Note di inizio storia:
Questa è la mia prima storia in
questo fandom e anche la prima che pubblico dopo aver
ripulito il mio account.
Come già sottolineato
nell’introduzione, questa fic è una G27! coppia che
io amo e di cui trovo fan fiction solo in inglese.
Non so come sia possibile che
su questo sito non ci sia neanche una G27 … forse sono solo io che shippo coppie non popolari oppure nel fandom
italiano questi due piacciono solo a me ù__ù’’’
Comunque, io mi butto! Chissà,
magari piacerà a qualcuno.
La presenza di "Incest" nelle avvertenze l'ho messa semplicemente perchè nel manga (come sapete) Giotto sarebbe l'antenato di Tsuna.
Anche se alla lontana (molto lontana) sono imparentati quindi l'ho messo comunque (pura paranoia) In questa storia tuttavia non sono ne fratelli ne cugini (vengono da genitori diversi, niente legami di sangue qui).
Come avrete probabilmente
capito già dal titolo e dall’introduzione, questa è una AU una Pirate!AU a essere precisi. Ho buttato i personaggi di KHR
in un immaginario universo piratesco (le fiamme del coraggio di morire ci sono
ancora) e ho creato una trama di base che verrà svelata durante il corso della
storia.
Se riuscirò a catturare il
vostro interesse, spero mi lascerete un commentuccio
per farmelo sapere.
(La storia non è scritta a scopo di lucro ma unicamente per puro divertimento.)
Grazie e buona lettura!
(vi
prego di ignorare la mancanza di originalità sia del titolo della storia che del
capitolo -____- forse un giorno troverò qualcosa di meglio e li cambierò )
1
Inizio
…………………………………………………………………………
C’erano tanti motivi per cui sarebbe stato meglio rimanere a letto
quel giorno.
Che fosse per poter continuare
a rotolarsi sotto le coperte leggere, oppure unicamente per continuare a bearsi
del calore di quel pallido raggio di sole primaverile che entrava dalla
finestra; Tsunayoshi Sawada non aveva la minima intenzione di alzarsi dal suo
giaciglio morbido ed accogliente. Non oggi.
Soprattutto se pensava a quello
che lo aspettava fra poche ore.
E poi c’era quel ..
«Tsuna! Tsuna! Alzati pigrone,
lo so che sei sveglio!» la voce carica di rimprovero di Lady Sawada arrivò
precisa e forte alle orecchie del giovane ventenne che in risposta si era
chiuso a riccio stringendo le coperte come se abbandonarle potesse portare alla
morte.
Solo il fatto che sua madre
fosse venuta di persona a svegliarlo invece di lasciar fare ad una cameriera,
era sufficiente per rendere l’idea di quanto fosse speciale quel giorno.
Per lei, era un gran
avvenimento. Per Tsuna, sarebbe stato un inferno.
Trovare moglie ... volevano
seriamente che lui, nell’arco di ventiquattro ore, scegliesse con chi passare
il resto dei suoi giorni.
Era una cosa da pazzi. Da nobili.
E purtroppo lo era anche la sua
famiglia.
« Qualcuno mi salvi … »
piagnucolò da sotto le coperte il giovane dagli spettinati capelli castani.
“Non
voglio sposarmi, non voglio sposarmi, non voglio sposarmi!”
continuava a ripetersi in un angolino della sua mente mentre la madre
spalancava le porte dell’armadio tirando fuori il completo elegante che gli
aveva fatto fare dal miglior sarto della città proprio per quell’occasione.
Tirando fuori la testa dalle
coperte, lanciò uno sguardo truce all’indumento.
Odiava quel pezzo di stoffa e
ciò che rappresentava.
« Alzatiiii
~» cantilenò sua madre incitandolo nuovamente a sollevarsi dal materasso.
Con uno sbuffo, Tsuna si
rassegnò al suo grigio destino e si mise a sedere lasciando ricadere le coperte
sul letto.
Si stiracchiò pigramente
passandosi una mano fra i capelli, prima di sfiorare con le dita della mano il
ciondolo che gli pendeva dal collo.
Era fatto intermente di uno
particolare minerale arancione di cui non conosceva il nome e per qualche
strano motivo ogni volta che lo toccava era sempre tiepido. Come se fosse vivo.
L’aveva sempre adorato per
questa sua stranezza. Era un cristallo bizzarro. Diverso dagli altri, unico nel
suo genere, anormale.
Proprio come lui.
Dal giorno in cui suo nonno,
Timoteo, glielo aveva regalato, non se lo era tolto di dosso neanche un secondo
proprio come lui gli aveva chiesto di fare.
