1.1. A New Begin.
{ Kyoko & Haku }
-
Saya-chan… -
-
No, Diedara! Non lo fare… AAH! –
Onee-san
sorride perfido e mi da una spinta. Io nemmeno me
l’aspettavo e perdo di colpo l’equilibrio rotolando
giù dal leggero pendio.
L’erba è ancora un po’ umida, imbevuta
della rugiada mattutina. Una morbida
carezza verde mi avvolge inebriandomi con il suo fresco odore. Sento la
vita
sotto di me fremere; piccoli insetti che salutano il nuovo giorno,
fiori dal
profumo delicato ma intenso. Smetto di rotolare a pochi metri dal lago,
dove
l’erba si mescola alla sabbia fine, tempestata
però da ruvidi sassolini che mi
pungono la pelle.
Inspiro
a fondo, godendomi ogni particella di quell’aria,
così buona e pulita. Apro le braccia e le gambe, mettendomi
in tutto e per
tutto in contatto con quella terra che avvolge il mio corpo.
Che
pace…
-
Con quello sguardo sembri proprio un angioletto… -
Deidara
mi compare davanti al viso. Quel sorriso sereno è
raro, in due membri dell’Akatsuki come noi. Tu, fratellone,
un membro attivo;
io, una spia infiltrata a Suna…
{ti
voglio bene}
-
io non sono un angelo, Nii-san!! – esclamò
fingendomi
offesa. E Xean gli salta addosso, rovesciando la situazione.
-
Certo, certo, Otouto… - ridiamo insieme. A volte penso
che tu sia veramente mio fratello… sogno che i nostri
genitori ci separarono
alla nascita. So che non è possibile, siamo troppo diversi.
Ma ringrazio lo
stesso il cielo, perché mi ha donato un quasi-fratello come
te…
-
Saya-chan, c’è una sorpresa per te. –
esclami rialzandoti.
Quello sguardo furfante da chi sa tutto che precede sempre uno scherzo
o una
bomba.
-
Dimmeloooo … Nii-saaaan…
-
{le
tue mani}
Sento
qualcuno coprirmi gli occhi. Due mani lisce e
delicate, che hanno l’odore più squisito del mondo.
-
Indovina chi sono… -
{il
tuo volto}
Mi
volto di scatto, con un sorriso che tradisce tutta la
mia gioia. Sento il cuore attraversato da un’ondata di
felicità che si diffonde
come una droga in tutto il mio corpo. I miei occhi ti divorano pezzo
per pezzo,
non sono mai sazi di te. Le mie mani accarezzano la tua pelle un
po’ lignea che
amo da morire, incidendo nella mente i tratti sottili e un
po’ bambinosi del
tuo volto.
{i
tuoi occhi}
-Sasori…
- sento le lacrime uscire per dare sfogo a tutto
il mio sollievo. Sei qui, sei vivo…
Tu
sorridi, e con delicatezza asciughi le mie lacrime.
Quel contatto mi fa rabbrividire, un brivido lungo e caldo,
accompagnato da un
gemito di piacere. Perchè le tue mani sono come un fuoco
lungo il petto, una
colata di lava intensa ed accecante, che ha il potere di stordirmi. Mi
sollevi
il volto, mettendo i miei occhi a livello dei tuoi, attirando il mio
sguardo
come un magnete. Ed entrambi invochiamo solo una cosa…
{Le
tue labbra}
Un
bacio. Le nostre labbra s’incontrano in una strana
danza desiderata. Un bacio che è un agognato incontro di
sensazioni e
sentimenti. Non c’è spazio per la timidezza, ti
voglio troppo; in un attimo
sento la tua lingua che bussa per entrare dentro di me, per iniziare un
gioco
stupendo, costruito sulla bocca di entrambi…
{Ti
amo}
Non
vorrei mai separarmi da te, non vorrei mai abbandonare
quello strano sapore mielato che hanno le tue labbra. Ma ho bisogno di
respirare, e il nostro gioco s’interrompe… e tu mi
stringi, mi stringi come se
volessi proteggermi; mi stringi famelico, mi abbracci con tutta la tua
passione
e il tuo amore. E poi… e poi ti avvicini al mio orecchio, e
con un soffio di
vita mi sussurri due parole che mi fanno toccare il cielo con un
dito…
-
Ti amo… -
{Ma
è solo un sogno}
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-
Un sogno… -
Solo
un sogno.
