Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Lady R Of Rage    21/09/2013    9 recensioni
Dawn non rispose. Si limitò a prendere un coltello di piccole dimensioni, e a passarlo impercettibilmente sul proprio dito. Un sottile taglio si era aperto in corrispondenza del dito.
-E questo cosa sarebbe?- domandò Scott. Cominciava a chiedersi se Dawn fosse del tutto sana di mente.
Ma Dawn sorrise, placida, e si passò sul dito la miscela di erbe. In pochi attimi, la ferita era scomparsa.
-Lo vedi?- domandò la ragazza a uno Scott ammutolito e senza parole.
-Non basta saper uccidere, per vincere.-

Ventiquattro ragazzi innocenti sono stati sorteggiati, come ogni anno, per combattere negli Hunger Games, il reality infernale dove per vincere bisogna uccidere.
Dovranno lottare contro i loro nemici e contro le avversità, ma soprattutto contro loro stessi.
Saranno vincitori o saranno vinti.
E uno solo sopravviverà.
[AU| Crossover Total Drama/Hunger Games | Pairing: un po' tutti]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic


Capitolo 5 - seconda

Con l’arrivo degli altri tributi, l’allenamento si faceva sempre più intenso.
Ormai, tutti e ventiquattro i tributi avevano cominciato a combattere per finta, per non essere completamente indifesi quando sarebbe venuto il momento di farlo davvero.
Scott, tributo del distretto 7, accarezzò sensualmente una lucente accetta che stringeva in mano. L’arma faceva le fusa come un gattino, e sembrava sussurrargli con voce flautata “lanciami, lanciami”.
E Scott obbedì: con un sibilo acuto, l’arma volò fino al collo di un manichino, e tranciò di netto la sua testa.
Pochi metri più in là, una coppia di tributi di cui il ragazzo non ricordava il nome stava scagliando (o più correttamente “cercando di scagliare”) delle frecce contro dei bersagli. Erano dei veri disastri: lui non riusciva nemmeno ad avvicinarsi a un manichino, lei aveva piazzato soltanto una freccia, sul piede della sagoma.
Scott sogghignò a bassa voce, poi afferrò una seconda accetta e la scagliò dritta nell’intercapedine tra i due.
Quando sentì le loro urla, il ragazzo ridacchiò boriosamente.
Nessuno in tutta la stanza sapeva lanciare le accette meglio di lui.
-Non sono scherzi da fare, Scott.- disse una vocetta acuta da dietro la sua spalla.
Il tributo sussultò: -Chi sei? Sei la mia coscienza?-
-No, sono soltanto Dawn.- rispose la vocina.
Scott si voltò: eccola lì, la sua piccola compagna di distretto, tranquilla come suo solito, con tra le mani una bizzarra mistura di erbe.
-Dovevi proprio arrivarmi da dietro?- domandò Scott indispettito. –Mi hai fatto venire un colpo.-
-Hai paura?- chiese la ragazza. –Non ti biasimo.-
Scott sussultò nuovamente. Dawn era, in tutta onestà, il prototipo della sfacciataggine.
-Paura io? Bah.- rispose il ragazzo. –Io non ho paura di niente. Io sono quello che ammazzerà tutti i presenti, inclusa te. La paura… non so nemmeno come si scriva, la parola “paura”.-
Per qualche ragione, Dawn pensò che in quel momento non stesse mentendo.
Scott, nel frattempo, continuava a pavoneggiarsi. –E tu? Cosa sai fare?-
Dawn non rispose. Si limitò a prendere un coltello di piccole dimensioni, e a passarlo impercettibilmente sul proprio dito. Un sottile taglio si era aperto in corrispondenza del dito.
-E questo cosa sarebbe?- domandò Scott. Cominciava a chiedersi se Dawn fosse del tutto sana di mente.
Ma Dawn sorrise, placida, e si passò sul dito la miscela di erbe. In pochi attimi, la ferita era scomparsa.
-Lo vedi?- domandò la ragazza a uno Scott ammutolito e senza parole.
-Non basta saper uccidere, per vincere.-
 
