Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Gwen Chan    16/09/2013    3 recensioni
Noi siamo le streghe. Siamo quelle che portano la disperazione. Siamo quelle da uccidere.
Noi eravamo ragazze piene di speranza. Eravamo fiori appena sbocciati.
Noi eravamo contadine e principesse. Avevamo sogni che sono stati spazzati via.
Siamo state generose ed egoiste.
Noi eravamo come voi.
Noi siamo le senza nome.
Noi siamo quelle che sono state ingannate.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Allora chiamammo dolore
 
 
 
La lama riflette la luce aranciata della fiamma, ne cattura la luminosità, ma non trattiene il calore. Se la afferro tra le mani è fredda. La stringo forte, anche se il pugnale affilato mi ferisce i palmi. La stringo perché il sangue che cola è la prova che sono ancora viva. Il rosso mi ferisce gli occhi.
Eppure credo di essere già morta. Sono un fantasma che senza accorgersene è rimasto sulla terra. Una morsa pare stringermi lo stomaco, lo afferra, lo stritola. Non ho paura di morire se sapessi che potrebbe servire a ridarmi la mia famiglia o il mio giovane sposo.
Sono la figlia primogenita di un daimyo, sono una samurai, sono una sacerdotessa.
Sono colei che si legava la chioma in una morbida coda corvina e nella foresta tagliavo la testa ai demoni. Oni, mostri, streghe, non importava il loro nome. Li combattevo e basta. Ero bella. I capelli svolazzavano attorno al viso e io mi sentivo stupenda. Rubavo la katana di mio marito, girato su un fianco nella tranquillità del sonno, e con calma uscivo dalla casa, correndo a piedi nudi. I sassolini si conficcavano nella pelle indurita dei talloni e le stelle a tratti indicavano la via per tornare a casa.
Poso la lama sulla pancia destinata a rimanere vuota. Da stanotte lo sarà di sicuro. Se fossi un uomo l'avrei già sventrata, mostrando la mia anima in tutta la sua perduta purezza.
Ero giovane e felice e sebbene i miei fianchi fossero troppo stretti, pensavo che avrei avuto dei figli. Accarezzavo l’addome perdendomi nella vivacità di un sogno impossibile.
Ho chiesto all'Incubator di rimanere incinta a quattordici anni. Ero un poco grossa e brillavo. Emanavo la luce primigenia della vita. Nelle sere umide d’amore, piangevo di gioia quando mio marito si addormentava con la testa posata sul mio seno.
Sono stata ingannata. Ingannata ogni volta che una fitta portava via il mio bambino. Ogni volta che un amaro liquido rosso e vischioso bagnava il pavimento ligneo. Le gravidanze non sono durate mai più di due mesi.
Ogni volta, ogni volta.
Ogni volta a urlare e a contorcersi nel pavimento, domandandosi quale peccato avessi mai commesso per dover patire tutto quel dolore.
Mio marito, mio padre, mia madre... Li ho trovati riversi una mattina. Una mattina li ho trovati con i kimono impregnati di sangue. Si erano uccisi per la vergogna.
Mi sono lavata le mani cento volte, ma non riesco a pulirle. Le ho sciacquate ogni ora. Eppure puzzano ancora di morte.
Ricordo quando pregavo al tempio, giungevo le palme e aspiravo il profumo dell'incenso.
Era così piacevole accarezzare le colonne di legno laccato.
I miei piedi sono già stati legati da una ruvida corda in questa nera solitudine. Ho indossato il vestito più bello, mi sono truccata.  Nello specchio mi vedo bella, di una bellezza disperata. Non aspetterò che un maleficio mi trasformi in demone.
Affondo con decisione la lama nel collo e la pietra scivola tintinnando sul pavimento.
 
Il raccolto quest'anno è stato scarso. Il riso non cresce.
 
Note
Il tempo passa in fretta ed eccoci al secondo capitolo. Oggi mi sono alzata presto per prendere il bus, quindi in attesa che arrivi l’orario adatto per uscire di casa e gettarmi nel tran tran quotidiano, pubblico questa flash.
Ho ricevuto un’accoglienza molto più calorosa di quanto mi aspettassi e la cosa non può che rendermi molto felice.
In particolare inizio già da ora a ringraziare tutti quelli che mi hanno lasciato una recensione. Anche se non rispondo una per una, le leggo sempre e vi sono grata.
 
Detto questo, ci vediamo ad ottobre per il prossimo capitolo.
   
 
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