Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: CharlieIlvendicatore    19/09/2013    2 recensioni
"The Gate Control" o la "La teoria del cancello" è una teoria neurologica secondo la quale quando si prova dolore gli stimoli tattili, scatenati nello stesso luogo in cui esso ha sede, lo inibiscono. E' il motivo per cui sfreghiamo o comprimiamo la ferita quando ci facciamo male. E se fosse così anche per un dolore diverso? quello che viene dalla nostra testa, quello che non riusciamo a capire. Forse è per questo che ci ritroviamo mille volte a pensare e a pensare a chi ci ha ferito e che ci arrovelliamo e immaginiamo cosa sarebbe cambiato se avessimo agito in modo diverso. Forse è il motivo per cui sentiamo il disperato bisogno di parlarne. Sono i nostri modi per toccare, comprimere quel tasto dolente al fine di provare un po' meno dolore? Questo è ciò che crede Cloe, la protagonista, ma il suo imbarazzo a parlare di qualsiasi cosa di romantico, di confidarsi con qualcuno la blocca terribilmente e la porterà ad aprirsi veramente solo con un ragazzo conosciuto su internet. E se lui fosse una persona che in realtà conosce anche fin troppo bene?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ero paralizzata. L'unica cosa che riuscivo a udire chiaramente era il ritmo tachicardico del mio cuore. Non sapevo cosa fare, provai a analizzare la situazione: la lama del coltello si trovava appoggiata alla mia carotide destra. Un movimento brusco avrebbe potuto reciderla e provocarmi un'emorragia mortale, tentare di liberarmi con la mano era fuori discussione. Urlare aiuto poteva voler dire segnare la mia fine, niente da fare. Nel frattempo non mi ero mossa di un millimetro, nonostante lo sconosciuto dalla voce camuffata mi avesse intimato di non fermarmi. Forse era meglio assecondarlo.
-Continua a camminare ti ho detto! Ghiaccio-spray!- Ma cosa? Che idiota! Mi liberai dalla presa di Armin alquanto scocciata, per poi accorgermi che quella sulla mia gola era solo una squadra di metallo. Mi impadronii dell'oggetto e trassi un sospiro di sollievo. Presi qualche attimo per riprendermi, avevo ancora la sensazione dello spavento nel petto e il cuore impazzito. Poi passai a insultare quel cretino di Armin.
-Sei un deficiente! E' lo scherzo più idiota e di  cattivo gusto che mi abbiano mai fatto.-Urlai indispettita al ragazzo che si stava piegando in due dalle risate.
-Ehi calma!- Rispose ancora in preda a qualche risolino.
-Come calma? Il mio sistema simpatico si è molto offeso perché lo hai svegliato inutilmente... Ho perso un anno di vita.- Continuai irritata mentre cercavo di piegare in due, inutilmente, la squadra.
-Beh, potrei fartelo recuperare.
-Cioè?
-Potrei tenerti sveglia una notte a settimana per 365 settimane, recupereresti tempo sprecato a dormire.- Commentò con uno stupido sorrisino sulla faccia.
-Già... ma il mio sistema simpatico ce l'avrebbe comunque con te per avermi tenuta sveglia inutilmente.- Provai ancora con forza a piegare l'oggetto di metallo nelle mie mani, niente da fare. L'industria delle squadre doveva aver fatto passi da gigante negli ultimi anni..
-E chi ti dice che sarebbe tempo perso?- Rinunciai al mio intento e lancia l'oggetto fin sopra al tetto di una casa dove, per mia fortuna, si incastrò.
-Adesso siamo a posto.
-Bah... io preferivo la mia proposta, vorrà dire che ti chiederò in prestito una squadra.
-Non se ne parla. Piuttosto, cosa ci fai qui?
-Ehm... venivo a cercarti? Io e Alexy stamattina abbiamo visto la tua bici abbandonata in un angolo di una stradina che si intravede a malapena dalla via principale. Non eri a scuola per cui mio fratello ti ha chiamato tutto il giorno, ma tu non hai risposto. Eravamo preoccupati, temevamo ti fosse successo qualcosa così lui è andato a casa tua e io stavo andando a vedere se c'era ancora la bici.. Poi mi sei passata di fianco senza accorgerti della mia presenza e ne ho approfittato per spaventarti.-Guardai il telefono. 15 messaggi e 10 chiamate perse da parte di Alexy. Provai a leggerne uno:”Lo so che sei troppo occupata a fare le cosacce con Castiel, ma potresti almeno degnarti di rispondere una volta finito”.Io cosa? Evidentemente Alexy aveva  notato anche l'assenza di Castiel. Avevo altri 14 sms da cancellare.