È
strano che riesca a sentire ancora il tuo odore dopo
tanto tempo? Sapevi di resina e corteccia. Un odore fresco e
dolciastro. Lo
sento ancora sui miei vestiti; mi circonda sempre. Forse è
per questo che non
riesco a dimenticare il mio obbiettivo.
È
strano che riesca a ricordarti così nei particolari?
Nonostante i volti di tutti gli altri diventino sempre più
sbiaditi, i tuoi
occhi castani, un po’ tristi ma sempre così dolci,
li ricordo in ogni
dettaglio. Così come il tuo viso, i tuoi capelli, le tue
mani, le tue labbra…
-
Perché sei
ancora qui? –
Tutti
sono scomparsi. Pain, Itachi, Deidara, Kisame… tutti
i loro spiriti si sono dissolti nel vento. Tutti! Hanno trovato la loro
pace.
Eppure tu… sei ancora qui. Mi guardi preoccupato; non
sopporto quell’enorme
dolore malcelato…
-
Haruno è morta! Non sei felice?
Sasori
scuote lentamente la testa. Le tue labbra si
muovono senza produrre alcun suono, perché nessuno spettro
è in grado di
comunicare.
{Credi che
Sasori voglia che tu diventi un’assassina per vendicare il
suo nome? }
- Non crederai
alle parole di quella donna! -
{Nessuna
risposta}
Mi mordo un
labbro per non piangere. Non guardarmi così, Sasori, non
lo fare! Perché sai… nonostante non voglia
ammetterlo, quelle parole mi hanno
colpito, scavando a fondo nella mia coscienza.
Credevo che la
vendetta mi avrebbe reso più felice.
Credevo che la
loro morte mi avrebbe liberata.
Invece sento
solo la stretta della solitudine farsi più forte…
Hai cercato di
proteggermi da questo destino finché hai avuto vita,
tenendomi lontano dalle vostre missioni. E io non l’ho mai
capito, e cercavo
sempre di diventare qualcosa di più che una semplice spia.
Mi hai protetta per
impedire che diventassi un’assassina… volevi
impedirmi di diventare come voi. E
invece… lo sono diventata per
voi…
Ironico, non
credi?
{Credi davvero
che desiderasse
questo per te?}
Sento il cuore
diviso a metà. Un solo desiderio, un solo sogno, ma
irrealizzabile.
Così
mi rimane solo una scelta… voglio solo morire, per
raggiungervi.
Forse
è per questo che ho lasciato tracce così evidenti
dietro di me…
Voglio che
quel ragazzino mi trovi… e dia voce al suo desiderio di
vendetta.
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-
Okasa… -
Haku strinse
convulsamente la mano della madre. La seta rosa che
Sakura indossava era coperta di macchie scure e puzzolenti, che avevano
insudiciato tutto ciò che si trovava in quei pressi. Era
così strano, quasi irreale,
quel corpo che esisteva senza la
testa. E, ancora più
irreale, quel capo che si era staccato dal corpo natio… e
tutto quel liquido
rossastro che gravava lì attorno…
-
Otosa… -
Un sorriso
congelato sulle labbra, diventate bluastre. E le abrasioni
sul collo, lasciate dalle dita che lo avevano stretto…
così diverso dalla
madre. Non una goccia di rosso turbava la freddezza del suo volto. Non
un
colore caldo, né nel volto, né fra gli abiti,
rigorosamente blu scuro. Solo uno
strano caldo sorriso… anche quello così irreale,
se accompagnato alla morte.
