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Autore: Anaire_Celebrindal    27/09/2013    2 recensioni
La sua casa? La Terra di Mezzo. La sua scuola? Hogwarts, casa Corvonero. I suoi genitori? Una donna di razza elfica e un mago mezzosangue. Annadiel Orwell, occhi chiari e capelli neri come l’ebano, è una strega e un mezzelfo. Dopo infiniti litigi, i suoi genitori sono scesi a un compromesso: lei abiterà d’inverno a Hogwarts, nel mondo dei maghi, e d’estate nella Terra di Mezzo, nel regno d’origine di sua madre. Più facile a dirsi che a farsi.
Annadiel è una ragazza curiosa e intraprendente, oltre che un’inguaribile combina guai. La sua vita procede nel migliore dei modi tra amici, lezioni e avventure, fino a che il risveglio di due potenze oscure sconvolgerà due mondi paralleli, vicini eppure lontani allo stesso tempo.
Per difendere il suo popolo, Annadiel dovrà combattere su due fronti contro nemici crudeli e senza scrupoli, mentre il segreto delle sue origini diventerà sempre più difficile da mantenere.
Sarà difficile scegliere a quale causa votarsi: elfi o uomini? Maghi o guerrieri? La salvezza del mondo del padre o della madre? Una cosa è certa: il punto debole di Annadiel potrà diventare la sua unica, vera difesa contro le forze del male.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Glorfindel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Buonasera, Eldalië!
Avete visto? Questa volta sono riuscita ad aggiornare dopo soli 17 giorni! 
Questa volta "anticipo" le note prima del capitolo, perché non voglio rovinare la fine "a effetto" (spero di avervi incuriosito, con questo). Comunque, rinnovo la mia preghiera collettiva a tutti i lettori: recensite se potete (e se volete)! Mi fa molto piacere conoscere le vostre opinioni e il vostro parere e non fatevi scrupoli, come sempre, in caso di errori! 
Ringraziasi come di consueto _Quimelle_, CallMeMomoTM, Shiner LegolasOakenshield, le tre lettrici più assidue, e tutti gli altri che hanno messo la storia tra le seguite, tra le preferite e tra le ricordate, oltre ovviamente a tutti coloro che recensiscono :) grazie mille, davvero!
Penso sia opportuno avvertirvi che in questo capitolo ci sarà una citazione proveniente da "Racconti Incompiuti"; ovvero, apparirà il nome di uno dei Nazgûl, lo Spettro di Dol Guldur che, ebbene sì, ha un nome. La battaglia descritta, inoltre, accade realmente nella storia della Terra di Mezzo. 
Dei due nomi che potrebbero sembrarvi estranei nel testo, Andor è il nome Sindarin di Númenor, mentre Selerince è l'equivalente Quenya per "sorellina". A chi sia riferito sta a voi capirlo ^^ Che dire, non mi sembra di dover aggiungere altro. Vi lascio al capitolo; scommetto che non avrete degnato di un occhiata questo misero trafiletto perché siete troppo curiosi di sapere cosa succede ;) in caso non lo foste, beh, mi dispiace di essere così noiosa.
Buona lettura!