-Scusa, avevo il telefono silenzioso. Forse è meglio che lo chiami per rassicurarlo.- dissi  ad Armin portando  il cellulare all'orecchio. La telefonata con Alexy fu breve: mi insultò per non aver risposto, mi chiese dov'ero stata e gli risposi che gli avrei raccontato dopo (ne approfittò per citare Castiel, ma lo liquidai),  mi disse di riferire al fratello che sarebbe andato  in negozio da Leigh e io eseguii l'ordine. Dopo la chiamata feci una proposta ad Armin:- Che ne dici se prendiamo  la bici e andiamo a fare i nostri lavori socialmente utili? Mi scoccerebbe doverli recuperare lunedì.- In realtà  avevo l'intenzione segreta  di passare un po' di tempo con lui. Il discorso con Castiel mi aveva sicuramente giovato da questo punto di vista, non avevo intenzione di provarci, ma ero più rilassata.
-Mmmmhhh... non saprei...puoi provare a convincermi.- Come mai aveva iniziato a fare il prezioso? Uffa...
-Io vado. Se vuoi vieni, se no mi arrangio da sola.- Dissi con tranquillità avviandomi a passo svelto verso il mio veicolo.
-Ok, ok!- Lo sentii rispondere alle mie spalle mentre faceva uno o due lunghi passi per raggiungermi, non so cosa si aspettasse esattamente come risposta, ma non era stato difficile convincerlo. Raggiungemmo la bici, la slegai e iniziammo a camminare verso l'ingresso della scuola. Gli avevo proposto di salire in due sul veicolo, ma lui, memore della precedente disavventura, aveva rifiutato. Aveva una faccia corrucciata aprì un paio di volte la bocca come per iniziare una frase, ma si fermava forse ancora indeciso su come esprimersi. Il terzo tentativo fu quello buono.
-Cosa ci facevi con Castiel?- E così mi aveva visto con lui. La cosa mi risultava buffa, infatti era successo proprio quello che il Rosso  voleva evitare portandomi in quella stradina. Mi sarei spiegata e tutto si sarebbe risolto, dopotutto non era affar suo quelo che facevo con Castiel.
-Lo tenevo occupato mentre la sua ex era in città, ma non pensare male.
-Quindi siete solo amici?- chiese  sforzandosi  di usare un tono disinteressato.
-Diciamo che non so neanche se siamo amici. Spesso  durante la giornata non mi calcola  minimamente, ma a  volte ha degli atteggiamenti  protettivi nei miei confronti... una sorta di cavaliere oscuro.
-Se lui è batman tu saresti  catwoman?
-Naaah non mi ci vedo. Mi è sempre piaciuta  poison Ivy in realtà , ma non potrei essere neanche lei.
-Secondo me un po' di veleno lo nascondi in quelle labbra.
-Al limite  potrei  essere  lei in versione scienziata sfigata, prima della trasformazione.
-Ci sono!- Commentò infine  Armin con aria soddisfatta, lo guardai  facendo un cenno col capo per intimarlo  a  prodeguire-...Freezer!
-E così somiglierei a Schwarzenegger?- Domandai accigliata, anche se avevo capito che aveva citato freezer per via della mia presunta freddezza. Almeno non si era accorto che era solo nei suoi confonti. Si mise una mano sul mento e iniziò a guardarmi come mi stesse analizzando.
-Mmmmh.. prova a fare il bicipite..- Che stupido... Arrivammo finalmente  a scuola e parcheggiai la bici.. Nel tragitto era iniziata a scendere una fine pioggerellina. Per questo motivo il bidello decise di risparmiarci il cortile e ci diede in mano scopa e paletta, per pulire due classi al piano di sopra. Entrammo in un'aula vuota, Armin iniziò a  spazzare, mentre io mettevo le sedie al contrario sui banchi. In realtà sarebbe stato meglio invertire i compiti visto il grado di imbranatezza del ragazzo a manovrare l'oggetto, doveva essere sì e no la seconda volta che  puliva per terra.
-E' una scopa, non una mazza da golf!- Emise un riso, per poi far finta di essere un golfista con la  “ramazza” al posto della “mazza”. Cosa che sul momento trovai abbastanza  buffa. Dopo poco il ragazzo iniziò, naturalmente, a fare uso improprio dello strumento cercando di passarmelo sui piedi.
-Ehiii, mi sporchi le scarpe!!!- Lo avvisai dando un calcio  alla  scopa. Per quanto i suoi scherzetti stupidi fossero irritanti non potevo negare di esserne un po' divertita.
-Non sei superstiziosa?
-In che senso?