{Nessuna
Risposta}
L’ombra
che regnava nella camera copriva e attutiva ogni cosa; i
suoni, i colori, perfino gli odori, rendendo più leggera la
verità di quel
luogo. Eppure Haku sentiva quell’aria pesargli come un
macigno, mentre li
fissava senza vederli per davvero. Non riusciva ad
accettarlo… quella realtà
era troppo dolorosa per afferrarla appieno.
{ .
Papà, perché tutti ti fissano così
male? . }
{ .
Perché tuo papà ha fatto qualcosa di molto
stupido, tanto tempo fa . }
{ . Ma se
è stato tanto tempo fa, perché ci
pensano ancora? . }
{ .
Perché cosa del genere sono difficili da
scordare . }
{ . E
perché? . }
{ .
Perché per un mio desiderio ho tradito il mio
villaggio. E’ un errore che pochi sanno dimenticare... }
{ . E cosa hai
fatto? . }
{ . Non puoi
capirlo ancora, Haku. Ma il tuo papà
ha abbandonato tutti perché si sentiva solo e
triste…}
Solo e triste.
Ora capiva.
Solo e
triste…
nell’oscurità.
Stava per
imboccare
una strada senza ritorno. Esattamente
come suo padre.
Sollevò
delicatamente
il corpo della madre e lo poggiò accanto al marito,
ricomponendo le salme. Poi
le coprì con un telo bianco, quasi immacolato. Che
riposassero in pace almeno
loro…
Lentamente si
alzò e
uscì dalla stanza. Entrò nella camera personale
del padre, quella in cui
riponeva tute le armi per le missioni. Ai muri erano appesi kunai di
ogni tipo,
con lame diverse. Shuriken, Wakizashi,
pugnali, bombe carta, rotoli e spade…
{Cercò
solo una cosa}
Haku
le sorpassò senza degnarle di uno sguardo. Aprì
il pesante baule intagliato e
tolse il telo azzurro che ricopriva l’interno. E finalmente
trovò ciò che cercava.
{Qualcosa
di perfetto}
E
silenzioso come il vento uscì dalla finestra per iniziare la
sua caccia.
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{ Haku.}
{
Haku… }
{ Haku! }
Kyoko si
svegliò di colpo.
Si era addormentata sul divano, fra le braccia del padre. Sentiva gli
occhi
ancora gonfi e pesanti, come quando, da bambina, piangeva a lungo e
smetteva
soltanto con un abbraccio della madre.
Ma almeno
parte della
spossatezza era scomparsa.
{ Haku }
Il nome del
ragazzo
le rimbombava insistentemente fra i pensieri. Come un richiamo che
affievoliva
lentamente, privato della sua forza.
Spostò
delicatamente
il braccio di Naruto e si alzò. Controllava a fatica le
gambe, i muscoli si
erano atrofizzati. Quanto tempo aveva trascorso addormentata sul divano?
Osservò
teneramente
il volto rilassato del padre. Chissà cosa stava
sognando… quel piccolo sorriso
che affiorava fra le sue labbra cancellava tutte le tensioni dei giorni
appena
trascorsi.
Si
stiracchiò, sbadigliando
vistosamente. La casa così silenziosa non aiutava certo a
sentirsi più sveglia.
Così entrò in cucina e rovistò a lungo
fra la miriade di pentole e piatti
impilati uno sopra l’altro negli ampi armadietti. E
finalmente trovò ciò che
cercava: una tazza, la tazza, la
sua
preferita. Gliel’aveva regalata Haku per il suo ultimo
compleanno…
La
riempì con del latte caldo, fumante, e si sedette
pesantemente
sulle robuste sedie di legno massiccio della cucina.
Solo quando il
fumo caldo esalato dalla tazza la investì in pieno si
permise di pensare.
