Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _Eterea_    20/09/2013    1 recensioni
Questo è un mio piccolo tentativo di far vedere che, nonostante alcune idee siano totalmente dei cliché, anche l'aggiunta di OC del genere possono risultare interessanti.
Questa fanfiction parla della storia di Kara Baratheon, figlia di Robert Baratheon e Cersei Lannister. Ovviamente è una What if? perché cambieranno moltissime cose della trama generale, anche se spero di riuscire a mantenere i personaggi più IC possibili.
Se siete almeno un po' curiosi, aprite e leggete!
Genere: Avventura, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Nuovo personaggio, Sandor Clegane, Stannis Baratheon, Tyrion Lannister
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note Autrice:
Ooook, sono pronta agli insulti, ecc. E' da una VITA che non aggiorno questa storia, e mi dispiace tantissimo... solo che tra vacanze, ispirazione nulla, e altre cose non riuscivo proprio a concludere questo dannato capitolo. Il prossimo spero arriverà più in fretta, visto che so già di cosa parlerà.
 
 Come, forse, avrete notato ho alzato il rating da "giallo" a "arancione", questo perché in questo capitolo c'è una scena esplicita di sesso. Oddio, non è troppo dettagliata - è stato già imbarazzante scrivere questo, figuriamoci di più  - e forse potrebbero essercene delle altre nei prossimi capitoli... ma io non ci giurerei.
Ringraziate per la parte spinta Luthien e Asteria Morgan, sono state loro a convincermi a scriverla... altrimenti penso non l'avrei mai fatto.
Spero non faccia schifo, è la prima volta che scrivo una cosa del genere.
Ah, ringrazio come sempre la bellissima beta Charme.
Buona lettura!

 
 
 
Le Cronache di una Baratheon che fu Regina
 
 

 

_ Capitolo 4
***
 
KARA
 
 
Il silenzio era stato sicuramente l'elemento più terribile e frustrante di tutta quella situazione.
Quella era la prima volta - dalla decapitazione di Eddard Stark, e tutto ciò che ne era derivato - che Kara si trovava in compagnia di Sansa.
Generalmente nessun "estraneo" consumava la cena con la famiglia reale, a parte durante gli eventi o le festività, infatti la presenza della ragazza Stark aveva sbalordito Kara oltre ogni dire.
Joffrey ovviamente non era presente, come sempre in quel periodo, quindi nella grande e spaziosa sala si trovavano solo Cersei Lannister con i suoi tre figli e la futura nuora. Le finestre erano sbarrate; da pochi giorni la temperatura si era abbassata notevolmente e tutto questo sembrava un terribile scherzo del destino, considerando cosa era accaduto.
Eddard Stark, il migliore amico di suo padre e suo ex Primo Cavaliere, era morto per mano di Joffrey; subito dopo Robb Stark aveva ufficialmente dichiarato guerra ai Lannister e al Trono... mentre suo zio Tyrion si trovava ancora chissà dove perduto tra le montagne di Nido dell'Aquila, sfuggito miracolosamente ad una sicura esecuzione.
La guerra era ormai iniziata, e questo non poteva significare altro se non guai.
Kara affondò il coltello nella carne d'agnello senza prestarci troppa attenzione, era concentrata a lanciare sguardi alla figura che aveva di fronte. Sansa Stark fissava il piatto senza vederlo realmente, e fino a quel momento non aveva toccato altro se non un pezzo di pane e un sorso di vino.
Sua madre, invece, continuava a chiacchierare amabilmente con Tommen, ridendo di gusto; aveva lanciato solo un veloce sguardo di avvertimento per la figlia all'inizio della cena, per poi ignorare bellamente sia lei che l'ospite.
 Quando finalmente la regina aveva rivolto la sua attenzione su Sansa, le grandi porte di legno e ferro si erano aperte e Joffrey aveva fatto la sua entrata, sorridendo mestamente alla famiglia.
«Perdonatemi per il ritardo, ero piuttosto impegnato.»
"Tranquillo, Joff, nessuno si stava disperando in tua assenza" le parole strisciarono veloci sulla lingua di Kara, ma alla fine rimasero lì; la ragazza non era più riuscita a scherzare come prima con il fratello, dopo la decapitazione di Eddard Stark e, in realtà, dalla sua incoronazione.
Kara aveva sempre saputo in cuor suo della crudeltà del fratello, ma mai aveva immaginato che sarebbe stato capace di compiere un gesto del genere. Dopotutto, aveva fatto iniziare una guerra che minacciava di distruggere le loro famiglie: sia i Baratheon che i Lannister.
«Non ti preoccupare, ti faccio portare subito qualcosa di caldo.»
Sua madre sembrava aver accusato il colpo in maniera diversa. Era rimasta anche lei stravolta dalle azioni del figlio, ma aveva continuato a trattarlo come sempre; come se non fosse successo niente.
Ma era successo. Kara non avrebbe dimenticato così in fretta.
«Grazie, madre. Sansa, non hai appetito? Il tuo piatto è ancora pieno... dimmi, le figlie di traditori non mangiano?»
Sogghignò soddisfatto, e a quel punto Kara non riuscì più a controllarsi.
«Potresti evitare? Sansa è un'ospite, qui e certamente avrai altre occasioni per tormentarla in questo modo infantile, per cui-»
«Infantile?» il bel viso di Joffrey prese improvvisamente una chiara sfumatura rossiccia. «Io sono il tuo Re, come osi rivolgerti così?»
«Già, e prima eri un principe, e non mi sembra io abbia mai perso la testa per averti offeso.»
«Non sfidarmi, solo perché sei mia sorella questo non vuol dire che-»
«Vi prego, smettetela!» La voce della regina superò di potenza quella di Joffrey, facendolo tacere nonostante fosse ancora livido di rabbia.
«Calmatevi, non mi sembra il momento per una discussione. Kara-»
«Sì, forse è il caso che io tolga il disturbo, o al Re andrà di traverso l'agnello.»
La ragazza si alzò gettando il tovagliolo nel piatto e dopo aver fatto un breve cenno di saluto a Sansa si diresse verso l'uscita.
 
