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Autore: gatta12    21/09/2013    5 recensioni
Allora, prima di tutto devo dirvi che conosco bene i personaggi, ma il film l’ho visto sì e no e i libri non li ho mai letti. Voldemort è stato sconfitto. I ragazzi stanno finendo la scuola di Magia, sono all’ultimo anno. Ma un po’ di cose cambieranno. Per esempio… I Malfoy (anche se erano dalla parte dell’Oscuro sono cambiati) e i Granger (il padre di Hermione purosangue e la madre strega nata babbana) sono le famiglie più ricche del mondo Magico e i genitori di Draco e Hermione per diventare un tutt’uno decidono di farli sposare. Sapendo che i due si odiano, anche se in realtà Draco la ama da anni, decidono che per il resto dell’anno scolastico dovranno vivere insieme! Infondo sono le famiglie più ricche: possono permettersi una camera matrimoniale nella scuola! Che succederà?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy, Luna/Theodore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Cap.1  We have to get married ... but .... I hate you .... I think…


Il cielo era annuvolato quella mattina di Novembre. 
Noioso.
L’aria era così fredda che ti penetrava le ossa e non sentivi del tutto i muscoli del tuo corpo.
Era ancora presto.
Non c’era anima viva per i corridoi.
Noioso.
Questo era almeno quello che pensava un certo biondino di nostra conoscenza.
Entrò in sala grande. Scrutò uno a uno ogni tavolo, dal suo dei Serpeverde a quello dei Grifondoro.
E lì la vide: Hermione Granger.
Stava leggendo un libro che diceva chissà che cosa.
Noioso.
Si avvicinò a lei. Chissà, avrebbe potuto divertirsi un po’ con lei quella mattina, cui tutto sembrava costantemente noioso.
“Granger” la chiamò.
Lei neanche alzò lo sguardo.
“Malfoy”
Odiava che qualcuno mentre lui parlava non lo guardasse neanche in faccia.
“I tuoi genitori non ti hanno insegnato la buona educazione, Granger? Bisogna guardare le persone in faccia quando si parla con esse”
Ci fu qualche secondo di silenzio.
Hermione chiuse di scatto il libro e serrò gli occhi.
“E per quale ragione dovrei alzare il mio sguardo sul tuo? Per vedere due occhi freddi, vuoti e pieni di solitudine come la persona che li possiede? Per vedere la maschera che ti sei creato sul volto per mascherare il tuo vero carattere?”
Non sentendo la sua risposta, Hermione alzò lo sguardo su di lui, visibilmente stupito.
“Rispondimi, Malfoy”
Lui non disse nulla.
“I tuoi genitori non ti hanno insegnato che bisogna rispondere ad una domanda quando ti viene posta, Malfoy?” disse con un ghigno.
Lui intanto tremava.
Non per il freddo, ma per la rabbia e la frustrazione.
Stava per ribattere quando sentì un chiacchiericcio provenire da fuori la porta.
Svelto si allontanò e si sedette al suo tavolo, veloce come un serpente, mentre Hermione ricominciava a leggere il suo libro.
 
 
 
“Hermione, sicura che va tutto bene? Mi sembri pensierosa stamattina” le chiese Harry.
“Tranquillo, ho solo una strana sensazione…”
“Che sensazione?” chiese Ron mentre addentava un altro toast.
“Bè-”
Due versi di gufi la interruppero.
Tutti gli studenti si girarono verso la grande finestra.
Li riconobbero subito: erano i gufi di Draco e Hermione.
I due si alzarono pronti a ricevere i messaggi, ma i loro gufi sorprendendo tutti si andarono a posare sulle spalle di Albus Silente.
I due diedero i rispettivi messaggi a Silente e senza indugio volarono via.
Tutta la sala era in silenzio, non avevano mai visto una cosa del genere.
Il vecchio preside intanto leggeva i due messaggi.
Strabuzzò gli occhi e tutti si preoccuparono.
“Malfoy e Granger, avvicinatevi per favore” disse tenendo sempre lo sguardo sui fogli che aveva in mano.
I due sotto gli occhi degli altri studenti si avvicinarono al mago che intanto si era alzato dal tavolo.
“Credo che anche voi dobbiate leggere cosa c’è scritto in queste pergamene”
“E’ successo qualcosa di grave?” chiese Hermione preoccupata.
“Bè, non saprei dirtelo cara, stabilitelo voi”
Diede le lettere hai due che iniziarono a leggere sotto gli occhi curiosi degli altri maghi e streghe presenti in sala.
Strabuzzarono gli occhi e aprirono la bocca estrefatti.
“N-non può essere!” disse chiaramente Hermione.
Draco si arrabbiò.
“Se questo è uno scherzo, è proprio di cattivo gusto!” urlò strappando il foglio.
Gli studenti e i professori capivano sempre meno.
“Si può sapere co-” Piton fu interrotto sul nascere.
“PERCHE’ DOVREI SPOSARE QUESTO/A QUI?!?!?!?” urlarono in sincronia indicandosi.
“CHE?” tutte le sedie caddero a terra, tutti si erano alzati di botto.
“No, no, no e poi no! E’ una cosa assurda, io lo odio!” urlò Hermione.
“E perché, io no?!?!?” le urlò in faccia Draco. Una fitta al cuore. Fa male mentire.
“Io ti odio di più!”
“Sì, come no!”
“Ragazzi! Per favore, ascoltatemi!” i ragazzi guardarono il preside e il chiacchiericcio che si era formato in sala si fermò.
“Sono sicuro che parlandone con i vostri genitori chiarirete ogni cosa, saranno qui tra poco, perciò salterete le lezioni, ora andate tutti in classe, e voi a prepararvi!” ordinò e tutti fecero come era stato ordinato: in fondo era un ordine di Albus Silente!
Il chiacchiericcio e i pettegolezzi però non si possono fermare!
 
