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Autore: _Shinigami_Dragon_    16/09/2013    4 recensioni
salve fandom dei pokemon!! questa è la mia prima storia che scrivo qui!! questo è un racconto ad oc, ovvero voi sarete i protagonisti!! :) se solo lo vorrete, sarete protagonisti di avventure, pericoli e tanto, tanto divertimento!!
[ho tutti gli oc necessari]
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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INCONTRI E SCONTRI
Kooji Nakamura si avviò verso il molo, per andare a prendere il biglietto per il traghetto che l’avrebbe portato ad Unima. Era un ragazzo alto e magro, con capelli biondicci, lunghi e spettinati, che gli ricadevano davanti agli occhi con ciuffi scomposti. Gli occhi, castani e perennemente sgranati, gli davano un aspetto infantile, aiutati da un’ahoge in cima alla testa. Indossava un paio di occhiali da aviatore, fissati sulla testa, una maglietta bianca leggermente attillata, lasciava intravedere l’accenno di muscoli del torace e delle braccia. I jeans calzavano alla perfezione sulle gambe lunghe e muscolose, mentre ai piedi aveva delle semplici scarpe da ginnastica. Sopra il tutto, teneva un cappotto blu scuro e leggermente logoro, sebbene facesse piuttosto caldo. Stava per raggiungere la biglietteria, quando un tornado dai capelli bianchi gli finì addosso. Entrambi caddero. Un gomito andò a conficcarsi nelle costole di Kooji, che ansimò per il dolore, certo che gli sarebbe rimasto un bel livido. Provò ad alzare il volto, ma si accorse di avere l faccia schiacciata contro qualcosa di morbido e tondeggiante. Iniziando a sospettare cosa fossero quelle due rotondità, si fece rosso come un pomodoro, non solo per l’imbarazzo, ma anche – e soprattutto – per la mancanza d’aria. Pochi istanti prima di morire per asfisia, il dolce peso si tolse da sopra di lui. Nakamura fece per alzarsi, ma si immobilizzò, sentendo le parole sussurrate con un gelido odio da una sensuale voce femminile, e iniziò a pensare che forse sarebbe stato meglio morire. «Brutto pervertito, come hai osato mettere la faccia tra i miei magnifici seni, eh?» Il calcio arrivò improvviso ed inaspettato, lasciando Kooji senza fiato (di nuovo, sì, perché io sono perfida n.d.me grazie tante, eh! -.-“ N.d.Kooji). Il povero ragazzo cercò di alzarsi in piedi, per provare a difendersi ma Cherry Walker – questo, era il nome della sua aguzzina – non era della stessa opinione. Provò a ricacciarlo a terra spingendolo per le spalle, ma quello non si lasciò sorprendere ed afferrò l’albina per le braccia, trascinandola con se. Finirono a terra in un mucchio, con Cherry di nuovo addosso a Kooji. «Ma allora sei proprio un pervertito!» Strillò lei, tirandogli una testata (?). lui ribaltò le posizioni, mettendosi a cavalcioni sulla ragazza, urlando per sovrastare la voce acuta ed arrabbiata di Cherry: «Ma sei scema? Sei stata tu a venirmi addosso!» Lei rispose con un ringhio e un insulto detto a mezza voce. Kooji, al limite della pazienza, si alzò e, per essere gentile, tese una mano alla giovane, certo che l’avrebbe afferrata per aiutarsi a sollevarsi, ma non aveva ancora capito che Cherry Walker era una bastarda, fredda calcolatrice, che lo atterrò (si di nuovo, quella ragazza è proprio disturbata -.-“n.d.me sta zitta n.d.Cherry A- aye sir! N.d.me)
***
Due ragazze si erano incontrate poche ore prima in un Centro Pokémon appena fuori dalla città e avevano stretto subito amicizia. Sebbene Layla Locksar fosse una giovane molto timida e silenziosa, l’esuberanza e l’allegria di Nikki Inuzuki era veramente travolgente e, sena neanche rendersene conto aveva iniziato a parlare con questa ragazza solare e spensierata. Prese dalle chiacchere, non si resero subito conto dello strano spettacolo che avevano di fronte: un ragazzo a terra con sopra una giovane dai capelli bianchi che lo stava malmenando e lui, troppo gentile per picchiare una femmina, se le stava prendendo troppe. Allora le due nuove arrivate, senza pensarci un momento di più presero un braccio a testa di Cherry e la spostarono quasi di peso la povero Kooji, che si rimise in piedi