C’era solo un piccolo problema,
una pecca di cui si era reso conto solo dopo essere arrivato ad una certa età.
Qualcosa che lo aveva obbligato ad indossarlo nascondendolo sotto i vestiti per
l’imbarazzo.
Era … un ciuccio.
Per quanto fosse bello, quel
pendente aveva la forma di un maledetto ciucciotto!
Uno di quelli che di solito si vedono in bocca ai bambini e non appesi al collo
di un giovane Lord di vent’anni!
« Tsuna mi stai ascoltando?!»
« Come ..?!» biascicò il
ragazzo puntando le iridi nocciola su quelle identiche della madre.
Nana sospirò piegando le spalle
afflitta.
« Ti ho detto di andare a farti
il bagno e poi di fare colazione » ripeté la donna indicando un vassoio
abbandonato sul comodino vicino al letto.
Ecco da dove arrivava quel buon
profumino.
Senza farselo ripetere due
volte, Tsuna si alzò dal letto fino ad arrivare al bagno, ma non senza inciampare prima nella
sedia della scrivania e in seguito rischiare di baciare il pavimento dopo
essere scivolato su non si sa cosa.
Nana sospirò guardando il tutto
sconsolata.
Il suo adorato Tsuna era un bel
ragazzo, gentile e più affidabile ed in gamba di quanto sembrasse, Reborn aveva
fatto un bel lavoro con lui, ma quell’innata imbranataggine … nemmeno uno come lui era riuscito a sradicarla del
tutto.
Sperò solo che tutto sarebbe
filato liscio durante la festa.
Era sicura che Tsuna avrebbe
trovato una ragazza di suo gradimento (era convinta che Miss Kyoko l’avrebbe
conquistato subito, somigliava molto a lei) e se tutto andava bene, in poco
tempo avrebbe avuto dei bei nipotini da coccolare.
Non aveva idea che quella
giornata sarebbe finita in un modo molto diverso da ciò che aveva programmato.
***
“C’è
qualcosa che non va”pensò Tsuna mentre osservava il paesaggio scorrere fuori dal
finestrino della carrozza.
Aveva questo strano ronzio
nelle orecchie accompagnato da un fastidioso dolore sordo alla base della nuca.
Era come se nel suo cervello
stessero suonando campanelle d’allarme che lo avvertivano di un imminente
pericolo in arrivo.
«Sei agitato?» chiese sua madre
guardandolo con un sorrisino complice.
“Non
per il motivo che credi tu …”brontolò mentalmente.
Voleva bene a sua madre,
l’amava davvero ma … non poteva dire che fosse particolarmente brava a capire
cosa gli passava per la testa. Era sempre stata una donna dolce e solare, un
po’stramba alle volte, ma anche piuttosto … ignara
.. di ciò che pensava davvero.
O forse, faceva solo finta di
non sapere.
«No … tutto bene … ahaha»
ridacchiò nervosamente allentando leggermente il nodo del foulard bianco che
gli circondava il collo. Improvvisamente quel pezzo di stoffa sembrava
terribilmente stretto, soffocante.
Proprio come quella situazione.
La carrozza si fermò e Tsuna
ebbe un tremito.
Erano arrivati.
Guardò fuori dalla finestrella
e vide la sagoma della Golden Queen,
la nave su cui avrebbe incontrato un numero imprecisato di donne in età da
marito e probabilmente anche i loro genitori.
Una volta entrato in quella
sala la sua vita sarebbe cambiata per sempre.
Scendendo, il brutto
presentimento che lo aveva accompagnato per tutto il viaggio si amplificò e un
orrida sensazione di condanna lo schiacciò.
Non ci voleva entrare lì
dentro.
Anzi, non ci doveva entrare.
Però ….
«Tranquillo,
andrà tutto bene» cercò di rassicurarlo sua madre con un sorriso smagliante.
Vedendo quanto tutta quella
situazione la rendeva felice, Tsuna non potè fare a meno che sorridere di
rimando meglio che poteva.
Per questa volta, solo questa,avrebbe ignorato il suo
intuito. Se salire a bordo di quella dannata nave era sufficiente per far
restare quel sorriso sul viso di sua madre, allora lo avrebbe fatto.
***
«Non vi sentite bene signor
Sawada? » due occhi color miele lo fissavano preoccupati ma Tsuna sorrise come
se niente fosse. Poco importava se il colorito pallido diceva chiaramente che
no, non stava bene, per niente.
