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Autore: Iside5    21/03/2008    3 recensioni
Ok,questa è la prima... In realtà è un esperimento stilistico. Volevo provare a scrivere in prima persona e in presa diretta. Insomma volevo complicarmi la vita :-) Se avete consigli in merito (smetti! verrà accettato) o opinioni o domande fatemi sapere!Clemenza... "A volte capita. Capita di aver bisogno di fare qualcosa di maledettamente stupido, sbagliato o semplicemente pericoloso. A volte questo non ha conseguenze e si passa il momento di pazzia in apparente incolumità. Più spesso quella è l'ultima cosa che facciamo nella nostra vita."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niente luci.

La cosa non mi stupisce.

L'oscurità sembra sia divenuta una costante.

Ovviamente tutto questo non è di alcun aiuto nel concedermi un po' di tregua dalle mie elucubrazioni.

La sua mano stringe la mia mentre percorriamo il corridoio in cui solo i nostri passi risuonano tradendo la nostra presenza.

So che avverte la mia tensione e come se non bastasse il mio respiro accelera incontrollato.

Quel che attendo, comunque, è dietro la porta davanti al quale ci fermiamo.

Inutile tergiversare o perdersi nella propria paura, nulla mi salverà.

Sento di poter meglio comprendere Maria Antonietta.

Sarà melodrammatica, ma incontrare chi mi ha paragonato ad una bistecca al sangue mi inquieta non poco.

"pronta?" neppure un po', ma annuisco.

Il salone è illuminato a giorno e mi ritrovo a sbattere le palpebre infastidita dal cambiamento.

Un respiro profondo seguito da un passo e mi ritrovo nello stesso salone della mia prima visita.

E' esattamente come la ricordo: il divano bianco posizionato davanti all'enorme schermo al plasma sulla parete opposta, lo stupendo tavolo di cristallo rettangolare circondato da eleganti poltroncine anch'esse candide come la neve sulla mia destra e alcuni vasi con qualche pianta sparsi.

Essenziale ed asettica.

Ben lontana dalla stanza di Daniel, molto più colorata e calda.

Paragonarla ad una sala chirurgica è un attimo.

Lui mi sfiora la spalla e io sobbalzo spaventata dall'inaspettato contatto.

Sono nervosa come non mai.

I miei occhi corrono alla ricerca di potenziali occupanti, ma non ne trovano.

Stupita ripeto l'esplorazione un po' sollevata da quell'astensionismo che mi offre il tempo per calmarmi ed abituarmi a ciò che mi attende ma in qualche modo anche delusa dal disinteresse che questo può significare.

Certo che sono strana.

Prima mi lamento, disperata e terrorizzata all'idea di un incontro con potenziali cannibali, assassini o quel che sono e poi ci rimango male se quando arrivo non li trovo ad apparecchiare la tavola.

Eppure l'illusione di essere un'ospite illustre aveva fatto gongolare il mio ego e non vedere nessuno ad accoglierci mi sta indispettendo parecchio.

Mi giro verso di lui con una domanda talmente ovvia dipinta in faccia che mi sembrerebbe assurdo esprimerla ad alta voce.

Una porta sulla mia destra si apre.

Sono talmente curiosa e carente di attenzioni che mi stupisco di non provare nessuna tensione alla vista del simpatico trio.

A quanto pare ho azzeccato il soprannome.

Pare si muovano in sincrono.

Forse sono gemelli.

Un pizzico di acidità mancava all'appello delle emozioni da provare.

"ciao siete arrivati allora! Pensavamo che alla piccola non reggessero le gambe" le risatine me le sarei risparmiate.

Comunque tutte le mie aspettative crollano quando non vedo insieme a loro la ragazza.

Lei è inspiegabilmente la persona che aspetto e che allo stesso tempo non vorrei mai più incontrare.

Una via di mezzo tra auto conservazione e masochismo.

Strano che gli stessi timori non mi colgano pensando al trio, quasi li ritenga inoffensivi.

In effetti li trovo indubbiamente irritanti e stupidi, non potenzialmente pericolosi, almeno a confronto.

Sarà che loro non mi hanno mai paragonata ad un ingrediente.

Aspetta.

Ho appena confessato ai suoi coinquilini quanto mi spaventi.

Perfetto, anzi geniale!

