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Autore: Shade Owl    24/09/2013    1 recensioni
Durante le operazioni minerarie su un lontano pianeta, l'agente di sicurezza Parker Bones viene svegliato nottetempo a causa di alcuni problemi con tre uomini che ha arrestato il giorno prima: sembrano aver contratto una qualche malattia e questo, in seguito ad altri avvenimenti misteriosi, spinge il Capitano della PCP Ascendant a chiedere aiuto.
E così, una donna viene mandata sulla nave: l'Ufficiale Valentine...
Genere: Mistero, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Man mano che si avvicinava all’atmosfera di Cassandra V, l'Ufficiale Valentine cominciò a percepire le emozioni del Popolo Verde con sempre maggiore chiarezza: erano in festa, eccitati, e le infondevano una felicità rara, facendola sentire come se fosse stata lontana da casa per molto tempo e finalmente stesse per tornare alla sua vecchia vita.
Purtroppo, questo non era vero, e lo sapeva, dato che la sua casa non era quella. Era solo un’illusione, un riflesso delle menti che in quel momento si trovavano dentro di lei, così numerose che nonostante la sua diversa fisiologia non riusciva a isolarle del tutto.
Perché era di questo che si trattava, menti: le spore erano come dei minuscoli cervelli vegetali, non batteri o microrganismi particolari. Le piante di Cassandra V, ora lo capiva, erano in grado di replicare le loro strutture encefaliche e di diffonderle come tante minuscole spore nell’aria, cosa che spiegava la “coscienza collettiva”: una singola persona arrivava a respirarne talmente tante da possedere contatti con innumerevoli alberi contemporaneamente, i quali a loro volta erano connessi ad altri alberi, fino a formare una sorta di gigantesca rete neurale a livello planetario. Ovvio che la loro energia psichica fosse così forte.
Se aveva resistito al contatto diretto con le spore, quindi, lo doveva alla capacità della sua specie di isolare la mente, e nient’altro. Una volta compresa la vera natura della flora di Cassandra V aveva capito anche di essere immune a quella sorta di contagio.
- Stiamo entrando nell’atmosfera.- disse, preparando i retrorazzi per l’atterraggio - Ora balleremo un po’, preparatevi.-
Non appena ebbe superato lo strato più esterno, la navetta cominciò a tremare un poco, mentre la gravità si faceva di colpo più forte, attirandola a sé. Aumentò la potenza di spinta per ridurre la velocità e ridusse quella dei motori primari, così da andare più lentamente. Le scosse si ridussero sensibilmente, e la rotta si stabilizzò. La temperatura dello scafo rimase relativamente invariata, e la struttura del velivolo resse l’improvviso cambio di pressione senza problemi. Ottimo.
Nel giro di un paio di minuti fu abbastanza vicina al suolo da distinguere i resti dell’avamposto minerario, un complesso di macchinari ed edifici disposti in circolo attorno a una grande voragine conica. Su tutto era cresciuto un nuovo strato di piante e di erbacce, come se il luogo fosse stato abbandonato da decenni, ma Valentine sapeva bene che, in realtà, si trattava degli operai scesi a terra all’inizio della spedizione e che avevano raggiunto l’ultimo stadio della malattia. Per loro, sfortunatamente, era tardi: sarebbero rimasti dei vegetali per sempre.
Localizzò uno spiazzo abbastanza grande da permettere l’atterraggio e fece scendere la navetta, spegnendo i motori e dando la massima energia ai retrorazzi. Si posò a terra con un piccolo contraccolpo, terminando così il viaggio in modo piuttosto sereno.
- Eccoci.- disse, slacciando le cinghie e sollevando il gancio di sicurezza - Un secondo di pazienza, scendo e potrete uscire dal mio corpo. Ormai è fatta.-
Appena aprì il portello ed ebbe toccato il suolo con i piedi, Valentine sentì immediatamente qualcosa che premeva da dentro. Ebbe solo un secondo di preavviso, poi si ritrovò in ginocchio mentre, con rapidità e quasi con violenza, tutte le spore dentro il suo corpo cominciavano ad uscire.
Sopportò in silenzio il processo, permettendo al Popolo Verde di tornare all’aperto, e quando fu terminato (a occhio ci volle lo stesso tempo che avevano impiegato per entrarle dentro) rimase ferma un momento a riprendere fiato, sentendosi improvvisamente svuotata: l’euforia che aveva percepito era svanita di colpo, lasciando il posto alla stanchezza e alla fame.
