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Autore: Saya_Zhao    22/03/2008    1 recensioni
Morti, andati, persi per sempre. Tre parole che mi ronzano in testa. Ho esaurito tutte le lacrime, lamia voce si è spezzata in mille grida disperate. ma quel dolore logorante che divora il mio cuore non se ne va. Perchè voi non mi siete più accanto... Questa è la mia promessa, Konoha. Vendicherò ogni singolo membro della mia famiglia. Ogni membro di Alba!
Genere: Drammatico, Thriller, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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1.1. A New Begin.

{ Kyoko & Haku }

- Saya-chan… -

- No, Diedara! Non lo fare… AAH! –

Onee-san sorride perfido e mi da una spinta. Io nemmeno me l’aspettavo e perdo di colpo l’equilibrio rotolando giù dal leggero pendio. L’erba è ancora un po’ umida, imbevuta della rugiada mattutina. Una morbida carezza verde mi avvolge inebriandomi con il suo fresco odore. Sento la vita sotto di me fremere; piccoli insetti che salutano il nuovo giorno, fiori dal profumo delicato ma intenso. Smetto di rotolare a pochi metri dal lago, dove l’erba si mescola alla sabbia fine, tempestata però da ruvidi sassolini che mi pungono la pelle.

Inspiro a fondo, godendomi ogni particella di quell’aria, così buona e pulita. Apro le braccia e le gambe, mettendomi in tutto e per tutto in contatto con quella terra che avvolge il mio corpo.

Che pace…

- Con quello sguardo sembri proprio un angioletto… -

Deidara mi compare davanti al viso. Quel sorriso sereno è raro, in due membri dell’Akatsuki come noi. Tu, fratellone, un membro attivo; io, una spia infiltrata a Suna…

{ti voglio bene}

- io non sono un angelo, Nii-san!! – esclamò fingendomi offesa. E Xean gli salta addosso, rovesciando la situazione.

- Certo, certo, Otouto… - ridiamo insieme. A volte penso che tu sia veramente mio fratello… sogno che i nostri genitori ci separarono alla nascita. So che non è possibile, siamo troppo diversi. Ma ringrazio lo stesso il cielo, perché mi ha donato un quasi-fratello come te…

- Saya-chan, c’è una sorpresa per te. – esclami rialzandoti. Quello sguardo furfante da chi sa tutto che precede sempre uno scherzo o una bomba.

- Dimmeloooo … Nii-saaaan… -

{le tue mani}

Sento qualcuno coprirmi gli occhi. Due mani lisce e delicate, che hanno l’odore più squisito del mondo.

- Indovina chi sono… -

{il tuo volto}

Mi volto di scatto, con un sorriso che tradisce tutta la mia gioia. Sento il cuore attraversato da un’ondata di felicità che si diffonde come una droga in tutto il mio corpo. I miei occhi ti divorano pezzo per pezzo, non sono mai sazi di te. Le mie mani accarezzano la tua pelle un po’ lignea che amo da morire, incidendo nella mente i tratti sottili e un po’ bambinosi del tuo volto.

{i tuoi occhi}

-Sasori… - sento le lacrime uscire per dare sfogo a tutto il mio sollievo. Sei qui, sei vivo…

Tu sorridi, e con delicatezza asciughi le mie lacrime. Quel contatto mi fa rabbrividire, un brivido lungo e caldo, accompagnato da un gemito di piacere. Perchè le tue mani sono come un fuoco lungo il petto, una colata di lava intensa ed accecante, che ha il potere di stordirmi. Mi sollevi il volto, mettendo i miei occhi a livello dei tuoi, attirando il mio sguardo come un magnete. Ed entrambi invochiamo solo una cosa…

{Le tue labbra}

Un bacio. Le nostre labbra s’incontrano in una strana danza desiderata. Un bacio che è un agognato incontro di sensazioni e sentimenti. Non c’è spazio per la timidezza, ti voglio troppo; in un attimo sento la tua lingua che bussa per entrare dentro di me, per iniziare un gioco stupendo, costruito sulla bocca di entrambi…

{Ti amo}

Non vorrei mai separarmi da te, non vorrei mai abbandonare quello strano sapore mielato che hanno le tue labbra. Ma ho bisogno di respirare, e il nostro gioco s’interrompe… e tu mi stringi, mi stringi come se volessi proteggermi; mi stringi famelico, mi abbracci con tutta la tua passione e il tuo amore. E poi… e poi ti avvicini al mio orecchio, e con un soffio di vita mi sussurri due parole che mi fanno toccare il cielo con un dito…

- Ti amo… -

{Ma è solo un sogno}

__________________________________________________________________________

- Un sogno… -

Solo un sogno.