Anairë

 
***

Affinché la rabbia sbollisca, mi ci vuole un giorno intero.
Rimango in riva al lago per ore, sola, senza una lacrima, né una parola, ogni traccia di rabbia o nervosismo svanita come nuvole al vento.
Sono lontana dal castello, vedo piccole figure nere muoversi sotto i rami ondeggianti dei salici ma distolgo lo sguardo.
Dopo un po’ inizio a canticchiare a voce bassa, poi a recitare poesie.
Sfioro il prato sull’argine con il palmo della mano, prendo tra il pollice e l’indice un filo d’erba che si è staccato e lo annodo tre volte su sé stesso, senza spezzarlo. Lo getto in acqua, senza pensare.
Faccio disegni geometrici con le dita sulla terra fangosa della sponda e li cancello con un gesto secco quando diventano troppo elaborati.
Scrivo il mio nome, quello di mia madre e di mio padre. Solo allora una piccola, minuscola lacrima trabocca e scivola giù dalla mia guancia, sottile e tagliente come una lama affilata.
Perché non posso essere come tutti gli altri?
Per la prima volta, desidero di avere due genitori uguali. Due elfi, o due uomini mortali. Due maghi o due Babbani, non farebbe differenza.
Mi vergogno del mio pensiero, e per la rabbia scaglio un sasso nelle acque calme del lago.
Onde in cerchi concentrici si allargano dal punto in cui il proiettile è affondato con uno spruzzo.
In Tengwar, scrivo sull’argine Voglio tornare a casa.
Mi alzo e mi dirigo verso il castello, senza cancellare questa scritta.
Studio fino a sera tardi, senza posa. Finisco i compiti e attacco a leggere Storia della Magia, anche se è un libro che conosco quasi a memoria. Dopodiché prendo i libri di testo e inizio a tradurli in Eldarin, tanto per ammazzare il tempo.
Padma ha il buonsenso di non parlarmi, penso che sia offesa anche lei. Verso sera la vedo scambiare due parole con Jenny.
A metà del pomeriggio Dorothy viene a parlarmi e mi dice che le dispiace che tutti siano venuti a sapere che sono un elfo, ma comunque lei è felice di averne incontrato uno vero.
Sforzo un sorriso stanco e le chiedo di lasciarmi da sola.
Se ne va.
Mi pento quasi subito di averla mandata via. Vorrei parlare con lei ancora.
Vorrei parlare con qualcuno che conosce la Terra di Mezzo. Nella Sala Comune ingombra di maghi e streghe che giocano a Spara-Schiocco o a Scacchi magici, mi mancano le canzoni degli elfi e il flauto di Lindir nelle aule luminose di Imladris.
La risposta di papà alla mia lettera arriva all’improvviso, meravigliosamente inaspettata come un regalo a sorpresa. È notte ormai inoltrata quando Voronwë, l’allocco grigio di mio padre, picchia il vetro di una delle finestre con il becco e dà in un verso di protesta.
Apro il battente, in fretta, e lo lascio entrare, raggiante.
Sfilo pian piano la pergamena dalla zampa del gufo e gli do un biscotto che ho conservato.
Ignorando gli sguardi curiosi degli altri studenti, inizio subito a leggere. È strano che la risposta sia arrivata così in fretta, ma non ho tempo di preoccuparmene, adesso: voglio avere notizie di casa mia.
 
Cara Annadiel,
Ci sono grandi novità, ma sarò costretto ad aggiornarti più tardi: prima di tutto ti allego una missiva da Gran Burrone.
Sono stato a Imladris. Elrond è molto preoccupato, ma per il resto tutto è come al solito.
Sai chi è arrivato poco tempo fa? Bilbo Baggins, quel vecchio Perian che ha conosciuto tua madre!
Ha compiuto centoundici anni da qualche settimana, e direi che li porta benone! Verrà a stare a Gran Burrone, dice che gli mancano tanto gli elfi.
Sono gente strana, gli hobbit, sai? È un peccato che tu ancora non ne abbia incontrato nemmeno uno. Ti assicuro che il signor Baggins è una persona meravigliosa e non vedo l’ora che tu lo conosca!
Rispondo alla tua domanda, invece: il posto dove ho trovato la Pietra Veggente è molto difficile da raggiungere, se non per scopi molto seri. Spero che tu non lo stia usando per stupidaggini, ma penso che il giudizio della stirpe di tua madre dovrebbe frenarti dal fare qualcosa del genere.
In fondo la stirpe dei Noldorin ha ben poco di giudizioso, dipende dai punti di vista, ma Helin mi ha proibito di parlartene, per adesso.
 
Ah, come se non sapessi del Giuramento di Fëanor!
 
