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Autore: La Matta    26/09/2013    1 recensioni
Terra, anno 2186. Mentre i Razziatori assediano la Terra, qualcuno invia strane mail che sembrano in grado di anticipare i loro attacchi. E’ un nemico? Un folle? Un alleato? Nessuno lo sa.
Intanto, nello spazio, Konstantin Shepard è alle prese con le ultime fasi della guerra - ai Razziatori, ma anche a Cerberus - e col presentimento che la fine ormai è vicina, in un modo o nell’altro.
Ma sarà un finale…. diverso. Perché, oltre a Distruzione, Sintesi e Controllo… c’è una quarta scelta.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Konstantin Shepard'
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la quarta scelta 12

Capitolo Dodicesimo

La quarta scelta

 

- Riscriverli.-

Nell’attimo esatto in pronuncia quella parola, Emeirin Stone sente qualcosa spezzarsi, dentro di sé.

Forse un limite, forse un’illusione, forse un ricordo. Forse è la sensazione di essere riuscita a dare qualcosa,  proprio lei, che un tempo era così abile a portare via.

- Che intendi dire con “riscriverli?”- domanda Shepard, incredula

Follia” rimbomba la voce del Leviatano, nella mente del suo strumento

- Intendo dire - prosegue Emeirin, ignorandolo -che ora che il Crucibolo è terminato, potresti utilizzare la sua energia per riscrivere i Razziatori. Per far dimenticare loro l’imperativo che li muove, l’ordine che è stato impresso nelle loro menti dall’Araldo e dallo Strumento, prima di lui.-

- E’ possibile?- Konstantin guarda la donna, ancora scettica.

Se è vero che una volta ha riscritto un branco di geth è anche vero che i Razziatori sono molto più evoluti, maestri di una tecnologia che va ben oltre quella di cui dispongono le razze organiche.

I Razziatori sono la migliore tecnologia della galassia, plasmati per essere perfetti.

Emeirin scuote il capo, lentamente, ormai abituata alla sensazione dei capelli sulla schiena.

- Ho iniziato la ricerca dopo la caduta dell’Impero prothean - spiega poi, con calma, mentre le tenebre iniziano a dissiparsi e le pareti della Normandy tornano solide, attorno a lei e a Shepard - e l’ho portata avanti mentre le civiltà superstiti crescevano e si evolvevano. Una volta, l’Araldo mi ha riscritta - mi ha imposto il suo volere, mi ha fatto accettare le sue scelte invece delle mie - e questo, inevitabilmente, ha lasciato dei segni dentro di me. Analizzando questi segni, pezzo dopo pezzo, ho trovato la soluzione. Se li riscrivi, se utilizzi l’energia del Crucibolo per compiere questo cambiamento radicale dentro di loro, li spingerai a rinnegare la soluzione che hanno trovato. Li spingerai a rinnegare la mietitura. Se fossero completamente sintetici, come i geth, riscrivendoli distruggeremmo la loro stessa essenza… ma loro, in parte, sono organici. Una sintesi perfetta, efficiente. Nel suo… eccezionale. La riscrizione potrebbe non funzionare con tutti, ad esempio, di certo non fermerà l’Araldo, ma darà ai Razziatori più recenti la possibilità di liberarsi da ciò che credono inevitabile. Sarà sciocco, ma quello che ti propongo è, in effetti, di spingere i Razziatori a cambiare idea. -

- Parli dei Razziatori come se avessero una volontà.-

- Perché l’avrebbero, se fosse loro concessa.- la voce di Emeirin è dolce e al contempo esasperata, come se cercasse di trasmettere un’idea complessa con un vocabolario troppo scarso. Come se dovesse spiegare il rosso in un mondo in bianco e nero - potrebbero scegliere, se l’Araldo non si fosse imposto con il suo ordine, che ora appare come un imperativo ineluttabile, l’unica strada della vita stessa.-

Mentre parla, Emeirin stessa si domanda se sia possibile.

Non se sia attuabile - è certa che il congegno che ha creato funzionerà e che l’unica cosa che gli manca è l’energia del Crucibolo - ma se sia semplicemente possibile. Attende una smentita da un momento all’altro, attende l’ennesimo imprevisto, attende quel piccolo errore che condanna il mondo.