dolorante. «Ma che cavolo ti salta in testa? Picchiare così una persona?!» mentre Nakamura si avvicinava alle sue due salvatrici, sentì la bionda chiedere alla bianca, mentre, subito dopo, la castana rincarava la dose: «Sei pazza? Poteva farsi veramente male!» L’interpellata si liberò con uno scossone della due ragazze e si allontanò di un po’ da loro due. Sbuffando – e fulminandole con lo sguardo – si limitò a dire: «E a voi che cazzo frega? Non ci conoscete neanche!» Layla alzò le braccia al cielo, come se fosse esasperata «Si, ma non ci voleva mica un genio per capire che stavi picchiando quel ragazzo senza alcun motivo» Il ragazzo in questione, nel frattempo, si era avvicinato, meditando in silenzio su come farla pagare a quella sfrontata dai capelli bianchi senza farle troppo male perché, si sa, lui era proprio un vero gentiluomo. La “sfrontata dai capelli bianchi” disse qualcosa che attirò l’attenzione di tutti e tre i presenti: «Non me ne importa nulla di quello che dite, tanto io tra poco vincerò il campionato di beneficenza Rocket, perché io sono la migliore allenatrice presente in questo mondo, sistema solare, universo e affini!» I tre la guardarono un attimo, poi dissero, perfettamente all’unisono: «Anche io sono stata/o invitato a questo torneo, quindi non cantare vittoria troppo presto, cara!» Poi si guardarono in silenzio per qualche secondo per finire a scoppiare a ridere, mentre Cherry sbuffava impaziente e si avviava verso il traghetto. «Argh! Questa stupida sfrontata mi ha impedito di prendere il biglietto e ora la biglietteria è chiusa!» Si lamentò Kooji. «Non preoccuparti! Oggi ne abbiamo presto per sbaglio uno in più, io e Layla, al Centro Pokémon, tieni, prendi!» Nikki porse gentilmente il ticket al ragazzo chiedendosi mentalmente come si potesse acquistare un biglietto in più così, come se niente fosse, ma poi decise che era meglio non sapere. Seguirono Cherry in silenzio fino al traghetto. Salirono a bordo proprio pochi minuti prima che esso partisse e andarono a cercare i loro posti. Stranamente erano tutti vicino. Quando arrivarono nell’area in cui dovevano sedersi, trovarono un’altra situazione strana davanti a loro. Tre ragazzi stavano discutendo animatamente. Il primo era molto alto – 2,34 metri, per l’esattezza – dai capelli molto lunghi, bianchi, legati in una coda. Aveva gli occhi rosso rubino, con le pupille romboidali, era molto muscoloso. Un lungo cappotto non nascondeva il petto nudo dove spiccava un tatuaggio all’altezza del cuore a forma di zampa di orso, mentre l’altro tatuaggio, leggermente nascosto dalle maniche della giacca, ritraeva un drago, attorcigliato lungo l’avambraccio sinistro, che si mordeva la coda. Le gambe muscolose erano rinchiuse in pantaloni neri di jeans, con un motivo a fiamme che salivano dal fondo fino a metà polpaccio. Le sfere poké erano legate ad una cintura che rappresentava un serpente di metallo che si mordeva la coda fatto di ferro, mentre le mani indossavano un paio di mezzi guanti con delle borchie sulle nocche, delle catene come bracciali – una per polso – e sulla testa portava un cappello a tesa larga, calato sulla testa. Tutto il suo abbigliamento era nero. Il secondo giovane, di nome Shoichi, era leggermente più basso di Ouroboros Tytan – il nome del gigante dai capelli bianchi – circa 185 centimetri. Aveva capelli corti e disordinati, occhi azzurri come il ghiaccio ed era magro ma muscoloso. Aveva una cicatrice che partiva dalla guancia destra che, attraversando l’occhio, si fermava alla fronte. nonostante la cicatrice gli attraversasse l’occhio non era cieco. Indossava una felpa bianca senza maniche con cappuccio verde, guanti neri dai bordi sempre verdi senza dita e jeans lunghi neri, che cascavano a pennello sulle scarpe da ginnastica nere. I capelli, già scompigliati di loro, venivano ancora più scomposti da un paio di occhiali neri. Il terzo dei tre era anche lui piuttosto alto, magro e non molto muscoloso. I capelli, argentei, erano tagliati corti e tenuti sempre spettinati, mentre gli occhi erano come quelli di Shoichi, azzurri e freddi come il ghiaccio. Aveva la carnagione molto chiara.