« Non si preoccupi Miss Kyoko,
è solo un po’ di mal di mare» la rassicurò mantenendo intatto il sorriso.
Non doveva lasciar intravedere
la sua preoccupazione.
Per un attimo gli parve di vedere le guancie di Miss Kyoko colorarsi
leggermente di rosso prima che ella nascondesse parte del viso aprendo il
ventaglio di pizzo che si era rigirata fra le mani per tutta la durata
dell’incontro.
Purtroppo, per quanto ci
provasse, non era riuscito a seguire completamente la conversazione che avevano
tirato in piedi pochi minuti prima ma ricordava abbastanza da poter tirare
fuori entrambi da quell’imbarazzante silenzio in cui erano caduti.
«Quindi, avete un fratello dico
bene?» il viso della giovane scattò in alto e con rinnovata tranquillità si
mise a parlare del sue estremo
fratello maggiore.
Mentre la ascoltava parlare,
Tsuna decise di cercare di concentrarsi il più possibile su di lei. Forse così
sarebbe riuscito a distrarsi da quel maledetto ronzio che gli torturava il
cervello.
I lunghi capelli di un biondo
aranciato, legati stretti sulla nuca, incorniciavano un viso ovale di un rosa
pallido su cui risaltavano le labbra rosate. Gli occhi grandi color miele parlavano di dolcezza e
gentilezza.
Si … sarebbe stata una buona
moglie.
Pensandoci su, non gli sarebbe
dispiaciuto passare il resto dei suoi giorni con una donna del genere.
Eppure mancava qualcosa.
Era bella, sembrava anche
intelligente … ma non accendeva nulla in lui a parte un senso di tenero affetto.
Qualcosa che avrebbe sentito
nei confronti di una amica o una sorella.
Continuò ad ascoltarla parlare
facendo qualche domanda di tanto in tanto o annuendo con la testa per incitarla
ad andare avanti. Molto presto avrebbe dovuto abbandonarla per prestare
attenzione anche alle altre giovani che si erano presentate nonostante non ne
avesse la minima voglia.
Sarebbe stato scorretto
concentrarsi solo su Kyoko (la prima che aveva avvicinato sotto consiglio di
sua madre) e non rivolgere la parola anche al resto delle invitate.
C’era una brunetta poco lontano
che sembrava particolarmente impaziente. Se ricordava bene quando era entrata
l’avevano presentata come Miss Miura Haru.
Fece per congedarsi da Miss
Kyoko ma una fitta particolarmente forte alla testa glielo impedì.
Prima ancora che la ragazza
potesse chiedergli qualcosa, le saltò
addosso portandosela per terra assieme a lui.
« Giù!» Nello stesso istante in cui i loro corpi toccarono il
pavimento in legno, le vetrate della nave vennero sfondate e una coltre di
nebbia invase la stanza impedendo a chiunque di vedere a più di due centimetri
del loro naso.
« State bene?» chiese Tsuna
guardando la ragazza accanto a lui. La nebbia era talmente fitta che la vedeva
a malapena nonostante fossero così vicini.
« S-si
sto bene … » mormorò Kyoko girando il viso verso di lui con gli occhi ridotti a
due fessure nel tentativo di riuscire a metterlo a fuoco attraverso quella …
quella cosa che sicuramente non era semplice
nebbia.
Qualcosa gli diceva che quella
era un illusione e anche piuttosto potente.
Una familiare fitta alla base
della nuca lo fece girare verso la sua sinistra, la testa gli girava e per un secondo gli parve che la nebbia in quel momento fosse molto meno fitta di
prima e riuscì a intravedere una sagoma scura accompagnata da un flebile
bagliore arancione che veniva nella loro direzione.
Chiunque fosse, non sembrava
aver alcun problema a vedere in quella foschia.
D’istinto si posizionò in modo
che coprisse la figura della giovane rannicchiata accanto a lui.
« Lord Sawa-AH!»
Kyoko urlò e Tsuna si girò immediatamente verso di lei, giusto in tempo per
vedere delle braccia che la afferravano trascinandola via.
« Miss Kyo
- » prima ancora che riuscisse a terminare il richiamo, qualcosa lo afferrò da
dietro scaraventa dolo a terra.
“ Ahio! Chi diavolo …?!” chiunque fosse il suo
assalitore, non aveva perso tempo e in
pochi attimi lo aveva immobilizzato sul pavimento, le mani intrappolate dietro
la schiena in una morsa ferrea mente lo teneva schiacciato con il suo peso.
Lo sapeva che sarebbe finita male. Perché non era saltato giù
dalla carrozza prima che arrivassero al molo?! Qualche osso rotto era meglio di
quella situazione.
