Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: DeliaDulhallan    10/09/2013    7 recensioni
(SPOILER capitolo 7)
- Perché è arrabbiato con me,Heichou?-
Nel porre la domanda Eren inclinò la testa da un lato,confuso e preoccupato.
-Vuoi davvero saperlo?-
Gli chiese l'uomo con un sospiro stanco. Poi ghignò tra sé,divertito da quella prospettiva.
Eren era stufo di essere sempre l’ultimo ad essere messo al corrente delle cose. Corrugò arrabbiato le sopracciglia e sollevò la testa all’indietro per osservare Levi. La frangetta scivolò all’indietro scoprendogli la fronte e le orecchie morbide.
- Gliel’ho appena dett-
Trasalì. L’Heichou era pericolosamente vicino al suo viso. Odorava di buono.
- Quando la finirai di stuzzicarmi?-
Eren non capiva. Si sentì il respiro dell’uomo sulle labbra e impietrì.
''Possibile che sia per bac-!?''
Levi sfiorò con le sue labbra sottili quelle rosee e timide di Eren,per poi afferrargli il labbro inferiore coi denti,tirandolo dispettosamente.
Il ragazzo si ritirò,rossissimo in viso,con entrambe le mani davanti alle labbra.
-Sogni d’oro Jaeger.-
Mentre se ne andava,lo guardò per l’ultima volta con stampato in faccia un sorrisetto beffardo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 2


Nda:capitolo revisionato il 4 Ottobre. Grazie per aver letto fin qui!

CAPITOLO 2 “Effetti … ed affetti personali dimenticati”

- Svegliati e splendi,Jaegeer!-

- Ma cos…-

La luce colpì i suoi occhi come una pioggia di frecce. Con la sola biancheria intima addosso si sentì inerme e stupido quando le sottili e bianche coperte di lino gli furono strappate via con violenza. La frangetta scompigliata gli cadeva sulla fronte inumidita di sudore,scontrandosi con le ciglia,punzecchiandolo e rendendo il suo risveglio ulteriormente sgradevole.

Sarebbe ora di tagliarla,ehi ma … che sta succedendo?

- C-capitano Levi?-

Cercò di dire con la bocca ancora impastata. Eren era uno dei pochi soldati a non soffrire né di insonnia né di incubi. A volte Armin lo prendeva in giro dicendo che se i Titani di notte avessero sfondato di nuovo le mura nel bel mezzo della notte lui avrebbe continuato a dormire beatamente. Nonostante la tacita amarezza impressa in quella battuta,ogni volta che il giovane soldato la sentiva non riusciva a trattenere un sorriso.

-Ma no sono io -

Appena le pupille si dilatarono del tutto Eren fu in grado di distinguere altro oltre alla sagoma dell’uomo.

-Bossard?-

- Hahahah -

Ridacchiava compiaciuto Auruo.

- Come hai potuto scambiarmi per l’Heichou?-

Gli chiese con finto disappunto ed un’espressione tronfia.

La sua sagoma,controluce,non era che quella di un soldato qualunque. Chinato verso di lui la sua altezza era la stessa del Capitano. Il taglio di capelli simile e il buffo tovagliolo attaccato al bavero della camicia (che Eren trovava completamente antiestetico:come faceva un uomo come Levi ad andare in giro con un obbrobrio simile? Forse pensava che gli desse un tocco di nobiltà … non l’avrebbe mai capito) avevano contribuito al fraintendimento.

In sottofondo Bossard continuava a parlare da solo.

- Sarà l’aura di forza che emano forse... sì,sì … non può che essere quella … -

Il giovane ragazzo decise di non rispondergli e di rivestirsi il più in fretta possibile perché quella situazione lo imbarazzava parecchio. Non che per lui fosse strano farsi vedere in mutande da altri. Durante il periodo dell’addestramento tutti i ragazzi vivevano a stretto contatto nell’accampamento quindi anche volendo era impossibile mantenere qualche imbarazzante particolare del proprio corpo nascosto. Ma in quella settimana aveva perso peso e voleva nascondere la situazione. Il suo corpo ora era talmente diverso da quello guardato con invidia ai tempi dell’addestramento da sembrare ridicolo. Reiner batteva Eren col suo metro e ottantacinque e la sua costituzione possente che già prima dell’inizio degli allenamenti l’avevano reso il favorito. Era così spesso e muscoloso che poteva sollevare Armin con un braccio e Connie dall’altro come fossero piume. Quando lo faceva i dormitori si riempivano di applausi e risate. Anche Eren e Jean erano molto competitivi sotto questo aspetto o meglio Jean lo era. Puntualmente ogni era confrontava la sua corporatura con quella di Eren, vantandosi di essere più alto e di avere degli addominali migliori,cosa che lo avrebbe aiutato ad avere popolarità con le ragazze ( forse con una in particolare, ma Eren ignorava chi fosse) mentre il suo rivale sarebbe restato scapolo a vita. A quest’ultimo i commenti di Jean non interessavano:più che i suoi addominali invidiava quelli di Mikasa.

