orgogliosa. Nonostante le sue notevoli doti nel combattimento corpo a corpo, era una persona giudicata negativamente dal rosso anch'egli per la sua arroganza, ma soprattutto per il suo modo di fare da borioso. L'erede del clan Inuzuka aveva lunghi capelli neri ricci  e, anch'esse dello stesso colore,  iridi verticali simili a quelle di un felino. Il giorno portava un cagnolino dalla candida pelliccia addormentato sopra la sua testa.
 
Per ultima riconobbe, seduta  in fondo all'aula, Hinata Hyuga: una ragazzina dalla pelle bianca, capelli scuri con una tonalità sul blu e occhi che rispetto a quelli dei membri del suo clan che erano totalmente bianchi, erano su un levanda chiaro. Naruto non aveva mai avuto la fortuna di tenere una conversazione con lei, ma osservandola l'aveva trovata molto timida e insicura.
 
Ormai dentro l'aula, salutò i suoi compagni e si diresse verso il suo posto.
Da Shikamaru ricevette un mugugno soffocato come risposta; Choji riuscì a ricambiare il saluto tra una patatina e l'altra; Sasuke si limitò a dare segni di vita con un "hn"; Shino rispose educatamente, come suo solito; Kiba invece, appena spostò lo sguardo verso Naruto non poté fare a meno di stuzzicarlo: -Finalmente ti fai vedere...pomodoro!- seguì una grossa risata da parte dell'Inuzuka che fu ignorata dal rosso. Hinata ricambiò, balbettante, cercando di evitare di arrossire davanti al ragazzo, e torno ai suoi pensieri.
All'improvviso si udirono delle grida distinte dal corridoio, che si avvicinavano verso la soglia della porta: Sakura Haruno e Ino Yamanaka corsero in una gara per contendersi il posto affianco a Sasuke. Entrambe, in passato migliori amiche, avevano sviluppato nello stesso momento una cotta per il moro e questo aveva rovinato la loro amicizia. Queste gare per aggiudicarsi l'attenzione della loro cotta erano andate avanti da quattro anni ed erano molto frequenti.
Naruto era un poco dispiaciuto per le due ragazzine: erano entrambe carine: Sakura aveva dei capelli rosa confetto che gli ricadevano sulle spalle, una fronte larga, ma che non imbruttiva per niente il suo viso che presentava due occhi color smeraldo; Ino a parer dell'Uzumaki era la più bella tra le due: lunghi capelli biondi legati in una coda di cavallo, una frangietta che gli ricadeva davanti all'occhio destro e occhi tra l'azzurro e il cieleste; un fisico più slanciato della compagna e delle forme più generose.
Avevano rinunciato alla loro amicizia per un ragazzo che era completamente disinteressato a loro.
-Togliti dai piedi Frotespaziosa! Quel posto è mio!- gli urlò la bionda, mentre cercava di superare la rivale in amore. Quest'ultima rispose per le rime: -Scordatelo Ino-pig! Non puoi stare vicino a Sasuke-kun-. Le due si precipitarno verso il banco dell'Uchiha e, in un rapido movimento, Ino si avvinghio alla schiena d'egli come un'arpia.  
Per quanto potessero essere carine, era in momenti come quelli che Naruto non invidiava il compagno.      
L'inizio della mattinata poteva sembrare la solita routine, ma per i neo-genin sarebbe stato un giorno molto importante.
 
 
 
Gli altri membri dalla classe avevano sempre evitato Naruto o comunque riservato astio, ma l'antipatia tra loro e il ragazzino dai capelli rossi era reciproca.
 
***
 
Qualche minuto dopo l'ingresso di Naruto, Iruka arrivò nell'aula, ma non era accompagnato dal suo collega Mizuki.
 
L'altro chunin era stato colto in flagrante, la sera prima, dall'Hokage, mentre cercava di rubare un rotolo contenente un kinjutsu che era appartenuto al nidaime. Inutile dire che era stato subito neutralizzato dal sandaime ed in seguito arrestato da una squadra Anbu che lo aveva spedito dal reparto dell'intelligence specializzato in interrogazione e tortura.
 
