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Autore: Rozen Kokoro    19/09/2013    4 recensioni
«Ah, dovrei presentarmi? Non sono molto bravo, quando si tratta di parlare di me. Mi chiamo Gary Junior Ketchum e non ho altri interessi quali dormire e passare il tempo a guardare la televisione. Non ho sogni, né aspettative, né tantomeno voglia di avere un obiettivo: la mia è una vita tranquilla e non ho problemi. Ho i miei Pokémon, la mia vecchia fama, la mia famiglia, un frigo stracolmo di leccornie.
Mi piace vivere così.
Fino al fatidico giorno in cui la mia amica d’infanzia non decide di farsi rivedere, dopo ben quattro anni.
Beh, la classica storia? Fate voi, quello che posso dirvi è che ha dato una svolta alla mia vita.
Oh, come sono melodrammatico.»
[A New Generation | Copiosa(?) presenza di OC | LongFic - molto long, sul serio]
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Lucinda, Nuovo personaggio, Paul | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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1.0

«Esco di casa in boxer.»

 
Biancavilla è un paesino sperduto fra i campi della regione di Kanto. E’ conosciuta da tutti come patria della pace e come luogo perfetto per iniziare una nuova avventura. Molti allenatori erano passati per quel luogo, beandosi del profumo dei tulipani e della quiete che aleggiava fra i viali della cittadina.
Per Gary Junior, Biancavilla significava solo due cose: casa e noia. Aveva passato i suoi ultimi due anni rinchiuso dentro quel recinto di foresta e i propositi di ripartire erano andati a sotterrarsi definitivamente. Era troppo pigro, troppo stanco anche solo per pensare di rimettersi a viaggiare… Naturalmente i suoi –o sarebbe meglio dire sua madre – non erano minimamente d’accordo sulla decisione del giovane, ma insistere pareva inutile.
Si stiracchiò, grattandosi la nuca. Quel giorno faceva troppo caldo per i suoi gusti, il che non faceva che aumentare la sua voglia di non far niente.
Accese il televisore, sperando di trovare un programma decente a quell’ora e non le solite soap opera che vedeva sua madre. Iniziò a fare zapping da un canale ad un altro, quando sentì un rumore assordante provenire dall’ingresso. Alzò il volume della televisione al massimo, ma sembrava inutile.
“Mammaaaa!” Urlò, cercando di farsi udire. “Puoi spegnere questa dannatissima aspirapolvere, per favore?”
Da dietro lo stipite della porta apparve una donna dai capelli folti e color arancio. Indossava un grembiule a fantasia(con dei fiori e dei Pikachu, un regalo del marito) e teneva con la mano destra l’estremità dell’elettrodomestico. “Cosa?”
“Ho chiesto se puoi ripassare dopo, visto che voglio ascoltare la televisione e non sento niente.”
Misty rimase a guardarlo per qualche secondo, come se stesse valutando l’idea di lasciare a lui il compito di pulire. “Vabbè, vado a fare la tua camera. Ritorno subito, eh!” Concluse, dirigendosi al piano di sopra.
Il ragazzo sospirò sollevato: finalmente un po’ di pace. La sua attenzione si concentrò nuovamente al televisore, che in quel momento stava trasmettendo il TG. Gary inarcò le sopracciglia, sorpreso: di solito non trasmettevano il notiziario a quell’ora.
“Notizia dell’ultima ora! A quanto pare la Campionessa di Unima si trova sulla Navetta diretta ad Aranciopoli!” Urlò la giornalista davanti alla telecamera.
Il ragazzo alzò le spalle: sinceramente la notizia non l’aveva sconvolto più di tanto. Eppure cominciava a sentire che un briciolo di curiosità si stava man mano facendo spazio fra i suoi pensieri, costringendolo a non cambiare canale. Aveva lasciato la Lega di Sinnoh due anni prima, visto che la notorietà aveva cominciato ad annoiarlo, quindi non aveva ancora avuto l’onore di conoscere il nuovo Campione di Unima.
“Molti curiosi si stanno già radunando al porto, pronti ad accogliere la giovane allenatrice!” Continuò la giornalista, indicando una folla di fans alle proprie spalle.
“Aah, la celebrità, brutta bestia.” Commentò il ragazzo ad alta voce, scuotendo la testa. “All’inizio tutti ti amano, poi vedi come si dimenticano di te…”
“Ecco! Ecco!” Esclamò eccitata la donna in televisione. “La nave!” Si voltò per indicare l’orizzonte, dove si poteva scorgere una piccola macchia bianca. Anche Gary si sentiva leggermente nervoso, ma non ci fece caso.
