Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: beesp    26/09/2013    0 recensioni
Storia totalmente provocatoria, assolutamente non autobiografica e molto ironica.
Non prendetela/mi troppo sul serio, ve ne prego.
Lettera da un mittente e ad un destinatario sconosciuti, una ragazza sedicenne un po' inutile.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Take your kids' butthurt-ness to the next level'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Politically uncorrect. Sorry.
Ribadisco: non prendetemi troppo sul serio. Come da titolo, questa è una serie che tratta di butthurt-ness e di adolescenti - più o meno. Non aspettatevi cose belle XD.
Se volete una colonna sonora, potete ascoltare della musica classica triste. Fate voi. (Anche se della musica classica, probabilmente, è troppo classy per quest'idiozia). Buona lettura.




“Quando sei un bambino e non sai quasi niente del tuo mondo, nonostante sia anche più piccolo di te, la famiglia è meravigliosa. Ci sono feste e regali e buon cibo e dolci. I tuoi parenti ti prendono in braccio, ti coccolano, ti parlano in modo dolce e solo i tuoi genitori possono sgridarti e ad arrabbiarti con te – le altre persone neanche ci riescono. Frignando un po’ e con qualche lacrimuccia riesci ad ottenere quasi tutto (tranne un cane, un cane mai, ché un cane in casa non si può tenere, ché hai già ucciso pesciolinirossicanarinipiccionipaperellepulcini – in realtà il pulcino l’hanno cucinato a Natale e ti hanno detto ch’è morto di freddo, ma lo capirai dopo – ché è una responsabilità e tu non sai prenderti cura neanche dei tuoi giochi, figurarsi di un essere vivente), non c’è imbarazzo a farsi coccolare, a dare baci sulle guance, a dire la verità in maniera onesta.
Cambia tutto quando inizi a frequentare i tuoi coetanei alle elementari. Ma lentamente. Così piano che tu non te ne accorgi, i tuoi genitori sì, ma la loro specialità è proprio quella di fingere di non vederti cambiare ed affibbiarti responsabilità che siano più grandi di te, quindi sono muti e smemorati come i pesciolini rossi morti, il giorno comincia ogni cinque minuti. È stranissimo. Vuoi avere amici a tutti i costi, a chi non piacciono gli amici? Io avevo un’amica del cuore all’asilo, era un po’ pignola, poi alle elementari mi sono avvicinata di più all’altra bambina ch’era stata con noi sin da quando avevamo tre anni. Non so perché, i bambini dai sei anni ai dieci so’ stronzi. Ed all’improvviso era tutto un via vai di persone ed io diventavo possessiva e mi arrabbiavo per qualsiasi stupidaggine e boh, non ero una bambina. Stavo sola per ore a giocare con le Barbie e i miei, come si suol dire, dimenticavano che ci fossi. Papà ed io giocavamo agli indiani e costruivamo i fortini con le coperte e le sedie, che erano la mia cosa preferita per sempre, ed andavo a danza e mi piaceva, perché avevamo dei costumi belli, colorati e le maestre mi dicevano sempre ch’ero brava.
(Dopo capisci che i fortini ti proteggevano e alle maestre faceva comodo una retta mensile in più).
(Capisci sempre tutto troppo tardi).
E sono convinta che in mezzo a quella folla di persone qualcuno che mi volesse bene c’era. Però boh.
Boh.
Ad un certo punto mi sono accorta che non davo più baci a mio padre e mia madre non mi coccolava più, né mi abbracciava. E boo-ooh, direte voi, la povera bimba viziata non riceve più dolci e caramelle, poveretta, però anche sì, chi l’aveva deciso che per crescere c’era bisogno d’imparare a ripudiare i corpi.
Non so perché le persone decidano di mettere al mondo dei figli, sicuramente non sono sempre motivazioni Alte e Nobili, ma i miei genitori erano fighi. Sono dei fighi. Ma è bello leggere di amori contorti ed infiniti e dolorosi e completi solo nei libri, soprattutto se sono amori familiari.
L’illuminazione che le persone che ti trovi davanti non siano santi, né eroi, né tutte brave è come un pugno nello stomaco – in faccia non rende, ti esce un po’ di sangue e finisce lì, al massimo ti si rompe il naso, allo stomaco ti fa male anche per qualche ora, lo so perché alle elementari mi piaceva un bambino e mi diede un pugno nello stomaco (le due cose non erano collegate, ma per me era come se lo fossero).
Per un sacco di anni ti sei affidato nelle braccia di gente che credevi avesse superpoteri. Come gli adulti sorridenti o che ti dicevano “che bella bambina”, poi all’improvviso ti arriva quest’idea, tipo fulmine che ti colpisce in pieno, che NO. Davvero smetti anche solo di pensare di accettare caramelle dagli sconosciuti, smetti di farti sfiorare dai passanti e passi oltre tutto e tutti, anche i cani, che nel frattempo sono rimasti il tuo sogno impossibile.
Inizi ad ascoltare della musica che ti piace e magari ti vesti di nero o metti tanta matita e dici cose senza senso e che dovrebbero risultare deprimenti, quando invece hai il viso ancora da bambina e l’espressione da decerebrata e ti fai indottrinare facilmente, tua madre pensa tu sia sciocca.
Non hai regole, non hai orari, non hai niente. Cominci a uscire la sera, la scuola va male, ma tanto chi se ne frega, non è come se a qualcuno importi.
Esattamente cosa succeda non lo sai, ma dalla vita non ci si può aspettare niente. Certe volte piangi talmente tanto e così silenziosamente che ti escono delle urla senza rumore e ti fai schifo, perché hai tutto ed ancora ti lamenti ed organizzi la tua fuga per i diciott’anni con quella che dovrebbe essere la tua nuova migliore amica del cuore forevah e se ne sbatte di te.
Quando litigate e non tornate più amiche, dice che s’è dissanguata per te. Ma dove, ma quando.
L’unica che s’è fatta il mazzo per te è tua madre, a cui nessuno avrebbe dovuto imporre di avere una vita di merda. Eppure.
 
Ed arrivi a quel periodo stranissimo in cui fingi che tutto vada bene perché la società lo pretende da te, hai paura del futuro e di quello che diventerai e cerchi di arrivare a fine giornata senz’affogare nell’ansia. E questo accade a soltanto sedici anni.
Almeno non sono una bambina del terzo mondo senza cibo, né acqua, no?”.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: beesp