Il fuoco proietta lunghe ombre sulle pareti di legno e Mako non credeva che avrebbe trovato così confortevole il suo soggiorno al Polo Sud - il letto morbido invece dei sacchi a pelo, un tetto solido invece di un igloo.
Korra è stesa su un fianco, accanto a lui; ha lo sguardo perso nel vuoto e non gli serve chiedere per capire che pensa ai suoi genitori (a suo padre), alle Tribù, a suo zio.
Richiama la sua attenzione con un bacio sulla clavicola e uno sull'incavo del collo; la ragazza sospira e i lineamenti tesi del volto si sciolgono.
«Si sistemerà tutto» le sussurra all'orecchio e Korra annuisce, più serena.
Gli passa una mano tra i capelli e si aggrappa alle sue spalle per avvicinarsi, ma la porta si apre e, oltre alla neve, entra Bolin.
«Mako, tu devi aiutarmi, Eska...oh, ciao Korra. Interrompo qualcosa?»