La giornalista tutt’ad un tratto fu travolta da un’ondata di persone, che correvano verso il punto di attracco. Una di queste si fermò proprio davanti alla telecamera, iniziando ad urlare. “Non ci credo! Finalmente incontrerò la Campionessa!” A quella vista, le labbra di Gary si incresparono in un sorriso malinconico. Doveva ammettere che un po’ gli mancavano i suoi ammiratori. “Potrò vederla in carne ed ossa! Lei, Kokoro Sh-!” Fu come se un tifone si fosse improvvisamente fiondato nella sala.
Gary voltò lo sguardo, trovando davanti a sé la madre intenta a pulire con l’aspirapolvere. Preso dal panico, si voltò nuovamente per alzare il volume, ma sembrava completamente inutile. Si girò furibondo verso la madre. “Mamma, dannazione!”
Misty si accigliò. “Gary Junior Ketchum, ora basta. Stai sempre davanti alla tivù!” Si diresse verso la presa della corrente e la staccò. La televisione si spense.
“Invece di stare a fare la pianta grassa, alzati e aiutami a pulire! Lasci sempre tutto in giro! Aah, se non ci fossi io in questa casa…” Borbottò.
“Ma era importante!”Le urlò, additando lo schermo. Oh, eccome se era importante! L’arrivo della madre non gli aveva lasciato il tempo di ragionare, ma in quell’istante ripensò alle parole dell’uomo. La Campionessa Kokoro. Non aveva fatto in tempo a sentire il suo cognome, ma poteva scommetterci tutti i suoi Pokémon che era quella Kokoro.
“Per te è sempre import-… ehi! Dove stai andando?!” Ma Gary si era già fiondato su per le scale. Passando per il corridoio incrociò suo padre, che stava beatamente gustando un pezzo di torta.
“Oi! Dove vai così di fretta?” Domandò, sorridendo al figlio.
“A prepararmi!” Esclamò, prima sbattere la porta della sua camera. Osservò il suo Raichu rannicchiato fra le lenzuola del suo letto sfatto, probabilmente addormentato. Si chinò su di lui, svegliandolo con un po’ di impazienza.“Su, amico, che ce ne andiamo.”
Il Pokémon continuò a fissarlo stralunato, un po’ per il sonno, un po’ per la sorpresa di trovare Gary intento a sistemare i suoi vestiti dentro la sua vecchia borsa da viaggio. Era strano vedere il suo Allenatore così carico, così pieno di uno strano entusiasmo che era riuscito persino a farlo smuovere da quel dannato divano.
A quanto pare l’idea di poter rivedere la sua amica d’infanzia aveva riacceso in lui una voglia sfrenata di ripartire, di iniziare una nuova avventura. Gary aveva già intrapreso un viaggio, quando era ancora un bambino: la sua avventura per Sinnoh l’aveva completamente cambiato, gli aveva fatto scoprire un mondo del tutto nuovo. Inoltre, l'aveva vissuta in compagnia della sua migliore amica: insieme formavano un duo formidabile ed erano arrivati davvero lontano.
La ricordava sempre come una ragazzina allegra e vivace, con i suoi modi infantili e con il suo fidatissimo Piplup che teneva sempre in grembo. Il suo unico senso di colpa fu quello di vederla perdere, alla Lega di Sinnoh, mentre lui aveva raggiunto la vetta lasciandola indietro. Si era sempre chiesto se la partenza di Kokoro, a tredici anni, fosse stata a causa sua: quel pensiero lo struggeva da tempo.
Scacciò via quel senso di colpa, prese le sue Pokéball e uscì dalla stanza, seguito dal suo fidato Raichu.
Arrivato in sala trovò entrambi i genitori ad aspettarlo. Il padre sembrava abbastanza perplesso, la madre invece… “Cosa intendi fare tu?! Dove credi di andare così improvvisamente?”
“Vado ad Aranciopoli. Ora scusate ma faccio tardi. Tornerò presto. Bye bye!” Passando diede un Cinque!  al padre e un bacio sulla guancia di Misty.
“Ash, digli qualcosa!” Lo implorò la moglie.
“Ehm… buona fortuna, figliolo!” Salutò l’uomo, mentre lo vedeva allontanarsi.
Gary non si era mai sentito più eccitato in vita sua, camminava allegramente fra le strade del paesino, catturando gli sguardi di tutti. Era fiero, orgoglioso, si sentiva come il re del mondo.
Poi, tutt’ad un tratto, notò che molte ragazze lo fissavano, arrossendo e ridacchiando. Beh, di solito non faceva quell’effetto… Perché mi fissano così?, pensò.
Poi da in fondo alla strada sentì le urla della madre raggiungere le sue orecchie. Gary si fermò di colpo, già pregustando la ramanzina.
“STUPIDO! MA NON VEDI CHE SEI USCITO IN MUTANDE?!” Urlò la madre, fumando di rabbia.
“… Ops.” Concluse il ragazzo, prima di fuggire a casa per rivestirsi.
Iniziamo bene…
 