In ogni caso, puoi facilmente arrivarci ripetendo tre volte ciò di cui hai bisogno e passando davanti al posto che sai. Dopo la terza ripetizione, dovresti ottenere il risultato che conosci.
Sono davvero felice che giocherai una partita di Quidditch! Mi raccomando, fatti onore e attenta ai bolidi!
Anche io attendo Natale con ansia... vedrai che novità ti aspettano!
Un abbraccio,
Ada
 
Squarto la busta e finalmente recupero un biglietto, ricoperto di Tengwar in diverse calligrafie:
 
Cara Annadiel,
Mi auguro con tutto il cuore che tu stia bene. Pochi giorni or sono, il preside della tua scuola mi ha contattato e mi ha comunicato dettagli sui possibili schieramenti del nostro nemico.
Tuo padre mi ha messo in guardia, perché la posta potrebbe essere controllata; ciò mi impedisce di scrivere liberamente, ma sappi che siamo al corrente di tutto. Non preoccuparti, nel castello sei assolutamente al sicuro.
Buon anno scolastico.
Elrond.
 
Cara Annadiel,
Mi dispiace molto sapere che tu ti preoccupi di cose più grandi di te.
Davvero, non c’è bisogno di angosciarti per tanto: come ha già scritto Elrond, ti trovi assolutamente al sicuro dove sei. Qui manchi molto a tutti noi, ma ho parlato con Ada e abbiamo convenuto che rimanere a scuola almeno per un altro anno sia per te la cosa migliore.
Ti voglio bene.
Mamma.
 
Cara Annadiel,
Volevo tu sapessi che manchi anche a me. Sai, mi dispiace molto che tu sia confinata in quel tetro castello, sola e sperduta tra i maghi... da come ne parli, sembrano degli sciocchi insensibili. Ti mando i miei più cari saluti, insieme a Estel. Ti ringrazia per le Cioccorane, a proposito.
Arwen.
 
Cara Annadiel,
Helin ha insistito perché scrivessi per ultimo -potesse cadere il Taniquetil se ho capito perché. Sono davvero spiacente di non averti risposto prima, ma come avrai capito, non era possibile che la lettera mi venisse recapitata.
Nel caso in cui la notizia ti possa rincuorare, le forze della vecchia roccaforte di Sauron erano più ridotte del previsto, comandate soltanto da due degli Spettri dell’Anello: Khamûl, il Fantasma di Dol Guldur e il suo araldo. Tuttavia Elrond si aspettava una mossa simile da parte di Sauron e grazie all’intervento di una delegazione da Imladris, la battaglia è stata vinta: i Nazgûl si sono ritirati a Minas Morgul e il nostro esercito ha respinto con facilità l’attacco al regno di Thranduil. Adesso il confine meridionale di Bosco Atro è relativamente al sicuro.
Tuo padre è venuto a trovarci pochi giorni fa, all’improvviso. È particolarmente allegro, per un motivo a tutti noi estraneo, ma ci ha portato notizie davvero scoraggianti. È anche andato via in fretta, sostenendo di essere “di turno”.
Probabilmente sono l’unico ad aver fatto caso a tutti questi dettagli; dopotutto sono queste le notizie che vuoi sapere.
Mi manchi tanto. Vorrei che tornassi presto, ma tuo padre mi ha detto che è probabile che durante le vacanze di Natale voi non riusciate a venire a Imladris.
In ogni caso, spero di rivederti presto!
Saluti anche da Erestor e Lindir, che sono in giro per le Terre Selvagge e non penso che torneranno in tempo.
Un abbraccio,
Glorfindel.

 
Cara Annadiel,
Glorfindel è un bugiardo. Non badargli, eravamo a un giro di ricognizione, ma rimediamo subito con un rapidissimo saluto.
Con affetto,
Erestor e Lindir.
 
P.S.: Non sono un bugiardo, tuo padre aveva fretta e non volevo che tu dovessi aspettare altri due mesi per ricevere questa lettera. Con ciò mi congedo, e mi scuso per il ritardo.
Glorfindel.

