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Autore: fly90    14/09/2013    10 recensioni
Culio è un appassionato di botanica e a venticinque anni entra in possesso di un rarissimo seme...
Genere: Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TUTTO PER UNA PIANTA.



Culio era un appassionato di botanica, da sempre aveva la passione per ogni tipo di pianta esistente nel globo terrestre.

Da piccolo la sua camera era zeppa di piante di ogni genere.

Insomma non si poteva dire che fosse come gli altri bambini, lui invece di giocare a calcio o ai video game trascorreva intere giornate in giardino in mezzo a piante e fiori.

A diciotto anni aveva già molte delle piante più rare del mondo ma per lui non era mai abbastanza.


A venticinque anni prese un volo che lo portò molto lontano da casa in un piccolo paese ai confini della foresta e tutto ciò solo per avere un piccolo semino di una pianta molto speciale, una pianta pericolosa.

La pianta carnivora. Aveva letto molto su quel tipo di pianta, si era documentato per anni e si sentiva in grado di tenerne una.


Ci erano voluti anni prima che crescesse e fosse grande abbastanza, lui si era occupato di tutto, l'aveva curata, le aveva dato da mangiare.

Aveva cominciato con gli insetti, piccole mosche, grilli poi cavallette, poi era arrivato il momento delle piccole prede come topolini e uccelli di piccole dimensioni ma lei era cresciuta ancora e Culio non poteva più avvicinarsi a lei senza il pericolo di perdere qualche arto così aveva ideato una specie di carrucola dove appendeva grossi pezzi di carne di mucca e li trasportava fino alla pianta che divorava il tutto.


Era uno spettacolo per lui vederla mangiare.

Apriva il suo immenso bocciolo mostrando i petali vermigli e coperti di denti acuminati con i quali straziava la carne pezzo dopo pezzo.

Ma ora sapeva che non era più abbastanza per lei.

Ora che aveva assaggiato la carne umana non poteva più farne a meno.


Gliel'aveva detto lui di non avvicinarsi troppo ma quel bambino, il figlio dei vicini, era cocciuto e si era avvicinato troppo alla sua meravigliosa pianta e in un attimo il suo braccino era sparito divorato dalla pianta.

Nessuno oltre lui sapeva della pianta che teneva in quel luogo segreto, ma il bimbo chissà come l'aveva trovata.

Non aveva potuto lasciarlo andare via così, il suo segreto sarebbe stato svelato e gli avrebbero tolto la sua amata piantina.

Così l'aveva caricato di peso e infilzato nel' uncino della carrucola portandolo sopra la pianta e in una mezz'ora del bimbo non rimasero che frammenti di ossa e pelle.

Fu allora che le cose cambiarono.


Da quel giorno Culio una volta al mese accontentava la sua pianta carnivora e gli procurava carne umana.

La seconda volta che gliela procurò la vittima fu un altro vicino.

Era un adorabile vecchietto Il signor Rodriguez, aveva da poco superato gli ottant'anni.

Purtroppo una grave malattia lo aveva costretto su una sedia a rotelle.

Così un mercoledì sera verso le otto Culio invitò a casa sua il signor Rodriguez per cena finendo un gesto gentile.

La cena ci fu veramente perché almeno la pianta avrebbe avuto un pasto più sostanzioso.

Finita la cena lo portò nel posto segreto dove risiedeva la pianta con la scusa di fargli vedere degli attrezzi da lavoro.

Invece il povero Rodriguez ebbe una brutta sorpresa.

Chiese spiegazioni ma non gli furono mai date perché un colpo alla testa lo uccise all'istante.

Quella sera Culio andò a dormire sereno per aver dato alla pianta il miglior nutrimento possibile.


La lista delle vittime si allungò mano a mano che passavano i mesi. Tutte vittime erano più o meno anziane e preferibilmente deboli che non potessero in alcun modo difendersi.

Però alla fine quelle “prede” finirono e Culio dovette inventarsi un nuovo modo per nutrire la sua adorata pianta.

Così prese a uccidere donne molto giovani, le portava a casa sua con una scusa, essendo lui un uomo piacente, poi metteva loro del sonnifero nei bicchieri e una volta addormentata la vittima veniva appesa al solito gancio e data in pasto alla pianta. Talvolta la vittima si svegliava durante il pasto e allora lo spettacolo era ancor più bello per lui.

Iniziavano grida di dolore e richieste di smettere finché non arrivavano le preghiere dirette al Signore per accelerarne la morte.

Culio restava a guardare sorridendo fino a quando la pianta non smetteva il suo pasto.

Era come affascinato, ossessionato da quella pianta.


Le sparizioni però cominciavano a dare nell'occhio in tre anni erano sparite e mai state ritrovate ben trentasei persone tra cui anziani, donne e qualche bambino.

Anche se i luoghi dai quali le vittime sparivano erano sempre diversi qualcuno doveva averlo visto parlare con qualche vittima perché la polizia cominciò a tenerlo d'occhio finché una sera lo incastrarono.


Culio aveva scelto una ragazza bruna quella sera, era molto bella, occhi nocciola contornati da lunghe ciglia scure, labbra carnose e zigomi alti, per non parlare del fisico da urlo e dell'altezza vertiginosa.

Decise che prima si sarebbe divertito un po' con lei prima di darla in pasto alla pianta.