«Principino, tu vieni con me ».
Nonostante la scomoda posizione, Tsuna riuscì ad alzare il viso
quel tanto che bastava per vedere quel poco del volto del suo assalitore che la
nebbia li permetteva di vedere. Due occhi ambra leggermente nascosti da lunghi
ciuffi biondi si scontrarono con i suoi e un veloce brivido che non seppe
spiegare gli percorse la schiena.
Poteva andare peggio quella giornata?
Con sua enorme sorpresa, l’uomo sconosciuto abbandonò la presa
sulle sua mani (non ne era sicuro ma aveva il presentimento che fosse solo
qualche anno più vecchio di lui) ma scoprì che non poteva muoverle comunque.
Qualcosa di freddo e pungente le teneva legate e per un attimo ebbe la
sensazione di avere le mani chiuse in un blocco di ghiaccio.
L’uomo, che fino a quel momento era rimasto seduto sul suo fondoschiena, si alzò
per poterlo girare a pancia in su e Tsuna ne approfittò per cercare di tirargli
una ginocchiata dritto in quel posto dove il sole non batte ma sfortunatamente
il colpo venne bloccato prima di raggiungere la sua destinazione.
Nonostante il caos di voci urlanti e arredamento che veniva
distrutto nell’agitazione generale, Tsuna potè sentir chiaramente il suo
assalitore ridacchiare sopra di lui.
Lanciò un occhiata velenosa alla sagoma mezza nascosta dalla
nebbia e l’unica risposta che gli diede lo sconosciuto fu un sorrisetto
divertito prima che una mano calda e guantata si infilasse silenziosa sotto la
sua camicia (quando gliel’aveva sfilata
dai pantaloni?!).
Tsuna arrossì, assumendo una tonalità simile a quella di un geranio
in piena fioritura.
C-cosa stava
facendo quel … era finito fra le grinfie di una specie di maniaco?!
L' arto si fermò appena
incontrò la superficie liscia del ciondolo regalatogli da suo nonno e
Tsuna si irrigidì.
La mano afferrò il pendente e quando l’uomo strattonò il braccio
verso l’alto, i bottoni della camicia saltarono, lasciando libera la mano
precedentemente intrappolata sotto la stoffa e il ciucciotto arancione che
stringeva fra le dita, ora in piena
vista.
No. Se
era quello che voleva, non l’avrebbe mai
avuto. Mai.
« Lascialo » mormorò, sembrava più un ordine che una richiesta.
L’uomo sollevò gli occhi su
di lui ma non lasciò la presa.
« LASCIALO!»
Non capì bene cosa successe dopo aver strillato a pieni polmoni
contro il biondo sconosciuto, sapeva solo che una luce arancione aveva invaso
il suo campo visivo, ma aveva anche sentito
la superficie liscia del ciuccio toccare di colpo la pelle del torace.
L’aveva lasciato andare.
Il suo ciondolo non era più fra le mani di quel … maniaco sessuale, e questa era l’unica
cosa che gli importava. Poi tutto divenne buio.
[Continua
…]
♦ Angolo di _Bucaneve_ :
Ebbene, questo era il primo capitolo
cari lettori! Spero vi sia piaciuto e di non aver fatto troppi errori grammaticali,
di ortografia ecc…
Qualche piccola informazione sulla
storia:
Come avete già letto nel
capitolo, Tsuna qui ha vent’anni ha
passato anni con Reborn come tutor ( il
motivo per cui non ha usato la fiamma del coraggio di morire verrà spiegato in
seguito) quindi il suo carattere è più simile allo Tsuna di dieci anni nel
futuro del manga (TYL Tsuna) è meno imbranato e più sicuro di se (ma un po’ della
sua adorabile imbranataggine è rimasta e la vedrete (Inoltre, Si. Il ciondolo è il ciucciotto del cielo.) xD )
In quanto a Giotto, il suo
carattere sarà un po’ OOC specialmente nei primi capitoli in cui lui e Tsuna
non si conoscono ma in futuro verrà fuori anche il suo lato più gentile (diciamo
che l’avvertenza OOC è dettata un po’ dalla paranoia. Non si sa molto del suo
carattere quindi molti atteggiamenti o stravaganze saranno frutto di una mia
interpretazione del personaggio. Stessa cosa vale per G, Asari
ecc … ) .
Questo è quanto gente! Fatemi
sapere che ne pensate che ci tengo :3
E ricordate : più commenti
= più motivazione a scrivere.
Al
prossimo capitolo,
_Bucaneve_