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Autore: _Bucaneve_    20/09/2013    1 recensioni
Tsunayoshi Sawada a quella festa non ci voleva andare.
Non desiderava andarci da quando gli era stato detto che doveva partecipare. Aveva avuto una brutta sensazione dall'attimo in cui era salito su quella carrozza. Ma nonostante avesse ormai imparato che quando il suo intuito gli diceva di non fare qualcosa era cosa buona e giusta ascoltarlo, lui, stupidamente, lo aveva ignorato e adesso si trovava immischiato in una situazione più grande di lui. Poco importava se il suo "status"(di cui era ignaro fino a poco tempo prima) ce lo avrebbe buttato in mezzo comunque.
- Dal capitolo 1:
Lo sapeva che sarebbe finita male. Perché non era saltato giù dalla carrozza prima che arrivassero al molo?! Qualche osso rotto era meglio di quella situazione.
«Principino, tu vieni con me ».
Nonostante la scomoda posizione, Tsuna riuscì ad alzare il viso quel tanto che bastava per vedere quel poco del volto del suo assalitore che la nebbia gli permetteva di vedere. Due occhi ambra leggermente nascosti da lunghi ciuffi biondi si scontrarono con i suoi e un veloce brivido che non seppe spiegare gli percorse la schiena. Poteva andare peggio quella giornata?

[G27]
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Giotto, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Note di inizio storia:

Questa è la mia prima storia in questo fandom e anche la prima che pubblico dopo aver ripulito il mio account.

Come già sottolineato nell’introduzione, questa fic è una G27! coppia che io amo e di cui trovo fan fiction solo in inglese.

Non so come sia possibile che su questo sito non ci sia neanche una G27 … forse sono solo io che shippo coppie non popolari oppure nel fandom italiano questi due piacciono solo a me ù__ù’’’

Comunque, io mi butto! Chissà, magari piacerà a qualcuno. La presenza di "Incest" nelle avvertenze l'ho messa semplicemente perchè nel manga (come sapete) Giotto sarebbe l'antenato di Tsuna. Anche se alla lontana (molto lontana) sono imparentati quindi l'ho messo comunque (pura paranoia) In questa storia tuttavia non sono ne fratelli ne cugini (vengono da genitori diversi, niente legami di sangue qui).

Come avrete probabilmente capito già dal titolo e dall’introduzione, questa è una AU una Pirate!AU a essere precisi. Ho buttato i personaggi di KHR in un immaginario universo piratesco (le fiamme del coraggio di morire ci sono ancora) e ho creato una trama di base che verrà svelata durante il corso della storia.

 

Se riuscirò a catturare il vostro interesse, spero mi lascerete un commentuccio per farmelo sapere.

 

(La storia non è scritta a scopo di lucro ma unicamente per puro divertimento.)
Grazie e buona lettura!

 

(vi prego di ignorare la mancanza di originalità sia del titolo della storia che del capitolo -____- forse un giorno troverò qualcosa di meglio e li cambierò )

 

 

1

 

Inizio  

 

…………………………………………………………………………

 

C’erano tanti motivi per cui sarebbe stato meglio rimanere a letto quel giorno.

Che fosse per poter continuare a rotolarsi sotto le coperte leggere, oppure unicamente per continuare a bearsi del calore di quel pallido raggio di sole primaverile che entrava dalla finestra; Tsunayoshi Sawada non aveva la minima intenzione di alzarsi dal suo giaciglio morbido ed accogliente. Non oggi.

Soprattutto se pensava a quello che lo aspettava fra poche ore.

E poi c’era quel ..

«Tsuna! Tsuna! Alzati pigrone, lo so che sei sveglio!» la voce carica di rimprovero di Lady Sawada arrivò precisa e forte alle orecchie del giovane ventenne che in risposta si era chiuso a riccio stringendo le coperte come se abbandonarle potesse portare alla morte.

Solo il fatto che sua madre fosse venuta di persona a svegliarlo invece di lasciar fare ad una cameriera, era sufficiente per rendere l’idea di quanto fosse speciale quel giorno.

Per lei, era un gran avvenimento. Per Tsuna, sarebbe stato un inferno.

Trovare moglie ... volevano seriamente che lui, nell’arco di ventiquattro ore, scegliesse con chi passare il resto dei suoi giorni.

Era una cosa da pazzi. Da nobili.

E purtroppo lo era anche la sua famiglia.

« Qualcuno mi salvi … » piagnucolò da sotto le coperte il giovane dagli spettinati capelli castani.

“Non voglio sposarmi, non voglio sposarmi, non voglio sposarmi!” continuava a ripetersi in un angolino della sua mente mentre la madre spalancava le porte dell’armadio tirando fuori il completo elegante che gli aveva fatto fare dal miglior sarto della città proprio per quell’occasione.