-Se ti passano la scopa sui piedi non ti sposi, non la sapevi?- Non avevo mai sentito di questa superstizione, non che io abbia mai creduto a queste cose.
-Beh allora passa ancora due o tre volte, posso sacrificare le scarpe per una giusta causa.
-Non credi nel matrimonio o non vuoi trovare il principe azzurro? - Replicò Armin con aria interrogativa.
-Ehm... no:  so aprire i barattoli, cambiare lampadine  e  tutto il resto da sola...Mentre pulire i calzini sudici degli altri, cambiare pannolini e svegliarmi a tarda notte perché una creatura che neanche mi capisce sente il bisogno di vomitarmi su una spalla non è esattamente la mia aspettativa di vita. Poi che senso avrebbe sposarsi, la biologia ci insegna che non siamo animali monogami.- Esposi fieramente la mia corrente di pensiero anti-coniugale ad Armin, dalla sua faccia capii che non era totalmente d'accordo con me.
-Come sei cinica. Se ti dovessi innamorare penso che potrebbe rovinare i tuoi piani. Sempre che tu abbia un cuore, ghiaccio-spray...-Io avevo sistemato tutte le sedie mentre Armin aveva perso di vista l'obiettivo pulizia e stavamo perdendo un sacco di tempo in chiacchiere, che peraltro potevamo fare anche lavorando. Quel ragazzo, purtroppo per lui, non sembrava capace di fare due cose contemporaneamente: anche quando giocava se gli parlavi non ti degnava di uno sguardo.
-Dammi qua la scopa, la tieni come un mestolo...- Strappai dalle mani l'oggetto ad Armin per mettermi a pulire energicamente il pavimento. Lui si appoggiò ad un banco. Ricominciai a comunicargli il mio punto di vista. -Comunque l'amore come lo intendiamo noi non esiste, vivere una vita per un'altra persona non sarebbe altro che un modo contorto per fare felici noi stessi..  Tantovale vivere da sola e per me stessa, dopotutto è la mia vita. Naturalmente prendendomi il tempo per soddisfare i miei bisogni relazionali fino alla menopausa... Non che non creda nelle relazioni, quelle degli altri funzionano benissimo... Solo che penso che se fossimo nati per andare in giro mano nella mano nelle dita avremmo un incastro.- Terminai il mio infinito e inutile monologo. Odiavo quando iniziavo a straparlare, anche se mi piaceva esporre le mie idee. Armin mi fissava ancora dubbioso, si alzò dalla postazione e si avvicinò a me. Io smisi di spazzare e rimasi ferma con la scopa in mano come un'ebete. Era molto, troppo vicino, ormai solo il manico ci separava. Io avevo un viso decisamente impaurito mentre il mio cuore sembrava salutarlo facendogli le feste. Tutum,Tutum... Feci un passo indietro, ma lui afferrò il mio minuscolo  polso con due o tre dita della mano destra. Me lo alzò piegandomi il gomito. Il mio palmo era rivolto verso di lui. Portò la mano sinistra a combaciare perfettamente con la mia, per poi farla girare di poco su sè stessa di modo che le sue dita occupassero giusto gli spazi tra le mie. Le ripiegò  sul dorso della mia mano, per stringerla in una morsa da cui non avrei saputo liberarmi.
-Invece abbiamo le dita ad incastro.- Commentò soddisfatto. Sollevai il mio capo, che era chinato a guardare le mani, per rivolgermi verso il suo viso. Pessima mossa, in questa maniera avrebbe potuto vedere la mia faccia sopraffatta dalle emozioni, paura in primis. Comunque mi aveva colto in fallo, dovevo prendere l'abitudine di accendere l'encefalo prima di sparare cavolate..."Ok Cloe...ragiona, ragiona, troverai un modo di uscirne"mi ripetevo nella mia testa, mentre I miei ormoni gridavano: “Bacio!Bacio!Bacio!” Ok, dovevo farli tacere. Per via della statura del moro ci saranno stati a occhio e croce 15 centimetri tra I nostri visi, ma a me sembravano a malapena  due. Il tempo passava e stavo facendo sempre di più la figura dell'ebete. Per di più il suo sorrisino  soddisfatto per la vittoria aveva lasciato il posto ad uno sguardo intenso. E adesso?

Angolo dell'autrice

per prima cosa grazie a chi legge e commenta e scusate se a volte ci metto un po' a rispondere care.
ragazze devo migliorare un po' con la pubblicità, ma chiamiamolo solo avvertimento per ora,  sto scrivendo anche un'altra storia, sempre su df, se volete passare lascio sotto il link.

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2167076&i=1
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: CharlieIlvendicatore