Nda:capitolo revisionato il 4 Ottobre. Grazie per aver letto
fin qui!
CAPITOLO
2 “Effetti
… ed affetti personali
dimenticati”
- Svegliati
e splendi,Jaegeer!-
- Ma
cos…-
La luce
colpì
i suoi occhi come una pioggia di frecce. Con la sola biancheria intima
addosso
si sentì inerme e stupido quando le sottili e bianche
coperte di lino gli furono
strappate via con violenza. La frangetta scompigliata gli cadeva sulla
fronte
inumidita di sudore,scontrandosi con le ciglia,punzecchiandolo e
rendendo il
suo risveglio ulteriormente sgradevole.
Sarebbe
ora di tagliarla,ehi ma …
che sta succedendo?
- C-capitano Levi?-
Cercò
di
dire con la bocca ancora impastata. Eren era uno dei pochi soldati a
non
soffrire né di insonnia né di incubi. A volte
Armin lo prendeva in giro dicendo
che se i Titani di notte avessero sfondato di nuovo le mura nel bel
mezzo della
notte lui avrebbe continuato a dormire beatamente. Nonostante la tacita
amarezza impressa in quella battuta,ogni volta che il giovane soldato
la
sentiva non riusciva a trattenere un sorriso.
-Ma no sono io -
Appena le
pupille si dilatarono del tutto Eren fu in grado di distinguere altro
oltre
alla sagoma dell’uomo.
-Bossard?-
- Hahahah -
Ridacchiava
compiaciuto Auruo.
- Come hai
potuto scambiarmi per l’Heichou?-
Gli chiese
con finto disappunto ed un’espressione tronfia.
La sua
sagoma,controluce,non era che quella di un soldato qualunque. Chinato
verso
di lui la sua altezza era la stessa del Capitano. Il taglio di capelli
simile e
il buffo tovagliolo attaccato al bavero della camicia (che Eren trovava
completamente antiestetico:come faceva un uomo come Levi ad andare in
giro con
un obbrobrio simile? Forse pensava che gli desse un tocco di
nobiltà … non
l’avrebbe mai capito) avevano contribuito al fraintendimento.
In
sottofondo Bossard continuava a parlare da solo.
-
Sarà
l’aura di forza che emano forse...
sì,sì … non può che essere
quella … -
Il giovane
ragazzo decise di non rispondergli e di rivestirsi il più in
fretta possibile
perché quella situazione lo imbarazzava parecchio. Non che
per lui fosse strano
farsi vedere in mutande da altri. Durante il periodo
dell’addestramento tutti i
ragazzi vivevano a stretto contatto nell’accampamento quindi
anche volendo era
impossibile mantenere qualche imbarazzante particolare del proprio
corpo
nascosto. Ma in quella settimana aveva perso peso e voleva nascondere
la
situazione. Il suo corpo ora era talmente diverso da quello guardato
con
invidia ai tempi dell’addestramento da sembrare ridicolo.
Reiner batteva Eren
col suo metro e ottantacinque e la sua costituzione possente che
già prima
dell’inizio degli allenamenti l’avevano reso il
favorito. Era così spesso e
muscoloso che poteva sollevare Armin con un braccio e Connie
dall’altro come
fossero piume. Quando lo faceva i dormitori si riempivano di applausi e
risate.
Anche Eren e Jean erano molto competitivi sotto questo aspetto o meglio
Jean lo era. Puntualmente ogni era
confrontava
la sua corporatura con quella di Eren, vantandosi di essere
più alto e di avere
degli addominali migliori,cosa che lo avrebbe aiutato ad avere
popolarità con
le ragazze ( forse con una in particolare, ma Eren ignorava chi fosse)
mentre
il suo rivale
sarebbe restato scapolo a
vita. A quest’ultimo i commenti di Jean non
interessavano:più che i suoi
addominali invidiava quelli di Mikasa.
Si
alzò con
uno scatto ed afferrati gli attillati pantaloni bianchi e se li
infilò
saltellando prima su una gamba e poi sull’altra
-Che ore
sono?-
Farfugliò.
-Avresti
dovuto svegliarti già da un pezzo scansafatiche!-
Non aveva
sentito la sveglia generale. Prima di allacciarsi la cerniera il
ragazzo scosse
la testa per liberarsi lo sguardo dalla chioma
ribelle,stiracchiò le braccia
e tirò fuori un fragoroso sbadiglio.
- Farai
meglio a chiudere quella boccaccia da Titano e ad essere pronto in meno
di due
minuti Jaeger.-
Due occhi
grigi e severi,circondati da due occhiaie scure lo fissarono con
rimprovero.
Appoggiato
sull’uscio della porta se ne stava Levi,che osservava la
patetica scenetta
chissà da quanto.
Tra
tutti perché proprio
lui?