-Sai bene?- domandò Mike a Zoey.
Stavano allenandosi al tiro con l’arco, quand’ecco che qualche tributo un po’ prepotente aveva scagliato un’ascia tra di loro, rischiando seriamente di mutilarli, o peggio.
-S-sì.- rispose la ragazza, rialzandosi da terra.
Mentre Mike le porgeva la mano per aiutarla a rialzarsi, i suoi occhi incontrarono quelli nerissimi del ragazzo.
Era solo un momento, un attimo tra tanti, ma a Zoey sembrava speciale. Gli occhi di Mike erano un abisso di oblio dove perdersi, un battito di vita in un luogo di morte.
Anche Mike era rimasto a guardarla incantato. La ragazza dai capelli vermigli era come un angelo caduto nell’inferno dell’arena.
Fu con grande rammarico che i loro occhi dovettero staccarsi, per tornare nella sala dell’allenamento e alla realtà.
Mike raccolse da terra l’arco, attorno al quale erano sparpagliate le inutili frecce.
-Vuoi provare tu?- domandò a Zoey.
La ragazza ebbe un attimo di esitazione, ma annuì.
Zoey imbracciò l’arco, incoccò la freccia e tese la corda. Il battito del suo cuore era talmente forte da oscurare quasi la voce di Mike, che la esortava a lasciare la corda.
-Immagina di trovarti nell’arena!- esclamò Mike.
E Zoey immaginò.
Immaginò di colpire qualche innocente con la freccia, di fargli scaturire del rosso e polposo sangue dalla ferita, di vederlo dibattersi a terra impotente…
No, non poteva farcela.
Zoey lasciò andare arco e freccia, e portò le mani al capo con un sottile urlo.
-È tutto inutile!- esclamò, mentre Mike le prendeva le mani tremanti. –Non posso farcela.-
Mike le strinse con più dolcezza i polsi, sorridendo come se fosse tutto un dolce gioco.
-Io dico che puoi farcela. Basta solo che tu impari a volerlo.-
 
Ovviamente non tutti i tributi non-favoriti erano così spaesati. Qualcuno, anzi qualcuna, sembrava cavarsela egregiamente.
Courtney scelse una lunga sciabola da un confuso mucchio di armi, e la strinse forte come per aumentarne il potere distruttivo.
Poi si scagliò contro un manichino con un urlo animalesco, e cominciò a piantare l’arma più e più volte nel suo petto.
A carneficina finita, si rialzò, contemplando quello che restava del manichino con lo sguardo di un artista che ha concluso un bel quadro.
-Se questo qui fosse stato Duncan, ci avrei messo di meno.- sogghignò pensando alle disastrose prestazioni con la lancia del compagno di distretto.
Ma Courtney non sapeva che qualcuno la stava tenendo d’occhio.
-Guardala, Harold, che esibizionista.- soggiunse Leshawna con in mano una grossa mazza chiodata. –Qualcuno dovrebbe spiegarle che questo non è un concorso a punti.-
Harold annuì. –Certo noi possediamo delle doti che lei non ha.-
Pronunciata questa frase –temo sbagliata, se riferita a lui- Harold raccolse un paio di nunchaku costellati di borchie taglienti, e li guardo affascinato.
-Questa nobile arma è appartenuta agli antichi ninja che abitavano le lontane terre dove sorge il sole.- pronunciò estasiato con l’arma in mano. –E ora io, Harold NorbertCheever Doris McGrady V, avrò il privilegio di onorare le somme gesta di quei nobili guerrieri durante questi Hunger Games.-
Sotto gli occhi di Leshawna, che ancora ridacchiava per il “Doris”, Harold iniziò a roteare l’arma sempre più velocemente, a rischio di colpirsi in testa. E così, fortunatamente, non accadde.
-Mica male, dolcezza.- disse Leshawna, ammirata. –Tu che ne dici?- domandò poi a Courtney, che si avvicinava.
La ragazza ridacchiò:-Avrei fatto di meglio.-
-Dimostramelo.- rispose semplicemente Leshawna.
Courtney non si scompose. Afferrò i nunchaku e cominciò a rotearli, con una grazia tale da far credere ad alcuni Pacificatori che stavano guardando che lei fosse una Favorita.
Terminata la performance se ne andò per i suoi passi, lasciando Harold e Leshawna ammutoliti e timorosi per la loro incolumità.
 