Quando gli alunni vollero delle spiegazioni sull'assenza del loro ex maestro, lui lo giustificò dicendo che l'individuo in questione era stato collocato in un'altro impiego per servire meglio il villaggio; scusa ritenuta poco convincente a parere di Shikamaru, Sasuke, Shino e Naruto.
 
Dalla classe si iniziò ad udire un chiacchiericcio fastidioso e, infatti, stanco del chiasso, il giovane chunin decise di richiamare tutti all'ordine, intimandoli di fare il silenzio, alzando il tono della voce e riuscendoci. Dopodiché prese dalla tasca destra dei suoi pantaloni un foglietto di carta da cui inizio a leggere. Il contenuto erano i nomi dei componenti di ogni nuova squadre.
Man mano che leggeva, si poteva notare le varie espressioni facciali degli alunni nominati: da certe soddisfatte ad alcune decisamente disperate.
 
-Team sette: Sakura Haruno...- iniziò , mentre l'interessata sperava di avere il giovane Uchiha in squadra, dandogli occhiate sognanti. -Naruto Uzumaki...- continuò Iruka, accorgendosi delle smorfie derisorie di alcuni componenti della classe nei confronti della ragazzina dai capelli rosa e l'espressione tranquilla del rosso. -...e Sasuke Uchiha.- terminò. Questa volta vide Sakura bruciare letteralmente di felicità, le restanti fan girl, tra cui Ino, morire d'invidia e Sasuke restare nella totale indifferenza.
Dopo una scrollata di spalle, Iruka decise di continuare a leggere.
 
La mattinata proseguì tranquillamente anche dopo che Iruka se n'era andato, informando la classe che i jonin-sensei sarebbero arrivati dopo l'ora di pranzo.
 
Naruto decise di dedicarsi alla lettura, aprendo un libro che aveva portato a scuola per passare il tempo. Si intitolava La leggenda dei ninja coraggiosi. L'aveva notato per la prima volta, guardando dietro la vetrina di una libreria, dove era stato messo in mostra. Era un'edizione limitata pubblicata circa vent'anni prima e per questo aveva speso un quarto dei suoi risparmi per comprarlo, ma a sua opinione, ne era valsa decisamente la pena: il libro era stato scritto da Jiraya, membro del trio leggendario ed era molto preciso, ma con un lessico abbastanza semplice da comprendere persino per un dodicenne come lui; si diceva che il sannin era tra i ninja più forti del villaggio e che era persino più forte del sandaime e portava parecchie esperienze sotto la sua cintura, quindi poteva ritenersi fortunato a possedere un libro scritto da egli. 
 
Ben presto arrivò l'ora dell'intervallo.
Gli studenti si recarono fuori dalle aule dell'accademia per mangiare e sgranchirsi. Ognuno di loro decise di prendere posto vicino a chi preferivano, distribuendosi in vari gruppi senza neanche rendersene conto.
 
Quasi tutti erano in compagnia di qualcuno -Già-  quasi tutti, poiché Sasuke Uchiha si isolò dai restanti membri della classe e, senza degnare di uno sguardo nessuno, si spostò verso il fondo del cortile e si sedette su una panca. Naturalmente, a nulla servirono gli inviti da parte delle sue fan girl di sedersi vicino a loro; Sasuke le ignoro come aveva sempre fatto.
 