È strano che riesca a sentire ancora il tuo odore dopo tanto tempo? Sapevi di resina e corteccia. Un odore fresco e dolciastro. Lo sento ancora sui miei vestiti; mi circonda sempre. Forse è per questo che non riesco a dimenticare il mio obbiettivo.

È strano che riesca a ricordarti così nei particolari? Nonostante i volti di tutti gli altri diventino sempre più sbiaditi, i tuoi occhi castani, un po’ tristi ma sempre così dolci, li ricordo in ogni dettaglio. Così come il tuo viso, i tuoi capelli, le tue mani, le tue labbra…

- Perché sei ancora qui? –

Tutti sono scomparsi. Pain, Itachi, Deidara, Kisame… tutti i loro spiriti si sono dissolti nel vento. Tutti! Hanno trovato la loro pace. Eppure tu… sei ancora qui. Mi guardi preoccupato; non sopporto quell’enorme dolore malcelato…

- Haruno è morta! Non sei felice?

Sasori scuote lentamente la testa. Le tue labbra si muovono senza produrre alcun suono, perché nessuno spettro è in grado di comunicare.

{Credi che Sasori voglia che tu diventi un’assassina per vendicare il suo nome? }

- Non crederai alle parole di quella donna! -

{Nessuna risposta}

Mi mordo un labbro per non piangere. Non guardarmi così, Sasori, non lo fare! Perché sai… nonostante non voglia ammetterlo, quelle parole mi hanno colpito, scavando a fondo nella mia coscienza.

Credevo che la vendetta mi avrebbe reso più felice.

Credevo che la loro morte mi avrebbe liberata.

Invece sento solo la stretta della solitudine farsi più forte…

Hai cercato di proteggermi da questo destino finché hai avuto vita, tenendomi lontano dalle vostre missioni. E io non l’ho mai capito, e cercavo sempre di diventare qualcosa di più che una semplice spia. Mi hai protetta per impedire che diventassi un’assassina… volevi impedirmi di diventare come voi. E invece… lo sono diventata per voi…

Ironico, non credi?

{Credi davvero che desiderasse questo per te?}

Sento il cuore diviso a metà. Un solo desiderio, un solo sogno, ma irrealizzabile.

Così mi rimane solo una scelta… voglio solo morire, per raggiungervi.

Forse è per questo che ho lasciato tracce così evidenti dietro di me…

Voglio che quel ragazzino mi trovi… e dia voce al suo desiderio di vendetta.

__________________________________________________________________________

- Okasa… -

Haku strinse convulsamente la mano della madre. La seta rosa che Sakura indossava era coperta di macchie scure e puzzolenti, che avevano insudiciato tutto ciò che si trovava in quei pressi. Era così strano, quasi irreale, quel corpo che esisteva senza la testa. E, ancora più irreale, quel capo che si era staccato dal corpo natio… e tutto quel liquido rossastro che gravava lì attorno…

- Otosa… -

Un sorriso congelato sulle labbra, diventate bluastre. E le abrasioni sul collo, lasciate dalle dita che lo avevano stretto… così diverso dalla madre. Non una goccia di rosso turbava la freddezza del suo volto. Non un colore caldo, né nel volto, né fra gli abiti, rigorosamente blu scuro. Solo uno strano caldo sorriso… anche quello così irreale, se accompagnato alla morte.

{Nessuna Risposta}

L’ombra che regnava nella camera copriva e attutiva ogni cosa; i suoni, i colori, perfino gli odori, rendendo più leggera la verità di quel luogo. Eppure Haku sentiva quell’aria pesargli come un macigno, mentre li fissava senza vederli per davvero. Non riusciva ad accettarlo… quella realtà era troppo dolorosa per afferrarla appieno.

