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Autore: Beeble    24/09/2013    0 recensioni
"Il caso, la follia ed i miracoli esistono se ci si crede: possono essere più legati di quanto non sembrino.
Le trame del primo, i meandri della seconda sono ciò che, probabilmente, porta alla potenza dei terzi.
Ciò che sta nel profondo non verrà mai perduto, mai per sempre.
La felicità trova sempre il modo di tornare."

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Una storia d'amore, una tragedia e...
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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LA FOLIE DE CÉLIE,

LE MIRACLE DE CÉLIE
 
(La pazzia di Célie, il miracolo di Célie)
 


 
Il caso, la follia ed i miracoli esistono se ci si crede: possono essere più legati di quanto non sembrino.
Le trame del primo, i meandri della seconda sono ciò che, probabilmente, porta alla potenza dei terzi.
Ciò che sta nel profondo non verrà mai perduto, mai per sempre.
La felicità trova sempre il modo di tornare.
 


Célie passava ogni giorno davanti a quel bar, non si fermava mai, sempre di fretta, il lavoro aveva il primo posto e nulla era più importante.
Lei era un medico di prim’ordine, un chirurgo stimatissimo, una donna dal cuore sensibile, sicura di sé e di ciò che faceva.
Francis era un cameriere in quel bar “Coeur de pirate”, chiamato così in onore della bella e brava cantante canadese che il proprietario adorava.
Da quella vetrata poteva osservare una grande via di Parigi, ma riusciva a vedere solo lei.
Passava sempre lì davanti fra il suo primo e quinto caffè servito.
Bella, passo sicuro, ben vestita, con una borsa blu sulla spalla.
 

Era impossibile che gli fosse sfuggita, che non l’avesse vista fra la folla, la riusciva sempre a distinguere, ma al decimo caffé non era ancora passata, palesemente in ritardo.
Quasi preoccupato per la sua assenza sbagliò due ordini.
Finalmente al ventesimo caffé la vide, era lei, il passo era frettoloso ed i capelli disordinati, come quelli di chi si è alzato da poco e non ha avuto il tempo di riordinarli.
Talvolta capitava anche a lui, visto che portava i capelli lunghi fino alle spalle.
“Isis, per favore, coprimi per cinque minuti” Francis supplicò la sua collega.
Lei annuì con un breve sorriso.
Francis si lanciò fuori dal locale, fra la folla, alla ricerca dell’unica donna capace di distrarlo ogni mattina da svariati mesi, il suo ritardo, secondo lui, era un segno.
“Scusi, mi scusi” disse finalmente dopo averla raggiunta “posso parlarle un attimo?” disse titubante.
“Ci conosciamo? Sono in ritardo...” disse lei ansante.
“No, ma lei passa ogni mattina davanti al mio bar: “Coeur de pirate” oggi era in ritardo... le andrebbe di bere un caffé insieme a me domattina? Anche prima dell’apertura ufficiale se ha paura di fare tardi...”
La donna rimase senza parole... “Un caffé, perché no... e lei mi spiegherà come riesce a spiarmi...”.
Sorrise e si allontanò senza lasciare a Francis il tempo di rispondere.
Così il mattino dopo, come promesso, lei si recò nel posto indicato prima dell’apertura.
Célie e Fancis si presentarono, lui le spiego come la mattina avesse imparato, per qualche strano motivo a distinguere solo lei.
Célie gli parlò del lavoro che faceva, il cardiochirurgo, e gli spiegò il suo ritardo.
“Totò, il mio gatto stava male - spiegò sorridendo - l’ho portato dalla mia vicina che ha esperienza in fatto di gatti, a quell’ora nessun veterinario è aperto... infine aveva solo un raffreddore... è buffo quando starnutisce”.
Non ci volle molto perché entrambi capissero che il loro incontro non era stato un caso.
Continuarono i loro incontri prima dell’apertura del bar, poi iniziarono ad uscire insieme: le vie della capitale francese presero il profumo dei loro ricordi, acquistarono il suono delle loro voci, ogni angolo visitato aveva per loro una storia da raccontare, da riscrivere ancora una volta, da ascoltare.
Francis e Célie si fidanzarono e dopo poco più di un anno convolarono a nozze.
Amici e parenti non se l’aspettavano, ma chiunque dopo averli visti insieme avrebbe notato che erano semplicemente due anime gemelle.
La vita insieme non era tutta rose e fiori ma generalmente felice e serena.
 