Non gli fu difficile portarla a casa e portarla a letto. Un po' più complicato fu darle il sonnifero.

Lei continuava a dire di non avere sete così dovette pregarla di bere rischiando di scoprirsi.

Lei oppose ancora resistenza, forse aveva capito che lui nascondeva qualcosa. Cercò di scappare ma lui la colpì con una mazza da baseball.

Doveva stare attento, di solito le vittime ci andavano sulle loro gambe al capanno ma lei era ancora priva di sensi e ferita.

La imbavagliò e legò i polsi in modo che non potesse scappare.

Attese la notte quindi uscì e si diresse al capanno.

Non poteva sapere che la polizia lo stava seguendo a causa della telefonata di Miriam, una ragazza che abitava vicino a lui e che, da qualche mese, aveva forti sospetti su di lui a causa della scomparsa della sorella.

Non si accorse di nulla e portò il nemico proprio al capanno.


Una volta entrato accese le luci e lasciò a terra la ragazza, quindi si avvicinò, per quanto possibile senza correre rischi, alla pianta e come sempre le parlò.

Le spiegò che quella sera il suo pasto consisteva nella tenera carne della ragazza invece che nel solito maiale o nella solita mucca.

Pensava potesse capire le sue parole.

Fu distratto dai mugolii della donna che aveva ripreso i sensi.

Piangeva guardando fisso verso la pianta. Aveva ascoltato tutto e il terrore le aveva sfigurato i delicati lineamenti.

Le si avvicinò, le diede una carezza sul capo e la issò sulla spalla mentre lei cercava di divincolarsi in tutti i modi.

Era legata mani e piedi e imbavagliata, non è che potesse fare molto se non colpirlo qualche volta con i piedi.

La stava per trafiggere con l'uncino della carrucola quando cinque agenti sfondarono la porta.

Lui spaventato la lasciò cadere e alzò le mani in segno di resa.

Un agente si avvicinò e prese la ragazza mentre i rimanenti tennero sotto tiro Culio.

Ma che razza di pianta è quella?” Esclamò un agente scioccato.

Fu Culio a rispondere orgoglioso che era una pianta molto rara.

Ma doveva stare attento a non svelare che pianta fosse.

Gli agenti si consultarono sul da farsi, lui doveva essere arrestato per presunto omicidio anzi, presunti omicidi e la pianta doveva essere analizzata da uno specialista per capire di che specie fosse.

Poi fu l'agente Rio a buttare lì che la pianta doveva essere comunque distrutta perché si capiva che non era una pianta del posto ma sicuramente importata illegalmente.

Fu allora che Culio perse la ragione. A quelle parole iniziò a urlare che non avrebbe mai lasciato che la pianta venisse distrutta e che era stato costretto ad uccidere quelle persone per nutrirla e farla crescere sana e forte.

Gli agenti finalmente capirono tutto. Rimasero pietrificati quando intuirono che la pianta era in realtà una pianta carnivora.


Culio continuava a retrocedere verso la pianta nel vano tentativo di difenderla dagli eventuali spari che gli agenti potevano infierirle.

Non pensò a ciò che faceva, doveva salvare la sua pianta a tutti i costi erano anni che la cresceva con amore.

Gli agenti gli intimarono di fermarsi ma non spararono scioccati da quanto avveniva alle spalle dell'uomo.

La pianta iniziava a muoversi piano piano verso l'uomo che suo malgrado continuava a retrocedere.

Non si accorse che ormai era nel raggio di azione della pianta e quando si girò vide il suo enorme bocciolo aprirsi scoprendo i petali aguzzi.

Si bloccò, non sembrava spaventato ma bensì affascinato dalla rara bellezza del fiore.

Gli agenti gli intimarono di allontanarsi lentamente dalla pianta ma lui non lo fece, continuava a restare lì imbambolato e fermo.

La pianta sembrava quasi studiarlo.

Culio le parlava dolcemente, le diceva che tutto sarebbe andato bene e che l'avrebbe portata via di lì. Ormai era come un folle che parlava di fantasticherie.

Mentre parlava mosse un passo verso di lei e fu un attimo.

La pianta si avventò sulla sua testa, la chiuse nel bocciolo e la staccò dal resto del corpo inghiottendola. Si sentì dapprima lo schiocco dei tendini lacerati e in seguito il rumore della testa che scontrava le pareti del bocciolo. Poi fu silenzio.

Il corpo di Culio rimase per un paio di secondi eretto poi crollò a terra con un tonfo.

Gli agenti rimasero attoniti e agghiacciati dalla visione ma ormai per l'uomo era troppo tardi.


In seguito la pianta venne distrutta e il corpo di Culio fu sepolto, senza testa, al cimitero ma mai nessuno portò un solo fiore su quella tomba.

E pensare che per lui i fiori e le piante erano l'unica cosa importante e che gli dava una ragione per vivere.


FINE


Ciao a tutti ecco qui un'altra delle mie storie strampalate...

Non mi chiedete come mi è venuta in mente perché nemmeno io lo so, mi sono messa al computer e dopo un paio di giorni davanti ad una pagina bianca è uscita fuori questa storia.

Scusate per gli eventuali errori presenti, sto ancora imparando a migliorare la scrittura.

Se l'avete letta vi ringrazio e spero che lascerete una recensione.

Un abbraccio.

Fly90





  
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