Tirando fuori la testa dalle coperte, lanciò uno sguardo truce all’indumento.

Odiava quel pezzo di stoffa e ciò che rappresentava.

« Alzatiiii ~» cantilenò sua madre incitandolo nuovamente a sollevarsi dal materasso.

Con uno sbuffo, Tsuna si rassegnò al suo grigio destino e si mise a sedere lasciando ricadere le coperte sul letto.

Si stiracchiò pigramente passandosi una mano fra i capelli, prima di sfiorare con le dita della mano il ciondolo che gli pendeva dal collo.

Era fatto intermente di uno particolare minerale arancione di cui non conosceva il nome e per qualche strano motivo ogni volta che lo toccava era sempre tiepido. Come se fosse vivo.

L’aveva sempre adorato per questa sua stranezza. Era un cristallo bizzarro. Diverso dagli altri, unico nel suo genere, anormale.

Proprio come lui.

Dal giorno in cui suo nonno, Timoteo, glielo aveva regalato, non se lo era tolto di dosso neanche un secondo proprio come lui gli aveva chiesto di fare.

C’era solo un piccolo problema, una pecca di cui si era reso conto solo dopo essere arrivato ad una certa età. Qualcosa che lo aveva obbligato ad indossarlo nascondendolo sotto i vestiti per l’imbarazzo.

Era … un ciuccio.

Per quanto fosse bello, quel pendente aveva la forma di un maledetto ciucciotto! Uno di quelli che di solito si vedono in bocca ai bambini e non appesi al collo di un giovane Lord di vent’anni!

« Tsuna mi stai ascoltando?!»

« Come ..?!» biascicò il ragazzo puntando le iridi nocciola su quelle identiche della madre.

Nana sospirò piegando le spalle afflitta.

« Ti ho detto di andare a farti il bagno e poi di fare colazione » ripeté la donna indicando un vassoio abbandonato sul comodino vicino al letto.

Ecco da dove arrivava quel buon profumino.

Senza farselo ripetere due volte, Tsuna si alzò dal letto fino ad arrivare al  bagno, ma non senza inciampare prima nella sedia della scrivania e in seguito rischiare di baciare il pavimento dopo essere scivolato su non si sa cosa.

Nana sospirò guardando il tutto sconsolata.

Il suo adorato Tsuna era un bel ragazzo, gentile e più affidabile ed in gamba di quanto sembrasse, Reborn aveva fatto un bel lavoro con lui, ma quell’innata imbranataggine … nemmeno uno come lui era riuscito a sradicarla del tutto.

Sperò solo che tutto sarebbe filato liscio durante la festa.

Era sicura che Tsuna avrebbe trovato una ragazza di suo gradimento (era convinta che Miss Kyoko l’avrebbe conquistato subito, somigliava molto a lei) e se tutto andava bene, in poco tempo avrebbe avuto dei bei nipotini da coccolare.

Non aveva idea che quella giornata sarebbe finita in un modo molto diverso da ciò che aveva programmato.

 

***

“C’è qualcosa che non va”pensò Tsuna mentre osservava il paesaggio scorrere fuori dal finestrino della carrozza.

Aveva questo strano ronzio nelle orecchie accompagnato da un fastidioso dolore sordo alla base della nuca.

Era come se nel suo cervello stessero suonando campanelle d’allarme che lo avvertivano di un imminente pericolo in arrivo.

«Sei agitato?» chiese sua madre guardandolo con un sorrisino complice.

“Non per il motivo che credi tu …”brontolò mentalmente.

Voleva bene a sua madre, l’amava davvero ma … non poteva dire che fosse particolarmente brava a capire cosa gli passava per la testa. Era sempre stata una donna dolce e solare, un po’stramba alle volte, ma anche piuttosto … ignara .. di ciò che pensava davvero.

O forse, faceva solo finta di non sapere.

«No … tutto bene … ahaha» ridacchiò nervosamente allentando leggermente il nodo del foulard bianco che gli circondava il collo. Improvvisamente quel pezzo di stoffa sembrava terribilmente stretto, soffocante.

Proprio come quella situazione.

La carrozza si fermò e Tsuna ebbe un tremito.

Erano arrivati.

Guardò fuori dalla finestrella e vide la sagoma della Golden Queen, la nave su cui avrebbe incontrato un numero imprecisato di donne in età da marito e probabilmente anche i loro genitori.   

Una volta entrato in quella sala la sua vita sarebbe cambiata per sempre.

Scendendo, il brutto presentimento che lo aveva accompagnato per tutto il viaggio si amplificò e un orrida sensazione di condanna lo schiacciò.

Non ci voleva entrare lì dentro.

Anzi, non ci doveva entrare.

Però ….

«Tranquillo, andrà tutto bene» cercò di rassicurarlo sua madre con un sorriso smagliante.