Aveva sognato.
Un incubo
inquietante, che eppure non aveva nulla di spaventoso. Ma
più ci pensava, più il disagio
cresceva…
{ . Corri. Un
solo
imperativo nella mente, mentre sfrecci fra quegli alberi che non hai
mai visto.
Corri, mentre quella terribile angoscia ti invade il cuore. Le mani
tremano, il
chakra è controllato a fatica. Perfino il Byakugan sembra
non rispondere al tuo
richiamo. Eppure corri, corri a perdifiato, senza mai
fermarti… }
{ . E
finalmente arrivi
.}
{ . In un
luogo che
non conosci, ma che ti è incredibilmente familiare. Un luogo
dove si sono
svolte sfide eterne fra grandi ninja, dove speranza e amicizia si sono
in
frante sullo stesso suolo ove i fondatori di Konoha si sono affrontati
. }
{ . Un luogo
dove
ogni cosa s’incontra, coperta dal costante fragore acqueo
della cascata . }
{ .
Là . }
{ . Sulla cima
più
alta delle maestose statue, c’è un ragazzo . }
{ . Sul viso
del
ragazzo spiccano due occhi freddi e vuoti . }
{ . Nello
sguardo si
legge solo un dolore profondo . }
{ . E, in
quegli
occhi rossi come il sangue, non c’è spazio per
altro . }
Kyoko
tossì violentemente, sputando il latte che stava bevendo; e
improvvisamente capì perché quel sogno
l’aveva terrorizzata così tanto…
Occhi rossi.
Occhi rossi
come lo Sharingan.
Non
pensò ad altro. Semplicemente scappò fuori alla
sua ricerca.
{E corro per
raggiungerti}
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- Ci hai messo
poco. -
Haku strinse
rabbioso l’elsa della katana.
- Vuoi
uccidermi? -
È
una domanda che non necessita risposta. Haku sfilò la spada
lunga
dal fodero. Il lento stridio del metallo che sfrega sul cuoio fu come
il
conteggio prima dell’inizio di una sfida.
La lama
tagliò l’aria con un tintinnio intonato e puro. E
Haku puntò
l’arma contro il cuore dell’assassina. Senza
muoversi, senza attaccare. Osando
sfidare la donna a un duello con un solo esito.
Sentì
la rabbia accumulata accalcarsi per uscire. Sentì le dita
fremere sotto il penetrante desiderio che provava. Sentì la
sua voce spingere
per risalire la gola in grido forte e disperato, che lasciava
trasparire tutte
le sue emozioni.
E tutto ebbe
inizio.
{Per le
persone che abbiamo perso}
Haku
affondò la lama verso l’avversario. Ma lei la
evitò con un salto,
facilmente, quasi l’avesse vista al rallentatore.
Riprovò ancora, con più
forza, con più rabbia, come se ogni colpo fosse
l’ultimo. Ma la donna li evitò
tutti, senza contrattaccare mai.
- ATTACCAMI!
RISPONDI, DANNAZIONE! – gridò rauco. Haku Uchiha
si
sentiva preso in giro. Sentiva il suo dolore preso in giro, mentre la
ragazza
danzava leggiadra fra i suoi colpi, senza reagire mai.
- Sharingan!
– urlò, attivando la sua abilità
innata. La forza del
clan Uchiha si riversò in lui, facendolo sentire
più potente. I suoi attacchi
presero velocità e divennero più precisi,
perché poteva prevedere le mosse
della ragazza…
- Non
basterà… - mormorò la donna
– non basterà… -
{Il tuo odio
non è adeguato}
Evito
facilmente l’affondo del giovane Uchiha. I suoi colpi sono
potenti, ma sono lenti e scoordinati, senza un obbiettivo preciso.
Attacca
senza ragionare, senza creare un strategia… sarebbe facile
ucciderlo
prendendolo alla sprovvista.
