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Autore: Bellatrix29    15/09/2013    3 recensioni
«Senti,» iniziò il Grifondoro non appena ebbero trovato un posto più appartato «so che oggi non è andata esattamente come ti aspettavi» disse in tono esitante e Scorpius notò che spostava il peso da un piede all’altro nervosamente.
«Ed è tutta colpa mia: ero così felice che tu avessi accettato di darmi una possibilità, che avevo paura di fare un casino e rovinare tutto» spiegò tutto d’un fiato, senza rendersi conto di gesticolare con le mani per accompagnare le sue parole «e, beh, ho finito per rovinare tutto» concluse con tono mesto, mentre un’espressione profondamente dispiaciuta gli si dipingeva sul viso.
[James Sirius/Scorpius]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Sirius Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Buon pomeriggio ^^
Ehm, questo è il mio secondo passettino nel mondo della Nuova Generazione, scritto per il Contest First Date – Il Primo Appuntamento indetto da SilverKiria sul forum di EFP.
Spero vi piaccia e di non aver combinato troppo danni, buona lettura!

Nickname su FFZ: Bellatrix29
Coppia Scelta: James Sirius/Scorpius
Tipo di testo (flash, one-shot): One Shot (2720 parole)
Obbligo richiesto: Luogo (Diagon Alley)
 



 
Beyond the wall
 
 



Con uno sbuffo, Scorpius si guardò allo specchio per l’ennesima volta. Si passò una mano tra i capelli chiari, perché li riteneva troppo perfetti e decisamente non era quella l’impressione che voleva dare. Erano ore ormai che si sentiva combattuto tra la naturale abitudine di apparire sempre al meglio e il desiderio di non lasciar trasparire quanto ci avesse impiegato in realtà a prepararsi. Quando, sfinito per la sua insistenza, aveva accettato di uscire con James Sirius, non aveva considerato tutto lo stress psicologico a cui sarebbe stato sottoposto. Tutta l’eccitazione per il suo invito era evaporata dopo qualche secondo: per quanto il giovane Grifondoro fosse bello da guardare, perdeva gran parte del suo fascino non appena apriva bocca. Secondo Albus, il suo migliore amico, aveva preso un solenne impegno con se stesso che gli imponeva di comportarsi da idiota e lui non poteva che essere d’accordo con lui. Tuttavia, dietro la porta di James Sirius c’era sempre la fila e Scorpius, curioso di natura, aveva iniziato ad indagare con discrezione, ma non era venuto a capo di niente. Quando il giovane Grifondoro gli aveva chiesto di uscire, all’inizio dell’estate, Scorpius non aveva potuto fare a meno di sentirsi lusingato che, tra tutti, avesse scelto lui, ma poi si era ricordato di tutti i suoi difetti e il suo orgoglio gli aveva impedito di lasciarsi ridurre all’ennesima tacca sulla cintura di Potter, così aveva rifiutato il suo invito. Quello e tutte le proposte che erano seguite.

«Che programmi hai per il pomeriggio, tesoro?» Chiese la madre quando la incrociò nel corridoio.

«Vado a Diagon Alley con Potter» rispose Scorpius con quella che non era una vera e propria bugia: non era colpa sua se la madre aveva pensato ad Al, anche se lui non l’avrebbe di certo corretta.

«Divertitevi» commentò la donna rivolgendogli un caloroso sorriso «Oh, Scorpius, già che ci sei, passeresti da Madama McClan per chiederle dell’abito che ho ordinato per tuo padre?» Chiese prima di aggiustarsi un boccolo color mogano dietro l’orecchio.

«Ehm, sì certo» rispose il giovane, felice di avere una proposta concreta da fare a James, nel caso si fossero trovati in una situazione di stallo. Prese un paio di respiri profondi, prima di entrare nell’enorme camino del salotto principale. Qualche minuto di scomodo viaggio dopo, uscì al Paiolo Magico; guardandosi attorno con discrezione, si rese conto che l’altro non era ancora arrivato. Sbuffò e si diresse verso l’uscita sul retro, dove, con sua grande sorpresa, James lo stava già aspettando.

«Ben arrivato» disse il Grifondoro con un sorriso incerto.