{ . Papà, perché tutti ti fissano così male? . }

{ . Perché tuo papà ha fatto qualcosa di molto stupido, tanto tempo fa . }

{ . Ma se è stato tanto tempo fa, perché ci pensano ancora? . }

{ . Perché cosa del genere sono difficili da scordare . }

{ . E perché? . }

{ . Perché per un mio desiderio ho tradito il mio villaggio. E’ un errore che pochi sanno dimenticare... }

{ . E cosa hai fatto? . }

{ . Non puoi capirlo ancora, Haku. Ma il tuo papà ha abbandonato tutti perché si sentiva solo e triste…}

Solo e triste.

Ora capiva.

Solo e triste… nell’oscurità.

Stava per imboccare una strada senza ritorno. Esattamente come suo padre.

Sollevò delicatamente il corpo della madre e lo poggiò accanto al marito, ricomponendo le salme. Poi le coprì con un telo bianco, quasi immacolato. Che riposassero in pace almeno loro…

Lentamente si alzò e uscì dalla stanza. Entrò nella camera personale del padre, quella in cui riponeva tute le armi per le missioni. Ai muri erano appesi kunai di ogni tipo, con lame diverse. Shuriken, Wakizashi, pugnali, bombe carta, rotoli e spade…

{Cercò solo una cosa}

Haku le sorpassò senza degnarle di uno sguardo. Aprì il pesante baule intagliato e tolse il telo azzurro che ricopriva l’interno. E finalmente trovò ciò che cercava.

{Qualcosa di perfetto}

La Katana di suo padre.

E silenzioso come il vento uscì dalla finestra per iniziare la sua caccia.

__________________________________________________________________________

{ Haku.}

{ Haku… }

{ Haku! }

Kyoko si svegliò di colpo. Si era addormentata sul divano, fra le braccia del padre. Sentiva gli occhi ancora gonfi e pesanti, come quando, da bambina, piangeva a lungo e smetteva soltanto con un abbraccio della madre.

Ma almeno parte della spossatezza era scomparsa.

{ Haku }

Il nome del ragazzo le rimbombava insistentemente fra i pensieri. Come un richiamo che affievoliva lentamente, privato della sua forza.

Spostò delicatamente il braccio di Naruto e si alzò. Controllava a fatica le gambe, i muscoli si erano atrofizzati. Quanto tempo aveva trascorso addormentata sul divano?

Osservò teneramente il volto rilassato del padre. Chissà cosa stava sognando… quel piccolo sorriso che affiorava fra le sue labbra cancellava tutte le tensioni dei giorni appena trascorsi.

Si stiracchiò, sbadigliando vistosamente. La casa così silenziosa non aiutava certo a sentirsi più sveglia. Così entrò in cucina e rovistò a lungo fra la miriade di pentole e piatti impilati uno sopra l’altro negli ampi armadietti. E finalmente trovò ciò che cercava: una tazza, la tazza, la sua preferita. Gliel’aveva regalata Haku per il suo ultimo compleanno…

La riempì con del latte caldo, fumante, e si sedette pesantemente sulle robuste sedie di legno massiccio della cucina.

Solo quando il fumo caldo esalato dalla tazza la investì in pieno si permise di pensare.

Aveva sognato.

Un incubo inquietante, che eppure non aveva nulla di spaventoso. Ma più ci pensava, più il disagio cresceva…

{ . Corri. Un solo imperativo nella mente, mentre sfrecci fra quegli alberi che non hai mai visto. Corri, mentre quella terribile angoscia ti invade il cuore. Le mani tremano, il chakra è controllato a fatica. Perfino il Byakugan sembra non rispondere al tuo richiamo. Eppure corri, corri a perdifiato, senza mai fermarti… }

{ . E finalmente arrivi .}

{ . In un luogo che non conosci, ma che ti è incredibilmente familiare. Un luogo dove si sono svolte sfide eterne fra grandi ninja, dove speranza e amicizia si sono in frante sullo stesso suolo ove i fondatori di Konoha si sono affrontati . }

{ . Un luogo dove ogni cosa s’incontra, coperta dal costante fragore acqueo della cascata . }

{ . Là . }

{ . Sulla cima più alta delle maestose statue, c’è un ragazzo . }

{ . Sul viso del ragazzo spiccano due occhi freddi e vuoti . }

{ . Nello sguardo si legge solo un dolore profondo . }

{ . E, in quegli occhi rossi come il sangue, non c’è spazio per altro . }

Kyoko tossì violentemente, sputando il latte che stava bevendo; e improvvisamente capì perché quel sogno l’aveva terrorizzata così tanto…

Occhi rossi.