Nonostante in quel periodo la temperatura si fosse abbassata notevolmente, Kara - mentre stringeva con una mano il lenzuolo bianco e con l'altra la spalla di Sandor - era ormai in un bagno di sudore.
Nella stanza l'unica luce rimasta proveniva dalla flebile fiamma delle candele poste sui comodini ai lati del grande letto a baldacchino; la ragazza aveva sempre preferito avere un minimo di visibilità in quei momenti.
Quella volta Sandor era andato dritto al punto senza troppi preliminari, ma a Kara non era dispiaciuto. L'uomo aveva passato la serata - prima di raggiungerla - a bere in una delle locande della cittadella, e questo si percepiva dall'odore acre di vino che aleggiava nell'aria.
 Kara affondò il viso nell'incavo del collo dell'uomo, baciandolo, e cercando di reprimere il gemito di piacere che pian piano le stava salendo in gola; la ragazza aveva sempre cercato di non fare troppo rumore, per un solo motivo: riguardava ovviamente le guardie che si trovavano fuori dalle sue stanze. Dalla morte di Eddard Stark - e di Lucas Arryn, ex guardia del corpo della principessa - Kara aveva avuto sempre almeno un paio di uomini di sua madre fuori dalla porta. Per "precauzione", diceva lei.
Intanto questo aveva costretto Kara e Sandor ad essere più prudenti e attenti a non farsi scoprire.
L'uomo, intanto, aveva rapidamente cambiato posizione delle mani; una copriva interamente uno dei seni della principessa, mentre l'altra - che prima era poggiata sulla coscia di lei, e la stringeva contro il suo fianco - ora era arrivata ad accarezzarle il collo.
Sandor le prese con la mano il volto e la spinse a sollevarlo. La guardò per un istante infinito negli occhi - blu scuro, identici a quelli del padre - e la baciò violentemente, mordendole anche le labbra, ed infine aumentò col bacino il ritmo delle spinte.
Kara - da mesi, ormai - si era imposta di guardare anche il lato ustionato del viso dell'uomo: questo, oltre che per far piacere a lui, la faceva sentire forte. Non si era mai ritenuta allo stesso livello delle altre lady, sapeva di valere di più; non aveva le loro stupide paure, lei.
Alla fine vennero, stranamente, insieme; di solito il Mastino aveva una resistenza maggiore, ma probabilmente gli effetti del vino si fecero sentire.
Non le veniva mai dentro - Kara non aveva proprio idea di come fare a procurarsi del latte di Luna, quindi quello era il modo più sicuro per evitare gravidanze indesiderate.
Quando fu tutto finito la ragazza rimase immobile.
 