«Senti, gigante, noi non volevamo certo rubarti il tuo amato Charizard, eravamo solo incuriositi dal suo strano colore nero e il mio amico Shoichi voleva solo parlargli un po’ insieme, nulla di che! Ma probabilmente un ragazzino come te non può capire nulla di tutto ciò!» esclamò Ryuu Koori. «Ragazzino a me? Ma ti sei bevuto il cervello pivello? Ho vent’anni e tu quanti, quindici? E poi non mi piace il tuo “amichetto”! Parlare coi Pokémon, certo come no! Quando vorrò che mi rubiate il mio migliore amico, vi farò un fischio, ma prima di allora non pensarci neanche per un secondo, altrimenti ti mando all’altro mondo!» Shoichi capì che era il momento di intervenire, poiché il Charizard – che aveva un colore strano solo perché era shiny – aveva appena ruggito un avvertimento che il suo “padrone” non scherzava: «Ok, non volevano offenderti! Credo che tu ci debba comunque delle scuse. Noi A) non siamo dei pivelli – siamo molto più forti di quello che pensi – B) non siamo dei quindicenni e tu, forse non l’hai capito, ma non amiamo essere definiti tali. Siamo diciassettenni, capito? Di-cias-set-ten-ni!» Detto questo si aspettò delle scuse ma, se con una persona normale queste sarebbero forse arrivate, con il sospettoso Ouroboros quello che il giovane ragazzo aveva appena detto non erano altro che una sottospecie di confessione. Prima che il gigante dai capelli bianchi potesse rispondere in un qualsivoglia modo, una voce femminile li interruppe: «Ma come, qui si litiga senza di me?» Giulia Cheshire era appena arrivata con Mei Rethast e Ivan Cluster. Il giovane era alto nella media, circa 1,70 metri, con un fisico asciutto, tonico e leggermente palestrato. Aveva capelli castani tenuti indietro che gli lasciavano la fronte e le orecchie scoperte, gli occhi anch’essi castani ed un accenno di barba sulle guance e sul mento. Indossava degli abiti sportivi in tinta, sul blu. Fu lui che riuscì ad appacificare i tre litiganti. Quando i bollenti spiriti si calmarono, i dieci iniziarono a parlare tranquillamente e, tra una quasi rissa scoppiata tra Giulia e Cherry che volevano mettersi tutte e due di fianco all’oblò e qualche altra frecciatina di Ouroboros verso Shoichi e Ryuu che reagirono entrambi iniziando a litigare col colosso – il viaggio trascorse veloce e allegro. Finalmente arrivarono a destinazione, Unima. Il traghetto di fermò a Baia Spirida, ma un autobus portò i dieci ragazzi fino a Sciroccopoli, dove si sarebbe tenuto il tenuto il grande torneo. Arrivarono che era ormai sera e si diressero fino all’unico albergo presente i città, tutti quanti trascinando i piedi per la stanchezza. Arrivati alla reception, Nikki chiese dieci stanze singole. «Mi scusi, signore, vorremmo dieci stanze singole, se è possibile.» L’uomo rispose garbatamente: «Mi spiace ma sono rimaste solo due singole e quattro doppie. Le chiavi sono già nelle stanze, che sono situate al quinto piano.» I ragazzi, ormai tutti di nuovo svegli e all’erta, si guardarono un secondo negli occhi per poi fiondarsi verso le scale, cercando di correre il più velocemente possibile per accaparrarsi una delle due uniche camere singole.
L’impatto fu così violento che a più di un allenatore si prosciugarono i polmoni, mentre pugni e gomitate volavano incontrollati. «Ok, ora smettiamola» urlò Cherry, spingendo con foga Ouroboros – che era quello che occupava più spazio – ai piedi delle scale.
Il sollievo fu quasi immediato, ora che l’enorme stazza del Domadraghui era stata spostata da quella barriera di corpi umani che bloccava l’ingresso alla tromba delle scale. «Bel lavoro» Disse Nikki, avvicinandosi al gigante ancora a terra, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi. Trasudava sarcasmo da ogni singola parola «Potevi anche essere un po’ più violenta, di sicuro non si è fatto abbastanza male!» Cherry ghignò, incrociando le braccia sotto il seno «Di sicuro lo sarò la prossima volta.» Rispose, mentre diversi allenatori sbuffavano e Ouroboros le lanciava un’occhiataccia. «Ora, visto che ho evitato che tutti noi stramazzassimo a terra per asfissia,, direi che una camera singola spetti a me» e, detto questo, superò il corpo di Ouroboros ancora steso a terra con un balzo e salì per le scale. O meglio, avrebbe salito le scale se una mano grossa il doppio delle sue non l’aesse afferrata per una caviglia facendola volare – letteralmente – di nuovo contro Layla.