Occhi rossi come lo Sharingan.

Non pensò ad altro. Semplicemente scappò fuori alla sua ricerca.

{E corro per raggiungerti}

__________________________________________________________________________

- Ci hai messo poco. -

Haku strinse rabbioso l’elsa della katana.

- Vuoi uccidermi? -

È una domanda che non necessita risposta. Haku sfilò la spada lunga dal fodero. Il lento stridio del metallo che sfrega sul cuoio fu come il conteggio prima dell’inizio di una sfida.

La lama tagliò l’aria con un tintinnio intonato e puro. E Haku puntò l’arma contro il cuore dell’assassina. Senza muoversi, senza attaccare. Osando sfidare la donna a un duello con un solo esito.

Sentì la rabbia accumulata accalcarsi per uscire. Sentì le dita fremere sotto il penetrante desiderio che provava. Sentì la sua voce spingere per risalire la gola in grido forte e disperato, che lasciava trasparire tutte le sue emozioni.

E tutto ebbe inizio.

{Per le persone che abbiamo perso}

Haku affondò la lama verso l’avversario. Ma lei la evitò con un salto, facilmente, quasi l’avesse vista al rallentatore. Riprovò ancora, con più forza, con più rabbia, come se ogni colpo fosse l’ultimo. Ma la donna li evitò tutti, senza contrattaccare mai.

- ATTACCAMI! RISPONDI, DANNAZIONE! – gridò rauco. Haku Uchiha si sentiva preso in giro. Sentiva il suo dolore preso in giro, mentre la ragazza danzava leggiadra fra i suoi colpi, senza reagire mai.

- Sharingan! – urlò, attivando la sua abilità innata. La forza del clan Uchiha si riversò in lui, facendolo sentire più potente. I suoi attacchi presero velocità e divennero più precisi, perché poteva prevedere le mosse della ragazza…

- Non basterà… - mormorò la donna – non basterà… -

{Il tuo odio non è adeguato}

Evito facilmente l’affondo del giovane Uchiha. I suoi colpi sono potenti, ma sono lenti e scoordinati, senza un obbiettivo preciso. Attacca senza ragionare, senza creare un strategia… sarebbe facile ucciderlo prendendolo alla sprovvista.

- Non basterà… - mormoro, più a me stessa che a lui. Il tuo odio non è abbastanza forte… non puoi uccidermi, non ancora. Sei solo… un ragazzino. Ti senti preso in giro. Forse, se qualcuno combattesse come sto facendo io, limitandosi a evitare i colpi… mi sentirei derisa. Ma solo così il tuo odio aumenterà…

{la tua rabbia non è adeguata}

E di colpo, accade. Mi sfioro il braccio, che all’improvviso brucia. Mi tocco quella piccola ferita che lacera le carni…un taglio netto, ferreo.

E sorrido.

- ci sei quasi. –

{Il tuo dolore non è uguale al mio}

Haku esultò, ansante. L’aveva colpita! All'improvviso l’ira lo aveva assalito completamente, impadronendosi dei suoi movimenti, rendendoli fluidi e letali. E aveva percepito un grido che si alzava dagli abissi del suo cuore… una forza incredibile era cresciuta, un potere doloroso ma al tempo stesso euforico…

E l’aveva colpita.

Ora sapeva di poterlo fare.

Poteva ucciderla!

{ma i nostri cuori sono simili}

Ha trovato quello che gli mancava. Ha risvegliato la bestia che giace nel cuore di ogni uomo, ancor più in quello di un ninja. E l’ha nutrita col suo odio, con il suo dolore, crescendola, rafforzandola.

Ed ora è forte. Incredibilmente forte.

Ma la mia bestia è un mostro consumato, un veterano, empio di odio. La tua è giovane, vigorosa, ma ingenua… ci sono cose che non sa, né tu sei in grado di controllarla…

Paro il tuo ultimo affondo. Roteo su me stessa e con un colpo dell’elsa della mia Wakizashi ti mando a gambe all’aria.

E ancora una volta potrei ucciderti.

- Cosa vedi quando mi attacchi? – grido.

Silenzio.

- Cosa provi quando rammenti a ciò che ho fatto?