Non avrei potuto farlo meglio neppure con un megafono.

Ora le battutine si sprecheranno.

Le attendo rassegnata, eppure tardano ad arrivare.

Per dirla tutta noto solo sguardi confusi dal mio mutismo.

Mi chiedo che espressione sia riuscita ad assumere per creare tanto scompiglio.

Guardo Daniel in cerca di spiegazioni.

"impariamo dai nostri errori. Tendiamo a non sottovalutare mai due volte la stessa persona" una voce profonda e calda mi risponde al suo posto.

E' il più alto e slanciato dei tre che ha risposto.

Capelli neri quanto gli occhi e viso di una bellezza disarmante.

Effettivamente fino a quel momento non avevo mai fatto caso al loro aspetto.

Non potrebbero essere uno più diverso dall'altro.

Tanti saluti alla mia supposizione di fratelli gemelli.

L'unica cosa che li accomuna è il livello di avvenenza.

Come direbbe Tess: dei fighi da paura.

Sembrano usciti da una rivista patinata.

Anche se non ai livelli di Daniel.

Il prossimo gradino sarà l'autocommiserazione data dal mio senso di inadeguatezza per cui sarà meglio cambiare la direzione dei miei pensieri.

Annuisco, più per sfatare la loro convinzione in merito ad un mio ritardo mentale che ad una reale comprensione di quanto mi ha detto, ma sembrano soddisfatti.

Daniel fa un passo avanti e mi cinge le spalle con un braccio "hai visto? Non mordono e si stanno comportando bene. Ora stai meglio?"

Vorrei potergli dire di si, ma manca ancora qualcuno.

Sembra che abbia posto solo una domanda retorica visto che comincia con le presentazioni "allora, il più alto è Karl" fa un leggero movimento per farsi riconoscere.

Come se servisse.

Cerco di sorridere, visto che non voglio disdegnare questo loro nuovo atteggiamento nei miei confronti.

Potrò essere complicata e un po' matta, ma non maleducata.

"quello con i capelli rossi è Elias e l'altro è Ariel" continuo a dispensare il mio sorriso-paresi e allungo la mano per stringere la loro.

Un riflesso incondizionato mi porta inevitabilmente a presentarmi.

"io sono Nadia, piacere. Loro sono come te?" i loro sorrisi si allargano.

Forse pensano di avere di fronte una tipa coraggiosa.

Non sanno quanto si sbagliano.

"si, lo sono"

"ma non c'era anche una ragazza?" sarò temeraria, ma non resisto più nella mia ignoranza.

Fortuna che hanno rinunciato a farsi qualche giro nella mia testa.

Non avrei sopportato la vergogna.

"intendi Katerina vero?" mi risponde Ariel e io annuisco "è fuori, aveva sete"

Sembra che a Daniel quell'informazione dica molto di più che a me.

"ma, Nadia, lei non è esattamente come noi"

Lo dice con uno strano tono.

Quasi preoccupato che possa svenire o scappare se continuasse a fornirmi ulteriori ragguagli.

Perfetto.

Sono circondata da misteri e segreti e colei che temo pare essere il più grande di tutti, oltre che al più terribile da quanta prudenza percepisco.

Perfetto.

Di cose stupide avrei potuto farne tante, ma questa le batte tutte.







Allora... che dire... per prima cosa ovviamente grazie (immaginatevi un inchino) sono lusingata da tante attenzioni (anche il mio ego gongola) e mi ha fatto molto piacere ricevere i vostri consigli (pluma parlo soprattutto a te) che spero di essere riuscita a seguire degnamente.

Seconda cosa: appena lette le recensioni (e qui blackout hai il tuo peso) non sono più riuscita a leggere il libro di turno (ragazze lupo di Millar, n.d.r.) e mi sono dovuta mettere a scrivere solo per farvi felici (dai che apprezzate tanta velocità!)

Terza cosa: ora come compagna di lavoro ho un'ansia da prestazione pazzesca. Detentori di cromosoma Y vi capisco...


Nomi: Ariel:leone di Dio

Elias(Elia): Dio è Dio

Karl:uomo libero

Katerina: pura


Per sapere qualcosa di più su Kate potreste leggere "evoluzione" che posterò quanto prima!



Buona Pasqua!!!


  
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