Serie TV > Stargate
Segui la storia  |       
Autore: kae    25/03/2008    5 recensioni
Una raccolta di fanfiction sull'universo di "Stargate".
Il nuovo capitolo
"Ad un passo da loro". Jonas è tornato sul suo pianeta natale dopo il ritorno di Daniel. Ma ne è davvero felice? È stata la scelta giusta?
I vecchi capitoli
"Addio". Jack incontra sam prima del suo matrimonio. Che cosa le dirà?
"Sola nel buio, con te nella luce". Sam viene investita da un'auto e Jack si precipita ad andare a trovarla.
"Perché è così difficile amarti?". Sam crede che Jack non abbia fiducia in lei e questo la fa infuriare. Come si giustificherà il generale O'Neill? E cosa accadrà dopo?
"Pensieri di morte, pensieri di vita". Gli ultimi istanti di vita di Jolinar di Malkshur, la Tok'ra che entrò nel corpo del capitano Samantha Carter per sfuggire al Goa'uld che era stato inviato ad ucciderla.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Commento a “…”

Sola nel buio, con te nella luce

Aprii piano gli occhi e cercai di tirarmi su a sedere. Non ci riuscii. Mi faceva male ogni singola parte del corpo. Sospirai. Entrò un’infermiera, ma non ci badai molto. Tenni lo sguardo fisso sul soffitto. La sentii chiedermi se volevo mettermi seduta. Risposi con un cenno affermativo del capo. Mi aiutò ad alzarmi un poco e mi sistemò i cuscini. Poi uscì. Mi guardai intorno. Le pareti della stanza erano bianche e spoglie. Dalla finestra si poteva scorgere il cielo plumbeo. Sorrisi. Ero sola, come sempre. A farmi compagnia solo il bip dei macchinari. Mio padre era tra i Tok’ra, mio fratello in vacanza, Daniel e Teal’c in missione con l’SG-3 e O’Neill su una nave degli Asgard con Thor. Nessuno di loro probabilmente sapeva che ero stata investita da un’auto. Il generale Hammond era venuto a trovarmi. Con lui c’era Cassandra. Avevano portato la scacchiera. “È sabato” mi avevano detto. Ero stata felice di vederli.

Sentii dei rumori in corridoio ma non cercai di capire cosa stesse accadendo. Mi limitai a spostare lo sguardo dalla parete di fronte a me alla finestra. Non potei, però, fare a meno di notare che il rumore si faceva sempre più forte. Della gente stava litigando.

“È normale litigare in ospedale? “ mi chiesi.

Poi si fece ancora più vicino. Erano fuori dalla mia camera. Sentii brandelli della conversazione.

« Non può entrare. Non è orario di visite. »

« Non mi interessa! »

Impossibile non riconoscere quella voce. Mi voltai verso la porta nello stesso istante in cui si aprì.

« Che sta facendo?! » sentii dire l’infermiera.

« Lo lasci entrare. »

Nello specchio della porta apparve un medico.

« Ma…dottore! »

Lui mosse la mano per zittire la donna.

« Vada pure. Ma cerchi di non affaticarla. »

« Grazie, dottore. »

I due si allontanarono sparendo dalla mia visuale. La terza persona entrò nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Aveva i capelli spettinati e indossava gli stessi abiti con cui l’avevo visto sparire ad opera di Thor. Gli occhi cominciarono a bruciarmi. Lui prese una sedia e si accomodò accanto al mio letto.

« Sono venuto appena ho saputo. Come stai? » chiese.

Mi ci volle un po’ per ritrovare la voce e rispondergli.

« Insomma » mormorai.

Lui sorrise.

« Com’è andata la missione, signore? »

« Avrai tutto il tempo di leggere il rapporto. Potrai anche impararlo a memoria! Avrai molto tempo libero fino a quando non ti rimetterai del tutto. »

Allungò una mano per stringere la mia. Sussultai. Lui la lasciò immediatamente.