 
Un giorno Célie tornò dal lavoro esausta, completamente svuotata, gli occhi rossi.
Aveva un urgente bisogno di parlare con Francis.
Era successa una cosa terribile.
Era la prima di questo genere da quando era lei a dirigere le operazioni al cuore.
 

Una ragazza appena diciassettenne aveva una grave patologia al cuore e doveva essere per forza operata per sperare di sopravvivere, il cuore era già troppo affaticato.
Célie le aveva parlato il giorno prima, aveva dimostrato la maturità di una persona adulta, la consapevolezza dei rischi dell’intervento che raramente aveva sentito. I suoi genitori le erano molto vicini. Inoltre non era la prima volta che affrontava mesi di ospedale e terapie varie.
Questa operazione avrebbe dovuto tenerla abbastanza lontana da lì per un po’.
Quel giorno, l’operazione era iniziata presto e dopo 6 ore avevano dichiarato concluso l’intervento.
Un successo.
Ma nel momento in cui tutti tirano un breve sospiro di sollievo, i muscoli si rilassano, tutto è sotto controllo, tutto è andato per il verso giusto... il cuore di Elisée smette di battere.
La defibrillazione era stata inutile.
Qualsiasi altro intervento tentato non aveva avuto effetto.
Lei era lì, immobile con quel suo mezzo sorriso sulle labbra, lo stesso di quando l’anestesia l’aveva addormentata. Così sarebbe rimasta per sempre. Morta.
Célie aveva avvertito i genitori in lacrime.
La professionalità non avrebbe potuto insegnare come affrontare queste situazioni.
L’intero reparto era rimasto scosso da questo avvenimento.
 

Francis non era ancora a casa, probabilmente stava finendo di riordinare il bar di cui era diventato co-proprietario.
Célie, stanca, si stese sul divano e il peso della giornata la fece addormentare quasi subito risparmiandole per quel momento ogni pensiero sulle vicende recenti.
Quando dopo qualche minuto il campanello suonò, lei scattò subito in piedi per correre ad aprire la porta e riabbracciare il marito: spesso dimenticava di portare via le chiavi di casa.
Ma, spalancata la porta, davanti a lei c’erano solo due agenti di polizia: sembrava un incubo e probabilmente per Célie era esattamente così, un incubo reale.
Francis era all’ospedale, un’auto l’aveva investito mentre era sul marciapiede, il guidatore era ubriaco. Non sapevano dirle di più. Lei non chiese nulla. Solo impallidì.
Uno dei due uomini tirò fuori dalla divisa un piccolo bigliettino rosa.
“Credo che questo fosse per lei... l’abbiamo trovato vicino ad un mazzo di rose accanto a suo marito” disse a bassa voce.
Célie lo afferrò e con le mani tremanti l’aprì.
 

Oggi sono passati due anni esatti dal giorno in cui ti rincorsi fra la folla, in ritardo, fuori dal nostro bar. C’è ancora Totò, che con in suoi acciacchi ci fa arrivare ancora, di tanto in tanto, in ritardo al lavoro.
Ma soprattutto, amore, ci siamo noi due.
Una sola anima.
Ti amo,
Francis”















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Note dell'autrice:
La storia consta solo di due capitoli quindi non disperate, a breve pubblicherò il secondo, nonchè ultimo capitolo.
Fatemi sapere cosa ne pensate anche solo con due parole.
Un grazie a chi legge e commenta.

Fabiola
  
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