P.P.S: Ho innaffiato il tuo albero come promesso, sta benone. Penso che tra due primavere fiorirà. Ci sono alberi di mallorn a Hogwarts?
Erestor.”
 
Improvvisamente mi ritorna il buonumore.
Non posso fare a meno di sentirmi sollevata: Glorfindel è tornato. Non che avessi davvero temuto che morisse, ma non si sa mai...
Solo i Valar sanno quanto mi manca... è l’unico ad aver capito quello di cui ho bisogno: notizie concrete e costruttive, non certo consolazioni e gentili (o meno) inviti a non ficcare il naso negli affari che non mi riguardano.
I Nazgûl sono tornati a Minas Morgul... di sicuro Sauron deve averli richiamati per qualche motivo.
Sono immersa nelle mie riflessioni, quando Voronwë, il gufo di papà, inizia a beccarmi una mano.
 -Ahia! Non ho altri biscotti, mi spiace. Smettila ora... ehi! Che ti possano cadere le piume, hai strappato la mia lettera!-
È inutile prendersela con un animale, ma la pergamena che reca i preziosissimi messaggi da Gran Burrone è stata irrimediabilmente ridotta a brandelli da questo stupido pennuto.
 -Non preoccuparti, possiamo ripararla con del Magiscotch.-
 -Sssì, suppongo di sì- rispondo, voltandomi -ci conosciamo?-
 -No- risponde la ragazzina bionda magra come un chiodo -mi chiamo Coral Collins.-
 -Piacere- replico -sono Annadiel.-
 -Lo sappiamo- ribatte Coral -ce l’ha detto Dorothy.-
Accanto a quello che deduco sia il gemello di Coral, c’è la sorella di Jenny, tutta rossa fino alla punta dei codini castani.
 -Lui è mio fratello Will- aggiunge Coral.
 -Ciao- dice Will.
 -Ciao. Siete amici di Dorothy?-
Annuiscono entrambi.
Dallo sguardo colpevole della ragazzina, deduco che gli abbia appena raccontato chissà quali fantasticherie su una ragazza-elfo con le orecchie a punta.
Ammiro molto il loro comportamento: per lo meno i gemelli si astengono dall’assumere il classico sguardo da “Oh-Elbereth-ho-incontrato-il-mio-idolo” che io sfoggio ogni volta che Glorfindel mi racconta della Prima Era.
Primo punto a favore dei Gemelli Stecchini.
 -Vado a prendere il Magiscotch?- cinguetta Dorothy.
 -No, grazie, ho il mio- rispondo, dando una manata a Voronwë, che prende a svolazzare per tutta la Sala Comune.
 -Accio Magiscotch!-
Un rotolo di nastro adesivo magico multicolore balza fuori dalla mia cartella.
 -Vuoi una mano?- si offre Coral.
 -Faremo prima- interloquisce Will.
Secondo punto a favore dei Gemelli Stecchini.
 -Grazie mille- rispondo, raccogliendo il foglio.
Non m’importa se leggono la lettera: tanto è in Tengwar, loro non capirebbero un accidente.
 -Wow, lettere elfiche!-
Meno un punto al Gemello Stecchino.
Coral lancia un’occhiataccia a Will che interpreto come “Sta-zitto-oppure-Orecchie-a-punta-ci-incenerisce”.
Replico con uno sguardo che spero sia tradotto con un “Non-ho-intenzione-di-incenerire-nessuno-ora-per-favore-abbiate-il-buonsenso-di-stare-zitti”.
Dorothy sta in silenzio, ma i suoi occhi sembrano dire: “Io-sono-innocente-non-è-colpa-mia-io-volevo-solo-aiutarti”.
 -Va bene, mellon nín, ci penso io.-
Liquido tutto raccogliendo i pezzi della lettera dalle mani di Coral e Will e inizio ad attaccarli con il Magiscotch. La pergamena ritorna presto come nuova.