- Non
basterà… - mormoro, più a me stessa
che a lui. Il tuo odio non è
abbastanza forte… non puoi uccidermi, non ancora. Sei
solo… un ragazzino. Ti
senti preso in giro. Forse, se qualcuno combattesse come sto facendo
io,
limitandosi a evitare i colpi… mi sentirei derisa. Ma solo
così il tuo odio
aumenterà…
{la tua rabbia
non è adeguata}
E di colpo,
accade. Mi sfioro il braccio, che all’improvviso brucia.
Mi tocco quella piccola ferita che lacera le carni…un taglio
netto, ferreo.
E sorrido.
- ci sei
quasi. –
{Il tuo dolore
non è uguale al mio}
Haku
esultò, ansante. L’aveva colpita! All'improvviso
l’ira lo aveva
assalito completamente, impadronendosi dei suoi movimenti, rendendoli
fluidi e
letali. E aveva percepito un grido che si alzava dagli abissi del suo
cuore…
una forza incredibile era cresciuta, un potere doloroso ma al tempo
stesso
euforico…
E
l’aveva colpita.
Ora sapeva di
poterlo fare.
Poteva
ucciderla!
{ma i nostri
cuori sono simili}
Ha trovato
quello che gli mancava. Ha risvegliato la bestia che giace
nel cuore di ogni uomo, ancor più in quello di un ninja. E
l’ha nutrita col suo
odio, con il suo dolore, crescendola, rafforzandola.
Ed ora
è forte. Incredibilmente forte.
Ma la mia
bestia è un mostro consumato, un veterano, empio di odio. La
tua è giovane, vigorosa, ma ingenua… ci sono cose
che non sa, né tu sei in
grado di controllarla…
Paro il tuo
ultimo affondo. Roteo su me stessa e con un colpo
dell’elsa della mia Wakizashi ti mando a
gambe all’aria.
E ancora una
volta potrei ucciderti.
- Cosa vedi
quando mi attacchi? – grido.
Silenzio.
- Cosa provi
quando rammenti a ciò che ho fatto?
{Speculari}
Haku
atterrò nel terreno fangoso ai lati della cascata. Nel cielo
grosse nuvole nere, cariche di pioggia, s’erano addensate,
preparandosi a
lasciar cadere le loro preziose gocce.
Haku si
ritrovò a terra, coperto di fango, con la spada poco lontano
da lui ma comunque fuori tiro. E con una wakizashi puntata alla gola.
- Cosa vedi
quando mi attacchi?
Vedo i volti
dei miei genitori. Vedo i loro sorrisi, vedo quegli
sguardi dolci che non esistono. Li vedo dietro di te… e
penso che, cancellando
la tua ombra, quei sorrisi torneranno.
- Cosa provi
quando pensi a ciò che ho fatto?
L’acqua
iniziò a scendere lentamente, ma coprì perfino il
suono della
cascata. Gli lavò il viso dal sudore e dal fango che lo
avevano inzaccherato.
Gli colpì gli occhi, la bocca, gli bagnò i
capelli e le vesti, che si
appiccicarono alla pelle come una seconda e fredda pelle.
{Gocciola,
Gocciola}
- Dolore.
Tanto, fin troppo. Vorrei piangere. Ma piangere non è abbastanza. Voglio di più che
un
semplice pianto. Io voglio Vendetta.-
L’assassina
sorrise. – Risposta esatta. – e con un calcio gli
rimise
in mano la katana.
Haku strinse
incredulo la katana. Perché gliel’aveva ridata? Ma
la
sensazione del metallo sulla pelle gli inebriò presto i
sensi. E l’odore del
sangue, del sudore, dalla pioggia che lavava via ogni altra cosa fece
impazzire
quella bestia che nascondeva.
E
attaccò, come un lupo affamato dilania la sua preda.
{Gocciola,
gocciola}
Finalmente si
è risvegliato. Faccio fatica a controllarlo, ormai!
