Fancy meeting you here!
Gou aveva
imparato ad amare l'odore della carta da lettere.
Era un aroma appena percepibile, che le solleticava l'olfatto quando
portava il
foglio macchiato d'inchiostro contro il petto e tirava un lungo sospiro
—
soddisfatto, appena malinconico e ricolmo di tanta soddisfatta gioia.
La giovane Matsuoka non aveva mai messo in chiaro il suo rapporto con
Seijuurou
Mikoshiba, ma i suoi compagni in qualche modo avevano compreso, o
meglio
percepito, la tenerezza che si era instaurata tra i due e ne erano
felici — forse,
l'unico a lamentarsene davvero era solo Rin!
Però, il giovane si era diplomato l'anno precedente, aveva lasciato la
città e
si era trasferito al campus di un'università prestigiosa, con un club
di nuoto
di quelli in contatto con i più esperti talent
scout.
Seijuurou aveva il suo sogno da realizzare, uno di quelli ricolmi di
gloria,
oro ed alloro; un desiderio a dire il vero simile a quello di suo
fratello, e
Gou per qualche tempo aveva addirittura iniziato ad odiare il nuoto: l'acqua le aveva portato via tre uomini.
Ma, poi, vedeva il club dell'Iwatobi ingrandirsi grazie al loro
successo,
ammirava Rin battere ogni proprio record
e immaginava il corpo di Seijuurou scivolare tra i flutti azzurrognoli
di una piscina: le bastava questo per sorridere e godere a sua volta di quella felicità.
Comunque, Mikoshiba e Gou non si erano mai dichiarati.
In verità, il giovane dai capelli rossi aveva ben chiari i suoi
sentimenti per
la ragazza — era una tenerezza che, gonfiandogli il petto, lo lasciava
galleggiare
in uno stato di imbambolato ed ingenuo stupore —, e solo la Matsuoka
non aveva
ancora compreso cosa fosse quel vuoto al cuore che la coglieva da
quando non
era più la voce di Seijuurou — "Che piacere vederti qui!" —
ad accoglierla agli allenamenti della Samezuka.
Aveva ovviamente dato il proprio contatto al giovane atleta, il quale
non
mancava mai di augurarle una buona giornata, la buona notte o di aggiornarla su qualche aneddoto
divertente, ma aveva
scoperto che Mikoshiba adorava scriverle delle lettere — lunghe,
entusiaste,
ricche di ogni particolare che riteneva rilevante o simpatico — e Gou
le
divorava d'un fiato quando, una volta al mese, trovava nella cassetta
della
posta quel tanto
adorato fiume di
parole.
Seijuurou le raccontava della vita all'università, dei compagni più
anziani che
avevano partecipato ad eventi come i mondiali di nuoto e le sembrava
quasi di
sentirlo lì, accanto a sé sul letto, che gesticolava con le mani per
tentare di
farle davvero capire le dimensioni
colossali delle coppe che aveva visto nella bacheca dei trofei.
Il ragazzo non scordava mai nemmeno di riferirle le sue peggiori
figuracce.
"Non sono più un capitano e quando
me ne dimentico, arrivando in ritardo agli allenamenti, è a me che
toccano gli straordinari
dopo la pratica!"
E Gou rideva, immaginando la sua espressione lottare fra la
frustrazione
della punizione e la consapevolezza di meritarla.
"Comunque sia, quando sarò il
capitano, adotterò una politica diversa!"
Aggiungeva poco dopo, e la giovane immaginava la sua voce
tinta appena di
auto ironia, perché Seijuurou credeva che le possibilità, per lui, di
capitanare una squadra di nuoto a livello mondiale fossero pressoché
nulle.
La Matsuoka, allora, lo rimproverava mentalmente, in quanto sapeva che
il ragazzo
aveva tutte le carte in regola per rivestire una simile carica...
E i racconti dell'ex alunno della Samezuka erano tutti così fitti e
ricchi di
vita: c'erano i successi, la rabbia per le sconfitte, le discussioni
con gli
altri membri della squadra ed il suo primo infortunio.
Gou era stata colta immediatamente dal panico a quella notizia, ma
Seijuurou
l'aveva rassicurata qualche rigo dopo, dicendole che si trattava solo
di
un'infiammazione e che aveva bisogno di riposare per un po'.
Aveva strafatto, spingendo troppo oltre il proprio fisico e si era
beccato la
"spalla del nuotatore".
"Fortunatamente, non siamo nella
stagione delle competizioni, o ci sarei rimasto ancora più male...
volevo
migliorare il mio tempo: qui fra i senpai
ci sono dei mostri, cose mai viste, e in un istante mi sono sentito
una nullità. Lo so, è una cosa stupida... farsi del male per un sogno
che
potrebbe rimanere tale, intendo. Però ci spero. Ogni volta che gli
occhi degli
esperti si soffermano ad osservarmi, posso solo chiedere al mio corpo
di fare
ancora meglio e al mio cuore di continuare a credere."