Trasse un profondo respiro, aggiustandosi di nuovo gli occhiali sul naso, e si rimise in piedi per rientrare nella navetta e lasciare Cassandra V. Tuttavia, un movimento attirò la sua attenzione, e si fermò mentre, dal tronco di un albero non lontano, cominciava a uscire qualcosa.
Sulle prime credette di assistere alla crescita accelerata di un nuovo ramo ma, dopo pochi secondi, comprese che si trattava di una specie di mitosi: il corpo della pianta si stava gonfiando in fretta, lasciando emergere lineamenti e arti definiti. Un braccio si allungò nell’aria, mentre dita vegetali si contraevano a vuoto. Poi ci fu una gamba, e successivamente una testa.
Un uomo fatto di legno e foglie cadde a terra, rialzandosi lentamente.
 
Valentine si avvicinò senza fretta, più incuriosita che spaventata: l’essere aveva fattezze umanoidi, ma era interamente fatto di corteccia. Il naso era una protuberanza simile a un nodo, dal quale usciva una minuscola fogliolina verde, e gli occhi erano due gemme solo lievemente aperte. I suoi capelli erano formati da rametti sottili e teneri, come quelli dei salici piangenti terrestri, non molto lunghi ma folti, e le dita erano legnetti bitorzoluti e ruvidi.
La creatura si alzò in piedi, guardandola direttamente negli occhi, e la sua bocca, un taglio nella faccia di corteccia, si contrasse in quello che sembrava essere un sorriso benevolo.
- Ufficiale Valentine.- disse, con una voce molto più normale di quella ostentata fino a poco tempo prima da Nolan Brody - Lei ha salvato il nostro popolo. Ha posto fine alla Grande Crisi. Non dimenticheremo mai ciò che ha fatto per noi.-
Valentine annuì, ben sapendo che quanto aveva detto era la verità: pur avendo anch’essi un ciclo vitale, gli alberi erano virtualmente immortali, e una volta appassiti tornavano a nascere dai loro stessi semi, al cui interno c’era l’intera memoria genetica dei progenitori. Nessuno di loro avrebbe scordato quei giorni.
- Ho solo fatto il mio lavoro.- rispose - A cosa debbo questa… inaspettata sorpresa? Non era necessario certo fare qualcosa del genere solo per dimostrarmi gratitudine.-
La creatura scosse lentamente la testa.
- No, non lo era. Ma abbiamo pensato di mostrarle qualcosa.-
Tese una mano verso il suo volto, e Valentine lo lasciò fare. Non appena le dita ruvide del rappresentante del Popolo Verde furono entrate in contatto con la sua fronte, qualcosa venne trasmesso alla sua mente.
Stava rivivendo gli antichi ricordi della flora di Cassandra V. Vide la nascita delle prime forme di vita vegetale e animale, l’evolversi delle specie, la crescita di un popolo umanoide, la loro civiltà che si evolveva. Le loro città si espandevano, fondendosi con la foresta e le piante, in comunione con esse per la consapevolezza della loro mente collettiva, del loro essere “vive”, coscienti come persone e, forse, persino di più.
- Sono i Cybinadi?- chiese, senza capire se lo aveva solo pensato o se lo aveva detto ad alta voce.
No. Rispose il Popolo Verde, e stavolta fu sicura che fosse solo nella sua mente. Quelli che vede sono stati la seconda specie dominante di questo mondo. I Teleridi. Non erano nostri nemici.
- Pensavo che vi avessero aggredito e che voi li aveste combattuti.-
Non furono loro. I Teleridi crebbero con noi, progredirono rispettandoci. Ad assalirci furono i Cybinadi.
E nuove immagini giunsero nella sua mente, immagini di una forza d’invasione che arrivava dallo spazio esterno al pianeta. Fuoco, lampi di armi a energia e proiettili offuscarono le visioni, e sangue rosato prese a scorrere sul terreno. Creature umanoidi, protette da armature che coprivano le loro fattezze, scesero dalle navi trasporto, uccidendo ciò che incontravano, schiacciando la resistenza fatta di archi, lance e pietre.