E’
diventato agile, veloce. Quasi imprevedibile. Concentrato, coinciso, ma
allo
stesso tempo furioso. Sento che
stavolta non riuscirò a frenarlo a lungo.
{Clanck}
Quel colpo mi
sorprende. Non l’ho visto, né mai
l’avrei visto, e si
dirige repentino e letale verso il mio cuore.
Ma io sono
pronta.
{Sbam}
Di colpo il
mondo si ferma. Non sento la lama penetrare il cuore, ma
ferire qualcos’altro. Qualcosa di ligneo. E mi sorprende
capire che a qualcosa,
dopotutto, ci tenevo.
- Yeno!
– strillo, stringendo il corpo spezzato della mia preziosa
marionetta. Lui mi sorrise e mi guarda in modo strano. La sua
velocità
ultrasonica mi ha difesa… si è sovrapposto fra me
e la lama sacrificando lui e
Xean… perché le mie due marionette sono potenti,
ma possono esistere solo in coppia.
-
Yeno… Xean… - mormoro, completamente spiazzata,
mentre sento le
lacrime uscire ancora una volta. Perché lo hanno fatto?
Avevo specificatamente
ordinato loro di non intervenire… non dovevano…
E mi accorgo
di un piccolo Kanji sul loro cuore. Un carattere talmente
piccolo che era impossibile notarlo, a meno di non distruggere le due
marionette.
{Proteggi}
Stringo Xean e
Yeno, sentendo dentro di loro l’ultimo pezzo di Sasori.
Perché so… so che come queste marionette sono i
nostri figli, so che tu hai
voluto che mi proteggessero nel caso tu non ci fossi …
Sento una lama
fredda sulla fronte.
- Hai ucciso i
miei genitori. Hai ucciso Shikamaru, Kiba, Hinata e
Neji. Tutto per quel branco di assassini… che meritavano di
morire! -
{qualcosa si
spezzò}
- Meritavano
di morire? – urlo, abbandonando l’ultimo brandello
di
consapevolezza che mi rimaneva. - Meritavano
di morire? Sai quello che dici, ragazzino? Chi sei tu, per
decretare che
sia giusto o meno la morte di qualcun altro? – Mi alzo di
colpo, ignorando la
katana che mi graffia profondamente la fronte. Un rivolo di sangue
oscura la
mia vista, ma non ci faccio caso. I miei occhi fissano famelici quel
ragazzino
che ha osato dire quelle parole proibite…
- Per me erano
come una famiglia! Per colpa dei tuoi genitori, di
quegli assassini, ho perso tutte le persone che amavo! Non erano come
voi li
descrivevate… avevano solo un obbiettivo diverso. Meritavano di morire? - ripetere quelle
parole mi fa male. Suonano
così strane, così corrotte, orrende, schifose.
Pieno di veleno e menzogne.
- Tu non sai di
cosa parli. La solitudine, il dolore…
- singhiozzo disperatamente, afferrandolo per le spalle e scuotendolo
isterica.
– i loro nomi che mi tormentano ancora!
Lo lancio
lontano, quello stupido ragazzino, mandandolo a sbattere
contro un albero. E’ come se qualcosa si fosse spezzato.
Quell’unica cosa che
manteneva lucida la mia mente. Ora quella piccola lancetta
s’è spezzata, e la
bilancia pende dal lato della pazzia… urlo verso il cielo.
Un urlo liberatorio,
accompagnato dalle lacrime. Urlo con tutto il fiato che ho in gola, con
tutto
il dolore e la rabbia che ho. E poi mi accascio a terra, stringendomi
il volto
fra le mani, ignorando tutto ciò che mi circonda.