«MA COSA SEI? COMPLETAMENTE RINCOGLIONITO?» Urlò furibonda mentre si metteva seduta sul torace dell’altra ragazza, lanciando un’occhiata assassina al gigante. Layala emise un rantolo soffocato, dandole uno scappellotto sulla spalla.
«Oh, scusa, ti sto facendo male?»
«No, figurati!»
Cherry rotolò di lato, fissando truce ogni allenatore.
Tra tutti i ringhi e gli sguardi truci che volavano, fu solo grazie all’intervento tempestivo di Nikki e Kooji che non scoppiò una scazzottata.
«La camera singola spetta a me» Ringhiò Ouroboros, sull’orlo di una crisi di nervi (non era stata una buona giornata, no) «Sono il più grande e il più grosso, ergo mi serve spazio!»
Ryuu sbuffò perforandolo con i suoi affilati occhi color del ghiaccio. «Se seguissimo questo ragionamento, dovremmo dare l’altra stanza a quella psicopatica» Esclamò indicando Cherry con un dito.
L’albina si illuminò: «Perfetto, allora buonanotte!»
«Stavo scherzando!» *esasperato*
Più di una persona sbuffò.
Ci fu un lampo rosso: la luce seghettata si bloccò a mezz’aria, sfrigolando, per una paio di secondi, forma sempre nello stesso punto per poi ingrandirsi e prendere una forma sempre più definita, dai contorni rotti e in continuo, come se fosse fatta di fuoco. Il Charizard di Ouroboros ruggì, inarcando il lungo collo ricoperto di scaglie nere come l’ossidiana. Il gigante piegò la testa di lato, così come fecero lo stesso il resto degli allenatori, perplessi, con una punta di preoccupazione nello stomaco. «Visto, anche il mio Charizard è d’accordo!» Esclamò il Domadraghi, dando una poderosa pacca sul muso del suo Pokémon. Giulia sbuffò, passandosi una mano rea i corti capelli rossi, privi del solito cappello nero. I suoi occhi, di un forte verde brillante screziato da venature cremisi, indugiarono un attimo sulla prima delle sue sei pokéball, attaccata alla cintura bianca, legata ai passanti della sua minigonna nera. Sogghignò prendendola in mano e rigirandosela un paio di volte, prima di farla scattare.
Il suo Zorua uscì con uno sbuffo, saltando agile sulla spalla della sua allenatrice, sghignazzando senza ritegno. «Mi spiace, ma non vi lascerò fare i comodi vostri» Esclamò, puntando un dito contro Cherry e Ouroboros, mentre il Zorua sulla sua spalla emise un forte verso stridulo.
«Ooooooooh! Carino!» Sospirò Cherry, fissando il piccolo Pokémon divertita «Ti chiami Giulia, giusto?»
La ragazza annuì.
«Bah… Non mi piace il tuo nome» La mascella di almeno una metà degli allenatori si slogò fino ad arrivare a sfiorare il suolo, altri – come Layla, Ryuu e Shoichi – si limitarono ad alzare gli occhi al cielo. «MA COME TI PERMETTI?» Strillò la bionda «Ora mi hai proprio rotto! Zorua, usa Neropulsar!»
La piccola volpe nera scattò in avanti, usando la spalla della sua allenatrice come appiglio per darsi la spinta. Tante piccole sfere di energia, completamente nere come la pece, alleggiarono intorno al Pokémon di tipo buio; Zorua ringhiò, lanciando le sfere contro la ragazza che sghignazzava sotto i baffi. Ma l’attacco non la raggiunse mai. Le sfere cozzarono con violenza contro un muro invisibile che proteggeva l’albina, generando una piccola nuvola di fumo dalla quale, un attimo dopo proruooe un forte lampo violaceo.
Quando il fumo si ritrasse, tra leggere striscioline biancastre, comparve, ghignante, il volto dalle zanne bianche bene in vista di uno Zoroark.
