CAPITOLO QUATTRO
* Molto probabilmente questo,
come gli altri capitoli, avrà contenuti "YURI". Dico probabilmente
perchè questi contenuti non sono intenzionali ma molte persone potrebbero
prenderli come tali ((credo si sia capito, dato che Ron al momento ha le
sembianze di Hermione...)).
Perciò mi scuso tantissimo con coloro che intenderanno come yuri tali scene ma
la cosa è puramente casuale ^.^ *
La corsa non le era servita a
nulla, neanche a schiarirsi le idee. Hermione sapeva perfettamente che l'ultima
cosa che la sua razionalità le avrebbe suggerito di fare sarebbe stata quella
di irrompere nel Dormitorio Femminile con le guance rosse e l'espressione
sconvolta, disposta a soddisfare la curiosità delle petulanti compagne di
stanza. Bloccata sull'uscio della porta che, dalla scalinata del Dormitorio
maschile portava alla sala di ritrovo del Grifondoro, vagò con lo sguardo in cerca
di un cantuccio dove poter sbrogliare la massa filamentosa che le opprimeva la
zona appena sotto il cuoio capelluto.
Optò per uno spazietto stretto e discreto tra il camino, le cui braci
scoppiettavano ancora allegre nonostante la Sala Comune fosse popolata da un
paio di studenti silenziosi, e il muro. Senza badare alle facce curiose che si
voltarono a guardarla si accucciò prendendosi la testa tra le mani.
Non si sentiva in colpa, nè tantomeno si sentiva come una persona che ha agito
contro la propria volontà.
Semplicemente il tutto succedeva in un momento troppo strano per essere preso
sul serio. C'era anche da mettere in conto che se quel momento non fosse stato
assurdo come era in realtà, molto probabilmente nulla di quello che era
accaduto poco prima nei Dormitori maschili si sarebbe replicato.
Venne scossa da un tremito e desiderò con tutta se stessa che la Pozione
"salvaguai" fosse bellepronta per affrontare l'imbarazzantissimo
giorno dopo senza doversi confrontare con il suo "doppio", ma con l'originale
aspetto di Ron.
Trascorse buona parte della nottata con le ginocchia tirate al petto e la mente
talmente lucida da indurla a pensare che non avrebbe dormito mai più in vita
sua.
Proprio quando l'ultimo ceppo infuocato sembrava intenzionato a morire sentì
dei passi lenti provenire dal piano superiore. Preferì non muoversi dalla
sua posizione "di difesa" per evitare un contatto diretto con Ron e
quindi fingersi addormentata.
Ma con sua grande sorpresa, i capelli rossi che penzolavano dal capo piegato da
un lato che le si stagliava di fronte, appartenevano ad un altro membro della
famiglia Weasley.
Tra Hermione e Ginny si era, fin dall'inizio, instaurato uno di quei rapporti
d'amicizia più unici che rari. Uno sguardo o un gesto valeva più di mille
parole, tra loro.
Alla ultimogenita della prolifera famiglia bastò scoccare una breve occhiata
all'amica, notarne l'espressione sconcertata, per intuire che qualcosa stava
sfuggendo di mano.
"Sono stata dai ragazzi...credevo di trovarti lì" penzolò
sulle ginocchia sino ad arrivare all'altezza dell'amica per osservarla in volto.
Hermione mantenne lo sguardo basso e si sentì profondamente sciocca ad essere
scappata a quel modo. Si rese conto che confidarsi con l'amica sarebbe stato il
metodo meno indolore di smaltire il trauma. Quando ebbe speso fino all'ultima
parola si decise a guardare in volto Ginny che sembrava piuttosto incredula e
divertita allo stesso tempo.
Si mise a sedere sul pavimento con l'aria di colei che fa da consolatrice per
mestiere "Io ho sempre pensato che tu e mio fratello steste insieme, ma
che preferivate mantenere il tutto nascosto. Anche Harry l'ha sempre pensata
così."
Le sue parole sortirono l'effetto desiderato. Hermione sbattè gli occhi più
volte parlando a Ginny come avrebbe fatto con una povera pazza visionaria "Perchè
avremmo dovuto nasconderlo?"
Ginny alzò le spalle arricciando le labbra con noncuranza "Voi due
siete strani, avresto potuto avere qualunque motivo per mantenerlo segreto. Che
sò tu, tanto coscienziosa, volevi nasconderlo ai Professori".
Hermione, sempre più incredula che l'amica parlasse sul serio, scoppiò in una
piccola risatina sarcastica "Non facciamo altro che litigare!"
"E ingelosirvi l'uno dell'altro morbosamente..." completò
l'amica con fare saccente "...comunque ora è inutile stare a discutere
di questo. Il vero problema è un'altro. Domani dovrete assolutamente
chiarire"
Hermione sapeva perfettamente che doveva farlo, ma al solo pensiero le gambe
le diventavano molli e un peso le sovrastava lo stomaco.
Quei momenti, così intimi e delicati della sua adolescenza, erano stati segnati
dall'angusta sfortuna della Polisucco, e ciò non le permetteva di viverli
serenamente.
