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Autore: Nikj_Ginger    23/09/2013    0 recensioni
Ma ve lo immaginate il nostro Mello alle prese con il rifare il letto del proprio appartamento? Nemmeno io XD È abbastanza demenziale e senza senso, però fa niente. Un po' di demenza fa bene (senza esagerare).
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mello, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo guardai attentamente per capire se mi stava prendendo in giro.
-Ma sei serio?- gli domandai, stupefatta.
-Te lo giuro. Non ho mai rifatto un letto in vita mia.- rispose con un’alzata di spalle.
Dovetti trattenermi per non scoppiargli a ridere in faccia. Persino un bambino di dieci anni sapeva rifarsi il letto.
Mello ed io ci trovavamo nel nostro appartamento, o meglio “covo”, così lo chiamava lui. Non era uno dei migliori ma sempre meglio che stare sotto un ponte.
Quel pomeriggio, prima che Mello andasse a recuperare le informazioni per risolvere il caso gli feci una domanda che mi attanagliava dai tempi delle Wammy’s House. E la sua risposta mi lasciò senza parole, letteralmente.
Lui arrossì e si grattò la nuca, cercando di trovare una risposta alla mia.
-Credevo che sapessi rifare un letto.- ribattei -Alla Wammy’s non ti dicevano nulla?-
Lui ridacchiò: -Me lo rifaceva sempre Matt.-
Alzai un sopracciglio e allora scoppiai a ridere. Una di quelle risate piene di gusto che non facevo da tempo. Notai che Mello cominciò a imbarazzarsi di fronte a questo suo difetto. Quindi mi addolcii e presi le lenzuola che avevo appena lavato in lavanderia. Poi presi il coprimaterasso e glielo passai, lasciandolo sorpreso.
-Forza, ti aiuto io.- gli dissi.
-Non so nemmeno da dove cominciare.- mi rispose cercando di ridarmi il coprimaterasso.
Con un’occhiata lo obbligai a darmi ascolto. Sbuffò e poi si avvicinò al letto.
-Quindi?-
-Se noti due lati sono più corti degli altri due. Ecco, prendi un angolo e lo appoggi sopra l’angolo del materasso.-
Lui guardò attentamente e cercò i due lati corti. Li trovò e fece come gli dissi. In quel piccolo passaggio riuscì bene, se non fosse per il fatto che non aveva tirato abbastanza e c’erano delle pieghe che non dovevano esserci.
-Devi tirarlo di più.-
-Va bene così, no?-
Scossi la testa.
Allora con un altro sbuffo migliorò la posizione del coprimaterasso e con un’occhiata sarcastica mi chiese se andasse bene.
-Sì, ora passiamo ai cuscini.- dissi.
Prese la prima federa e poi sorrise.
-Questa mi sembra facile.-
Così non gli dissi nulla. Speravo che ci riuscisse davvero ma non fu così. Quando cercava di inserire il cuscino nella federa, questo gli scappava via, cadendo con un tonfo leggero sul letto.
Non riuscii a trattenermi dal ridere. Ero piegata in due dal tanto che ridevo e cominciarono a piangermi gli occhi.
-Fanculo!- mi gridò addosso.
-Sei mitico, dico davvero.- dissi in mezzo alle risate.
Lui fece un sospiro sonoro e prese la pistola dalla tasca posteriore dei pantaloni. Me la puntò addossò, minacciandomi di spararmi se non la smettessi di ridere.
Lo guardai sorpresa, smettendo per un attimo di ridere.
-Davvero vuoi spararmi solo perché rido di te?- gli domandai.
-Zoey, mi stai irritando. Chiudi la bocca oppure sparo.- ribatté, serio. Ma non lo era affatto. Sul suo viso apparve la solito smorfia ironica che aveva sempre anche con Matt quando gli faceva perdere le staffe. Non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo.
-Ascolta, io lo sto facendo per te. Un uomo che non sa fare un letto é...-
-Un uomo, appunto. Quindi prendi queste cazzo di federe e finisci il lavoro.- Mi lanciò federa e cuscino insieme e poi uscì dalla stanza a passi lunghi e ben distesi.
-Ho bisogno di cioccolato. Dov’è quel nerd idiota con la mia cioccolata?- si mise a gridare per l’appartamento.
Scossi la testa e sorrisi fra me e me. Con tranquillità infilai il cuscino nella federa e feci lo stesso con il suo gemello. Infine la coperta.
Alla fine, ci eravamo divertiti, io perlomeno. Mello aveva fatto più che altro la figura dell’uomo incapace e senza speranze.
Guardai il letto appena rifatto e mi ritrovai a pensare che quella notte ci avrei dormito per l’ultima volta. Quelle risa, quegli insulti e quelle grida non ci sarebbero mai più state, ormai lo sapevo. E mi si strinse lo stomaco a pormi quella domanda: ma come ci siamo arrivati a questo punto?
   
 
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