{Speculari}

Haku atterrò nel terreno fangoso ai lati della cascata. Nel cielo grosse nuvole nere, cariche di pioggia, s’erano addensate, preparandosi a lasciar cadere le loro preziose gocce.

Haku si ritrovò a terra, coperto di fango, con la spada poco lontano da lui ma comunque fuori tiro. E con una wakizashi puntata alla gola.

- Cosa vedi quando mi attacchi?

Vedo i volti dei miei genitori. Vedo i loro sorrisi, vedo quegli sguardi dolci che non esistono. Li vedo dietro di te… e penso che, cancellando la tua ombra, quei sorrisi torneranno.

- Cosa provi quando pensi a ciò che ho fatto?

L’acqua iniziò a scendere lentamente, ma coprì perfino il suono della cascata. Gli lavò il viso dal sudore e dal fango che lo avevano inzaccherato. Gli colpì gli occhi, la bocca, gli bagnò i capelli e le vesti, che si appiccicarono alla pelle come una seconda e fredda pelle.

{Gocciola, Gocciola}

- Dolore. Tanto, fin troppo. Vorrei piangere. Ma piangere non è abbastanza. Voglio di più che un semplice pianto. Io voglio Vendetta.-

L’assassina sorrise. – Risposta esatta. – e con un calcio gli rimise in mano la katana.

Haku strinse incredulo la katana. Perché gliel’aveva ridata? Ma la sensazione del metallo sulla pelle gli inebriò presto i sensi. E l’odore del sangue, del sudore, dalla pioggia che lavava via ogni altra cosa fece impazzire quella bestia che nascondeva.

E attaccò, come un lupo affamato dilania la sua preda.

{Gocciola, gocciola}

Finalmente si è risvegliato. Faccio fatica a controllarlo, ormai! E’ diventato agile, veloce. Quasi imprevedibile. Concentrato, coinciso, ma allo stesso tempo furioso. Sento che stavolta non riuscirò a frenarlo a lungo.

{Clanck}

Quel colpo mi sorprende. Non l’ho visto, né mai l’avrei visto, e si dirige repentino e letale verso il mio cuore.

Ma io sono pronta.

{Sbam}

Di colpo il mondo si ferma. Non sento la lama penetrare il cuore, ma ferire qualcos’altro. Qualcosa di ligneo. E mi sorprende capire che a qualcosa, dopotutto, ci tenevo.

- Yeno! – strillo, stringendo il corpo spezzato della mia preziosa marionetta. Lui mi sorrise e mi guarda in modo strano. La sua velocità ultrasonica mi ha difesa… si è sovrapposto fra me e la lama sacrificando lui e Xean… perché le mie due marionette sono potenti, ma possono esistere solo in coppia.

- Yeno… Xean… - mormoro, completamente spiazzata, mentre sento le lacrime uscire ancora una volta. Perché lo hanno fatto? Avevo specificatamente ordinato loro di non intervenire… non dovevano…

E mi accorgo di un piccolo Kanji sul loro cuore. Un carattere talmente piccolo che era impossibile notarlo, a meno di non distruggere le due marionette.

{Proteggi}

Stringo Xean e Yeno, sentendo dentro di loro l’ultimo pezzo di Sasori. Perché so… so che come queste marionette sono i nostri figli, so che tu hai voluto che mi proteggessero nel caso tu non ci fossi …

Sento una lama fredda sulla fronte.

- Hai ucciso i miei genitori. Hai ucciso Shikamaru, Kiba, Hinata e Neji. Tutto per quel branco di assassini… che meritavano di morire! -

{qualcosa si spezzò}

- Meritavano di morire? – urlo, abbandonando l’ultimo brandello di consapevolezza che mi rimaneva. - Meritavano di morire? Sai quello che dici, ragazzino? Chi sei tu, per decretare che sia giusto o meno la morte di qualcun altro? – Mi alzo di colpo, ignorando la katana che mi graffia profondamente la fronte. Un rivolo di sangue oscura la mia vista, ma non ci faccio caso. I miei occhi fissano famelici quel ragazzino che ha osato dire quelle parole proibite…

- Per me erano come una famiglia! Per colpa dei tuoi genitori, di quegli assassini, ho perso tutte le persone che amavo! Non erano come voi li descrivevate… avevano solo un obbiettivo diverso. Meritavano di morire? - ripetere quelle parole mi fa male. Suonano così strane, così corrotte, orrende, schifose. Pieno di veleno e menzogne.