Magari domattina l'antidoto sarà pronto pensò mentre si alzava e
seguiva l'amica verso i Dormitori avvertendo una vaga voglia di dormire magari
la fortuna sarà dalla mia parte.
*
La pioggia della sera prima aveva
sicuramente giovato al paesaggio. Il parco di Hogwarts sembrava aver acquisito
la freschezza della pioggia e un lucente arcobaleno trionfava sulle nuvole
bianchissime. La Domenica era il giorno favorito dagli studenti per intrattenre
qualunque attività che riguardi l'aria aperta, infatti non era difficile
trovare occupato lo stadio da Quidditch, come lo spuntare di piccoli gruppi di
studio attorno al lago.
Persino la professoressa McGranitt, in genere restia ad uscire dal castello, era
impegnata ad intrattenere un'accesa discussione con Hagrid passeggiando
sull'erba fresca di taglio.
Ron osservava il paesaggio con una punta di amarezza. Aver baciato Hermione era
stato molto bello ma era perfettamente conscio che per la ragazza doveva essere
stata tutt'altra sensazione. A dire il vero forse neanche per lui era stato
bello come aveva sempre immaginato, ma forse era per il semplice fatto che,
conscio del suo aspetto, non si era lasciato andare liberamente.
Seamus e Dean lasciarono il Dormitorio dopo aver preso in giro a sufficienza
l'amico e lui decise che era venuto il momento di togliersi il peso dalla
coscienza e parlare ad Hermione.
Ginny, qualche ora prima, lo aveva informato sullo stato d'animo dell'amica, e
gli aveva assicurato che era imbarazzata quanto lui, ma assolutamente arrabiata.
Questo aveva sollevato Ron da un punto di vista, ma sotto certi aspetti gli
avrebbe fatto più comodo ricevere uno schiaffo per il suo gesto che doverle
confessare i suoi sentimenti, tanto a lungo celati sotto la tipica maschera
arrogante che i ragazzi a quell'età usano come scudo.
Scese con passo pesante le scale, contandole attentamente una per una e, come
sperava, trovò Hermione seduta in Sala Comune completamente isolata dal resto
di studenti che accalcavano la stanza. Tutti cominciarono a ridere e indicare
Ron appena lo videro arrivare ma lui, ignorandoli alla grande, si avvicinò alla
ragazza senza molti preamboli.
"Dobbiamo parlare" disse mettendole una mano sulla spalla per
attirare la sua attenzione.
"Si" rispose Hermione atona e si alzò, pronta a seguirlo.
Quando furono abbastanza lontani dai gridolini e gli schiamazzi dei loro
compagni caddero nel silenzio più totale. Ognuno aspettava che fosse l'altro ad
aprir bocca e così sprecarono lunghi minuti di attesa sfiaccante, fin quando
Ron non prese in mano la situazione, dicendosi che l'uomo fa sempre il primo
passo. "Ieri sera..." pronunciò giocherellando con le
dita.
"Non sono arrabiata!" si difese Hermione prima che lui
finisse la frase. Ron le abozzò un sorriso sincero, sentirselo dire da lei era
tutt'altra cosa.
"...io non so che mi è preso...non volevo..." continuò lui
sentendosi meno sicuro di qualche secondo fa.
"Non volevi?" nella voce di Hermione c'era una nota stonata.
Cominciava ad irritarsi e ciò fece cadere Ron ancora più nel panico. Come
risaputo, appena si rendeva conto che Hermione non gradiva quello che diceva,
peggiorava la situazione. Era di routine ormai.
"Cioè stai dicendo che l'hai fatto ma non lo volevi?" la
fronte della ragazza era pesantemente corrugata. Sicuramente tutto si aspettava
di sentire, tranne che quella frase.
"No Hermione...vedi..." Ron tentò invano di aggrapparsi a
qualcosa "...era il mio primo bacio...capisci?"
Hermione gli mollò un forte schiaffo in pieno viso. Rimase qualche secondo
ancora con la mano sollevata cercando di miscelare la rabbia con
l'autocontrollo, ma esplose contro la sua volontà
"Era anche il MIO prima bacio! E mi fa schifo averlo dato ad un verme
come te! Se non volevi darlo a me bastava non farlo!"
Ron si massaggiò la guancia chiedendosi dove avesse sbagliato "Non l'ho
fatto di proposito..."
"Allora vai al diavolo Ronald Weasley! Non voglio avere più nulla a che
fare con te!"
Detto questo sgattaiolò con velocità crescente oltre il buco del ritratto
lasciando Ron completamente sconvolto.
"Ma io...non ho detto nulla di male..." sussurrò poco convinto
Ron tra sè e sè cominciando a rendersi conto che forse non era esattamente
quello che avrebbe dovuto dirle.
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CONTINUA
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I Pg della saga non sono miei,
ma appartengono a JK Rowling!
Grazie grazie grazie a tutti coloro che stanno leggendo questa fanfic! Questo è
il penultimo chap, dopo aver terminato questa, riprenderò una delle prime ff su
Harry Potter che ho scritto, che sto riscrivendo e arricchendo dato che la prima
versione era un'obrobrio completo! Bacioni a tutti! ^____^!