Da quando
avevano fatto quella stupida conversazione un seme fastidioso si era
piantato
in lui. Aveva incominciato ad interessarsi all’opinione del
Capitano. Detestava
dargli questo potere e si ripropose ignorarlo per quanto gli fosse
possibile.
La sua presenza più che timore gli provocava un intenso
fastidio simile al
prurito,come avere sotto il naso un fiore dal profumo troppo forte o il
vento
in faccia …
Fastidio,ecco.
Una volta
dato un nome a quello strano sentimento Eren si sentì
più tranquillo.
- Cosa fai
li imbambolato? Sono già passati 20 secondi … -
Presto dal
panico Eren fissò Levi,poi Bossard ed infine la patta
aperta. La chiuse con un
gesto di fugace ed imbarazzata nonchalance voltando il capo e
perdendosi il
ghigno divertito dei due veterani. Passò poi ad indossare la
complicata
attrezzatura per la manovra tridimensionale
In
due minuti non ce la farò mai!Ce
ne vogliono 5 solo per indossare questa!
Girò
la
testa, facendo con sguardo supplichevole la tacita domanda al Capitano
Rivaille.
- Sì
Eren,compresa
l’attrezzatura di manovra-
Con le mani
tremanti per la fretta se la cavò in un minuto e
passò poi a cercare la parte
superiore del vestiario.
Non
c’era.
La
camicia … dove accidenti l’ho
messa?!
Iniziò
a
vagare per la stanza disordinata nel panico senza trovare nulla ed
intanto il
tempo continuava a scorrere.
- 30 secondi
Jaeger. –
Dove
dove dove.
-
5 … 4…-
Sulla sedia
dove aveva appoggiato il resto dei vestiti non c’era nulla.
Afferrò
nervosamente la giacca e si
infilò a
forza gli stivali,accovacciandosi a terra.
- …3
….2 …1
… e STOOOOOOPPP!! –
Levi parve
gustarsi lo sguardo
sconvolto di Eren
quando si accorse che la camicia era ai piedi del letto,stesa
pigramente sul
pavimento. Ormai era troppo tardi,il tempo era scaduto ed il giovane
soldato
conosceva bene le regole:sarebbe dovuto andare a fare colazione
così com’era.
Provò
ad
aspettare che Levi se ne andasse,per tentare di fare un rapido
salvataggio
della dignità
che gli rimaneva (e della
sua camicia),ma il Capitano restò immobile col gomito
appoggiato allo stipite
reggendosi il volto con la mano.
Nonostante
la sveglia brusca e l’umiliazione ad Eren non mancava
l’appetitoe per sua
fortuna data la tarda ora la mensa era semivuota. Si fiondò
sulla sua pagnotta
come un disperato data la terribile (voglia di andarsene) fame .
- Anche a me
è capitata una cosa simile quando ero una recluta.-
Cercò
di
consolarlo Bossard alla fine del pasto mentre lo riaccompagnava nella
sua
stanza, non migliorando la situazione. Nonostante il suo record di
uccisioni in
singolo,ben 39 titani,Auruo non era esattamente il tipo di soldato che
Eren desiderava
diventare.
- Ed eccoci
qui.-
Lo
congedò
Bossard una volta arrivati.
-
Dovrò
restarmene qui tutto il giorno?-
Chiese Eren
confuso.
- Credo di
sì:tutte le truppe stanno provando le formazioni a cavallo.
Dovrai rimanere in
stanza,la sorveglianza cambierà ogni circa 3 ore. –
- Non posso
partecipare anch’io?Sono un membro della Legione Esplorativa
adesso.-
Auruo scosse
la testa
- Naaaah non
credo Eren. Per ora stattene qui,magari più tardi qualcuno
ti trova qualche
lavoretto. Strappare le erbacce o che ne so … -
Strappare
le erbacce?!Strappare le erbacce?!
Non sono venuto
qui per diventare un fottutissimo giardiniere!
Una cosa era
certa,andare ad abbellire i giardini della base era l’ultima
cosa che avrebbe
fatt-
-
C’è un
orto Jaeger,occupatene tu. -
- Subito
Capitano Rivaille. -
E fu
così
che il suo pomeriggio sfumò,zappando il terreno e togliendo
gli insetti dalle
piante di pomodori. A distanza di ore poteva scorgere la sagoma bassa e
tonica
di Levi che da lontano scrutava il lavoro di un ragazzino sudato con
l’attrezzatura da manovra storta e senza camicia.
L’ombra del Capitano si
ingrandiva di fronte a lui,diventando quella letale e possente di un
Titano.
Quando iniziò a fare così buio che Eren non
riusciva più capire dove metteva i
piedi e se stava pestando o meno gli amati ortaggi,il Capitano venne a
prenderlo. Lo accompagnò in stanza in silenzio e con un
cenno di capo fece per
andarsene.