In realtà, ancora aspetta che Konstantin sollevi il braccio armato e prema il grilletto.

E, alla fine, l’intoppo si verifica.

- No.- dice Shepard, risoluta - Non posso rischiare.-

- Rischiare cosa?-

- Mi hai mentito… e sei la cosa più dannatamente vicina ad un Razziatore che mi sia mai capitato d’incontrare. Se questo fosse tutto un inganno… no, non posso permettermi di sbagliare adesso.-

Gli occhi violetti di Emeirin si riflettono in quelli turchesi della comandante.

- Cosa conti di fare, allora, piccola mia?- domanda la donna, con dolcezza

- Conto di riprendere il controllo della mia nave, innanzitutto. Con le buone o con le cattive. Conto di riunirmi con la flotta e di raggiungere la Terra. Conto di azionare il Crucibolo e di utilizzarlo per spazzare via i Razziatori dalla faccia dell’Universo. Ecco, cosa conto di fare.-

Emeirin annuisce, distante, con una calma sovrannaturale.

- Sai che quest’impresa esigerà la tua vita, non è vero?-

- Non possiamo saperlo.- ribatte Shepard, fingendo una sicurezza che non prova.

Eppure, Emeirin sembra in grado di leggerla, come un libro aperto.

- Ho visto i tuoi sogni, piccola mia.- sussurra, contro il suo viso - ho visto il fuoco, il dolore lacerante, ho visto il rimpianto e la determinazione.- abbassa ancora la voce, accarezzando lo zigomo di Konstantin con le dita leggere e tiepide -… ho visto Distruzione.-

- Era solo un sogno.- replica lei, allontanando da sé il braccio di Emeirin - E… e se anche fosse? Sono disposta a morire, pur di annientare i Razziatori. Sono disposta a qualunque cosa.-

Mentre lo dice, Shepard si ricorda di una conversazione avuta con Javik, poco tempo prima.

Una conversazione in cui lui la rimproverava di non essere pronta a fare il necessario, per concludere la guerra. In cui le rimproverava di non aver già sacrificato tutto quello che c’era da sacrificare, in cui le chiedeva di rinunciare a sperare, a vivere, ad immaginare un domani migliore.

E’ dunque cambiata così in fretta?

La risposta - glaciale, rapida, ineluttabile - la raggiunge come un colpo di pistola. Sì. E’ cambiata.

Ed è cambiata in un battito di ciglia, mentre guardava i ricordi di Emeirin Stone. E’ cambiata dopo aver visto la distruzione di una grande civiltà dietro l’altra, gli ultimi, terribili giorni di agonia. E’ cambiata perché, attraverso gli occhi di Emeirin, ha visto quello che succederà alla galassia, se i Razziatori non saranno fermati. Quindi sì, ora è pronta a tutto, a sacrificare ogni cosa: vita, speranze, onore. Tutto, purché sia la fine.

- Sono disposta a qualunque cosa.- ripete, in un soffio, quasi senza rendersene conto

Emeirin la guarda, scuotendo il capo, poi le posa di nuovo una mano sulla spalla.

- Ma io ti sto dando una possibilità di sopravvivere. Una chance in più per realizzare le tue speranze, i tuoi progetti per il domani. Una chance per vivere una vita lunga e felice, assieme all’uomo che ami.-

Per un attimo, Shepard si sente gli occhi bagnati di lacrime.

- Non posso rischiare.- ribadisce, schiarendosi la gola - E ogni secondo che passiamo a parlare è un secondo in più che mi separa dallo scontro finale, dall’epilogo di questa guerra maledetta. Quindi, te lo chiederò un’ultima volta, prima di aprire il fuoco. Vuoi ridarmi il controllo della mia nave oppure no?-

Emeirin sospira e i suoi grandi occhioni viola riflettono una malinconia infinita.

Si volta e, con gesti lunghi e distesi, riprende il suo factotum. A guardarlo da vicino, non è nemmeno un vero factotum, è un dispositivo sconosciuto, integrato con una tecnologia sconosciuta.

Digita alcuni comandi, inserisce interminabili stringhe di numeri.