Vicino all'altalena in cui era seduto Naruto, Kiba decise di iniziare una conversazione:
-Ehi, ragazzi! Cosa ne pensate delle vostre squadre?- chiese rivolto ai presenti. Choji senza smettere di masticare il cibo presente nella sua bocca rispose. -Non sono male! Vero Shikamaru?-  il Nara non poté rispondere perché si era appisolato, appoggiato su un tronco di un albero affianco all'altalena.
Kiba si diede mentalmente dello stupido per aver chiesto ai due e spostò la sua attenzione verso Shino e Naruto. - Voi due invece?- chiese rivolto all'Aburame e al rosso. La risposta da parte del primo non tardò ad arrivare: -Sinceramente, Kiba! L'idea di stare con te in squadra non mi piace!- schietto, diretto, senza peli sulla lingua. Questo piaceva a Naruto del ragazzo con gli occhiali da sole.
Kiba non prese bene l'affermazione del compagno e, infatti, dalla sua bocca uscì un grugnito seccato udito da tutti i presenti.
Sorvolando la risposta, decise di spostare la sua attenzione verso Naruto che dopo aver finito di mangiare, si dedicò nuovamente alla lettura del suo manuale.
Constatanto questo, l'Inuzuka lanciò uno sguardo adirato ai due compagni che però lo ignorarono; o meglio: Shino lo ignorò; Naruto, assorto com'era nella lettura, non si accorse degli sguardi da omicida a lui diretti provenienti da Kiba.
La rabbia di quest'ultimo era stata riversata sulle patatine di Choji. Kiba si abbuffò di esse, prendendole da egli, per poi masticarle in modo quasi... animalesco.
A tale situazione Choji non poté fare a meno di liberare una rumorosa risata.
-Una cosa, però, non mi è chiara!- la voce di Shino richiamo l'attenzione dei presenti, Shikamaru compreso poiché si era svegliato in quello stesso momento. -A cosa ti riferisci?- chiese l'Akimichi, incuriosito. Con il solito modo di fare composto, l'Aburame parlò: -Normalmente le squadre dovrebbero essere composte da genin di diverse competenze, in modo da renderle equilibrate; prendete come esempio la nostra squadra: io ho i migliori voti in quasi tutte le materie, seguito da Hinata, mentre Kiba presenta buoni voti solo nel taijutsu. Giusto?- chiese, ottenendo come risposta un gran numero di teste annuenti e grugnito dall'Inuzuka. -Eppure il team sette è formato dai tre migliori alunni della classe: Naruto-san e Sasuke-san hanno i migliori voti accademici, così come Sakura-san.  Non vi sembra strano?-
Naruto chiuse il libro e riflettè attentamente sulle parole dell'amico. "La composizione delle squadre viene decisa dall'Hokage. Dev'esserci un motivo...ma quale?!" pensò.    
 
***
 
Il resto delle ore passarono tranquillamente e l'aula in cui si erano recati nuovamente, dopo la ricreazione, i neo-genin, cominciò a svuotarsi man a mano che apparivano i jonin-sensei.
Gli unici che restarono solo tre persone: si trattava dei genin del team 7.
 
"Così non riuscirò mai a concentrami! Ho perso il segno un'altra volta!" pensò Naruto, mentre cercava di trovare la riga del libro in cui si era interotto, un po' seccato dal comportamento della ragazzina. Almeno Sasuke se ne stava composto e silenzioso.
 