E poi il Popolo Verde intervenne nel conflitto, e sparse le spore. Gli invasori le respirarono e subirono il cambiamento; qualcuno si salvò, trovando rifugio a bordo delle navi, ma naturalmente anche i superstiti scoprirono di essere infetti, in seguito, e interi trasporti furono distrutti nello spazio. I Teleridi furono così in salvo dalla guerra, ma nonostante ciò si ritrovarono sull’orlo dell’estinzione. Respirarono quindi a loro volta le spore, consapevoli che così sarebbero vissuti in eterno, di loro iniziativa.
A quel punto le immagini si interruppero, e il Popolo Verde abbassò la mano.
- Dunque è questo che è accaduto qui.- disse Valentine - Credevo che i Cybinadi fossero gli indigeni, ma mi sbagliavo… erano invasori.-
Il Popolo Verde annuì.
- Quello fu l’inizio della Grande Crisi. Secondo il punto di vista della specie umana, in realtà terminò quando scacciammo i Cybinadi, anche se per noi essa è continuata fino a quando lei non è arrivata sulla Ascendant, per i motivi che ha intuito durante la sua permanenza a bordo.-
Valentine non rispose, pensierosa: non aveva mai incontrato i Cybinadi, eppure essi vantavano una discreta tecnologia, a differenza dei Teleridi. Ciononostante, era già conosciuta anche da loro, pur non avendoci avuto a che fare in passato. Come mai non li conosceva?
- Cosa mi sapete dire dei Cybinadi?-
- Una razza di conquistatori.- rispose il Popolo Verde - Essi non sono mai scesi a patti con gli sconfitti, e vantano una forte resistenza alla dominazione. Coloro che subirono il cambiamento non sono a tutt’oggi vivi: prima che ciò avvenisse si tolsero la vita col fuoco, e per questo non disponiamo di tutti i loro ricordi. La connessione con il Popolo Verde non fu mai completata.-
Valentine aggrottò la fronte.
- Interessante.- disse - Sapete da quale pianeta provenissero?-
- Intende cercarli?- chiese il Popolo Verde - Ciò potrebbe essere rischioso. Tuttavia, se è questo che desidera, la accontenteremo.-
Portò di nuovo la mano sulla sua fronte, e immediatamente Valentine vide delle coordinate iperspaziali. All’improvviso, seppe quale fosse l’esatta posizione dei Cybinadi.
- Le consigliamo estrema prudenza. Non amano gli stranieri.- disse il Popolo Verde, ritraendosi - Ora la salutiamo, Ufficiale Valentine, e la ringraziamo. Speriamo di non aver mai più bisogno del suo aiuto. Se esiste qualcosa che possiamo fare per ripagarla, non esiti a dircelo.-
Valentine annuì.
- Lo terrò a mente.- rispose - Grazie a voi per avermi mostrato queste cose. Ne farò tesoro.-
La creatura sorrise e indietreggiò fino a toccare con la schiena l’albero da cui era nata. Rapidamente com’era successo tornò a fondersi con esso, e nel giro di pochi secondi scomparve completamente alla vista.
Appena fu andata, Valentine si voltò e tornò a bordo della navetta, pensierosa: un popolo conquistatore così potente e aggressivo, di cui tuttavia lei ignorava l’esistenza. Una campagna di invasione finita male. Una nave mineraria capitata sul pianeta sbagliato. E lei.
Sembrava essere solo una serie di coincidenze fortuite, ma doveva esistere un qualche collegamento. Qualcosa le diceva che i Cybinadi non fossero la causa di quell’equivoco in modo così involontario come si poteva credere: dopotutto, essi erano già molto sviluppati, mentre i Teleridi e il Popolo Verde, dal punto di vista tecnologico e militare, erano ancora estremamente arretrati. Cassandra V, pur essendo rilevante nell'aspetto abitativo e possedendo un suo popolo indigeno, non era affatto utile né strategicamente parlando né in qualsiasi altro modo. Cosa aveva attirato fin lì i Cybinadi, quindi? E come quadrava con tutto il resto?
Devo andare a quelle coordinate. Decise. Ma prima, una tappa intermedia…
Riattivò i motori, lasciando Cassandra V, ed entrò nell’iperspazio: c’era ancora qualcosa che doveva fare.

E cosa sarà mai? Lo vedremo domani, questo. E mi sa, mi sa, che se non sarà l'epilogo allora sarà comunque il capitolo subito precedente (detto volgarmente "ultimo").
Rinrazio Ely79, LullabyMilla, Kira16, Ser Balzo, Kindle, Cohava e Hola1994, che mi stanno seguendo. A domani!

   
 
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