Kara continuò a fissare il soffitto mentre accanto a lei, in piedi vicino al letto, Sandor si rivestiva velocemente.
La ragazza chiuse gli occhi e cercò di memorizzare quella sensazione che amava tanto: si sentiva in pace, e i gravi pensieri che durante tutto il resto della giornata le riempivano la mente svanivano.
«Sei silenziosa stasera, rispetto al solito.»
A Kara sfuggì un sorriso e si volse verso il suo interlocutore, ormai completamente vestito.
«Cosa intendi dire, che di solito parlo troppo?»
Sandor la guardò strafottente, sistemandosi il cinturone con la spada alla vita.
«Decisamente.»
«Sai che potrei farti uccidere per questo?»
 «Oh, sì... E vorrei anche sentire cosa direbbe Cersei Lannister nel sapere in quale circostanza ti ho insultata.»
Kara si mise a sedere sul letto, prendendo poi la leggera vestaglia di lino e indossandola contro gli spifferi di freddo che riuscivano ad infiltrarsi sotto la finestra chiusa.
«Sinceramente, credo sarei più in pericolo io di te. Mi strozzerebbe con le sue stesse mani e senza pensarci due volte.» La ragazza sospirò e si sdraiò nuovamente sul letto, affondando il viso nel cuscino.
«Su questo non ho dubbi... Che cos'hai, sei davvero strana stasera.»
«E da quando ti interessa come sto?»
Bofonchiò lei di rimando contro il cuscino.
«Già, forse hai ragione. Dopotutto si tratta solo di sesso, no? Perché mai dovrebbe interessarmi?»
Kara non poté fare a meno di notare una vena tagliente nella voce dell'uomo; le mancava solo di litigare con lui, quella sera, e avrebbe concluso in bellezza la giornata.
«No... cioè, in realtà , ma... scusami. Oggi ho avuto una breve, grazie agli Dei, discussione con Joffrey e non sono dell'umore migliore.»
«E in quale nuovo modo hai insultato quell'idiota di un Re, oggi?»
«Gli ho dato dell'infantile, e lui ha minacciato di uccidermi. Solita routine, anche se ora non riesco più a non prenderlo sul serio e... a volte mi spaventa davvero.»
Era questo che pesava davvero alla ragazza: l'aver paura che un proprio fratello, con la quale era crescita, potesse davvero farle del male. Non l'aveva detto a nessuno, ancora, e probabilmente sarebbe rimasto tra loro due, come molte altre cose.
«Joffrey a volte sembra uscire proprio di senno; c'è chi lo chiama già, giù in città, il nuovo Aerys,che non è proprio un complimento, anche se dipende sempre dai punti di vista.»
«Aerys il Folle. Mio padre ha combattuto anni per togliergli il trono, ed ora morendo l'ha di nuovo lasciato in balia di un "uomo" del genere.»
Kara girò lo sguardo per un secondo verso la finestra e scattò a sedere.
«Il cielo sta già diventando più chiaro, tra poco sarà l'alba. Forse è il caso che tu vada via.»
Sandor guardò nella stessa direzione, sistemò il cappuccio del mantello e si diresse verso l'angolo di parete vicino alla finestra.
«Non so quando potrò venire, ti farò sapere in qualche modo. Buonanotte.»
«Va bene... stai attento a non farti vedere, in questo periodo l'armeria viene visitata anche a quest'ora.»
L'uomo le fece un breve cenno d'assenso con la testa e sparì nella cavità quasi invisibile, oltre al muro.
Era stata proprio Kara a trovare quel passaggio segreto, quasi per caso, un giorno in cui cercava di spostare la grande tenda che copriva la finestra.
Una volta toccato il mattone giusto, una qualche serratura metallica scattava e il passaggio si apriva. Una volta entrati ci si trovava in un tunnel stretto che portava sempre più in profondità nelle mura della Fortezza Rossa, finché non si arrivava ad un incrocio con altri quattro tunnel; andando sempre dritto alla fine si arrivava in una delle piccole stanze buie dell'armeria, al piano terra del castello.
Era stato in quel modo che il Mastino la prima volta, e poi tutte quelle a seguire, era riuscito ad entrare di nascosto nelle stanze della principessa, specialmente di notte. Kara non aveva ancora scoperto dove portassero gli altri tunnel e non gliene importava granché.
Quasi certamente era l'unica, a parte forse lord Varys, a conoscere quel passaggio segreto, e questo era a suo vantaggio. Lord Varys,  diceva sempre sua madre, conosceva i segreti di tutti, compreso il grande castello che li ospitava.
Kara aveva sempre temuto che l'eunuco scoprisse il segreto suo e di Sandor, ma fino a quel momento non sembrava fosse successo. O, almeno, se anche l'aveva scoperto, non l'aveva rivelato a nessuno. 
La ragazza si coricò sotto le coperte, cercando di dormire per quel poco tempo che le rimaneva, cercando di non pensare alla guerra che incombeva e a quello che avrebbe portato.