"Si può sapere che fine ha fatto il nostro maestro?!!" pensò ancora una volta l'Haruno,  picchiettando con una penna sul banco, senza accorgersi che stava riversando la sua frustrazione sui timpani dei suoi sfortunati compagni.
A quel punto, Naruto per risparmiarsi un esaurimento nervoso, intervenne. -Calmati Sakura-san, agitarsi così non serve a niente! Sono sicuro che fra poco sarà qua!- disse, con la sua voce limpida e tranquilla, posando lo sguardo su di lei che arrossì per qualche secondo, perdendosi in quei occhi tanto esotici quanto belli. "Cosa sto facendo?! A me piace solo Sasuke-kun! Anche se Naruto è carino, non posso farmi abbindolare così!" soppresse subito la sensazione d'imbarazzo che la stava avvolgendo dal capo ai piedi, maledicendo la sua mancanza di autocontrollo, facendosi convincere  dalla sua seconda personalità. Sakura, infatti, nonostante apparisse una persona calma e misurata, una parte di sé era totalmente l'opposto: aggressiva e manesca.
Sasuke, nel frattempo, aveva altri pensieri per la testa e con aria meditabonda guardava davanti a sé. "Sakura sarà sicuramente d'intralcio, mentre Naruto...." ora che ci pensava bene, il suo compagno di classe era sempre stato un mistero per lui; non che lui avessa mai fatto qualcosa per avvicinarsi ad egli, però aveva osservato attentamente tutti gli incontri di taijutsu svolti in accademia dal rosso e dopo una rapida analisi ne aveva dedotto che Naruto non si basava su nessun stile di combattimento ed era totalmente imprevedibile, ma l'ultimo Uchiha aveva capito a sue spese che il nonostante non avesse nessun stile su cui affidarsi, il "fattore sorpresa" si dimostrava un'arma letale e con l'aggiunta di rapidità nei movimenti accompagnata da colpi precisi e potenti diventava invincibile sotto ogni aspetto. Durante il loro ultimo combattimento Sasuke aveva conosciuto la "mano pesante" del rosso e poté dire che nonostante la notevole quantità di impacchi che vennero applicati ai due su gran parte del viso alla fine della lotta, lui ebbe portato i segni di quel pareggio per giorni. 
Mentre Sasuke pensava, il rosso fisso per alcuni secondi l'Uchiha, come se lo stesse esaminando, ma poi si concentrò nuovamente sul suo libro.
 
Finalmente Sakura aveva finito di picchiettare e nella stanza albergava il silenzio, salvo i sospiri rassegnati della ragazzina.
 Proprio in quel momento che la porta si aprì lentamente e iniziò a intravedere una figura alta e snella. Quando essa si spalancò rivelò un giovane uomo che anche davanti a un occhio inesperto dimostrava meno di trent'anni. Indossava una divisa da jonin e una maschera nera, fatta di qualche tessuto elastico, che gli copriva quasi tutto il volto e il collo, a parte gli occhi: quello destro era totalmente scoperto, mentre il sinistro era nascosto sotto il copri fronte che sembrava essere stato messo volontariamente in maniera obliqua, affinché l'occhio sinistro non fosse visibile  . Lunghi capelli argentei si ergevano verso l'alto, sfidando la gravità.
Superata la soglia della porta, l'uomo li squadrò con l'unico occhio visibile e chiese: -Team sette?-.
Sasuke non riuscì a trattenere uno sbuffo per l'ovvietà della risposta , "Come se non lo sapesse" pensò. Sakura rimase interdetta per alcuni secondi e anche diede vita alle prime impressioni nella sua testa. "Ma che razza di maestro ci è capitato?".
Naruto puntò subito l'attenzione sullo strano individuo non appena percepì qualcosa di familiare. "Questo chakra lo conosco! .....Cosa ci fa lui qui?" si chiese. Sentiva chiaramente la fiamma vitale dell'uomo che ardeva al suo interno che era uguale al suo vecchio amico.
-Sì, s-siamo noi, ma lei chi...?- cercò di chiedere Sakura, ancora un po' sorpresa dell'entrata in scena dello sconosciuto
-Incontriamoci nel tetto, adesso!- tagliò corto, sparendo in un shunshin2 di foglie. Non fu una richiesta, ma un ordine; il loro primo ordine.
 