- Capitano-
- Sì
soldato?-
- Potrei
farmi una doccia?-
Chiese Eren,che
si sentiva la terra non solo nei calzini e sulle mani ma
nell’anima.
- Permesso
accordato. Torna in stanza per le 7.45 -
Alle 7.39 il
ragazzo tornò in stanza profumato e con i capelli umidi.
- Non ti
facevo così modaiolo.-
Commentò
Levi guardando la sua capigliatura selvaggia.
Eren non era
sicuro su cosa rispondere,dato che quella era la seconda conversazione
che
facevano. Si trattava di una cosa strana ma al contempo normale. Levi
non lo
perdeva d’occhio un secondo,era la sua ombra. Essendo
l’uno una presenza
costante nelle giornate dell’altro da settimane,sarebbe
stato normale avere
una conversazione di quando in quando,ma il Capitano era un uomo
malinconico severo
e taciturno che raramente apriva bocca.
- Che intende?-
Chiese Eren
confuso.
- I tuoi
capelli non sono un po’ troppo lunghi?-
Commentò
Levi con le sopracciglia corrugate,indicandogli la testa.
- Visto che
non c’è uno specchio non riesco a tagliarmeli da
solo…-
Di solito
era la madre di Eren a tagliarli i capelli. Prima gli accarezzava la
testa
dolcemente,dicendogli che erano morbidi,poi con
delicatamente con le forbici tagliava ciocca
per ciocca,facendogli un taglio scalato. Puntualmente discuteva con la
piccola
Mikasa,che insisteva nel volere un taglio come
quello di Eren oppure niente. Fin dal principio
l’idea di Carla Jaeger di
trasformare Mikasa nella graziosa figlia femmina che non aveva mai
avuto era
naufragata. La donna amava i due bambini allo stesso modo e stava
sempre
attenta ai loro bisogni.
Dopo la sua
morte era Mikasa che si era occupata dei suoi capelli. Gli afferrava le
ciocche
maldestramente,tagliandone alcune più corte di altre in
maniera non voluta, e
dimenticandone alcune. Ad Eren non interessava la pettinatura:gli
bastava
avere la testa al fresco.
Quando Levi
tornò nella stanza aveva in mano un paio di forbici
- Non ce la
faccio proprio a vederti in quello stato.-
La sua era
un espressione di ansioso disappunto. Levi detestava il disordine e
aveva
deciso che non avrebbe sopportato più la frangetta
scompigliata del ragazzo che
era costretto a sorvegliare 24 ore su 24.
-
Esattamente come ha intenzione di …. -
Provò
a
chiedere Eren mentre si sedeva con Levi alle sue spalle. Eren non era
un
modaiolo,ma sapeva che il Capitano con un paio di forbici in mano
pronto ad
accanirsi sulla sua capigliatura non era una buona cosa.
Ha
intenzione di raparmi la testa? Del
resto è colpa mia per non averli tagliati prima ... Come se
oggi all’accampamento
non avessero riso di me abbastanz-
- Finito-
Annunciò
Levi scrollandogli i resti dei suoi capelli tagliati dalle spalle,ormai
domati
ed inerti.
Di
già ?
Constatò
Eren incredulo. Si chiese che taglio gli
avesse fatto.
E se fosse identico al suo?!
Oh Dio.
Nonostante
l’immagine tragica gli scappò da ridere
all’idea di un intero plotone di
soldati col suo taglio.
- Puoi
specchiarti.-
Suggerì
Levi vedendo la sua espressione preoccupata.
Gli porse
una spada e al lume di candela Eren vi avvicinò il volto per
valutare l’entità
del danno. Nella lama lucida vide riflesso un giovane uomo ordinato.
Posò
la superficie
argentata e fissò Levi con espressione diffidente.
Nella sua
vita precedente era stato un parrucchiere?
- Quando ero
una recluta ero io a tagliare i capelli a tutti quelli della camerata.-
Sbottò
Levi
bruscamente, per scrollarsi di dosso quello sguardo.
Eren era
molto stupito ma non lo diede a vedere:quasi nessuno aveva mai sentito
parlare Levi del periodo in cui era una recluta. Il ragazzo stesso non
riusciva
ad immaginare un Rivaille ragazzo ed inesperto nella sua mentre
probabilmente
lo vedeva appena nato e trentenne,imbronciato e con le spade sguainate.
Un’altra
fantasia stupida.
- Allora
buonanotte. Domani faresti bene a spazzare.-
Gli
consigliò il Capitano mentre abbandonava la stanza.
-Grazie!-
Disse Eren,senza sapere se Levi avesse sentito o meno. Era certo che anche se quel ringraziamento fosse giunto alle sue orecchie l’uomo avrebbe proseguito dritto senza voltarsi.
* * *
Grazie per aver letto!Al prossimo capitolo ^_^