 -Allora- esordisco -siete del primo anno, vero?-
Will annuisce. Coral prende un respiro profondo e s’infervora tutta, parlando senza fermarsi un istante.
 -Sì, è fantastico! Quando ci è arrivata la lettera, a me e a Will, intendo, ero così felice! Voglio dire, lo sapevo già, tutti e due i nostri genitori sono maghi, ma insomma, è tutto così... e il castello! Il castello è meraviglioso, io l’ho detto a Dorothy, è stato bellissimo attraversare il lago con le barche e poi lo smistamento! Io avevo paura perché pensavo che Will sarebbe finito in un’altra casa, poi noi siamo così diversi, io gliel’ho detto, però siamo finiti a Corvonero ed è tutto così... fantastico e... le lezioni, e le scale che si muovono! E poi i fantasmi, ti passano attraverso e ti fanno sentire un freddo incredibile, io l’ho detto a Dorothy... -
 -Ok, ok, abbiamo capito- la interrompe Dorothy -non farla diventare sorda.-
 -Scusa- pigola Coral, sedendosi con un tonfo su un divano blu oltremare -è solo che parlo molto.-
L’avevo intuito.
 -Non preoccuparti- dico, con un sorriso -non dovreste andare a letto? Domani avete lezioni.-
 -Sembri mia sorella- replica Dorothy, arrossendo di botto.
 -Beh, mi preoccupo per te, no?- ribatto. L’accenno a Jenny mi ha fatto inasprire un po’.
 -Sì, hai ragione, dobbiamo andare a dormire- dice Will a quel punto -andiamo, Coral.-
 -A domani!- dice la biondina, trotterellando via accanto al gemello.
 -Ci vediamo- sospiro, mentre anche Dorothy si allontana.
Ripiego la lettera di papà e la infilo in una tasca della borsa. Risponderò un altro giorno.
 -Che aspetti?- sbotto, rivolta a Voronwë -Via, sciò!-
Con un verso infastidito, il gufo di papà spiega le ali e si fionda nell’aria gelida di mezzanotte in punto del sei ottobre. 
Volevo dire sette ottobre. Mezzanotte è già passata.
Insomma, adesso, per intenderci.
Inizio a mettere i libri nella borsa, lentamente, ma con la coda dell’occhio vedo Jenny che si allontana da un gruppo di ragazze per avvicinarsi a me.
Faccio finta di non vederla.
Mi si ferma di fronte, mi guarda in silenzio.
 -Padma mi ha detto che oggi hai urlato contro di lei, Harry, Ron e Hermione.-
Silenzio.
 -Penso che tu abbia fatto bene.-
Sollevo lo sguardo. Jenny non sta scherzando.
 -Non capiscono quali sono le cose importanti- prosegue, evitando il mio sguardo -sono un po’ troppo... precipitosi nella loro stupida ribellione, e non si accorgono che così peggiorano solo le cose.-
 -Io penso che le esercitazioni di Difesa siano una buona idea- ribatto, semplicemente.
 -Anche io- dice Jenny, lo sguardo puntato a terra -però ho paura.-
Lascia le labbra socchiuse, come se dovesse continuare il discorso, poi le serra e china la testa.
Mi alzo e la abbraccio, senza lasciarla parlare.
 -Devo scusarmi con Padma- esordisco -e con Harry e i suoi amici.-
 -Non devi per forza- ribatte Jenny -loro sono dalla parte del torto.-
 -Che cosa c’entra?- replico -Mio padre mi ha insegnato che bisogna sempre avere la forza di mettere da parte l’orgoglio e chiedere scusa.-
Detto ciò, metto la borsa in spalla e salgo in dormitorio insieme a Jenny.
 