« Ti ho fatto male? »

« No » dissi con un filo di voce.

La prese di nuovo, con delicatezza.

« Ma come è possibile? »

Lo guardai interrogativa. Lui sorrise.

« Affrontiamo tutti i giorni missioni pericolosissime per salvare la terra dalla minaccia dei Goa’uld, quando i veri pericoli sono dietro l’angolo. »

Sorrisi.

« Daniel e Teal’c? »

« Non sono ancora tornati. A quanto pare hanno trovato un tempio sotterraneo o roba del genere… »

Restammo in silenzio.

« Non si è nemmeno cambiato… » mormorai.

« Quando sono tornato ho chiesto a Hammond dove ti trovavi. Ti avevo portato un souvenir e volevo dartelo…mi ha detto che eri in ospedale perché ti avevano investito. Sono venuto di corsa qui. »

Abbassai lo sguardo mentre mi asciugavo gli occhi.

« In realtà il souvenir te lo manda Thor. »

Sorrisi al suo tentativo di farmi tornare il buonumore.

« Anche se forse sarebbero stati più adeguati dei fiori date le circostanze. »

Sentii la sua stretta farsi più forte.

« Devo andare. Il generale mi aspetta per il rapporto…mi ha dato un paio d’ore per venire qui, ma ora devo tornare. »

« Grazie per essere venuto, colonnello. »

Sorrise e si alzò.

« Rimettiti presto » disse.

Poi si avvicinò, si chinò su di me e mi baciò la fronte.

« Ti aspettiamo. »

Senza lasciare la mia mano si voltò e si diresse verso la porta. A poco a poco la presa si allentò. Avrei voluto che non se ne dovesse andare. Avrei voluto trattenerlo, scoppiare a piangere, sentirlo stringermi a sé per consolarmi. Ma ci separammo. Quando giunse alla porta, si voltò e mi sorrise. Poi l’aprì, uscì nel corridoio e se la chiuse alle spalle.




Commento dell’autrice

Ecco il nuovo capitolo di “Stargate stories” che stavate aspettando. Ce n’è voluto di tempo, vero? In realtà non lo aspettava nessuno…

Beh, “…” nasce da un sogno di tanto tempo fa che non ricordavo di aver fatto. Questa notte, o meglio, questa mattina ha però fatto di nuovo capoilino durante il sonno. Era breve, un misto di flash leggermente sfocati e sensazioni di confusione, immensa preoccupazione e profondo amore. Ricordo una porta, delle persone ferme davanti ad essa e Jack che arriva di corsa. Si ferma a parlare con quelle persone, poi entra nella stanza che è enorme, senza finestre e illuminata a giorno da una di quelle lampadine che diffondono quella luce bianca che tende al giallo scuro. Su un letto c’è Sam, distesa, con la flebo e attaccata a tutte quelle macchine che si vedono nei telefilm e di cui non so i nomi. Jack si siede accanto a lei e la scena sfuma…per colpa di mia madre che mi viene a svegliare per sapere dov’è un pennello.

Perché Sam fosse in ospedale non ne ho idea. Ma per “…” ho dovuto trovare un motivo. Anche l’ambiente è un po’ cambiato. La stanza non è più calda e accogliente, ma fredda e solitaria. Nel sogno la scena si svolgeva la sera tardi. Nella fanfiction è uno di quei pomeriggi freddi, quelli in cui ci si vorrebbe rintanare in casa, avvolti nelle coperte a bere cioccolata calda davanti alla TV o a guardare fuori dalla finestra i nuvolosi neri e a rabbrividire al sibilo del vento. Pure il punto di vista è diverso: nel sogno io stavo seguendo Jack.

Bene! Vi lascio alla fanfiction. Buona lettura,

Chiara.

2 febbraio – 25 marzo 2008

p.s.: piccolo scambio di opinioni. Secondo voi perché Sam si mette quasi a piangere?

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Stargate / Vai alla pagina dell'autore: kae