Sulla piattaforma di corpo a corpo, Geoff si posizionò per la lotta. Dall’altra parte, Tyler faceva lo stesso.
-Cercherò di non farti troppo male, amico.- disse il ragazzo del 4.
-Che buffo, stavo per dire la stessa cosa.- rispose Tyler.
Pochi attimi dopo, cominciarono ad avvinghiarsi sul tappeto da lotta. Pochi metri più accanto, le rispettive compagne di distretto, ovvero Bridgette e Lindsay, stavano a guardare, con davanti un vero e proprio campionario di foglie, bacche e fiori.
-Tu vieni dal distretto 11, giusto?- domandò la prima, esaminando una foglia allungata, di colore rossiccio.
-Beh, sì… perché?- rispose Lindsay.
-Allora devi conoscere bene le bacche velenose. Perché non mi aiuti?- chiese Bridgette, scartando definitivamente la foglia: quelle piante, note come Baci del Diavolo, portavano alla morte per asfissia in parecchie terribili ore.
Lindsay arrossì fino alla radice dei capelli. In realtà, anche se non sapeva come spiegarlo alla ragazza gentile accanto a lei, lei sapeva poco o niente di botanica.
-Qualcosa non va?- domandò cortesemente Bridgette.
-Io… stavo esaminando questi graziosi fiorellini.- rispose sbrigativamente Lindsay, afferrando di scatto una campanella violacea, con striature gialle.
Bridgette fu indecisa se trasalire o scoppiare a ridere. –Lindsay, quei graziosi fiorellini sono Campanule Mietitrici, e sono velenosissime. Il loro succo paralizza gli organismi interni; in pratica ti trasforma in una statua.-
Lindsay lasciò di scatto la pianta, come se al suo interno fosse presente uno scorpione velenoso.
-Non sai proprio niente di piante, eh?- ingiunse Bridgette.
Lindsay poté però evitarsi le imbarazzanti spiegazioni: stavano infatti facendo ritorno dalla postazione di corpo a corpo Geoff e Tyler.
-Allora, come è andata?- domandò Lindsay sorridendo in modo innocente, per cercare di cambiare argomento.
-Mi ha battuto.- ammise Tyler. –Ma è stata solo fortuna. Tu, invece, cosa hai fatto?-
Lindsay arrossì nuovamente, cercando una via d’uscita da quella vergognosa situazione negli occhi di Tyler.
Fu Bridgette a venirle in aiuto: -Io e lei abbiamo fatto pratica di erbe medicamentose.-
Lindsay emise un sospiro di sollievo, e lanciò a Bridgette uno sguardo pieno di gratitudine.
 
D’improvviso, un fumo denso e grigio invase la sala degli allenamenti, mentre una terribile esplosione spedì tutti i presenti gambe all’aria.
Tributi e Pacificatori presero a tossire, accecati dal fumo che avvolgeva ogni cosa.
Mentre la coltre grigia si diradava, una figura indistinta cominciò a profilarsi sullo sfondo della scena.
Il fumo continuava a disperdersi, rivelando un corpo verde e arancione che saltellava del tutto indifferente al caos generale.
-Bum! Bum!- esclamò un’euforica Izzy. Poi si accorse degli sguardi taglienti di tutti.
-Che c’è? Non vi è piaciuto?-
La ragazza avanzò verso il centro della pista, pulendosi via le macchie nere di fumo con secchi gesti della mano.
-Prodotti chimici, gente!- strillò improvvisamente a pieni polmoni. –Noi del Distretto 5 siamo espertissimi in chimica! Salteremo tutti quanti per aria, e sarà fantastico!-
E mentre parlava, era così euforica da non accorgersi che nessuno la stava ascoltando.
 
Seduti su una piattaforma soprelevata, gli Strateghi confabulavano a bassa voce.
Nella sedia centrale, il viso malevolo curvo in un’espressione di sdegno e disgusto, sedeva il Primo Stratega, il famigerato Chef Hatchet, famoso per la sua straordinaria capacità di non farsi mai sfuggire un’azione dei tributi che fosse degna di nota o pericolosa.
L’omone dedicò un ultimo patetico sguardo ai ventiquattro ragazzi che si stavano allenando, come un giocatore d’azzardo che aspetta di ricevere la prima mano di carte, e nell’attesa studia le mosse disponibili.
Uno Stratega seduto accanto al suo fianco gli si avvicinò.
-Abbiamo un bel pacchetto quest’anno, non trovi?- domandò.
Chef alzò lo sguardo dai tributi. Un sorriso sadico gli curvava orribilmente le enormi labbra.
E rispose con un sogghigno:-Lo vedremo alle sessioni private.-
 
Angolo Autrice
Okay, uccidetemi.
Fatelo ora.
Mi dispiace tanto, tanto, tanto e davvero tanto per il ritardo. Lo so, non avrei dovuto. Non so nemmeno come giustificare (o tentare di giustificare) questo imperdonabile ritardo.
A ogni modo eccomi, quindi vediamo di concludere questo nuovo capitolo.
Stiamo entrando nel vivo dei giochi, e gli Strateghi cominciano a decidere come comportarsi.
E voi, per chi tifate?
Ci si vede presto (lo giuro), per questa favolosa edizione degli Hunger Gamessss!
Ciao.
MiticaBEP97. Unica e sola regina di EFP (che modestia).
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Lady R Of Rage