- Tu non sai di cosa parli. La solitudine, il dolore… - singhiozzo disperatamente, afferrandolo per le spalle e scuotendolo isterica. – i loro nomi che mi tormentano ancora!

Lo lancio lontano, quello stupido ragazzino, mandandolo a sbattere contro un albero. E’ come se qualcosa si fosse spezzato. Quell’unica cosa che manteneva lucida la mia mente. Ora quella piccola lancetta s’è spezzata, e la bilancia pende dal lato della pazzia… urlo verso il cielo. Un urlo liberatorio, accompagnato dalle lacrime. Urlo con tutto il fiato che ho in gola, con tutto il dolore e la rabbia che ho. E poi mi accascio a terra, stringendomi il volto fra le mani, ignorando tutto ciò che mi circonda. Graffiandomi la pelle fino a sanguinare, conficcandomi le unghie nelle tempie sperando che quelle frasi maledette scompaiano…

{Meritavano di morire}

E una cantilena si leva leggera e ripetitiva dalle mie labbra stanche e addolorate…

- Zetsu… Itachi … Madara… Kisame… Hidan… Kazuzu… Pain… Konan… Deidara… Sasori… Zetsu… Itachi … Madara… Kisame… Hidan… Kazuzu… Pain… Konan… Deidara… Sasori… Sasori… Sasori…

{Un equilibrio che si frantuma}

Haku si avvicinò. La ragazza non lo sentiva più. Ripeteva i nomi di quegli assassini… alzò la katana sopra la sua testa. Bastava un colpo. Un colpo solo.

- Fermati!

Dal nulla comparve una voce familiare. E un attimo dopo, qualcosa lo travolse, portandolo lontano dalla donna.

- K…Kyoko…?

- Haku, cosa diamine stavi facendo?- gridò lei.

Haku rimase in silenzio, guardando i suoi profondi occhi perlati.

- Volevi ucciderla? E per cosa? Per vendetta? E dimmi, grande Uchiha, a cosa ti avrebbe portato? Saresti diventato solo un assassino, esattamente come lei, esattamente come quei mukenin, esattamente come tuo padre!

Quelle parole lo colpirono come un pugno in pieno stomaco.

- Si, Haku, come tuo padre! Eppure sembra che la sua esperienza non ti abbia fatto riflettere affatto. Ha passato una vita intera per uccidere suo fratello. Quella donna ha passato una vita intera per uccidere Kiba, Shikamaru, Sasuke e tutti gli altri. E dopo, dopo che c’è riuscita? Mi sai dire cosa ha trovato? Assolutamente nulla, se non un dolore e una solitudine peggiore di quella precedente. Nessuna gioia, nessuna euforia. Solo dolore! – ora Kyoko piangeva, mentre stringeva il colletto del ragazzo. - E tu cosa avresti stretto, dopo? Niente! Non avresti più avuto uno scopo. Saresti diventato un uomo che non ha più nulla per vivere. E ti saresti… ti saresti allontanato da me! – gridò con forza.

- Guarda quella donna. – mormorò Kyoko, lasciandolo improvvisamente, come spenta di ogni energia - Ha ucciso per loro, ma questo non le ha riportato i suoi cari. E ora è lì, nel fango, fra la pioggia, a invocare i loro nomi… e vorrebbe solo morire. Se l’avessi uccisa, anche tu saresti diventato così. Rimpiangendo ciò che hai perso… senza guardare ciò che hai davvero. La vendetta è una malattia del cuore… una malattia letale. Che… che ti fa dimenticare ciò che ancora hai. E-e io n-non voglio essere messa da parte… - singhiozzò – perché ti voglio bene… anche se tu non lo capisci. Anche se ora non riesci a ved…-

{La verità spesso è celata}

Kyoko s’interruppe di colpo, presa alla sprovvista, mentre due braccia l‘abbracciavano forti e possessive. E si sorprese ancora di più nel sentir tremare quella voce forte e calda. Toccò le lacrime del ragazzo, ascoltò i suoi singhiozzi e strinse le sue spalle, donandogli calore e comprensione. Sussurrandogli parole di conforto…