Si alzò con uno scatto ed afferrati gli attillati pantaloni bianchi e se li infilò saltellando prima su una gamba e poi sull’altra

-Che ore sono?-

Farfugliò.

-Avresti dovuto svegliarti già da un pezzo scansafatiche!-

Non aveva sentito la sveglia generale. Prima di allacciarsi la cerniera il ragazzo scosse la testa per liberarsi lo sguardo dalla chioma ribelle,stiracchiò le braccia e tirò fuori un fragoroso sbadiglio.

- Farai meglio a chiudere quella boccaccia da Titano e ad essere pronto in meno di due minuti Jaeger.-

Due occhi grigi e severi,circondati da due occhiaie scure lo fissarono con rimprovero.

Appoggiato sull’uscio della porta se ne stava Levi,che osservava la patetica scenetta chissà da quanto.

Tra tutti perché proprio lui?

Da quando avevano fatto quella stupida conversazione un seme fastidioso si era piantato in lui. Aveva incominciato ad interessarsi all’opinione del Capitano. Detestava dargli questo potere e si ripropose ignorarlo per quanto gli fosse possibile. La sua presenza più che timore gli provocava un intenso fastidio simile al prurito,come avere sotto il naso un fiore dal profumo troppo forte o il vento in faccia …

Fastidio,ecco.

Una volta dato un nome a quello strano sentimento Eren si sentì più tranquillo.

- Cosa fai li imbambolato? Sono già passati 20 secondi … -

Presto dal panico Eren fissò Levi,poi Bossard ed infine la patta aperta. La chiuse con un gesto di fugace ed imbarazzata nonchalance voltando il capo e perdendosi il ghigno divertito dei due veterani. Passò poi ad indossare la complicata attrezzatura per la manovra tridimensionale

In due minuti non ce la farò mai!Ce ne vogliono 5 solo per indossare questa!

Girò la testa, facendo con sguardo supplichevole la tacita domanda al Capitano Rivaille.

- Sì Eren,compresa l’attrezzatura di manovra-

Con le mani tremanti per la fretta se la cavò in un minuto e passò poi a cercare la parte superiore del vestiario.

Non c’era.

La camicia … dove accidenti l’ho messa?!

Iniziò a vagare per la stanza disordinata nel panico senza trovare nulla ed intanto il tempo continuava a scorrere.

- 30 secondi Jaeger. –

Dove dove dove.

- 5 … 4…-

Sulla sedia dove aveva appoggiato il resto dei vestiti non c’era nulla. Afferrò nervosamente la giacca e si infilò a forza gli stivali,accovacciandosi a terra.

- …3 ….2 …1 … e STOOOOOOPPP!! –

Levi parve gustarsi lo sguardo sconvolto di Eren quando si accorse che la camicia era ai piedi del letto,stesa pigramente sul pavimento. Ormai era troppo tardi,il tempo era scaduto ed il giovane soldato conosceva bene le regole:sarebbe dovuto andare a fare colazione così com’era.

Provò ad aspettare che Levi se ne andasse,per tentare di fare un rapido salvataggio della dignità che gli rimaneva (e della sua camicia),ma il Capitano restò immobile col gomito appoggiato allo stipite reggendosi il volto con la mano.

Nonostante la sveglia brusca e l’umiliazione ad Eren non mancava l’appetitoe per sua fortuna data la tarda ora la mensa era semivuota. Si fiondò sulla sua pagnotta come un disperato data la terribile (voglia di andarsene) fame .

- Anche a me è capitata una cosa simile quando ero una recluta.-

Cercò di consolarlo Bossard alla fine del pasto mentre lo riaccompagnava nella sua stanza, non migliorando la situazione. Nonostante il suo record di uccisioni in singolo,ben 39 titani,Auruo non era esattamente il tipo di soldato che Eren desiderava diventare.

- Ed eccoci qui.-

Lo congedò Bossard una volta arrivati.

- Dovrò restarmene qui tutto il giorno?-

Chiese Eren confuso.

- Credo di sì:tutte le truppe stanno provando le formazioni a cavallo. Dovrai rimanere in stanza,la sorveglianza cambierà ogni circa 3 ore. –

Eren si sentì sconfortato alla consapevolezza di quanto gli altri soldati, o più genericamente la razza umana lo temesse. Ne aveva già avuto prova al processo ma questo era l’ennesimo pugno in faccia.

- Non posso partecipare anch’io?Sono un membro della Legione Esplorativa adesso.-

Auruo scosse la testa

- Naaaah non credo Eren. Per ora stattene qui,magari più tardi qualcuno ti trova qualche lavoretto. Strappare le erbacce o che ne so … -

Strappare le erbacce?!Strappare le erbacce?! Non sono venuto qui per diventare un fottutissimo giardiniere!