Vedendo quanto tutta quella situazione la rendeva felice, Tsuna non potè fare a meno che sorridere di rimando meglio che poteva.

Per questa volta, solo questa,avrebbe ignorato il suo intuito. Se salire a bordo di quella dannata nave era sufficiente per far restare quel sorriso sul viso di sua madre, allora lo avrebbe fatto.

 

***

 

«Non vi sentite bene signor Sawada? » due occhi color miele lo fissavano preoccupati ma Tsuna sorrise come se niente fosse. Poco importava se il colorito pallido diceva chiaramente che no, non stava bene, per niente.

« Non si preoccupi Miss Kyoko, è solo un po’ di mal di mare» la rassicurò mantenendo intatto il sorriso.

Non doveva lasciar intravedere la sua preoccupazione.

Per un attimo gli parve di  vedere le guancie di Miss Kyoko colorarsi leggermente di rosso prima che ella nascondesse parte del viso aprendo il ventaglio di pizzo che si era rigirata fra le mani per tutta la durata dell’incontro.

Purtroppo, per quanto ci provasse, non era riuscito a seguire completamente la conversazione che avevano tirato in piedi pochi minuti prima ma ricordava abbastanza da poter tirare fuori entrambi da quell’imbarazzante silenzio in cui erano caduti.

«Quindi, avete un fratello dico bene?» il viso della giovane scattò in alto e con rinnovata tranquillità si mise a parlare del sue estremo fratello maggiore.

Mentre la ascoltava parlare, Tsuna decise di cercare di concentrarsi il più possibile su di lei. Forse così sarebbe riuscito a distrarsi da quel maledetto ronzio che gli torturava il cervello.

I lunghi capelli di un biondo aranciato, legati stretti sulla nuca, incorniciavano un viso ovale di un rosa pallido su cui risaltavano le labbra rosate. Gli occhi grandi  color miele parlavano di dolcezza e gentilezza.

Si … sarebbe stata una buona moglie.

Pensandoci su, non gli sarebbe dispiaciuto passare il resto dei suoi giorni con una donna del genere.

Eppure mancava qualcosa.

Era bella, sembrava anche intelligente … ma non accendeva nulla in lui a parte un senso di tenero affetto.

Qualcosa che avrebbe sentito nei confronti di una amica o una sorella.

Continuò ad ascoltarla parlare facendo qualche domanda di tanto in tanto o annuendo con la testa per incitarla ad andare avanti. Molto presto avrebbe dovuto abbandonarla per prestare attenzione anche alle altre giovani che si erano presentate nonostante non ne avesse la minima voglia.

Sarebbe stato scorretto concentrarsi solo su Kyoko (la prima che aveva avvicinato sotto consiglio di sua madre) e non rivolgere la parola anche al resto delle invitate.

C’era una brunetta poco lontano che sembrava particolarmente impaziente. Se ricordava bene quando era entrata l’avevano presentata come Miss Miura Haru.

Fece per congedarsi da Miss Kyoko ma una fitta particolarmente forte alla testa glielo impedì.

Prima ancora che la ragazza potesse chiedergli qualcosa,  le saltò addosso portandosela per terra assieme a lui.

« Giù!» Nello stesso istante in cui i loro corpi toccarono il pavimento in legno, le vetrate della nave vennero sfondate e una coltre di nebbia invase la stanza impedendo a chiunque di vedere a più di due centimetri del loro naso.

« State bene?» chiese Tsuna guardando la ragazza accanto a lui. La nebbia era talmente fitta che la vedeva a malapena nonostante fossero così vicini.

« S-si sto bene … » mormorò Kyoko girando il viso verso di lui con gli occhi ridotti a due fessure nel tentativo di riuscire a metterlo a fuoco attraverso quella … quella  cosa che sicuramente non era semplice nebbia.

Qualcosa gli diceva che quella era un illusione e anche piuttosto potente.

Una familiare fitta alla base della nuca lo fece girare verso la sua sinistra, la testa gli girava  e per un secondo gli parve che la nebbia  in quel momento fosse molto meno fitta di prima e riuscì a intravedere una sagoma scura accompagnata da un flebile bagliore arancione che veniva nella loro direzione.

Chiunque fosse, non sembrava aver alcun problema a vedere in quella foschia.

D’istinto si posizionò in modo che coprisse la figura della giovane rannicchiata accanto a lui.

« Lord Sawa-AH!» Kyoko urlò e Tsuna si girò immediatamente verso di lei, giusto in tempo per vedere delle braccia che la afferravano trascinandola via.

« Miss Kyo - » prima ancora che riuscisse a terminare il richiamo, qualcosa lo afferrò da dietro scaraventa dolo a terra.

Ahio! Chi diavolo …?!” chiunque fosse il suo assalitore, non aveva perso tempo e  in pochi attimi lo aveva immobilizzato sul pavimento, le mani intrappolate dietro la schiena in una morsa ferrea mente lo teneva schiacciato con il suo peso.