 
Era da un po’ che i due erano in quella stanza che sembrava un soggiorno.
Non si erano detti una parola da quando erano entrati. Draco era vestito con uno smocking semplice, mentre Hermione… bè, Draco non aveva saputo trattenere un “Oh” di apprezzamento, perché, modestamente, la Granger era davvero uno schianto!

Quel vestito le stava a pennello!
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Il Malfoy cercava di non guardarla: ogni volta che lo faceva gli si seccava la gola e sentiva un grande calore invadergli il corpo.
-Diamine devo calmarmi!!-
“Tu sei tranquillo?” si decise a parlare, anche se un po’ timorosa, la strega.
“Hm?”
“Intendo: se non riusciremo a convincerli… dovremo, sposarci no?”
Sposare. Hermione. Jean. Granger.
Mai avrebbe sentito che avrebbe dovuto farlo.
“In effetti sono anch’io un po’ agitato…”
-E non solo per quello- pensò deglutendo rumorosamente guardando lo spacco dell’abito della ragazza.
“Bene, siete già qui” si alzarono velocemente e fecero il loro ingresso i loro genitori.
“Tesoro, che bello rivederti, sei cresciuta moltissimo dall’ultima volta” disse la madre di Hermione abbracciandola.
“Grazie mamma” disse ricambiando l’abbraccio.
“E tu, Draco, come stai?” disse con il suo solito tono freddo il signor Malfoy.
“Male, padre, molto male” disse serio Draco.
Tutti lo guardarono confusi e Hermione si staccò dall’abbraccio della madre.
“Vogliamo sapere perché avete deciso del nostro matrimonio! Perché? Sapete bene che ci odiamo a morte, perché???”
“perché così faremo un’unica grande casata, semplice no?”
“Semplice un corno, madre!” urlò Draco.
“Avete deciso senza di noi e-”
“-E-cosa?!? Dovremo consultarci con voi ora per prendere le decisioni?” urlò il padre di Hermione.
 “Abbiamo deciso così e non si discute, anzi dobbiamo informarvi che da oggi in poi starete nell’unica camera matrimoniale del castello, così vi abituerete a vivere insieme e almeno stringerete amicizia!” continuò il padre di Draco.
“Ma-”
“Niente ma! Ora ce ne andiamo!” terminò Lucius.
Gli adulti uscirono dalla stanza e lasciarono i, ormai, futuri sposi basiti.
“Ecco…” tentò di parlare Draco dopo lunghi minuti di silenzio “…Granger senti i-”
Non finì di parlare che Hermione si buttò tra le sue braccia piangendo disperata.
“Granger…” sussurrò lui.
“I-io n-non sigh! V-voglio s-sposarmi a-adesso sigh! V-voglio s-sposarmi i-in f-futuro sigh! C-con l’u-uomo c-che a-amo!! Sigh!”
Quelle parole gli fecero male all’altezza del petto, dove era… il cuore.
Scacciò i suoi pensieri e ricambiò l’abbraccio.
“Lo so…scusa” sussurrò.
“N-no, non è colpa tua”
“Ti giuro che d’ora in poi sarò più buono nei tuoi confronti”
Rimasero qualche minuto in silenzio.
“Grazie” sussurrò fiebilmente Hermione cullata tra le braccia di Draco.
Si sedettero sul divano e il Malfoy passò la mattinata a consolare la sua futura moglie, sorprendendola.
Hermione aveva scoperto un lato nascosto di Draco già da quando lui aveva ricambiato l’abbraccio.
E di sicuro, quella giornata non poteva più definirsi noiosa.
 
 
 
  
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