Gli occhi di Gou si inumidivano appena a quelle confessioni,
perché erano
rare e probabilmente sofferte: la ragazza aveva notato la scrittura del
giovane
farsi più rigida in quei punti e dentro sé, poi, lo aveva ringraziato
per
essersi aperto così tanto.
Ora comprendeva meglio anche i sentimenti di Rin.
"Sei con l'acqua ed è magnifico, perché
è parte di te: è il tuo mezzo per arrivare in fondo alla corsia, è la
compagna
che ti spinge in quella direzione e ti incita a non mollare."
Quasi lo vedeva sorridere con dolcezza e poi sospirare, in
quanto probabilmente
tali parole erano risuonate piuttosto stupide e prive di senso, ma
rappresentavano
quello che aveva dentro, ciò che sentiva, e non riusciva ad esprimersi
meglio.
La lettera che arrivò dopo quella in cui gli aveva raccontato della
tendinite, però,
la spaventò.
Era più breve delle altre ed i toni in certi punti si erano fatti un
po' più
aspri, tinti di un'amarezza che le bruciava il cuore e le faceva
desiderare
solo di poterlo abbracciare.
Seijuurou non aveva ancora ripreso a nuotare e dopo gli
anti-infiammatori era
arrivata la fisioterapia.
"Non riesco a migliorare ed ho paura
di spingermi oltre... fermarmi mi ucciderebbe, ma so che ho bisogno solo di un altro po' di tempo: devo
semplicemente
metabolizzare la cosa anche
fisicamente. Sai, l'altro giorno sono andato come un pazzo dal
capitano,
dicendogli che mollavo. Mi ha tirato un pugno ed io glie l'ho
restituito senza
tanti complimenti. Me ne sono sorpreso, una cosa del genere non è mai
stata da
me e, beh, ero pronto ad essere cacciato letteralmente a calci dalla
squadra...
Invece, il capitano mi ha sorriso soddisfatto,
dandomi dello stronzo e dicendo che avrei dovuto affrontare la
situazione alla stessa maniera, senza limitarmi ad incassare i colpi.
Credo di
dovergli un favore. Lo spero davvero."
Le poche pagine contenute nella busta si concludevano con
quella che a Gou
era parsa quasi una preghiera e la giovane non poté far a meno di
bagnare la
carta con alcune calde lacrime.
Non ebbe il coraggio di riporre quella lettera assieme alle altre — le
custodiva tutte in una scatola sotto al letto —: era sbagliata e non
c'era
nulla della gioia traboccante di aspettative che era stata ogni singola
confessione di Seijuurou.
"Per favore, non fare idiozie."
Il mese successivo, Gou attese con ansia la nuova lettera di Mikoshiba.
Makoto, Nagisa, Rei ed Haruka avevano notato che da qualche giorno la
loro
manager appariva piuttosto sconfortata e per un po' credettero che la
causa
fosse ancora una volta Rin, ma il ragazzo, attuale capitano della
Samezuka, li
aveva garbatamente invitati a farsi gli affaracci loro e che, no, non
era lui
la testa di cazzo che aveva ridotto Gou in quelle condizioni.
Il più grande dei Matsuoka sapeva delle lettere di Mikoshiba e con le
dovute
raccomandazioni — "Osa farla soffrire, e ti stacco le palle." — aveva
dato la sua benedizione.
Però, era venuto anche a conoscenza della situazione in cui Seijuurou
si
trovava (Gou aveva lasciato in giro l'ultima lettera dell'ex capitano
e,
incuriosito, non aveva potuto fare a meno di leggere, preoccuparsi
ed arrabbiarsi), e sapeva di non poter far nulla in
proposito, se non aspettare con la sorella che il giovane si facesse
vivo.
"Lo ammazzo. Lo giuro."
L'attesa fu vana ed il mese trascorse senza che ricevesse la lettera di
Mikoshiba.
Il ragazzo le aveva mandato le sole e quotidiane mail di buon giorno e
buona
notte ed anche se Gou più volte aveva tentato di chiedergli come stesse
o di
chiamarlo, non aveva mai ricevuto alcuna risposta.
Era arrivata persino a pensare di odiarlo, ma quando tentava di buttare
via
tutte le lettere che le aveva mandato, il cuore le saliva in gola ed un
dolore
per il quale avrebbe urlato le scoppiava nel torace.
Il suo sguardo cadeva sull'ultima corrispondenza di Seijuurou,
completamente sgualcita
a furia di rileggerla, e Gou perdeva ogni volontà di gettare nella
spazzatura
tutta la gioia del suo capitano.