 
***
 
STANNIS
 

 
Nella grande sala del Drago, alla fine, rimasero solo Stannis e lei. La Donna Rossa era in piedi di fronte alla grande porta di quercia, le mani incrociate davanti al ventre, e infine lo sguardo rivolto al tetro Lord.
Stannis Baratheon sedeva immobile, pensieroso, fissando un punto indefinito nelle fiamme del grande focolare che adornava e illuminava la sala.
I pochi comandanti che fino a quel momento avevano risposto al suo richiamo se ne erano andati, lasciando Stannis furente e indeciso.
Avevano parlato a lungo e alla fine erano arrivati tutti alla stessa conclusione: dovevano iniziare quella guerra. Ovviamente, questa era diretta al Trono di Spade sulla quale sedeva il - secondo Ned Stark - figlio bastardo di Cersei Lannister e dello Sterminatore di Re. Quindi, l'idea di Stannis era quella di proclamare un altro Re e spodestare Joffrey; quello che aveva creato fermento durante il concilio era stato proprio questo: chi dichiarare legittimo sovrano?
Stannis aveva già la sua idea, ed era sicuro che non l'avrebbe cambiata. Era intenzionato a dichiarare Kara Baratheon unica erede e legittima Regina del Trono di Spade, ma i suoi uomini si erano detti contrari.
Mai una donna aveva governato da sola il Continente Occidentale, quindi - secondo loro - l'unico che avrebbe dovuto reclamare il regno era proprio Stannis stesso - fratello maggiore del defunto Re.
Stannis non voleva la corona.
L'unica cosa che aveva sempre voluto da fratello era solo la riconoscenza per tutto quello che aveva passato a causa della sua guerra contro Aerys Targaryen.
Per quanto il Lord avesse insistito sull'incoronazione di Kara, i suoi comandanti avevano più volte ribattuto affermando che nessun uomo, cavaliere o lord del Sette Regni si sarebbe battuto per una donna.
"Io per lei lo farei" - questo aveva pensato, e pensava tutt'ora.
L'unica ad non aver espresso il proprio parere era stata proprio Melisandre, la cui opinione in proposito era una totale incognita, per Stannis, visto quanto quella donna fosse misteriosa e sfuggente. La donna era rimasta ad ascoltare per tutto il tempo, passeggiando lentamente per la sala e lanciando di tanto in tanto qualche occhiata a Stannis.
Lady Selyse aveva insistito tanto per fare in modo che Melisandre prendesse parte a queste riunioni, e alla fine aveva vinto.
Stannis avrebbe preferito mille volte avere a fianco il suo fidato Ser Davos, che però aveva mandato a compiere faccende importanti altrove.
Quindi, alla fine, si ritrovò solo con lei.
La donna si avvicinò lentamente al Lord, e proferì parola solo quando si trovarono uno di fronte all'altra.
«Non è andata come speravate, vero, mio Lord?» Non aspettò una risposta e continuò, girandogli intorno, come un inquietante avvoltoio rosso.
«Dovevate aspettarvelo, da uomini del genere... credevate che avrebbero messo a disposizione della principessa le loro spade, contro i Lannister? Per voi lo farebbero, ma per lei...»