«Già, ehm, andiamo» ribatté Scorpius, mentre distoglieva lo sguardo. Aveva messo in conto il proprio imbarazzo, ma l’evidente disagio dell’altro non lo stava aiutando per niente.

«Allora, che ti va di fare?» Chiese James quando il varco per Diagon Alley si aprì davanti a loro. Il Serpeverde sospirò, quella era una domanda piuttosto semplice e potevano concentrarsi sull’argomento – scuola - per superare quel primo momento d’imbarazzo.

«Devo passare dallo Speziale, perché mi servono alcuni ingredienti per Pozioni e dovrei anche fare scorta di pergamene e boccette d’inchiostro» elencò rapidamente Scorpius.

«Perfetto» commentò James, «i libri nuovi ce li hai già? Perché io devo passare al Ghirigoro» sembrava aver recuperato il suo naturale autocontrollo, mentre s’incamminava lungo la via principale. L’altro s’infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e lo seguì. La conversazione tra loro procedeva un po’ a rilento, poiché i due facevano fatica a trovare un qualche argomento di cui poter parlare tranquillamente, e Scorpius era sicuro che Potter si stesse pentendo di aver insistito tanto per uscire con lui. Lui non era mai stato un gran chiacchierone, era troppo timido e introverso per esserlo, ma aveva sperato che James sarebbe stato in grado d’intrattenere la conversazione per tutti e due, visto che dava sempre l’idea di essere innamorato della sua voce, invece quel pomeriggio sembrava impacciato quanto lui. In fondo, Scorpius dovette ammettere con sé stesso che lo trovava quasi tenero, mentre era così in difficoltà, a differenza del solito spaccone che lo tormentava a scuola. Effettivamente, quella era la prima volta in cui trascorrevano del tempo insieme da soli, ma questo non giustificava il suo strano comportamento. Nonostante quelle prime difficoltà, riuscirono a portare a termine tutte le loro commissioni in un paio d’ore.

«Che si fa ora?» Chiese James mentre uscivano dal negozio di Madama McClan; Scorpius si fermò sul marciapiede, pensieroso. L’atmosfera tra loro si era alleggerita, fino a quando avevano qualcosa da fare che li tenesse impegnati, ma ora che erano di nuovo solo loro due, l’imbarazzo che aveva segnato l’inizio di quel pomeriggio tornò a farsi sentire.

«E se andassimo a bere qualcosa da qualche parte?» propose «iniziano a farmi un po’ male le braccia» si giustificò, sollevando lievemente i vari pacchetti che reggeva ormai da ore, mentre una lieve sfumatura di rosso gli colorava il viso.

«Si può fare» ribatté James «seguimi, conosco un pub qua vicino». Scorpius sgranò gli occhi quando lo vide dirigersi verso il varco che riportava al cortile sul retro del Paiolo Magico, ma gli andò dietro senza fare obiezioni: l’altro si muoveva come se avesse finalmente ritrovato la sua solita sicurezza e lui non intendeva spezzare quella nuova atmosfera. James lo guidò per qualche isolato nella Londra babbana, e il suo stupore aumentò ad ogni passo: il Grifondoro camminava tra quelle vie con grande naturalezza e pareva conoscerle alla perfezione. Entrarono in un piccolissimo locale fiocamente illuminato e quasi privo di avventori. Aveva tutta l’aria di essere un posto babbano, dato che i soggetti dei quadri appesi alle pareti erano immobili e le bottiglie esposte dietro il bancone avevano dei nomi che Scorpius non riconobbe.

Apprezzò il fatto che James avesse scelto un posto in cui nessuno li avrebbe giudicati in quanto un Potter e un Malfoy: in passato lui e Albus avevano attirato diverse occhiatacce e commenti per il semplice fatto di essere in compagnia l’uno dell’altro ad Hogsmeade o a Diagon Alley. Perfino tra le mura di Hogwarts c’era chi non vedeva la loro amicizia di buon occhio, quindi, per quanto potesse sentirsi fuori posto nel mondo babbano, fu un sollievo non doversi preoccupare del disappunto delle persone attorno a loro. Si sedettero ad un tavolo appartato, piuttosto distante dalla porta e dagli altri clienti, per lo più disposti lungo il bancone. Il giovane Serpeverde si guardò intorno, allo stesso tempo curioso e imbarazzato per quell’intimità che James aveva creato e lo innervosiva non sapere se l’avesse fatto di proposito o meno. Gli rivolse un’occhiata di sfuggita e notò che si leccava le labbra con fare nervoso.