Lo sapeva che sarebbe finita male. Perché non era saltato giù dalla carrozza prima che arrivassero al molo?! Qualche osso rotto era meglio di quella situazione.

«Principino, tu vieni con me ».

Nonostante la scomoda posizione, Tsuna riuscì ad alzare il viso quel tanto che bastava per vedere quel poco del volto del suo assalitore che la nebbia li permetteva di vedere. Due occhi ambra leggermente nascosti da lunghi ciuffi biondi si scontrarono con i suoi e un veloce brivido che non seppe spiegare gli percorse la schiena.

Poteva andare peggio quella giornata?

Con sua enorme sorpresa, l’uomo sconosciuto abbandonò la presa sulle sua mani (non ne era sicuro ma aveva il presentimento che fosse solo qualche anno più vecchio di lui) ma scoprì che non poteva muoverle comunque. Qualcosa di freddo e pungente le teneva legate e per un attimo ebbe la sensazione di avere le mani chiuse in un blocco di ghiaccio.

L’uomo, che fino a quel momento era  rimasto seduto sul suo fondoschiena, si alzò per poterlo girare a pancia in su e Tsuna ne approfittò per cercare di tirargli una ginocchiata dritto in quel posto dove il sole non batte ma sfortunatamente il colpo venne bloccato prima di raggiungere la sua destinazione.

Nonostante il caos di voci urlanti e arredamento che veniva distrutto nell’agitazione generale, Tsuna potè sentir chiaramente il suo assalitore ridacchiare sopra di lui.

Lanciò un occhiata velenosa alla sagoma mezza nascosta dalla nebbia e l’unica risposta che gli diede lo sconosciuto fu un sorrisetto divertito prima che una mano calda e guantata si infilasse silenziosa sotto la sua camicia (quando gliel’aveva sfilata dai pantaloni?!).

Tsuna arrossì, assumendo una tonalità simile a quella di un geranio in piena fioritura.

C-cosa stava facendo quel … era finito fra le grinfie di una specie di maniaco?!

L' arto si fermò appena  incontrò la superficie liscia del ciondolo regalatogli da suo nonno e Tsuna si irrigidì.

La mano afferrò il pendente e quando l’uomo strattonò il braccio verso l’alto, i bottoni della camicia saltarono, lasciando libera la mano precedentemente intrappolata sotto la stoffa e il ciucciotto arancione che stringeva fra le dita,  ora in piena vista.

No. Se era quello che voleva, non  l’avrebbe mai avuto. Mai.

« Lascialo » mormorò, sembrava più un ordine che una richiesta.

L’uomo sollevò gli  occhi su di lui ma non lasciò la presa.

« LASCIALO!»

Non capì bene cosa successe dopo aver strillato a pieni polmoni contro il biondo sconosciuto, sapeva solo che una luce arancione aveva invaso il suo campo visivo,  ma aveva anche sentito la superficie liscia del ciuccio toccare di colpo la pelle del torace.

L’aveva lasciato andare.

Il suo ciondolo non era più fra le mani di quel … maniaco sessuale, e questa era l’unica cosa che gli importava. Poi tutto divenne buio.

 

 

 

 

[Continua …]

 

 

 

 

♦ Angolo di _Bucaneve_ :

Ebbene, questo era il primo capitolo cari lettori! Spero vi sia piaciuto e di non aver fatto troppi errori grammaticali, di ortografia ecc…

Qualche piccola informazione sulla storia:

Come avete già letto nel capitolo, Tsuna qui ha vent’anni  ha passato anni  con Reborn come tutor ( il motivo per cui non ha usato la fiamma del coraggio di morire verrà spiegato in seguito) quindi il suo carattere è più simile allo Tsuna di dieci anni nel futuro del manga (TYL Tsuna) è meno imbranato e più sicuro di se (ma un po’ della sua adorabile imbranataggine è rimasta e la vedrete (Inoltre, Si. Il ciondolo è il ciucciotto del cielo.)  xD )

In quanto a Giotto, il suo carattere sarà un po’ OOC specialmente nei primi capitoli in cui lui e Tsuna non si conoscono ma in  futuro verrà  fuori anche il suo lato più gentile (diciamo che l’avvertenza OOC è dettata un po’ dalla paranoia. Non si sa molto del suo carattere quindi molti atteggiamenti o stravaganze saranno frutto di una mia interpretazione del personaggio. Stessa cosa vale per G, Asari ecc … ) .

 

Questo è quanto gente!  Fatemi sapere che ne pensate che ci tengo :3

E  ricordate : più commenti = più motivazione a scrivere.

 

Al prossimo capitolo,

_Bucaneve_

 

 

 

 

 

 

 

  
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