Presentazione
Lily Evans è al suo settimo anno. Ha paura. paura di un sacco di cose. Paura della guerra. Di quello che c'è là fuori, ma sopratutto ha paura che James la prenda in giro, che non sia cambiato davvero.
Poi si accorge che, in fondo, adesso, la bambina è lei.
Ma forse lei e James non saranno mai veramente "grandi"
"adulti di nascosto, ma che forse adulti non saremo mai"
Titolo
Immaturi
Autore
Anonimadelirante
Fandom
Harry Potter
Genere
Song-fic
Personaggi e protagonisti
Lily Evans e James Potter.
Eventuali Malandrini
Coppie
Lily/James
Eventuali Lily/Severus
Immaturi
E' difficile accettare
avventure già vissute
ma infondo questa vita è piena di sorprese
quei ricordi ormai sbiaditi
rieccoli prepotenti
come se nulla fosse ti tornano tra i denti
Te lo ricordi?
Io sì.
Eravamo così piccoli,
io, sperduta, impaurita: avevo perso di vista Severus.
Tu, così agitato, eccitato.
“Io sono James, il cognome non importa.”
Eri così sicuro... una sicurezza che, me ne accorsi dopo,
nascondeva insicurezza.
Tutta l'insicurezza del mondo.
Me ne accorsi troppo dopo.
“Lily”
se gli esami non finiscono non cambiano le attese
e nei giorni che ci aspettano centomila candele accese,
che si spengono in un secondo
non appena le vuoi soffiare
c'è qualcosa che ci spinge
è difficile cambiare
Ti scompigli i capelli con quel gesto tanto familiare quanto odioso.
Acchiappi il boccino e ridi.
Sei bellissimo.
E io ti odio.
Beh, forse non proprio...
e per quelli come noi che si sentono insicuri
c'è soltanto una risposta
a volte siamo un po' immaturi
come il sole verso l'alba che fa luce ma non scalda
…immaturi…
noi che andiamo controvento
ma che infondo il vento non ci sfiora mai.
“Lasciami in pace, Potter”
“Non chiamarmi 'Potter'”
arricci il naso, come se ti odiassi, per questo.
“Perché non dovrei?”
“Il cognome non importa.”
Ti avvicini e io sento il tuo odore.
Tanto famigliare, tanto odioso.
O forse no.
Mi sorridi.
“Eddai, Lily”
“Io per te sono Evans. Non Lily, non Lils. Evans”
Sogghigni.
“D'accordo. Evans, lui non ti merita”
Allunghi una mano verso il mio viso
e io mi accorgo di stare ancora piangendo.
“Vattene” sussurro, ma mi allontano io.
Corro via, mi giro soltanto alla fine del corridoi,
in tempo per vedere la tua faccia ferita.
Scusa.
Scusa, ma ho paura, paura di buttarmi.
Paura che tu possa deludermi.
O forse solo paura di essere io, a deludermi.
E' difficile arrivare puntuale ogni mattina
quando la notte è lunga
e il freddo ci consuma,
ci consuma questa vita che ci illumina di immenso
c'è una stella da raggiungere
e se no non ha più senso
e ti accorgi in un istante
che saranno tempi duri
e c'è solo una risposta
a volte siamo un po' immaturi
Ti guardo, mentre fissi il vuoto.
Non me ne frega niente, di quello che fai.
Non è vero.
Perché? Cos'hai?
Ti passi una mano sul viso, accigliato.
E io mi avvicino.
Perché?
Non lo so neanche io.
“Ehi, cos'hai?”
“Vattene” sussurri, ma sei tu ad alzarti e andartene.
Fa male.
E io lo capisco solo ora.
“Scusa”
Ti volti, stupito.
“Come?”
poi sorridi
“Perché, Evans?”
Faccio spallucce.
“Così”
Vorrei sembrare sicura, ma non lo sono.
Per niente.
“Ho paura di perderti”, mormori.
“Cosa?”
Scuoti la testa, sorridendo amaro.
Ti avvicini, ti chini verso di me
“È che... non so... ti chiedi mai che succederà... là fuori?”
ed è così che il mondo mi crolla addosso: là fuori.
Come se ci fossimo anche noi, là fuori.
E mi accorgo che in fondo è così.
È il nostro ultimo anno e fra poco saremo davvero là fuori.
Ti avvicini ancora e sfiori le mie labbra con le tue.
Mi ritraggo: “lo sai che ti odio, vero?”
Ridi e ti allontani.
“Ci si vede, Lily”
“Non chiamarmi 'Lily'!”
“E chi me lo impedirebbe?” domandi, beffardo.
E io che che pensavo stessi dicendo cose sensate!
“Sei proprio un bambino!”
sbotto, mentre ti allontani.
Ridi.
“Io, Evans?”
Ti volti di nuovo, le mani in tasca.
E non sembri più tanto divertito.
Ti guardo andare via e mi accorgo che,
forse, ora la sto facendo io, la figura della bambina.
“Ehi, Potter!”
“Sì?”
“Perché mi chiami 'Evans'? Non dicevi che il cognome non importa?”
Ridi.
E io sorrido, di me stessa, però.
come il cielo all'improvviso
come il buio in un sorriso
…immaturi…
noi cerchiamo una risposta
ma poi quando la troviamo scappiamo via
…immaturi…
come il cielo del mattino
e lo sguardo di un bambino
…immaturi…
adulti di nascosto, ma che forse adulti non saremo mai.
“No! Potter, non provarci!
Non entrerai in casa mia così bagnato!”
Ridi mentre io ti punto il dito contro, minacciosa.
Mi scosti e io urlo, indignata.
“D'accordo, d'accordo Evans”
mormori sulle mie labbra con un sorrisetto.
“Papà!”
e sorrido anch'io guardando Harry che ti corre in contro.
Vi guardo entrare in sala.
“Potter! Guarda che poi pulisci tu!”
“Sissì, d'accordo”
urla tu di rimando.
E poi arrivate:
Harry su una scopa giocattolo e tu che lo insegue, ridendo come un bambino.
“No!” urlo mentre il vaso in soggiorno cade in mille pezzi.
Ti schiarisce la voce, imbarazzato.
“Emh... non.. non preoccuparti, Lily.. io..”
io scavalco i cocci ridendo.
“Fai schifo con gli incantesimi domestici”
ti ricordo.
Abbozzi:”come farò a farmi perdonare, allora?”
“Ci penserò” mormoro pensierosa.
Ti spingo sul divano e tu mi trascini con sé.
“Mai provare a far cadere James Potter”
mi avverti e i tuoi occhi scintillano.
“No!” urlo, perché lo so.
So quello che vuoi fare.
Ma non riesco a scappare e mi alza la maglietta per farmi il solletitico.
“No!” ripeto, ridendo
“Sì!” sghignazzi tu.
Harry salta sul divano battendo le manine.
Io mi libero
e vi acchiappo,
stringendovi in una abbraccio
“I miei due bambini”
mormoro dando un bacio a entrambi.
Harry ride.
Sorridi e mi sfiori l'orecchio con le labbra.
“E tu, invece, di chi sei, la bambina”
io appoggio la testa sul tuo petto.
“Vostra”