Vennero raggiunti un paio di minuti dopo da un’anziana cameriera con i capelli appuntati in una severa crocchia sopra la testa e il corpo magro avvolto in un’ampia veste celeste. James ordinò per entrambi e la donna, dopo aver scribacchiato qualcosa su un taccuino, tornò dietro al bancone. Scorpius cercò di apparire più rilassato appoggiandosi allo schienale della sedia, anche se ancora non trovava il coraggio di guardare l’altro negli occhi.

«Ho ordinato due caffè, perché per i Babbani siamo ancora minorenni e non possiamo bere alcolici» spiegò James, infrangendo il silenzio imbarazzato che si era venuto a creare tra loro.

«Oh, ok» commentò il Serpeverde. Riuscirono a protrarre la conversazione sulle stranezze dei Babbani per diversi minuti, anche se rimasero in silenzio mentre la cameriera posava loro davanti le tazze di caffè, per riprendere non appena li ebbe lasciati nuovamente da soli. Scorpius si scoprì a ridacchiare più volte, mentre le sue curiosità e le sue domande trovavano risposta in James, che sembrava piuttosto sicuro di se stesso mentre forniva spiegazioni più o meno credibili. Per Scorpius era più semplice affrontare il solito James, con il suo umorismo pungente e la sua straordinaria abilità di sostenere da solo una conversazione: non doveva far altro che ridere al momento giusto e fare domande o commenti durante le rare pause che l’altro faceva per riprendere fiato.

Man mano che la conversazione procedeva, Scorpius fu in grado di rilassarsi completamente e ordinare un secondo caffè per entrambi, mentre James l’aveva lasciato solo per qualche minuto per andare in bagno. Sorrise con un certo imbarazzo alla cameriera che gli fece l’occhiolino e gli diede un buffetto sulla guancia, lasciandolo alquanto basito; si strinse nelle spalle e decise di ignorare quell’ennesima bizzarria del mondo babbano, anzi, iniziava a trovarli affascinanti.

James tornò pochi minuti dopo, proprio mentre Scorpius finiva di bere la sua tazza di caffè. Intanto, la luce che filtrava dalle finestre aveva cambiato tonalità, mentre il cielo si tingeva di un caldo arancione. Il giovane Serpeverde sgranò gli occhi quando si rese conto dell’effetto che i raggi del sole davano al viso di James, rendendo i suoi zigomi più affilati e donando maggiore calore ai suoi occhi nocciola. Arrossì per via di quel pensiero e abbassò lo sguardo, imbarazzato per la piega che avevano preso i suoi pensieri.

«Scorpius,» lo chiamò James, interrompendo il suo momento di disagio «ehm, ho promesso a mia madre che sarei stato puntuale per cena, perché vengono la zia Hermione e lo zio Ron, quindi forse è meglio se ci avviamo»

«Oh, ma certo» rispose lui, sorpreso per il suo stesso dispiacere all’idea che quel pomeriggio fosse già finito: nonostante le difficoltà iniziali, si era sinceramente divertito con James e il tempo era scivolato via come sabbia tra le dita.

«Al conto ci ho già pensato io» disse il giovane Grifondoro, mentre si avviavano verso la porta «ho immaginato che tu non avessi con te della valuta babbana» aggiunse poco dopo, a mo di spiegazione alla vista dell’espressione confusa di Scorpius.

«E hai ragione» commentò Scorpius, sbalordito che l’altro ci avesse pensato. Era stato carino da parte sua e gli aveva evitato con estrema naturalezza un sicuro momento d’imbarazzo una volta arrivati alla cassa. La breve camminata di ritorno al Paiolo Magico fu silenziosa, poiché entrambi riflettevano sulle ore che avevano trascorso insieme. Scorpius non riusciva a reprimere il sorrisetto felice che continuava ad affiorare sulle sue labbra sottili. Una volta giunti a destinazione, però, James si fermò prima di entrare nel Pub.