Quando Rin la vedeva scendere in cucina per cena, abbattuta e con un
sorriso
rassegnato, le si avvicinava per posarle una mano sul capo.
"Sta' tranquilla."
Ed ogni volta che lei lo abbracciava, il ragazzo non poteva fare a meno
di
chiedersi, frustrato, cosa diamine
stesse facendo Seijuurou.
Poi, finalmente, la primavera portò con sé anche una meravigliosa
sorpresa.
Accadde durante il primo sabato di aprile, tre mesi dopo l'ultima
lettera, in
un week-end che sarebbe stato soleggiato e tinto dalla freschezza
tipica di
quella stagione.
Gou si svegliò al suono del cellulare che le notificava una mail e,
aspettandosi il quotidiano "Buon giorno" di Seijuurou, aprì il testo
con un sorriso triste ed appena accennato.
Mail
Ricevuta.
Da: Seijuurou
Oggetto: Nessuno
________________
Ti va di affacciarti?
Gou saltò giù
dal letto come se avesse preso una scossa elettrica, ed
aprì le persiane della propria finestra con il cuore che le batteva
violentemente contro il petto.
Frenetico, il suo sguardo quasi cieco dall'eccitazione si posò sulla
strada
semi-deserta e d'improvviso quelle tremende pulsazioni in lei si
quietarono,
quasi a fermarsi del tutto.
Seijuurou ricambiava il suo sguardo shockato con un dolce sorriso, il
braccio
destro sollevato in segno di saluto.
"Che piacere vederti qui!"
Era lui.
Era davvero lui.
Con i suoi capelli rossi scomposti, gli occhi luminosi e
l'entusiasmo a
tingere ogni singola nota di quella voce gentile.
Gou corse fuori dalla propria camera, precipitandosi giù per le scale
sotto lo
sguardo sorpreso e poi rilassato di Rin, e quello confuso della madre
la quale,
incuriosita, inizialmente aveva fatto per alzarsi, ma poi era stata
fermata
dalla voce del figlio.
"È il suo quasi ragazzo...
lasciala stare." Aveva detto il giovane, con fare indifferente. "Che tanto dopo lo concio per le
feste." Si era poi premurato di aggiungere mentalmente,
mentre udiva la
sorella aprire la porta.
Gou non badò al fatto che fosse praticamente in pigiama, non le importò
nemmeno
di essersi appena svegliata e di avere i capelli nel caos più totale:
spalancò
l'uscio e si lanciò contro il ragazzo che attendeva sulla soglia.
Seijuurou non si aspettava una simile reazione, ed arrossì
delicatamente quando
si ritrovò il viso della giovane Matsuoka contro il proprio petto.
La ragazza lo stringeva con forza, come a voler effettivamente
verificare che
fosse lì, reale e fermo nel suo abbraccio e in quell'atto Gou dimenticò
tutta
la rabbia che aveva provato per lui in quei mesi.
Restava, però, una patina di tristezza che si riflesse nei suoi occhi
quando
alzò lo sguardo ad incontrare le iridi ambrate dall'altro.
"Perché..? Perché non mi hai mai risposto?"
La manager si staccò appena da quell'abbraccio, continuando però a
stringere i
lembi della t-shirt del ragazzo — una parte irrazionale del suo
cervello ancora
temeva che se l'avesse lasciato andare, Seijuurou si sarebbe dissolto
nell'aria.
"Perdonami, ma io... dovevo dirtelo di persona."
La voce di Mikoshiba suonò calma, mentre le scostava i capelli dal viso
con
premura e sorrideva all'espressione giustamente
confusa della più piccola.
Rise, per poi prenderle le mani ancora aggrappate alla sua maglia e
stringerle
nelle proprie.
"Sto bene." Bisbigliò, mentre anche il viso di Gou si tingeva di
rosso ed i suoi occhi si inumidivano. "Vado ai mondiali." Aggiunse
infine in un soffio, nel posarle un bacio sulla fronte, stringendola
ancora a
sé.
E Gou ricambiò quella stretta, lo fece con tutta la forza che
possedeva, mentre
l'odore della carta da lettere tornava a solleticarle l'olfatto,
divenendo un
tutt'uno col profumo di Seijuurou.
"Non
sparire più."
"Non lo farò. Te lo prometto."
*Owari*
Eccomi, eccomi qui!
^ò^/
Anche questa volta,
devo ringraziare Elisabetta per il prompt che mi ha dato:
"carta da lettere".
Se non fosse stato per
lei, non avrei mai scritto questa storia! XD
Well, non ho molto da
dire, se non che sono piuttosto soddisfatta! °ò°
Io amo, amo, amo
questa coppia e mi piacerebbe trattarla da tutti i punti di
vista: li ho presi a cuore, ecco. XD
Spero davvero che
questa shot vi sia piaciuta! =)
Un bacio, alla
prossima!
Iria.