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Autore: madelifje    19/09/2013    5 recensioni
A dodici anni ho avuto l’idea di salire sul tetto.
Lo spettacolo da lassù è bellissimo: si vedono le ultime luci ancora accese delle case, i lampioni che illuminano le strade deserte e, alla mia destra, i campi.
Mi sdraio sul plaid cercando di trovare la stella polare. Poi controllo di avere montato l’obbiettivo giusto sulla mia Canon, metto a fuoco e scatto la foto.
Giselle diceva che un giorno Alianna Crawford sarebbe diventata qualcuno.
Oggi è il 7 settembre 2012 e sono le ventitré e quindici minuti.
Alianna Crawford è ancora la ragazza invisibile.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Skinny love.
 

Sono abbastanza vicino da notare che ha gli occhi azzurri;
abbastanza vicino per rendermi conto che nessuno
si avvicina abbastanza per notare che ha gli occhi azzurri.
-David Levithan, Ogni giorno
 
Oddio. E adesso cosa faccio? Rimango in piedi come un cactus mentre qualcuno mi scopre a frugare tra i documenti della farmacia? Non voglio finire in prigione. Non senza Nathan a farmi compagnia.
Faccio l’unica cosa che mi viene in mente: mi raggomitolo sotto al tavolo e spero che il nuovo arrivato non accenda la luce. La porta sul retro si apre e un uomo entra fischiettando.  Forse è il signor Morris. Chiunque sia, non presta la minima attenzione a quello che gli succede intorno. Attraversa il ripostiglio, urta qualcosa e lancia un grido di dolore seguito da un’imprecazione. Poi raggiunge l’altra porta, quella che conduce alla farmacia, e scompare senza accorgersi di nulla.
Ho sfidato la sorte anche per troppo tempo, meglio filarsela. Prendo il cellulare pronta a mandare un messaggio minatorio a Willow, ma trovo due chiamate perse della mia amica. Il telefono era silenzioso, senza vibrazione. Sono un’idiota.
Uno scatolone è stato spostato. Forse è qui che è inciampato il signor Morris. Le parole “RICEVUTE E SCONTRINI” sono state scritte con un pennarello nero. Potrebbe essere il mio giorno fortunato.
Dentro è pieno di agende su cui sono riportati gli anni. Non è difficile trovare il 2011 e scorro in fretta le pagine di aprile. Alla fine del secondo giorno del mese sono state cancellate tre righe con la penna nera. La pagina successiva è stata strappata.
 
-Dio, Ali! –sbotta Willow abbracciandomi –Pensavo fossi già in galera! Perché cazzo non hai risposto?
-Lascia stare…  -borbotto. Facciamo uno squillo al rosso per comunicargli di interrompere la farsa. Quando esce è piegato in due dalle risate e si sta asciugando una lacrima.
-Sul serio, dovevate vedere la faccia della signora Morris mentre ho finto un attacco di prurito e mi sono gettato a terra. Continuava a dire “chiamo un ambulanza!”. Dio, è stata una scena epica.
Immagino. Ai miei amici basta un’occhiata per capire che ho scoperto qualcosa.
Decidiamo di andare al campo da football, dato che il 21 è pieno di gente che conosciamo e a causa del freddo sicuramente oggi non verrà nessuno ad allenarsi. Si siedono sulle gradinate fredde e aspettano pazienti che inizi a raccontare.
-Credo che i signori Morris sappiano qualcosa. –comincio.
-E lasciano che il loro figlio se ne vada in giro tranquillamente come se… -una gomitata di Willow blocca le obiezioni di Ed sul nascere e la ragazza mi fa cenno di continuare.
-Dall’archivio manca tutto il mese di aprile, quanto all’agenda… guardate voi stessi.
Tiro fuori il libricino in cuoio da sotto il maglione. Prometto che lo riporterò indietro prima che uno dei due apra bocca e mostro loro le pagine. Anzi, la pagina, visto che l’altra non c’è più.
Il primo a parlare è Ed. –Forse possiamo riuscire a capire cosa ci sia scritto sotto. Si intravedono delle lettere. All, ti farei una statua solo per questo.  –Arrossisco e mi riprendo l’agenda.
-E Nathan è finito in un centro di recupero. –racconto loro di Maple’s Hill e mi godo le espressioni stupite.
Non siamo d’accordo su cosa fare adesso che siamo in possesso di altre informazioni, così decidiamo di incontrarci domani dopo la scuola alla pista.
 
