“ssh!” fece la figura davanti a me.
Fece un passo avanti fermandosi sotto la luce fioca proveniente dalle finestre.
“che ci fai qui?” chiesi sorpresa.
“mi ha chiamato tua madre” sorrise.
“pensavo non saresti più venuto”
“ha detto che con me sembravi felice” si dondolò sui suoi piedi.
Restammo zitti uno molto distante dall’altro in un silenzio imbarazzante fino all’arrivo di mia madre.
“Annie, sei contenta che ti ho portato tuo cugino?” chiese.
“si” mentii.
Ci mancava anche lui  pensai.
“ho visto che quando eri con lui eri sempre molto felice, così l’ho chiamato” sorrise dando una pacca sulla spalla a Cory che non aveva staccato gli occhi da me.
“Allora avremo la casa tutta per noi, eh?” chiese Matt, che era spuntato dal salotto, a mia madre dandole un bacio in fronte.
“come?” chiesi non capendo.
“vieni a dormire da me” sorrise radioso Cory.
“ah” fu la mia risposta.
Io e mio cugino, salimmo nella mia stanza.
“Annie?” chiese Cory.
Incontrai il suo sguardo.
“seriamente, sei felice di venire da me o no?”
“si” mentii per la seconda volta.
Sorrise, poi mi aiutò a preparare uno zaino con vari vestiti e libri di scuola.
“allora ci vediamo domani?” chiesi.
“si, ti passo a prendere io”
E se ne andò.
Chiusi la porta e mi buttai sul letto.
Presi il cellulare e composi il numero di Niall. Il cellulare squillava, squillava, ma non rispondeva.
Riattaccai.
Probabilmente era l’ennesima volta che ci provavo con il mio, così provai con il telefono di mia madre.
Copiai il suo numero dal mio cellulare e aspettai che rispondesse.
“pronto?” fece una voce femminile.
Mi schiarii la voce cercando di fingerne una maschile “cerco Niall Horan”
Non ci crederà pensai.
“si, un attimo”
“pronto?” disse quella voce calda e profonda di Niall.
Subito non sapevo cosa dire: fingere o dirgli che ero io?
Avrei scelto la prima solo per sentire a lungo la sua voce, ma non resistetti e..
“Oh, Niall! Dove sei? Perché te ne sei andato?!” urlai disperata.
“senti Ann.. Senti, non posso parlarti ora” si bloccò quando dovette pronunciare il mio nome come se non volesse far sapere a nessuno che stava parlando con me.
“sei con Lola, vero?” domandai.
Non rispose, si limitò a sospirare.
“ti prego, non cercarmi”
“scordatelo” risposi subito.
“Ascoltami” iniziò “stammi lontano. Non cercarmi! Io non ti amo”
“ma..tu avevi detto..” cercai di parlare facendogli ricordare l’ultima cosa che mi aveva detto prima di andarsene: Ti amo.
“ti ho mentito, scusa”
Ci fu un attimo in cui tutti e due non sapevamo cosa dire. Sentivo il suo respiro calmo e il mio che al contrario sembrava avessi corso per chissà quanti kilometri.
Cercai di non scoppiare a piangere, mandai giù la saliva che si era formata in bocca e cercai di parlare.
“non è vero”
“i tuoi baci per me non significavano nulla” disse.
“dimmi dove sei” chiesi.
“non posso dirtelo” il suo tono era duro e distaccato.
“allora stai mentendo! Tu mi ami” le lacrime traboccarono dai miei occhi facendomi singhiozzare come una bambina.
Dall’altra parte del telefono sospirò.
“voglio che tu mi dica tutto questo di persona. Voglio che mentre me lo dici tu mi guardi negli occhi!” urlai.
Non rispose. Pensavo avesse riattaccato, ma sentivo ancora qualcosa dall’altra parte.
“Niall? Chi è al telefono?” chiese una voce femminile abbastanza familiare.
Lola
“nessuno, amore” rispose lui.
Riattaccò.