 
Quel giorno il Centro Pokémon di Smeraldopoli era più affollato del solito. A Daisy la cosa infastidiva parecchio, visto che il suo unico intento era quello di lasciare in estrema tranquillità i suoi Pokémon nelle cure dell’Infermiera Joy.
Sgomitò in mezzo alla folla per arrivare al bancone, mentre tutti la pressavano da una parte e dall’altra. A stento, riuscì ad arrivare alla sua meta, con le guance più rosse del solito e i capelli ribelli ancor più spettinati.
“Ma che cavolo! Ma che ha tutta questa gente?!” Esclamò, cominciando ad estrarre le Pokéball dalla sua tasca. Solo in un secondo momento notò che l’attenzione dell’Infermiera era rivolta verso lo schermo, così come per tutto il resto della folla.
Decise anche lei di osservare il telegiornale che stavano trasmettendo in quel momento.
“… Tutti si stanno affollando intorno alla Campionessa Kokoro Shinji…!” Urlò la giornalista.
Daisy trasalì. Aveva detto Kokoro Shinji? Non pensava che quella piccoletta fosse arrivata così lontano. Persino più lontano di lei!
Ormai si era quasi dimenticata dell’esistenza di Kokoro, quella bambina rompiscatole che ogni tanto la sfidava a combattere e che spesso perdeva.
Al pensiero dei vecchi tempi ghignò, rimettendo in tasca le sue Pokèball. “Bene, bene… e così la Mocciosetta si fa rivedere, eh?”
Sgomitò nuovamente per uscire dal Centro Pokémon. “Vedrai che ti supererò anche questa volta, stanne certa.” E si allontanò fra le stradine della città, mentre i suoi capelli danzavano come il fuoco mossi dal vento.
 
 
A Gary non piaceva viaggiare in groppa al suo Fearow. Prima di tutto rischiava di stancarlo, poi non amava le grandi altezze. Ma non aveva altra scelta, visto che doveva arrivare ad Aranciopoli nel minor tempo possibile.
Si aggrappò saldamente al suo Pokémon, continuando a ripetere nella sua testa Non guardare in basso, non guardare in basso…
Ma più ci pensava, più abbassava la testa per osservare sotto di lui.
Vuoto.
Impallidì, stringendo ancora di più le piume del suo Pokémon. Questo cominciava a dare segni di stanchezza nel frattempo.
“Fearow, fammi scendere! Adesso!” Urlò. Era nel più completo panico, tanto che anche il volatile cominciò a sbandare e a perdere il controllo.
L’atterraggio non fu dei migliori. Entrambi finirono in mezzo a dei rovi, uno esausto, l’altro pieno di graffi e con il volto che aveva assunto uno strano colorito verdognolo.
Cercò di reprimere i conati di vomito. “Fe-Fearow, ritorna-!” Si premette una mano sulla bocca.
Non appena la nausea gli fu passata, uscì dal cespuglio, guardandosi intorno. Per sua gioia era a pochi passi dalla città, così cominciò a correre verso il porto.
Non faceva neanche caso ai graffi che aveva sulle guance, o alla caviglia dolorante, e neppure ai capelli rossastri pieni di foglie e rami: non doveva permettersi di arrivare tardi.
E mentre svoltava verso una stradina secondaria – una piccola scorciatoia, scoperta da lui molti anni prima– andò ad urtare contro qualcuno, finendo violentemente a terra.
“Ahia!” Si massaggiò il fondoschiena. “Accidenti…-“ Alzò lo sguardo e vide una ragazza a terra a pochi passi da lui.
“Ah! Oddio, mi dispiace.” Scattò nella sua direzione, afferrandole la spalla. La ragazza non disse nulla, limitandosi a riprendere fiato. Il suo viso era coperto da due folte ciocche color viola.
Gary, un po’ amareggiato di non aver ricevuto risposta, l’aiutò a rialzarsi, ma la mano di lei lo allontanò. “Non ho bisogno del tuo aiuto, faccio da sola.” E alzò lo sguardo, inarcando le sue folte sopracciglia.
Gary trasalì. Aveva già visto quell’espressione accigliata e quegli occhi blu scuro. Si avvicinò lentamente al suo viso, iniziando a studiarla. La ragazza indietreggiò, assumendo un’espressione sorpresa e confusa.
“Gary… come…?”
Il sorriso di Gary fu più smagliante del sole. “E’ stato facile trovarti, alla fine, Kokoro!”
 




N.A: Azitutto vorrei specificare una cosa MOLTO importante: Kokoro non è un mio OC. E allora perché l'ho chiamata così? Ora vi racconto la nascita del mio nome(lo so che non ve ne frega niente, ma mi va): molto tempo fa lessi una FanFiction in inglese, in cui c'erano i miei tesori(?) insieme alla loro bambina, Kokoro. Quando sono venuta a iscrivermi qui, mi sono detta "E adesso come mi chiamo?", mi è ritornata in mente quella Fic ed eccomi qui, ormai questo nome è il mio marchio(un altro po' e anche i prof mi chiamano così).
Quindi, è una cosa mia. Giusto per ricordare i vecchi tempi, mi basta che sappiate che quella Kokoro non sono io u__u
Bene, anzitutto ringrazio la mia amatissima Amy per avermi aiutato nella correzione degli errori, come faccio senza di lei? <3
FINALMENTE VI HO PRESENTATO GARY. Gary Junior, sì. Prendetevela con Nico, ha scelto lei il nome. Beh, è tutto il padre, povera Misty. Ma io li amo perché sono così, né più né meno.
Pubblicherò a breve il secondo capitolo, sperando che la scuola me lo permetta. Ma chissene
Ringrazio ancora tutti quelli che hanno deciso di seguire questa storia :3
Al prossimo capitolo!
   
 
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