Una cosa era certa,andare ad abbellire i giardini della base era l’ultima cosa che avrebbe fatt-

- C’è un orto Jaeger,occupatene tu. -

- Subito Capitano Rivaille. -

E fu così che il suo pomeriggio sfumò,zappando il terreno e togliendo gli insetti dalle piante di pomodori. A distanza di ore poteva scorgere la sagoma bassa e tonica di Levi che da lontano scrutava il lavoro di un ragazzino sudato con l’attrezzatura da manovra storta e senza camicia. L’ombra del Capitano si ingrandiva di fronte a lui,diventando quella letale e possente di un Titano. Quando iniziò a fare così buio che Eren non riusciva più capire dove metteva i piedi e se stava pestando o meno gli amati ortaggi,il Capitano venne a prenderlo. Lo accompagnò in stanza in silenzio e con un cenno di capo fece per andarsene.

- Capitano-

- Sì soldato?-

- Potrei farmi una doccia?-

Chiese Eren,che si sentiva la terra non solo nei calzini e sulle mani ma nell’anima.

- Permesso accordato. Torna in stanza per le 7.45 -

Alle 7.39 il ragazzo tornò in stanza profumato e con i capelli umidi.

- Non ti facevo così modaiolo.-

Commentò Levi guardando la sua capigliatura selvaggia.

Eren non era sicuro su cosa rispondere,dato che quella era la seconda conversazione che facevano. Si trattava di una cosa strana ma al contempo normale. Levi non lo perdeva d’occhio un secondo,era la sua ombra. Essendo l’uno una presenza costante nelle giornate dell’altro da settimane,sarebbe stato normale avere una conversazione di quando in quando,ma il Capitano era un uomo malinconico severo e taciturno che raramente apriva bocca.

- Che intende?-

Chiese Eren confuso.

- I tuoi capelli non sono un po’ troppo lunghi?-

Commentò Levi con le sopracciglia corrugate,indicandogli la testa.

- Visto che non c’è uno specchio non riesco a tagliarmeli da solo…-

Di solito era la madre di Eren a tagliarli i capelli. Prima gli accarezzava la testa dolcemente,dicendogli che erano morbidi,poi con delicatamente con le forbici tagliava ciocca per ciocca,facendogli un taglio scalato. Puntualmente discuteva con la piccola Mikasa,che insisteva nel volere un taglio come quello di Eren oppure niente. Fin dal principio l’idea di Carla Jaeger di trasformare Mikasa nella graziosa figlia femmina che non aveva mai avuto era naufragata. La donna amava i due bambini allo stesso modo e stava sempre attenta ai loro bisogni.

Dopo la sua morte era Mikasa che si era occupata dei suoi capelli. Gli afferrava le ciocche maldestramente,tagliandone alcune più corte di altre in maniera non voluta, e dimenticandone alcune. Ad Eren non interessava la pettinatura:gli bastava avere la testa al fresco.

Quando Levi tornò nella stanza aveva in mano un paio di forbici

- Non ce la faccio proprio a vederti in quello stato.-

La sua era un espressione di ansioso disappunto. Levi detestava il disordine e aveva deciso che non avrebbe sopportato più la frangetta scompigliata del ragazzo che era costretto a sorvegliare 24 ore su 24.

- Esattamente come ha intenzione di …. -

Provò a chiedere Eren mentre si sedeva con Levi alle sue spalle. Eren non era un modaiolo,ma sapeva che il Capitano con un paio di forbici in mano pronto ad accanirsi sulla sua capigliatura non era una buona cosa.

Ha intenzione di raparmi la testa? Del resto è colpa mia per non averli tagliati prima ... Come se oggi all’accampamento non avessero riso di me abbastanz-

- Finito-

Annunciò Levi scrollandogli i resti dei suoi capelli tagliati dalle spalle,ormai domati ed inerti.

Di già ?

Constatò Eren incredulo. Si chiese che taglio gli avesse fatto.

E se fosse identico al suo?! Oh Dio.

Nonostante l’immagine tragica gli scappò da ridere all’idea di un intero plotone di soldati col suo taglio.

- Puoi specchiarti.-

Suggerì Levi vedendo la sua espressione preoccupata.

Gli porse una spada e al lume di candela Eren vi avvicinò il volto per valutare l’entità del danno. Nella lama lucida vide riflesso un giovane uomo ordinato.

Posò la superficie argentata e fissò Levi con espressione diffidente.

Nella sua vita precedente era stato un parrucchiere?

- Quando ero una recluta ero io a tagliare i capelli a tutti quelli della camerata.-

Sbottò Levi bruscamente, per scrollarsi di dosso quello sguardo.

Eren era molto stupito ma non lo diede a vedere:quasi nessuno aveva mai sentito parlare Levi del periodo in cui era una recluta. Il ragazzo stesso non riusciva ad immaginare un Rivaille ragazzo ed inesperto nella sua mentre probabilmente lo vedeva appena nato e trentenne,imbronciato e con le spade sguainate.

Un’altra fantasia stupida.

- Allora buonanotte. Domani faresti bene a spazzare.-

Gli consigliò il Capitano mentre abbandonava la stanza.

-Grazie!-

Disse Eren,senza sapere se Levi avesse sentito o meno. Era certo che anche se quel ringraziamento fosse giunto alle sue orecchie l’uomo avrebbe proseguito dritto senza voltarsi.

* * *

Grazie per aver letto!Al prossimo capitolo ^_^ 

  
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