E ti amerò come accade nelle favole, per sempre. 

Hai quasi paura di romperla da quanto è piccola, fragile e leggera come una piuma che potrebbe sfuggirti da un momento all’altro.
Sorride, e in quel sorriso riconosci un po’ del tuo.
Sarebbe giusto dire che in quell’esserino non ci sei solo tu, che è nata grazie anche a qualcun altro che ha preferito il mondo a lei.
 
“Sarà tremendamente difficile.”
 
Non fanno altro che ripetermelo da mesi e mesi, fin da quando l’idea di arrendersi per la tua troppa paura sopraffaceva quella di tenerla. Un’evoluzione, in cui anche solo un calcetto ti faceva capire che non stavi sbagliando tutto.
Che anche diciotto anni sono abbastanza per diventare madre. Al diavolo di quel che pensa la gente.
Al diavolo chi, guardandomi, pensa solo “Poverina, si è rovinata tutta la vita che aveva davanti.”, perché dimostra che mente chiusa hanno le persone terrorizzate dalla vita.
 
Perché quando guardo quegli occhi che si strizzano, quando quelle minuscole mani si aggrappano al mio dito, capisco che la forza di quel piccolo corpo è anche la mia.
La forza di chi rinuncia a tutto per la vita stessa.
 
Il coraggio e il rischio.
Tutti quei dubbi che non ti fanno più dormire sono ricompensati dalle sue urla, dalle piccole parole che ogni giorno mi sforzo di capire con tanta voglia di imparare.
Lei vale più di tutto.
Più di una serata in discoteca,
più dei baci rubati sotto la pioggia, in cui le lacrime di paura si confondono con l’ambiente circostante.
Vale più delle voci soffocate,
dei segreti impregnati di una speranza che stentavi a riconoscere.
Lei vale.
 
Vale la pena di sbagliare e di correggersi.
Vale il rimanere sola, ma sola con lei.
Vale il coraggio di scegliere la vita di qualcun altro alla propria.
Vale la scelta di diventare mamma, quando ancora non sai essere figlia.