Graffiandomi la pelle fino a
sanguinare, conficcandomi le unghie nelle tempie sperando che quelle
frasi
maledette scompaiano…
{Meritavano di
morire}
E una
cantilena si leva leggera e ripetitiva dalle mie labbra stanche
e addolorate…
-
Zetsu… Itachi … Madara…
Kisame… Hidan… Kazuzu…
Pain… Konan… Deidara…
Sasori… Zetsu… Itachi …
Madara… Kisame… Hidan…
Kazuzu… Pain… Konan…
Deidara…
Sasori… Sasori… Sasori…
{Un equilibrio
che si frantuma}
Haku si
avvicinò. La ragazza non lo sentiva più. Ripeteva
i nomi di
quegli assassini… alzò la katana sopra la sua
testa. Bastava un colpo. Un colpo
solo.
- Fermati!
Dal nulla
comparve una voce familiare. E un attimo dopo, qualcosa lo
travolse, portandolo lontano dalla donna.
-
K…Kyoko…?
- Haku, cosa
diamine stavi facendo?- gridò lei.
Haku rimase in
silenzio, guardando i suoi profondi occhi perlati.
- Volevi
ucciderla? E per cosa? Per vendetta?
E dimmi, grande Uchiha, a cosa ti avrebbe portato?
Saresti diventato solo un assassino, esattamente come lei, esattamente
come
quei mukenin, esattamente come tuo padre!
Quelle parole
lo colpirono come un pugno in pieno stomaco.
- Si, Haku,
come tuo padre! Eppure sembra che la sua esperienza non ti
abbia fatto riflettere affatto. Ha passato una vita intera per uccidere
suo
fratello. Quella donna ha passato una vita intera per uccidere Kiba,
Shikamaru,
Sasuke e tutti gli altri. E dopo, dopo che c’è
riuscita? Mi sai dire cosa ha
trovato? Assolutamente nulla, se non un dolore e una solitudine
peggiore di
quella precedente. Nessuna gioia, nessuna euforia. Solo dolore!
– ora Kyoko
piangeva, mentre stringeva il colletto del ragazzo. - E tu cosa avresti
stretto, dopo? Niente! Non avresti più avuto uno scopo.
Saresti diventato un
uomo che non ha più nulla per vivere. E ti
saresti… ti saresti allontanato da
me! – gridò con forza.
- Guarda
quella donna. – mormorò Kyoko, lasciandolo
improvvisamente,
come spenta di ogni energia - Ha ucciso per loro, ma questo non le ha
riportato
i suoi cari. E ora è lì, nel fango, fra la
pioggia, a invocare i loro nomi… e
vorrebbe solo morire. Se l’avessi uccisa, anche tu saresti
diventato così. Rimpiangendo
ciò che hai perso… senza guardare ciò
che hai davvero. La vendetta è una
malattia del cuore… una malattia letale. Che… che
ti fa dimenticare ciò che
ancora hai. E-e io n-non voglio essere messa da parte… -
singhiozzò – perché ti
voglio bene… anche se tu non lo capisci. Anche se ora non
riesci a ved…-
{La
verità spesso è celata}
Kyoko
s’interruppe di colpo, presa alla sprovvista, mentre due
braccia
l‘abbracciavano forti e possessive. E si sorprese ancora di
più nel sentir
tremare quella voce forte e calda. Toccò le lacrime del
ragazzo, ascoltò i suoi
singhiozzi e strinse le sue spalle, donandogli calore e comprensione.
Sussurrandogli parole di conforto…
{Nascosta
dalla paura}
-
Kyoko… Io…io non volevo… ma mi sento
così solo… impotente! S-senza i
miei g-genitori… cosa…cosa faro? Ho
paura… paura di n-non farcela… in fondo sono
solo un ragazzino… e quella rabbia…
così forte da accecarmi… i-io…-
-
Shhhh… - sussurrò lei, accarezzandogli la nuca.