-Ricordati della festa di compleanno di dopodomani. Capito, Ali? –urla Gale dalla finestra. Gli mostro il pollice alzato e continuo la mia lotta personale con la catena della bici. A causa del freddo non ho nessuna intenzione di togliere i guanti, che però rendono un po’ complicato maneggiare il lucchetto e la chiave. Finalmente sento il familiare click e monto in sella.
Un po’ di vento freddo è esattamente quello che ci vuole alla mia testa per riordinare le idee. Nathan ordina il riluzolo tramite la farmacia, convinto di farla franca. E probabilmente ci riesce. Però finisce ugualmente in un centro di recupero. E la polizia non lo interroga nemmeno?
Ho forato. Fantastico. Tre quarti d’ora a piedi fino a casa, al freddo e spingendo la bici. Cazzo.
Vengo affiancata da un pick-up dopo circa dieci minuti. Continuo a camminare, fingendo di non essermi accorta.
-A qualcuno serve un passaggio. –dice il guidatore.
-Uh, no. Io abito qui… -indico vagamente alla mia destra.
-Ali, ti sei trasferita? –finalmente guardo il mio interlocutore. Connor, grazie a Dio.
Mi fa salire a bordo e carica la bici sul retro del pick-up, mentre io continuo a ringraziarlo.
-Devi anche scusarti per avermi scambiato per un molestatore –dice ridacchiando. Preme il pulsante del lavaggio vetri e io mi ritrovo a fissare il movimento ritmico dei tergicristalli. Connor mi fa qualche domanda sulla festa e io rispondo senza dilungarmi troppo. Lui non si offende, non sono certo famosa per la mia loquacità.
Sto anche iniziando a riscaldarmi quando noto qualcosa che non dovrebbe essere qui. Una collanina argentata dondola appesa allo specchietto retrovisore. Sono sicura di averla già vista.
Connor se ne accorge. –Ti piace la collana? A dire il vero è di mio cugino Nathan, se l’è dimenticata a casa mia.
Mi manca l’aria. La testa pulsa come se il cuore fosse finito per sbaglio al posto del cervello.
Sono una stupida.
Connor Morris.
Avrei dovuto accorgermene quando si è presentato a Willow. Hanno lo stesso cognome.
L’abitacolo è diventato improvvisamente strettissimo e sento il bisogno di scendere. Forse mi è venuta la febbre, sento delle vampate di calore…
-Oddio, scusa. Tu e Nathan non siete proprio in buoni rapporti, non ci ho pensato.
Non lo sto più ascoltando, perché adesso so dove ho già visto la collana. Le mani mi tremano dentro ai guanti mentre apro la cerniera della borsa ed estraggo la foto.
Io ho le guance gonfie e Giselle sta facendo la linguaccia. I capelli mossi da Hermione le ricadono disordinatamente sul viso e buona parte del mento è coperta dalla sciarpa di Grifondoro. Eppure eccola lì. La collanina argentata che spicca sulla giacca scura.
All’improvviso ho paura. La conversazione che ho origliato alla festa adesso ha senso, e mi fa paura.
Non posso ripetere a voce alta tutte le domande che mi affollano la testa. Non posso nemmeno fidarmi di lui. Non più.
-Tutto bene? –chiede Connor, ignaro di tutto.
-Sai, mi… sono ricordata di dover fare u…una commissione. Puoi lasciarmi qui, grazie mille.
All’inizio è un po’ restio, poi sembra abboccare all’amo e mi lascia scendere. Vorrei correre via, ma non ci riesco. Mantengo la calma fino a casa mia. Saluto in fretta i miei e mi chiudo in camera.
 