«Come ho già ripetuto, io non voglio la corona. Se desiderano che il sangue di Robert sieda su quel dannato trono, allora è per Kara che dovrebbero lottare.»
«Le leggi qui, nel vostro Continente Occidentale, parlano chiaro...»
«Le leggi possono cambiare. Secondo le leggi solo un Targaryen avrebbe dovuto regnare, eppure quando Robert decise di tradire il proprio Re, quegli stessi uomini non ci pensarono due volte a prendere in mano le loro spade ed a gettarsi nella ribellione.»
Melisandre rimase per qualche attimo in silenzio, poi si sedette su una delle grandi sedie scolpite che occupavano la sala.
«Io ho visto qualcosa nelle fiamme, mio Lord, ma non sono certa del loro significato. In ogni caso, non avendo qui la ragazza, nessuno dei Lord al tuo servizio inizierà questa guerra.»
Stannis aggrottò la fronte. «Se anche riuscissi a convincerli, Kara sarebbe in pericolo. Se Joffrey è davvero il piccolo mostro che ho sempre sospettato, potrebbe persino sbarazzarsi della sorella, se io mi azzardassi a proclamarla Regina.»
«C'è un solo modo, mio Signore, per fare in modo di mantenere la ragazza al sicuro, e allo stesso tempo togliere i Lannister dal trono... dichiarare te stesso Re. »
«Non voglio-»
La donna lo interruppe. «Sarà solo una copertura; quando conquisterete Approdo del Re, allora e solo allora, farete in modo che i vostri uomini vedano la principessa, e lei li incanterà esattamente come ha fatto con voi.»
Stannis si voltò e fissò Melisandre attentamente negli occhi. C'era un bagliore che non lo convinceva, ma quella era stata senza dubbio l'idea migliore che fosse uscita da quell'inutile consiglio.
Prima che potesse rispondere, la donna rossa riprese mestamente.
«Poi, c'è anche il problema dell'altro vostro fratello. Renly sta già radunando un esercito sotto Capo Tempesta, come vi hanno riferito quei cavalieri, e potrebbe essere un ostacolo per i nostri piani.»
Il modo in cui aveva detto "nostri" non era piaciuto per niente a Stannis, ma per quella volta fece finta di niente.
«Renly è uno sciocco sognatore, non ha nessun diritto verso la corona; ma credo che sapendo la verità, non volterebbe le spalle alla nipote. Non hanno mai avuto un grande legame, ma lui sa quanto lei valga, e sa anche che è l'unica erede di Robert. Quando arriveremo a parlamentare lo capirà. Lui vuole essere Re, ma più di ogni cosa non vuole vedere me sul Trono. Questo capriccio momentaneo passerà, vedrai.»
«Come voi dite, mio Lord. Quindi prenderete in considerazione la mia idea? Fingerete di essere un Re, per conquistare il Trono alla vostra adorata nipote?»
Stannis osservò la donna negli occhi per qualche altro istante, poi distolse lo sguardo e sospirò.
«Ci penserò. In ogni caso per domani riunirò di nuovo il Consiglio, e vedrò cosa fare. Ovviamente dovrò dirgli la verità, altrimenti potrebbero lasciarmi quando passerò la corona a Kara. Ora vai, devo riflettere.»
La Donna Rossa fece un breve inchino rivolto al Lord, per poi dirigersi in silenzio verso l'uscita. 
   
 
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