– Non devi avere
paura. Ci sono io, c’è mio padre… non
sei solo. Non ti lascerò mai, nemmeno la
morte mi separerà da te. Perché io sono
qui… sarò la spalla su cui potrai
piangere, Haku… -
{Perché
Niente è quel che Sembra}
{. Celata
dietro il
muro della paura.}
{. La
verità si
nasconde desiderando di uscire.}
{. Bramando
quella
scintilla di luce che illumini l’oscurità
più fitta.}
{. Basta solo
dare
voce all’anima… Basta solo non mentire a se stessi
. }
{. Ed ella
potrà
uscire cancellando i dubbi e le paure .}
{. Segui la
tua via,
quella che senti giusta .}
{. Non
è la più
semplice, ma è quella che un giorno di porterà la
gioia di un sorriso.}
__________________________________________________________________________
Non so dove ho
trovato le forze.
Mi sono solo
alzata ed ho iniziato a camminare. Passo dopo passo,
meccanicamente, senza una meta precisa.
{La mia meta
non è in questo mondo}
Ho lasciato i
due ragazzini ai margini della foresta. Mi pento di ciò
che stavo per fare… d’ora in poi, non voglio che
nessuno si riduca nel mio
stato per un mio desiderio. Non voglio che nessuno soffra, per me.
Nemmeno un
‘nemico’. Ho commesso tanti errori, e
l’ultimo è stato quello di cercare una
vendetta inutile. Perché tutto quel sangue non mi ha ridato
voi… né mi ha
portato da voi…
E’
stato un errore. Ma un cuore offuscato non riconosce nemmeno se
stesso.
{Svegliati}
Sono arrivata
al bordo di questa grande cascata. Così ironico…
basterebbe una piccola spinta per cadere giù, e porre fine a
ogni cosa.
Basterebbe un piccolo gesto per lanciarmi oltre il limite della mia
vita.
{Saya...}
Alzo gli occhi
e incontro i tuoi. Così stranamente nitidi sul cielo
grigio. Così espressivi… e per un attimo credo
che tu sia tornato. E
sorridi, sorridi come mai hai fatto,
nemmeno in vita. Un sorriso puro, semplice e sincero. Un sorriso che
riscalda
il cuore, che cancella le paure e infonde coraggio in ogni cellula del
mio
corpo…
-
Sasori… -
Lì
sospeso sul ciglio di quella cascata, con dipinto sul volto il
sorriso che amo, mi tendi la mano. Mi inviti a seguirti.
{Ora che hai
compreso, puoi realizzare
il tuo sogno}
Sento gli
occhi inumidirsi. Ma stavolta sono stravolta completamente
da un’immensa gioia. E, mentre leggo sulle tue labbra
silenziose quell’unica
parola che attendo da vent’anni…
Avanzo, senza
nessuna paura.
Lanciandomi
nel vuoto, tra le tue braccia.
Guidata dal
tuo profumo verso climi che incantano.
{
. Se
mi prometti che terrai la mia mano… . }
{ . Allora non avrò paura di salire sulla cima
dello strapiombo più alto . }
{ . Non avrò paura di affacciarmi al suo limite estremo . }
{ . E se vedrò la tua figura sorridermi, sospesa a mezz'aria
innanzi a me… . }
{
. I capelli rossi mossi dal vento e il volto
luminoso come non mai… . }
{ . Allora non avrò paura a lanciarmi nel vuoto . }
{
. Dritto tra le tue braccia . }
Akasuna No
Saya©
Grazie a tutti coloro che hanno commentato. Li ho apprezzati davvero tantissimo!
Note fine storia:
Wakazashi: spada corta. Usata da Kakashi-junior per salvare Obito e Rin *_*
Nii-san : fratello maggiore
Otouto: Fratellino... ma nn so se anke sorellina. io l'ho messo lo stesso ^^
La frase 'Guidata dal tuo profumo verso climi che incantano' è di Boudelaire *_*
Mentre l'ultima parte, quella di Saya, è inspirata alla FanFic MattxMello 'Fly-Salto nel Vuoto' di cui mi sono letteralmente innamorata.