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Autore: esse198    23/09/2013    1 recensioni
Anya è una ragazza come tante, con l'unico vantaggio di lavorare negli studi dove viene realizzata la sua serie preferita "Doctor Who". un passo dopo l'altro il "destino" la avvicinerà a Matt.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matt Smith, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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To Detroit
 
La proposta di Matt era stata buttata lì, dall’istinto, ma poi il ragazzo aveva iniziato a parlare di voli, di prenotazioni, pensò che a breve avrebbe avuto dei giorni liberi da poter dedicare ad Anya. Piano piano l’idea folle prese corpo e Anya si ritrovò completamente coinvolta in quel suo entusiasmo dilagante. Mai avrebbe pensato di prendere delle ferie e ritrovarsi su un volo intercontinentale nel giro di pochi giorni.
Di sicuro c’era dell’avventatezza. Eppure era stato così facile organizzare tutto, anche perché il volo e la stanza in albergo, lo stesso di Matt, erano stati prenotati dall’agente di quest’ultimo. Le sembrava di vivere in un sogno dove le cose dette diventavano fatte nel fotogramma successivo.
Anya provava da un lato una profonda ansia, combatteva duramente con quella parte di sé che tendeva a illudersi. Temeva una tremenda delusione, ma d’altra parte non aveva saputo dirgli di no, ancora una volta. Aveva vinto ogni sua naturale pigrizia e in pochi giorni era riuscita ad organizzarsi. Per troppa voglia di vederlo. Ansia e preoccupazione, ma anche una forte emozione. Ovviamente si era chiesta più volte perché lui l’avesse invitata, cosa nascondeva tanta attenzione e tanto interesse. La sua migliore amica, a cui aveva finalmente parlato di Matt, era molto ottimista, a lei sembrava abbastanza chiaro il motivo recondito, ma Anya preferiva davvero non illudersi. Avrebbe trascorso del tempo con lui, più delle solite due ore dei pasti che avevano piacevolmente condiviso, ciò le avrebbe permesso di farsi un’idea più chiara.
Il volo fu lungo, anche un po’ estenuante. Incontrò diverse persone tra cui un tizio che la ammorbò con la storia della sua vita, vantandosi soprattutto della sua carriera, dei suoi successi lavorativi, del suo talento di imprenditore. Quando si alzò per allontanarsi da questo suo vicino borioso, incrociò lo sguardo di una ragazza che invece aveva colto la situazione drammatica di Anya e la stava compatendo. Le si avvicinò incoraggiata da quello scambio di complicità. Il suo incontro compensò notevolmente quello precedente. Anya trascorse piacevolmente del tempo a chiacchierare con questa ragazza molto affabile, sveglia ed estroversa.  Approfittò delle lunghe ore di volo per recuperare letture arretrate e per rilassarsi un po’ ascoltando musica.
Quando arrivò, in quella calda giornata di luglio, era sollevata e agitata. Mandò un messaggio a Matt per avvisarlo del suo arrivo. Lui la richiamò dopo pochi minuti.
- Ciao! Com’è andata? Tutto bene?
- Si… - rispose appena Anya, e Matt di fretta continuò:
- Ascolta, scusami, ma non posso venire a prenderti io… ho mandato Tom, il mio agente, dovrebbe essere già lì e dovresti riconoscerlo, giusto?
- Si, mi ricordo di lui. – confermò la ragazza ricordandosi dell’uomo, avendolo visto spesso sul set di Doctor Who, occuparsi di Matt.
- Ti porterà in albergo, io ne avrò ancora per un paio d’ore, quindi fai con calma, rilassati e quando mi libero decidiamo cosa fare, ok?Anya ripensò a quella parola che aveva usato, “decidiamo”, ed ebbe la netta sensazione di non aver deciso proprio nulla da quando lo aveva conosciuto e questo la faceva sentire un po’ a disagio.
Tom fu gentilissimo e cordiale, la accompagnò in hotel, le mostrò la stanza, le disse che quella di Matt era proprio accanto e poi la salutò.
 
Stava giusto uscendo dalla doccia quando sentì bussare alla porta ripetutamente, quasi con insistenza, così infilò veloce l’accappatoio e andò ad aprire. Matt aveva sfoderato il suo “Hello!” più entusiasta e spalancato le braccia come per abbracciarla, ma quando la vide in accappatoio, con i capelli gocciolanti, che cercava di coprirsi alla meglio, ebbe un attimo di smarrimento e si bloccò. Anya ricambiò il saluto e mentre lui cercava di scusarsi lei chiese qualche minuto per darsi una sistemata. Prese al volo i vestiti che aveva, per fortuna, precedentemente preparato sul letto e scappò in bagno. Il cuore le batteva a mille. Si vestì e, passata velocemente la schiuma ai capelli, tornò in camera. Trovò Matt affacciato al balcone, ma tornò subito dentro appena la vide.
- Potevi asciugare i capelli, non ho fretta. – esordì notando i capelli bagnati della ragazza.
- Con questo caldo si asciugheranno da soli. – gli rispose andandogli incontro.
- Benvenuta a Detroit! – concluse Matt e i due scoppiarono a ridere.Di quella risata un po’ isterica che servì a sciogliere la tensione e l’imbarazzo, come due stupidi ragazzini al primo appuntamento.
 