***
 
Quattro alte figure sedevano riunite intorno a un tavolo.
Scambiavano tra loro sguardi silenziosi, senza parlare. In sottofondo solo lo scroscio dell’acqua e il fruscio del vento che accarezzava il chiostro, spirando tra le colonne intarsiate.
Il fusto sottile di una pianta rampicante si intrecciava da uno dei pilastri fino all’arco e al soffitto del gazebo, ondeggiando alle folate d’aria più forti.
Una donna si alzò in piedi e prese a camminare, muovendo passi svelti e cadenzati intorno alla terrazza. Aveva lunghi capelli biondi e luminosi, intrecciati con sottili ghirlande viole, e portava sulla fronte un diadema d’argento. Al collo aveva una collana con una pietra verde.
Si voltò, a una forte raffica di vento, e sussultò. Puntò gli occhi azzurri e limpidi sul tavolo, ma il piano di legno rimase vuoto e liscio; gli altri tre rimasero immobili.
 -Non c’è nulla da temere, Helin- insorse uno di loro, levandosi e raggiungendo la donna -il responso arriverà presto.-
Egli era un sire dal portamento regale, capelli scuri e occhi chiari e penetranti. Helin si voltò, con un debole sorriso.
 -Vi ringrazio- sussurrò -ma non è il ritardo che mi spaventa. Non volevo che Annadiel tornasse al castello, è tutto qui.-
 -Lei è al sicuro- sussurrò un’altra dama, levando lo sguardo su di loro -anche se non possiamo saperlo con certezza.-
 -Mia signora, guardate!- esclamò l’unico elfo rimasto silenzioso fino a quel momento.
Helin si voltò, con una scintilla di speranza negli occhi. Dal piano di legno eruppe un fascio di luce azzurrina.
Il bagliore diventò accecante e si dissolse in pochi istanti. Sul tavolo adesso c’erano una pietra scura e levigata, del diametro di una spanna, con venature appena più chiare, una lettera legata con uno spago e un grande pacco con un biglietto scritto a mano.
 -Oh, bene, ha riportato indietro la pietra- commentò l’elfo con la chioma scura.
Helin afferrò il biglietto prima di tutto, incuriosita. Lesse brevemente le parole che recava scritte, e rise limpidamente, scuotendo la testa.
 -Sempre la solita, la mia piccola... ha portato dei dolci magici per Estel- disse, voltandosi verso l’altra dama, che le si era affiancata poco prima.
Ella sorrise, prendendo il biglietto.
Nel frattempo, Helin prese la lettera, mentre l’elfo che aveva parlato poco prima copriva con un panno di stoffa la pietra rotonda.
 -Questa è di mio marito- disse la dama in un sussurro -mio signore Elrond, volete che la legga?-
 -Fate come desiderate- rispose egli, chinando il capo.
La dama aprì la busta, rompendo il sigillo di ceralacca che attestava che la lettera non era ancora stata letta, e ne trasse un sottile foglio di pergamena.
La lesse a voce bassa, ma chiara, mentre gli altri tre elfi ascoltavano in rispettoso silenzio. Di tanto in tanto, Helin si interrompeva, meditando e ponderando sulle parole, e poi riprendeva con la lettura.
Una volta concluso, ripose la pergamena nella busta e sospirò, sollevando la testa.
 -La posta è controllata- mormorò -non solo nel mondo magico.-
 -A opera di chi?- insorse Elrond, prendendo a camminare, corrucciato -Dobbiamo avere le idee ben chiare su chi sia il nostro nemico. La spedizione delle lettere è controllata dal Ministero della Magia, e non da Voldemort.-
 -Non mi avete compresa- ribatté Helin, la voce rotta -entrambi sono nostri nemici; ma c’è dell’altro- proseguì -secondo mio marito, Albus Silente, il preside di Hogwarts sostiene che possa esserci un altro contatto tra la Terra di Mezzo e il mondo magico... a uso di Voldemort.-