«Ehi» mormorò voltandosi verso di lui «ti dispiace? C’è una cosa che vorrei dire prima che ce ne andiamo» aggiunse con tono esitante. A Scorpius quello parve un pessimo segno, quindi annuì mordendosi il labbro inferiore e preparandosi psicologicamente a quello che l’altro aveva intenzione di dirgli. Lo seguì mentre James si allontanava dall’entrata del Paiolo Magico.

«Senti,» iniziò il Grifondoro non appena ebbero trovato un posto più appartato «so che oggi non è andata esattamente come ti aspettavi» disse in tono esitante e Scorpius notò che spostava il peso da un piede all’altro nervosamente.

«Ed è tutta colpa mia: ero così felice che tu avessi accettato di darmi una possibilità, che avevo paura di fare un casino e rovinare tutto» spiegò tutto d’un fiato, senza rendersi conto di gesticolare con le mani per accompagnare le sue parole «e, beh, ho finito per rovinare tutto» concluse con tono mesto, mentre un’espressione profondamente dispiaciuta gli si dipingeva sul viso. Scorpius era profondamente stupito dalle sue parole e non sapeva cosa dire. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte, ma tutto quello che gli veniva in mente suonava stupido persino nella sua mente, quindi preferì tacere.

«La verità è che tu mi interessi» confessò James, con il tono di chi sta dando fondo a tutto il proprio coraggio «parecchio» aggiunse dopo una breve pausa «e sono abbastanza sicuro che, se tu mi dessi un’altra occasione, potrei fare meglio di così»

«Ma P-James» si corresse rapidamente: non gli sembrava il caso di chiamarlo per cognome proprio in quel momento; prese alcuni respiri profondi, mentre cercava le parole giuste per dire ciò che pensava «non è andata male come dici, anzi, io mi sono divertito molto» iniziò «dico davvero!» esclamò in risposta all’espressione scettica di James.

«In effetti all’inizio è stato un po’ strano e io ero un po’ a disagio, ma è stato interessante scoprire questo nuovo lato di te, più naturale e meno spaccone» confessò tutto d’un fiato «e devo dire che lo preferisco rispetto a come ti comporti di solito, sinceramente» continuò iniziando a torturarsi le mani, insicuro di come l’altro avrebbe preso le sue parole.

«Davvero?» Scorpius sorrise per il tono esitante con cui James aveva pronunciato quella richiesta di rassicurazioni. Sapeva che l’altro non l’avrebbe apprezzato, ma lo trovava anche piuttosto tenero ed era stato sincero dicendo che lo preferiva così, perché significava che c’era tutto un mondo da scoprire dietro la facciata da bulletto idiota che James si ostinava a mostrare al mondo.

«Sì, decisamente sì. Sei molto meglio di quanto pensassi» rispose annuendo. Lo guardò negli occhi, in modo che l’altro potesse sincerarsi della sua onestà. Sorrise timidamente in risposta al luminoso sorriso che era affiorato sul viso di James, addolcendo i suoi lineamenti. Scorpius abbassò lo sguardo, intimidito dagli occhi del Grifondoro che lo guardavano fissi; ripensò alle sue parole, e quasi non riusciva a crederci che uno come James fosse sinceramente interessato ad un ragazzo timido e introverso come lui. Era talmente immerso nei suoi contorti ragionamenti che quasi sobbalzo quando lo vide avvicinarsi e invadere il suo campo visivo. Prima che potesse avere una qualsiasi reazione, le labbra di James si posarono sulle sue; il Grifondoro lo coinvolse in un bacio blando e languido, e Scorpius sentì il proprio cuore iniziare a correre furioso nel petto. Si aggrappò alle spalle dell’altro, mentre quello gli circondava la vita con le braccia. Il giovane Serpeverde si sentiva la mente svuotata da ogni suo dubbio o paura e lo stomaco leggero, come se avesse ingoiato un piccolo sciame di Gorgosprizzi. Assaporò il sapore così unico di James, mentre il suo profumo virile gli invadeva i sensi. Fin troppo presto per i suoi gusti, l’altro si allontanò e ridacchiò della sua espressione confusa. Vide il Grifondoro leccarsi le labbra e arrossì, imitandolo.