Quando arrivo a scuola, il giorno seguente, sembro un fantasma. Gli incubi mi hanno tenuta sveglia per gran parte della notte, costringendomi a pensare a Giselle e alla collana.
Non ascolto una parola delle prime ore di lezione, pranzo da sola e non rivolgo la parola a nessuno. Tutti capiscono che è una “giornata no” e mi stanno alla larga. È strano non avere Ed intorno, ma è meglio così. Anzi, non lo vedo nemmeno fino all’ultima ora: musica.
La Freeman sta disperatamente cercando un modo per ricevere attenzione così, da un paio di settimane a questa parte, ci fa analizzare i testi delle canzoni. A nostra scelta.
Oggi il gruppo delle romanticone ha votato per Skinny love. Vorrà dire che passerò un’altra ora a dormire nel mio angolino da parte a Vincent.
-“Quando due persone si amano ma sono troppo timide per ammetterlo, eppure dimostrano il loro amore”.
Scarabocchio il logo dei Rolling Stones su un foglio.
Uffa, non sono in grado di riprodurre delle labbra accettabili.
Poi una frase della prof mi riporta sulla Terra.
-Tu cosa ne pensi, Sheeran?
-È stupido. -la voce di Ed mi colpisce in pieno. Lascio cadere la matita.
-La timidezza non importa, se davvero due persone si amano, prima o poi il coraggio lo trovano. Sempre. -la Freeman annuisce, contenta che finalmente qualcuno abbia risposto in modo sensato. Io però mi sento ribollire. Cosa sta insinuando quella stupida testa arancione?
-Non è davvero timidezza. Ma paura. Pura e semplice paura. -mi sento borbottare. La frase mi è uscita durante un momento di silenzio. Tutti hanno recepito il messaggio. La Freeman non crede alle proprie orecchie.
-Un dibattito! Tra Sheeran e... Alianna Crawford? -la capisco. Faccio fatica a crederci anche io. -Prego, continuate.
-Paura di cosa? -sbotta Ed.
-Di rovinare tutto? Non siamo più ai tempi di Romeo e Giulietta o Dante e Beatrice, non basta vedere una persona per innamorarsene. Bisogna conoscersi. Sapere anche o difetti dell'altro. È lì che nasce la paura, quando credi di poter distruggere il rapporto che si è creato.
-Ma quel rapporto prima o poi non basterà più. Allora perché aspettare?
Non ho idea di che colore sia diventata la mia faccia. Gli altri mi guardano a bocca aperta. Non mi sentivano pronunciare frasi così lunghe da anni. La cosa più assurda è che niente di tutto questo mi interessa. Vorrei andare da lui e prenderlo a pugni, ma mi accontento di cacciare le mani nelle tasche, dove possono nuocere solo a qualche scontrino dimenticato lì dopo una gita dal panettiere.
-Ne vale la pena, invece. Non dico che sia facile. Si arriva ad un punto in cui basta vedere l'altra persona per essere felici. 
-Così non si affronta mai la propria paura. Ingiustificata, tra l'altro, se si è davvero innamorati.
-Ingiustificata? L'amore platonico non esiste. Una coppia alla Twilight è un'utopia. Nel caso non te sia accorto, le persone prima o poi se ne vanno.
Il silenzio è così assoluto che gli altri potrebbero sentire i nostri battiti cardiaci.
-Non si parla più della canzone, vero? -sibila Vince.
-Se davvero si amano, non se ne andranno. Oppure ritorneranno indietro. -dice Ed con calma.
Rispondo di getto. -Non sempre le persone se ne vanno volontariamente.
Hanno capito tutti. Lo si intuisce dalle facce. Ha capito anche la Freeman, per questo non parla.
-E allora perché non provarci? Perché non essere felice, finché puoi?
E poi quella stupida campanella suona.