- La Normandy è di nuovo tua, comandante.- dice infine, formale, controllata

- Bene.- Shepard abbassa la pistola, per voltarsi verso la porta.

La serratura, che prima era bloccata, ora splende di una confortante luminescenza verde.

La Normandy sembra tornata alla normalità.

- E adesso, piccola mia?- sussurra Emeirin, un istante prima che Konstantin lasci la stanza - che progetti hai per me? Se non ti fidi della mia storia, non ha senso che tu mi mantenga in vita. Non hai una prigione, qui, sulla Normandy.-

Shepard non si volta nemmeno. Si stringe nelle spalle e prosegue, con lo sguardo fisso davanti a sé.

La verità è che non lo sa. Non sa che cosa sia giusto fare, non sa se può fidarsi della storia di Emeirin e delle sue buone intenzioni, non sa se stia vendendo la vicenda sotto la luce sbagliata, per via dell’affetto che prova per lei, eppure non se la sente di arrogarsi il diritto di decidere per la sua vita.

Forse, vuole solo dimenticare quella conversazione.

Fuori dalla stanza, i membri del suo equipaggio le si stringono intorno

- Cacchio, Lola!- impreca James, rompendo il silenzio - ci hai fatti stare in pena.-

Konstantin sorride, ma il suo sorriso è freddo e distante:- IDA, rapporto sulla situazione.-

- Il virus non sembra aver danneggiato in alcun modo i sistemi della Normandy. Si è disinstallato e ora tutti i controlli sono di nuovo funzionali. Possiamo ritornare alla nostra posizione.-

- Bene, IDA, molto bene. Voglio essere lì prima che l’Alleanza si renda conto che ci siamo spostati.-

- Comandante, che ne facciamo di lei?- la richiama la voce di Javik, che mai come in quel momento le sembra un ringhio

- Chiudetela da qualche parte. E dopo… dopo…- per qualche istante non riesce a continuare, come se qualcosa le bloccasse la gola. Prende un respiro profondo e la morsa si allenta - rintracciate il resto dell’equipaggio. C’è qualcosa di cui vi devo parlare.-

 

 

(Normandy, cabina del comandante.

 

E’ qualcosa di estraneo, qualcosa che striscia e sibila sotto la sua pelle.

Un gelo perenne, che dovrà affrontare per tutte le ore dell’eternità.

C’è un intruso, nella sua mente… o forse no. Forse lei stessa è diventata l’intrusa.

L’idea che aveva di sé stessa cozza violentemente contro quello che è divenuta.

La morsa del freddo non si placa, il vuoto cosmico la risucchia con forza irresistibile.

Cede, solo per un attimo. Una luce blu l’acceca, la stacca dal mondo.

L’intruso esplode, occupa la sua mente, dilania il suo corpo, mentre la Terra rimpicciolisce fino a scomparire.

E’ nello spazio oscuro, ora. Una dimensione incomprensibile, di buio e freddo, di paura.

E’ circondata dai Razziatori. Inerti. Placidi. Assopiti.

La consapevolezza la raggiunge in un battito di ciglia: sono sotto il suo controllo.

Lei li controlla. Lei è parte di quell’esercito di mostri devastatori, lei ha accettato dentro di sé qualcosa che prima combatteva. Si è offerta a loro, ha aperto la sua mente e il suo corpo.

Lo spazio oscuro. La sua nuova casa. Il vuoto perenne li ha inghiottiti, perché è a lui che appartengono.

E’ divenuta il capo di ciò che voleva disintegrare. Ha perso sé stessa, per sempre.

E ora, lentamente, i suoi ricordi iniziano a svanire…

Thane, la Normandy, il suo equipaggio, la sua famiglia, l’Alleanza… tutto viene fagocitato da quell’immensità buia, dall’eterna dimora dei Razziatori. Ha vinto la guerra ma ha perso sé stessa.

“Ti amo, siha” sussurra una voce, che ora Konstantin Shepard non riesce a riconoscere.

Poi niente. Solo l’esercito dei Razziatori, riunito sotto un’unica mente, un’unica volontà.

Un unico Controllo.