«Quindi,» riprese James con un luminoso sorriso sulle labbra «se io ti chiedessi se ci possiamo rivedere...» lasciò la domanda incompleta, in modo che fosse l’altro a decidere se accettare o meno.

«Si può fare» rispose Scorpius all’istante. Si morse il labbro, non intendeva dare l’impressione di essere ansioso di uscire nuovamente con lui, perché sapeva che l’altro amava le sfide.

«Ti va di andare a vedere un film, nel week end?» propose James riacquistando la sua solita sicurezza, ora che aveva la certezza che l’altro aveva ancora intenzione di uscire con lui. Scorpius storse la bocca, mentre si prendeva alcuni momenti per riflettere su quella proposta.

«Albus mi ha spiegato come funzionano, e sembra una cosa interessante» commentò ad alta voce.

«È un sì?» indagò James, inarcando un sopracciglio, e l’altro annuì. Il luminoso sorriso sul viso del Grifondoro gli fece perdere un battito del cuore e lui abbassò lo sguardo, intimidito per la propria reazione alla presenza dell’altro. Era riuscito a non farci caso fino a quel momento, troppo occupato a cercare di sopravvivere a quel momento, ma vedere oltre la maschera di James l’aveva portato ad abbassare anche le proprie difese e ora si sentiva esposto. L’altro gli accarezzò il braccio, per attirare la sua attenzione.

«Andiamo?» chiese James con un sorriso che Scorpius trovò rassicurante.

«Ok» assentì il Serpeverde. S’incamminarono nuovamente verso il Paiolo Magico, dove James invitò l’altro a precederlo dentro. Scorpius lo trovò un po’ fuori luogo, ma non fece commenti. Prima di entrare nel camino, si accordarono per sentirsi nei giorni seguenti per definire i particolari della loro uscita seguente. Quando Scorpius arrivò nel salotto del Maniero, iniziò a torcersi le mani: era abituato a raccontare ad Albus tutte le cose importanti che gli accadevano, ma era bloccato dal fatto che James era il fratello del migliore amico e tra i due non correva buon sangue. Erano troppo diversi per andare davvero d’accordo, si limitavano ad una reciproca sopportazione quando erano a casa e ad Hogwarts per lo più s’ignoravano. Sospirò, in quell’occasione non poteva contare sul suo più caro amico e alleato. Riuscì ad evitare la madre e salì in camera sua, dove si tuffò sul letto e, fissando sul letto, rivisse l’intero pomeriggio che aveva trascorso con James. Quando era uscito, qualche ora prima, non si aspettava che avrebbe avuto davvero voglia di rivederlo. Sorrise felice e strinse a sé il cuscino.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note Finali: ero indecisa se scrivere o meno queste note, però alla fine ho pensato fosse meglio evitare incomprensioni. Ho letto pochissime storie sulla Nuova Generazione, infatti quando mi sono decisa a scrivere di questi personaggi, mi sono ritrovata a partire da zero per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi e questo mi ha permesso di crearmene una mia personale. Per quanto riguarda Scorpius, ad esempio, l’ho immaginato come molto diverso rispetto al padre, per il semplice fatto che vive in condizioni completamente diverse rispetto a Draco: non c’è la guerra, Voldemort è solo un brutto ricordo e la maggiore apertura del Mondo Magico nei confronti dei Babbani sono fattori che hanno influenzato la sua crescita. Inoltre, mi piace pensare che Draco sia maturato almeno un po’ per via di quello che ha vissuto nella sua adolescenza e abbia lasciato il figlio più libero di essere se stesso e abbia cercato di non influenzarlo troppo con i suoi ideali (anche se non vede troppo di buon occhio la sua amicizia con Albus). Il ‘mio’ Scorpius è timido e un po’ introverso, anche se intelligente e molto orgoglioso. Anche i due fratelli Potter hanno una caratterizzazione tutta loro, però non voglio tediarti con tutti i ragionamenti che ci stanno dietro perché non mi pare siano necessari per questa One Shot.
   
 
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