«Adesso basta!» Strillò Ivan che, ormai privato della sua leggendaria calma, si mise in mezzo alle due litiganti urlano furioso: «Non so voi, ma io sono stanco e domani ci sono le qualificazioni per il torneo e vorrei essere abbastanza riposato per passarle!» Quasi tutti gli allenatori annuirono e Mei, senza dire nulla, si allontanò verso la reception, scambiò alcune parole con l’uomo lì seduto e tornò con un capello, dieci bigliettini e un foglietto. «Allora, il signore alla reception mi ha detto quali stanze sono quelle doppie e quali quelle singole, così, mentre voi due stavate litigando, noialtri abbiamo deciso di fare ad estrazione» E, così dicendo, buttò i dieci bigliettini nel cappello e li mescolò. Dopo che tutti ebbero estratto il loro numero, li controllarono.
Alla fine le camere singole se le presero Giulia e Ivan, mentre le coppie nelle stanze doppie finirono così: Layla si ritrovò in una stanza carina, con bagno annesso, insieme a Shoichi, Nikki arrivò alla stanza di fianco alla sua amica Layla, un’altra camera molto bella sempre con bagno annesso e con due soffici letti separati, insieme a Ouroboros, Mei estrasse lo stesso numero di Ryuu e si ritrovò con lui in una stupenda camera con due futon stile giapponesi a terra, mentre il povero Kooji, indovinate un po’ con chi finì?, ovviamente con la nostra amabile e amorevole Cherry che, arrabbiata per non essere finita in una stanza singola, decise di prendersela con il povero ragazzo, che venne massacrato a suon di cuscinate.
***
COME FARSI ODIARE IN DIECI SEMPLICI MOSSE – CON LA PARTECIPAZIONE DI CHERRY WALKER E LA SPECIALE PRESENZA DI LEKE_96
APPLAUSI
Autrice: Salve a tutti!! Siamo qui, nel mio studio televisivo immaginario, in compagnia di Cherry Walker *saluta* e Leke_96 *saluta anche lei*
Leke: Io ancora non capisco perché ti do corda, ma ad ogni modo… Benvenuti a nostro show “COME FARSI ODIARE IN 10 SEMPLICI MOSSE” in collaborazione con Cherry Walker… ovvero l’Apocalisse anticipata U.U
Cherry: Esagerata -.-“
Autrice: OUH YEAH! (?) Bene, iniziamo! Cherry cara, come fai ad essere, diciamo, così…
Cherry: Così cosa? *la fulmina con lo sguardo*
Autrice: Cosìantipaticaedodiosa? * si rifugia dietro a Leke *
Leke: *si pianta una mano sulla frone* Oddio cominciamo bene… Cherry, metti giù quella mazza chiodata, dai!
Cherry: Lo faccio solo perché sei tu! * sguardo furioso *
Leke: Bene…
Autrice: *Esce da dietro Leke* Ok, grazie Elle! Mi hai salvato la vita!!!
Leke: Oh, figurati… NON CHIAMARMI ELLE!!! @-@ *le tira un pugno in faccia*
Autrice: *finisce in uno stato semi-comatoso
Cherry: *sghignazza*
Autrice: *riemerge un attimo dal coma* mandate la pubblicità! *risviene*
ANGOLO AUTRICE:
Ok, ho poco tempo, quindi: SCUSATE TANTISSIMO PER IL RITARDO!! ç_ç La prossima volta cercherò di fare prima, ma non prometto nulla! Premetto: stavolta ho bisfrattato un po’ il povero Kooji, ma probabilmente capiterà a tutti i vostri oc di essere presi di mira per un capitolo, in maniera diversa e, spero, divertente. Nel prossimo capitolo, vedremo la vendetta di Kooji verso la nostra Cherry. Poi, non so quando aggiornerò di nuovo, ma quando accadrà, ci saranno delle vere e proprie lotte Pokémon, non come quelle che la mia cara amica Leke mi ha scritto nella “lotta” per le camere. Detto questo, ringrazio tutti quelli che mi hanno lasciato l’oc – l’altra volta mi ero dimenticata di ringraziare- e soprattutto Leke_96 che mi ha praticamente (senza il praticamente) scritto il pezzo davanti alla tromba delle scale nell’albergo, perché io ce lo avevo in mente, ma non mi voleva uscire, quindi lei si è gentilmente offerta di scrivermelo. Il dopo show, se vi è piaciuto, lo farò di nuovo, con un personaggio alla volta!! ^.^ ora devo andare a fare i compiti, quindi vi lascio liberi!
Mi raccomando, RECENSITE! XD
Bea
P.s. se alcuni oc non li avessi descritti bene, ditemelo che cercherò di migliorarmi! :D
   
 
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