{Nascosta dalla paura}

- Kyoko… Io…io non volevo… ma mi sento così solo… impotente! S-senza i miei g-genitori… cosa…cosa faro? Ho paura… paura di n-non farcela… in fondo sono solo un ragazzino… e quella rabbia… così forte da accecarmi… i-io…-

- Shhhh… - sussurrò lei, accarezzandogli la nuca. – Non devi avere paura. Ci sono io, c’è mio padre… non sei solo. Non ti lascerò mai, nemmeno la morte mi separerà da te. Perché io sono qui… sarò la spalla su cui potrai piangere, Haku… -

{Perché Niente è quel che Sembra}

{. Celata dietro il muro della paura.}

{. La verità si nasconde desiderando di uscire.}

{. Bramando quella scintilla di luce che illumini l’oscurità più fitta.}

{. Basta solo dare voce all’anima… Basta solo non mentire a se stessi . }

{. Ed ella potrà uscire cancellando i dubbi e le paure .}

{. Segui la tua via, quella che senti giusta .}

{. Non è la più semplice, ma è quella che un giorno di porterà la gioia di un sorriso.}

__________________________________________________________________________

Non so dove ho trovato le forze.

Mi sono solo alzata ed ho iniziato a camminare. Passo dopo passo, meccanicamente, senza una meta precisa.

{La mia meta non è in questo mondo}

Ho lasciato i due ragazzini ai margini della foresta. Mi pento di ciò che stavo per fare… d’ora in poi, non voglio che nessuno si riduca nel mio stato per un mio desiderio. Non voglio che nessuno soffra, per me. Nemmeno un ‘nemico’. Ho commesso tanti errori, e l’ultimo è stato quello di cercare una vendetta inutile. Perché tutto quel sangue non mi ha ridato voi… né mi ha portato da voi…

E’ stato un errore. Ma un cuore offuscato non riconosce nemmeno se stesso.

{Svegliati}

Sono arrivata al bordo di questa grande cascata. Così ironico… basterebbe una piccola spinta per cadere giù, e porre fine a ogni cosa. Basterebbe un piccolo gesto per lanciarmi oltre il limite della mia vita.

{Saya...}

Alzo gli occhi e incontro i tuoi. Così stranamente nitidi sul cielo grigio. Così espressivi… e per un attimo credo che tu sia tornato. E sorridi, sorridi come mai hai fatto, nemmeno in vita. Un sorriso puro, semplice e sincero. Un sorriso che riscalda il cuore, che cancella le paure e infonde coraggio in ogni cellula del mio corpo…

- Sasori… -

Lì sospeso sul ciglio di quella cascata, con dipinto sul volto il sorriso che amo, mi tendi la mano. Mi inviti a seguirti.

{Ora che hai compreso, puoi realizzare il tuo sogno}

Sento gli occhi inumidirsi. Ma stavolta sono stravolta completamente da un’immensa gioia. E, mentre leggo sulle tue labbra silenziose quell’unica parola che attendo da vent’anni…

Avanzo, senza nessuna paura.

Lanciandomi nel vuoto, tra le tue braccia.

Guidata dal tuo profumo verso climi che incantano.

{ . Se mi prometti che terrai la mia mano… . }
{ . Allora non avrò paura di salire sulla cima dello strapiombo più alto . }
{ . Non avrò paura di affacciarmi al suo limite estremo . }
{ . E se vedrò la tua figura sorridermi, sospesa a mezz'aria innanzi a me… . }

{ . I capelli rossi mossi dal vento e il volto luminoso come non mai… . }
{ . Allora non avrò paura a lanciarmi nel vuoto . }

{ . Dritto tra le tue braccia . }

Akasuna No Saya©

La mia fic è ufficialmente conclusa. Spero vi sia piaciuta la fine^^

Grazie a tutti coloro che hanno commentato. Li ho apprezzati davvero tantissimo!

Note fine storia:

Wakazashi: spada corta. Usata da Kakashi-junior per salvare Obito e Rin *_*
Nii-san : fratello maggiore
Otouto: Fratellino... ma nn so se anke sorellina. io l'ho messo lo stesso ^^


La frase 'Guidata dal tuo profumo verso climi che incantano' è di Boudelaire *_*
Mentre l'ultima parte, quella di Saya, è inspirata alla FanFic MattxMello 'Fly-Salto nel Vuoto' di cui mi sono letteralmente innamorata.
  
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