***
 
Sul tetto dell'edificio, l'uomo li stava aspettando. Era in piedi con le mani in tasca e un'aria indifferente.
Quando i tre arrivarono decise di prendere parola:
-Sono Kakashi Hatake e da oggi in poi sarò il vostro maestro. Direi di iniziare le presentazioni...- fu interrotto da Sakura che alzò la mano verso l'alto per chiedere parola.
-Sì?- chiese alla ragazza, con uno sguardo apparentemente annoiato e disinteressato che sembrava caratterizzarlo.
-Cosa intende per "presentazioni"?-
Lui la squadrò per qualche secondo poi sospirò.
-Mi chiamo Kakashi Hatake, non ho nessuna intenzione di dirvi cosa mi piace e cosa non mi piace...- piccola pausa e sgomento di Naruto e Sakura -...I miei sogni nel cassetto? Be', anche se ve li dicessi...- ancora sgomento -...E per finire... ho diversi interessi.-
La sua presentazione scatenò lo scetticismo dei tre e Sakura non tardò a commentare in un sussurro: -In pratica ci ha detto solo il suo nome- e gli altri due annuirono.
Sotto la sua maschera d'indifferenza, anche Sasuke sviluppava le sue prime impressioni sul loro jonin-sensei. "E questo sarebbe un jonin?! Sembra un idiota" penso con stupore.
L'uomo spostò lo sguardo verso il ragazzo dai capelli rossi; un gesto eloquente che bastò a Naruto per capire che era giunto il suo turno.
-Il mio nome è Naruto Uzumaki...- iniziò, con lo sguardo incollato al pavimento. -...mi piace leggere, allenarmi e mangiare Ramen...- continuò. "Il solito timidone" pensò Kakashi osservando il comportamento del neo-allievo. -... non mi piacciono i bulli o coloro che trattano le persone come se fossero spazzatura...- fece una pausa di diversi secondi, dopodiché alzò il capo e fissò con occhi pieni di energia il maestro. -...Il mio sogno è diventare abbastanza forte da guadagnarmi il rispetto del villaggio...- mostrò un sorriso amaro che non passò inosservato dai presenti. -...e forse, un giorno, diventare il più grande Hokage della storia- terminò, sfoggiando con un sorriso genuino.
"Un sogno ambizioso!" furono i pensieri dell'adulto.
-E tu?!- chiese, indicando il ragazzo dai capelli corvini. Quest'ultimo non si scompose affatto e, con le mani che gli nascondevano la bocca, cominciò a parlare. -Mi chiamo Sasuke Uchiha. Odio un sacco di cose e non me ne piace nessuna in particolare. Non voglio parlare dei miei sogni...- la sua espressione si fece improvvisamente più seria. -... ma ho un'ambizione! Riportare agli antichi fasti il mio clan...- lo sguardo divenne ancora più tagliente. -...e uccidere chi so io!- finì la frase, lasciando i presenti, salvo Kakashi, attoniti e un po' sconvolti dalla sua dichiarazione. "Lo immaginavo" pensò l'argenteo mentre la ragazzina sembrava di tuttaltra opinione: "Che uomo!" pensò sognante.
-E per finire, la ragazza!- disse il jounin, eliminando l'atmosfera tesa che si era creata dopo la presentazione di Sasuke.
Sakura si ricompose: -Sono Sakura Haruno! C'è una cosa che mi-mi piace....ehm...anzi, una persona...- si fermò incapace di continuare per le emozione, dando un'occhiata al moro. Si ricompose un attimo dopo, dopo uno sguardo eloquente di Kakashi, e continuò la sua presentazione: - Non mi piacciono le arpie che stanno affianco a la persona che mi piace- finì, ripensando all’ex migliore amica.
"Cominciamo bene." pensò sarcasticamente il jonin. A prima vista il rapporto tra i tre  era un disastro: "Sasuke non vuole stringere nessun tipo di legame con gli altri due e forse li reputa come degli incapaci, mentre la ragazza vive in mondo tutto suo che gira solamente intorno a lei ed a Sasuke, tagliando fuori Naruto perché considerato un intralcio per il suo sogno d'amore e peggiorando così la condizione di quest'ultimo da ragazzo quasi asociale con problemi nell' associarsi ai suoi coetanei."fu la rapida analisi di Kakashi.
 
