Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: mamihonda    20/09/2013    2 recensioni
Ma no, Dean non avrebbe pianto di nuovo, non avrebbe mormorato parole al nulla. Non quando le sue preghiere non sarebbero state udite.
Non quando lui non avrebbe ascoltato.

{Post Season gr8 – Happy Destiel Day!}
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fandom: Supernatural
Pairing: Destiel.
Rating: G
Chapters: 1/1 – One Shot.
Beta: Shichiyoo
Genere: One Shot.
Warning: slash, what if?
Words: 861
SummaryMa no, Dean non avrebbe pianto di nuovo, non avrebbe mormorato parole al nulla. Non quando le sue preghiere non sarebbero state udite. 
Non quando lui non avrebbe ascoltato.

{Post Season gr8 – Happy Destiel Day!}
Note: Scritta per il DestielDay, pubblicata per il rotto della cuffia. Vuole solo essere un momento un po' strappalacrime e su cui ho ricamato moltissimo nel corso di questi mesi. Poi oh, il promo che è uscito di 5 minuti non ha fatto altro che alimentare i miei film mentali. Quindi niente, prendetela come viene e ringraziate anche la mia preziosa beta, se non ci sono strafalcioni vari. Besos! (L) 

 

Heart beats fast
I've died everyday waitin' for you.


 

 

Quando Dean ignorò lo squillare insistente del telefono, fu solo perché la propria mente era ottenebrata da pensieri fin troppo torbidi – come quegli occhi verdi che un tempo riflettevano una limpida rugiada anche nella sofferenza più vivida.
Il bunker era fin troppo silenzioso, con Sam in ospedale affidato alle mani di Dio, con gli angeli caduti – con l'angelo caduto, il suo – e con Crowley semi-umano ancora tenuto chiuso da qualche parte.

Dean Winchester non piangeva più.
Dean Winchester non piangeva da quando aveva compreso che era tutto inutile.
Non piangeva più, ma dannazione, le lacrime stavano lottando fino allo stremo delle forze per lasciarsi cadere. Cadere come le piume che aveva visto, infuocate e avvolte in una spira di fiamme che la caduta degli angeli – ormai settimane prima – aveva causato.
Quando si decise a sbattere un paio di volte le palpebre, palese fu la patina traslucida negli occhi. Ma no, Dean non avrebbe pianto di nuovo, non avrebbe mormorato parole al nulla. Non quando le sue preghiere non sarebbero state udite. Non quando lui non avrebbe ascoltato.

Quando Dean ignorò lo squillare insistente del telefono, lo fece solo perché Sam non avrebbe chiamato dal letto in cui era steso. E lui, dal telefono personale – non da quello dell'agente Young, né da quello dell'agente Perry, né da quello di chiunque altro –, non avrebbe mai aspettato nessuna chiamata.
Si ridestò solo dopo pochi attimi, seduto a capo del tavolo in legno massiccio. Afferrò il telefono con la mano libera, l'altra era impegnata a tenere una birra ormai vuota, e rispose senza neanche guardare il display.

Dean,” una voce urgente, fragile nonostante la mascolinità del timbro. La voce di chi cade a pezzi.
“… C-Castiel? Cas?” la voce gli venne fuori più roca del solito, un equivocabile segno di quanto poco la stesse usando ultimamente.
Dall'altro capo erano distinguibili i rumori tipici di una strada, i clacson, le gomme sull'asfalto. Le persone.

“Cas, amico, dove sei?” ritentò Dean alzandosi dalla sedia, abbandonando la presa sulla birra ed arpionando il bordo del tavolo con la mano libera.

Mi sono perso, Dean” la voce lontana di Castiel, come quella di un bambino persosi durante il tragitto verso casa, fece breccia all'orecchio del cacciatore. E qualcosa, giurò, nel suo petto si smosse.
Intensificò la presa sul bordo di quel tavolo stramaledettamente grande per un uomo solo. “Come hai fatto ad avere un nuovo cellulare? E il mio numero?” chiese urgentemente, ancora frastornato e non del tutto lucido.
La voce dall'altro capo del telefono divenne solenne, come se lo stesso ex angelo si fosse dimenticato di tutto il resto. Contava solo rispondere a Dean. “Non ho mai perso niente di ciò che mi hai dato. Non l'avrei usato, ma tu avevi detto che in caso di necessità avrei dovuto chiamarti, e così ho fatto.”

“Calmati, dimmi cosa vedi–” aprì la bocca per respirare, gli occhi che correvano sul bunker senza neanche vederlo. Troppe cose tutte insieme, e mai in vita sua fu più sollevato di aver detto quella frase all'angelo, la prima volta che gli procurò un telefono.
Sentì il rimbombo della cassa toracica direttamente in gola, e improvvisamente Dean dovette aggrapparsi con gli occhi a qualcosa. “Diavolo, Cas– Quando abbiamo visto quegli angeli cadere, alla chiesa…” quando ho visto quegli angeli cadere ho sperato che fossi uno di quelli più vicini a me, pensò, non concedendosi né il lusso di parlare in prima persona, né quello di terminare una frase di senso compiuto. Sarebbe stato troppo poco da Winchester.

Mi dispiace Dean.” la voce di Cas uscì meno flebile e più chiara, sovrastando il rumore di vita che si propagava assieme alle sue parole. “Ho davvero pensato di porre fine a tutto questo. Non era mia intenz–”

“Lo so, Cas, lo so. Fidati, lo so.“ forse con fin troppa urgenza, ma Dean interruppe quelli che dovevano e volevano essere i rimorsi dell'ex angelo. Tuttavia non riuscì a far dissipare dal suo volto quella maschera di dolore. “Cas. Devi dirmi dove sei, amico, e ti raggiungo.”
Dean udì la propria voce venir fuori con un'urgenza tale che, per un attimo, sperò solo di poter rassicurare l'altro. Vi fu una pausa di qualche secondo, in cui le macchine e i loro stridii vennero attutiti da quelli che sembravano essere i passi di Castiel. Dean pensò che probabilmente si stesse allontanando dal caos delle strade.

Ricordi cosa ti dissi cinque anni fa, Dean?”
Il cacciatore non riuscì a reprimere un brivido a quelle parole, a quel nome pronunciato dalla stessa voce che tante, troppe volte, non fece altro che popolare la propria mente. “Di cosa stai parlando?”
Cinque anni fa ti ho salvato dalla perdizione.” la voce più grave, bassa. Cas, – pensò Dean – forse è la volta buona che finalmente comprendi cosa sia la discrezione.
La bocca improvvisamente riarsa gli fece perdere più tempo, prima di rispondere. Si schiarì la gola. “Lo ricordo.” ingoiò parole che non ebbe nemmeno il coraggio di pensare.

Credo che sia io, ora, ad avere bisogno di essere salvato.”

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: mamihonda