 

Konstantin Shepard si drizza a sedere sul letto. Ha freddo, la sua pelle è coperta di brividi.

Non è il primo incubo, da quando la guerra è iniziata (il bambino, Ashley… e poi Distruzione) ma è diverso da tutti quelli che ha fatto finora. Le ha trasmesso una sensazione diversa.

Nel buio della cabina, le lenzuola bianche sembrano emanare una lieve luminescenza.

Accanto a lei, Thane le sfiora appena una mano

- Ne vuoi parlare, siha?- domanda, dolcemente

- Non è niente.- lo tranquillizza lei, tornando a distendersi

Il drell si gira su un fianco, per guardarla negli occhi

- Non posso combattere i tuoi sogni, siha.- mormora, accarezzandole la guancia - ma posso aiutarti ad accettarli.-

- Non c’è molto da accettare.- ammette Shepard, stringendosi nelle spalle - Credo… credo solo di avere paura. Tutto qui. Non solo della guerra ma anche… ho paura di sperare. Ho paura di essere arrivata fino a qui solo per… solo per morire, ecco.-

Thane annuisce, spingendo indietro i capelli di Konstantin, che le cadono davanti agli occhi.

Lei si sforza di sorridere, intercetta la sua mano e la tiene stretta, nella propria.

- Ti amo.- sussurra.

Mentre Thane le risponde, dolcemente, posandole un bacio sulle labbra, Konstantin trattiene a stento un sospiro.

E’ arrivata fino a quel momento, fino all’assalto finale… e per la prima volta ha paura di morire. Non vuole morire, vuole restare aggrappata alla vita fino all’ultimo secondo, vuole vedere la fine della guerra, non solo immaginarla mentre s’immola per la causa.

E’ facile dimenticare quei pensieri, quand’è sul campo di battaglia, quando libera la guerriera e non deve preoccuparsi di altro che di mirare e colpire.

Ma in quei momenti di quiete, passati accanto a Thane o a parlare con i suoi amici… in quei momenti si sente infinitamente fragile e sa che si è imbarcata in un’impresa più grande di lei. In un’impresa che la distruggerà.

- Siha?- mormora Thane, baciandola sull’angolo della bocca

- Va tutto bene.- sorride lei, di rimando, ma la sua voce è distratta, i suoi occhi sono pensierosi - adesso cerchiamo di riposare un po’.-

Thane annuisce, senza parlare. Sa che non è il caso di insistere, che la vita ha insegnato a Konstantin a tenersi dentro le preoccupazioni e le angosce, finché non diventano semplicemente troppo grandi. Ma sa anche che, quando verrà il momento, lui sarà lì e non l’abbandonerà.

Le accarezza un’ultima volta la guancia, poi torna a girarsi su un fianco, per dormire.

Konstantin rimane supina, a guardare il soffitto.

“Sono disposta a morire, pur di annientare i Razziatori. Sono disposta a qualunque cosa.”

Così, ha detto ad Emeirin. Eppure, la sicurezza di poco prima è scemata all’improvviso, lasciandole quel senso di vuoto, quella paura agghiacciante. E’ davvero disposta a dare la vita, per salvare la galassia. Ma… ma se ci fosse davvero un’altra via? I Razziatori potrebbero trasformarsi da nemici in alleati?

“Diavolo, Konstantin, smettila!” si redarguisce.

Lei distruggerà i Razziatori. Chiaro e semplice, nessun compromesso etico, nessun dubbio.

Li vedrà esplodere in una marea di fuoco. E poi tornerà sulla Terra, per aiutare a ricostruire ciò che sarà andato perduto.

E’ inutile rimuginare su altre ipotesi o vie migliori. Questo è quello che avverrà.

Chiude gli occhi e, quando si addormenta, sogna di nuovo Distruzione.

 

 

- La Coda!-

Signori e signore, questo è in effetti il fulcro del capitolo, il piano geniale che la mia mente (un po’ bacata e per niente fantascientifica) è riuscita a partorire. Spero non vi faccia scoppiare a ridere e, se anche fosse, pace, a me piace così J

Saluti a tutti e grazie per essere giunti fin qui!!

Alla prossima!

 

- La Matta -

  
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