Decisero di uscire. La prima tappa fu inevitabilmente al centro di Detroit, tra i suoi vertiginosi grattacieli. Era la prima volta che se ne andavano in giro tranquillamente tra la gente, senza il timore di essere assaliti dai fan. Lì Matt non era molto conosciuto. Le strade erano affollate di gente del posto, ma anche di turisti, come Anya. Quest’ultima tirò fuori la sua fotocamera digitale e fece qualche scatto a quei luoghi così diversi a quelli a cui lei era abituata. Ogni tanto Matt se ne appropriava per immortalarla in scatti quasi artistici. Era bravo anche con le foto. A volte Anya non sopportava tanta perfezione, sembrava essere bravissimo in tutto: adorava il suo modo di recitare, era molto professionale e se la tirava quanto bastava, sapeva suonare la chitarra, era gentile, spiritoso e bellissimo. Temeva i più orribili difetti, che però non aveva ancora scoperto. E disponibile con i fan. Ne ebbe prova proprio quel pomeriggio, quando adocchiarono una bimba assieme ai suoi genitori con una inconfondibile maglia. Fu Anya ad accorgersi per prima della piccola fan, ma prima ancora di segnalarla a Matt la famigliola scorse il Dottore e si avvicinarono quasi timidamente. La bambina lo guardò con sorpresa ed era senza parole. Matt si chinò alla sua altezza, la salutò:
- Bella la tua maglia! – commentò puntandole veloce il dito sull’enorme DW stampato sul petto della bimba.
- Ti abbiamo cercato sul set, ma ci hanno detto che eri andato via… e invece ti abbiamo incontrato qui. – disse il padre.
- Si vede che era destino. – sorrise Matt. – Come ti chiami? – chiese alla bimba che non poteva avere più di sei anni e aveva due occhi di un bellissimo azzurro che si abbinavano perfettamente ai chiarissimi capelli biondi. Non sembrava nemmeno reale.
- Kristen. – rispose la piccola.Poi chiesero di fare una foto. Dapprima solo con la bimba, poi Anya propose di farne una anche con i genitori. L’avrebbe scattata lei.
Quando andarono via, Matt continuava a salutare con la mano la bimba che ogni tanto si girava a guardare indietro verso il Dottore.
- Ti guardava come se non fossi reale e poi ti ha anche toccato per accertarsi meglio. – commentava divertita e intenerita Anya.E il suo sguardo si perse a fissarlo. Ogni tanto anche a lei non sembrava vero di stare con lui.
 
La passeggiata fu lunga e approdarono al lungofiume. Anya con un balzo si sedette sul muretto, per Matt fu più facile.
Anya gli stava raccontando del volo e del pallosissimo compagno di viaggio che le era capitato.
- Forse ci stava provando…
- Con la noia? – lo disse strabuzzando gli occhi e Matt scoppiò a ridere.Lei arrossì leggermente e poi continuò:
- Per fortuna ho conosciuto anche una ragazza molto interessante. E fa il lavoro più bello del mondo!
- Cioè?
- Gira gli alberghi in incognito per poi recensirli. Non è meraviglioso? – negli occhi di Anya si accese l’entusiasmo.
- Potresti farlo anche tu. – suggerì Matt.Già, avrebbe potuto. La verità era che a ventisei anni Anya non sapeva ancora cosa voleva fare nella vita. Il lavoro in biblioteca le piaceva e anche quello rientrava nei suoi sogni. Le piaceva leggere e aveva sempre desiderato lavorare in un posto circondata dall’odore così antico di carta e inchiostro. Qualche volta si chiedeva se era quello che voleva fare per tutta la vita, d’altra parte non aveva molta altra scelta e comunque quel lavoro le garantiva una certa stabilità economica e ciò le bastava.
- Ah! Non ti ho detto di stasera! – si ricordò Matt.
- Cosa?
- C’è in programma una cena tra colleghi e amici, non saremo in tanti. Se n’era parlato settimana scorsa ed io avevo detto sì, ma se vuoi posso disdire.
- No, va bene. Non ci sono problemi.In realtà era un grosso problema! Per Anya il gruppo era sempre stato una difficoltà e poi si presentava con lui… Era un’uscita pubblica, la prima uscita, e questo la preoccupava abbastanza. Gli altri avrebbero fatto domande? Come l’avrebbero guardata? E Matt, come l’avrebbe presentata?  Gli chiese invece come avrebbe dovuto vestirsi. Lui disse che era una cosa molto informale e andava bene qualsiasi cosa. Il che non l’aiutò per nulla.
Aveva portato un vestitino, non troppo elegante, ma arricchito con i giusti accessori avrebbe fatto la sua discreta figura. Optò per quello.
Uscì dalla stanza nello stesso momento in cui stava uscendo anche Matt.
- Sei super veloce! Tu non sei normale! – disse sconcertato.
- E stai molto bene. – aggiunse ammirato. 
Al locale il primo impatto non fu traumatico. Uno dopo l’altro arrivarono tutti, una dozzina di persone, tutte molto giovani, a parte un paio di coppie più mature.
La batosta sopraggiunse quando vide arrivare lei: alta, splendidamente affascinante, con quel suo portamento da modella, i capelli lunghi e rossi e gli occhi verdi.
Avanzava sorridente verso Matt.
- Kaz! – esclamò lui e allargò le braccia per abbracciarla.Dopo i primi saluti, convenevoli e presentazioni, anche Karen Gillan si sedette al tavolo con loro.
 
Un leggero mal di testa iniziò a martellare la povera Anya.
 
 
 
eccomi qui: mancano pochi capitoli alla conclusione... credo... cmq per una settimana non potrò aggiornare.
quindi pazientate.
grazie a tutti quelli che stanno leggendo questa fanfiction.
(ho aggiunto le immagini a tutti i capitoli!^^)
a settimana prossima!
ciao!
  
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