-Domani farete un test in cui dovrete dimostrare di essere degni del rango Genin!- disse il jonin. -Se lo supererete continuerete a lavorare sotto la mia tutela...se non lo supererete, invece, farete un altro anno in accademia.-
Le sue parole scatenarono diverse reazioni nei ragazzi: sul volto di Sasuke apparve un bagliore poco rassicurante "Non posso permettermi di tornare in accademia!"; anche Sakura non apparve contenta "Non devo essere separata da Sas'ske-kun!"; ed anche Naruto "Questo sarà il primo passo per raggiungere il mio obbiettivo! Non devo e non posso fallire!" si disse mentalmente.
Kakashi lanciò ad ognuno di loro un foglio contenente le informazioni sul test   e sparì in un Shunshin di foglie, lasciando soli i tre.
 
Sakura non tardò a parlare -Ehi, Sasuke-kun! Ehm...ecco, stavo pensando, visto che siamo compagni di squadra e dovremo conoscerci meglio... ti andrebbe di venire a mangiare qualcosa... io e t..- non fece in tempo a finire la frase. -Non m'interessa!- tagliò corto l'Uchiha, interrompendola. Sakura ci rimase male; molto male! -Ma perché?- chiese, con sguardo triste. -Non ho tempo da perdere con voi!- disse, tagliente. La ragazza si arrese e non domandò altro, ma neanche Naruto prese bene le parole del compagno.
-Come credi di poterti liberare di noi, Sasuke? Noi siamo una squadra e, come tale, dobbiamo lavorare tutti insieme e conoscerci l'un l'altro. Inoltre domani il maestro Kakashi accetterà o rifiuterà la squadra non un singolo- disse, serio. Non si era rivolto al compagno con il suffisso "san" e questo era preoccupante! Di solito, il rosso utilizzava questa formalità verso persone che conosceva poco o che si erano meritate il suo rispetto, ma in questo caso, le maniere sgarbate e indelicate del compagno, stavano iniziando a infastidirlo parecchio.
Il moro strinse i pugni e emozioni come rabbia iniziarono a trapelare dal suo viso, ma decise di non reagire. Se ne andò senza dire una parola, saltando di tetto in tetto.
"Spero che le mie parole riescano a farlo ragionare!" pensò Naruto, mentre vedeva la sagoma di Sasuke sparire tra le palazzine. I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Sakura. -Naruto!- chiamò a vece bassa. -Sì, Sakura-san?- rispose il rosso. -Credi che abbia qualcosa che non va?-
"Sì" pensò. Per lui, Sakura era una ragazza carina e intelligente, ma troppo superficiale. -Sakura-san! Se me lo stai chiedendo a causa di Sasuke, ti dico che il suo comportamento è inaccettabile. Deve imparare le buone maniere.- disse, mantenendo lo sguardo fisso sulla compagna. -Ma non ti preoccupare! Sono sicuro che cambierà!- continuò, regalandole un sorriso luminoso, al quale Sakura arrossì.
-Si è fatto tardi Sakura-san! Ora devo andare. A domani!- disse, prima di balzare nella palazzina affianco per poi sparire tra i tetti.
 
***
Nel tardo pomeriggio, le vie di Konoha iniziarono lentamente a svuotarsi e le prime ombre del crepuscolo si fecero avanti.
In una delle vie, camminava Naruto. Dopo l'incontro con il jonin-sensei, si era diretto verso casa. Aveva un sorriso sereno stampato in faccia, ma all'improvviso esso divenne uno divertito. Alla fine scoppiò in una risatina.
Dopo essersi calmato spostò lo sguardo verso il tetto di un edificio alla sua destra.
-Cosa c'è ANBU-san?!- disse di punto in bianco. Davanti a tale situazione, un civile avrebbe  giudicato il ragazzo come un pazzo, ma un ninja  esperto si sarebbe accorto della presenza non lontana dal ragazzo.
-Hokage-sama desidera vederti, ora- disse un uomo con uomo con il volto coperto con una maschera a forma di muso di gatto.
Questa sarebbe stata una serata molto interessante.           
                          
 
  
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