Raccolgo i libri e mi precipito fuori con Vince che mi segue trottando. Prima ha accennato ad un passaggio, e visto che non ho ancora cambiato la gomma della bici ho tutta l’intenzione di approfittare. Prima però lui deve provare “un paio di pezzi – ti giuro che saranno al massimo quattro” con la band. Poco male, devo completare qualche missione di Subway Sufers.
Tuttavia Vincent non è disposto a lasciarmi in pace. Nemmeno durante il tragitto verso l’auditorium.
-Riguardo a quello che hai detto in classe: va' da Ed e bacialo. Intesi?
Arrossisco. -Ricordi la definizione di "Skinny love"? Non è possibile.
-Ok. Prendi Bridget e Tyson. Ormai sono una cosa sola, un giorno si sposeranno e avranno tanti marmocchi metallari. Fine. Lo sanno tutti. Come tutti sanno che tu e Sheeran siete... Magnetici. Hai avuto la fortuna di incontrare una persona del genere al liceo, cosa cazzo stai aspettando?
-La venuta del Messia, -sbuffo irritata. Vince sospira e mi mette una mano sulla spalla.
-Senti, fai come vuoi. Ma quello che lui ha detto prima è giustissimo.
Sentire Vincent fare discorsi del genere è destabilizzante. È il ragazzo più puttaniere della scuola!
Cerco di cambiare argomento e chiedo conferma per lo strappo a casa.
-Tranquilla, a Louise non darà fastidio. –risponde.
-E chi è Louise?
-La mia ragazza, -dichiara, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Da quando?
-La festa di Lauren Wild. Gran bella serata.
-E fino a quando? -lo prendo in giro.
-Non tantissimo. -guarda la mia espressione -un giorno anche tu ti stancherai di essere una suora di clausura.
-Probabile. E quando succederà... Saprò dove trovarti. -l'ho spiazzato.
Boccheggia per un momento. Vince non è in grado di capire l’ironia. -Scordatelo. Non sei il mio tipo. E poi... Sei Ali! Cazzo. Da non crederci. -scoppio a ridere, mentre lui indietreggia fino al palco, dove la band lo aspetta per provare il famoso "paio di pezzi".
Gioco distrattamente con il cellulare, finché la voce di Vince viene sostituita da qualcun altro.

Come and skinny love
Pour a little salt we were never here 
My, my, my, my, my, my, my, my 
Staring at the sink of blood and crushed veneer 



No. non può essere. Perchè lui? E perchè proprio oggi?
-Fantastico! –dice Marijuana-Boy –dobbiamo assolutamente cantare questa cover. Ed, continua!
La testa arancione non se lo fa ripetere due volte. Vorrei tanto tirargli una scarpa.

I tell my love to wreck it all 
Cut out all the ropes and let me fall 
My, my, my, my, my, my, my, my 
Right in the moment this order's tall 


Lo guardo.
Lui mi guarda.
Non fa nessun cenno del capo, niente.
Non ce n’è bisogno. 


HOLA!
Uffa, ero convinta che fosse passato meno tempo dallo scorso aggiornamento. Scusatemi.
Tutte quelle che avrebbero tanto voluto picchiarmi dopo lo scorso capitolo forse adesso prenderanno in considerazione l'idea di risparmiarmi. Sì, Ali (Alice, non Alianna), mi sto decisamente riferendo a te ♥
Probabilmente tutte sospettavate di Connor, ma... ve l'aspettavate? 
All'inizio pensavo che questa storia sarebbe durata una ventina di capitoli, ma adesso (visto che ho scoperto di essere già al 15esimo) credo che sarà un tantino più lunga ahaha Sì, non ho intenzione di lasciarvi in pace.
Vado a fare un po' di pianoforte, va. 
Grazie a tutti, bacioni,
Gaia

 
  
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