 -Se mi è concesso intervenire- esordì l’elfo dalla chioma dorata -posso affermare che ciò è impossibile, a meno che non esistano altre Pietre Veggenti la cui provenienza ci è ignota.-
 -Glorfindel ha ragione- sostenne Elrond -gli unici Palantíri esistenti sono andati perduti, o sono caduti nelle mani di Sauron, con l’esclusione delle pietre di Minas Anor ed Elostirion- concluse -tuttavia, nonostante ancora non siano chiare le origini della Pietra Veggente che Christopher Orwell ha trovato nel castello di Hogwarts, non possiamo essere certi che non ne esistano altre.-
 -In tal caso, le Sette pietre portate da Elendil da Andor risulterebbero essere nove... -mormorò la dama dalla chioma scura.
 -Cosa vuoi dire, Arwen?- disse Elrond.
 -Sette stelle, nove pietre... e un albero bianco- proseguì Arwen -senza alcun dubbio l’altra pietra è in mano al Signore Oscuro del mondo magico... temo per l’uso che potrebbe farne.-
 -Io invece no- replicò Helin -da quanto ho appreso da Christopher, l’anima di Voldemort si è parecchio indebolita, a causa delle empietà che ha commesso. Non sarebbe in grado di utilizzare un Palantír. Con ogni probabilità, è stato Sauron a trovarlo e ad assoggettarlo al suo volere.-
 -Non è dunque Voldemort un nemico da temere?- obiettò Glorfindel -Non potrebbe cercare di opporsi alla Torre Oscura? Dopotutto finché rimane nel mondo magico Sauron non può minacciarlo direttamente.-
 -No, infatti- sentenziò Elrond -ma è mia convinzione che Sauron non stia cercando in Voldemort uno schiavo, ma un alleato. Anzi, che lo abbia già trovato.-
 -Ne sei sicuro, padre?- insorse Arwen, preoccupata.
 -Questo è quanto temo- affermò Elrond.
I quattro stettero in silenzio, pensierosi.
 -Per lo meno Christopher ha detto che verrà presto... - mormorò Helin, affranta.
 -Voi come state?- disse Elrond, gentilmente.
La dama sollevò lo sguardo, riconoscente.
 -Potrei stare meglio... l’ombra del nemico si allunga su di noi.-
 -Quando vuoi che Annadiel lo sappia?- interloquì Glorfindel.
Helin tacque, pensierosa.
 -Presto- sussurrò.
All’improvviso, un nuovo fascio di luce azzurra sgorgò dal nulla, questa volta al centro del chiostro, a pochi piedi di distanza dal primo pilastro.
Quando la luce svanì, un uomo frastornato apparve sul pavimento di lucido marmo.
Questi si raddrizzò gli occhiali e strizzò gli occhi scuri; dopodiché si alzò in piedi, con un largo sorriso, e salutò gli elfi che aveva di fronte, inchinandosi a ripetizione.
 -Dama Arwen, i miei omaggi. Glorfindel, lieto di rivedervi. Elrond, mio signore... -
 -Bentornato, Christopher- rispose Elrond, sorpreso, con un breve sorriso -cosa ti porta qui?-
 -Solo la ricerca di consigli- replicò l’uomo -e il desiderio di una visita.-
Il suo sguardo si spostò su Helin.
 -Sei venuto- sussurrò la dama, raggiante.
 -Non potevo non tornare- rispose Christopher con un sorriso -sono spiacente di non poter rimanere molto- aggiunse, ma oggi sono di turno. Faccende dell’Ordine- aggiunse -conto che abbiate ricevuto la mia lettera.-
Elrond annuì cupamente.
 -Tuttavia, ho ritenuto prudente recarvi le nuove più recenti di presenza- aggiunse Christopher, con aria grave. Prese un grande respiro, mentre gli occhi di tutti i presenti erano puntati su di lui.
 -Le notizie di una possibile alleanza tra Sauron e Voldemort non sono più congetture. Ne abbiamo la certezza.-
Un lungo silenzio seguì le sue parole.
 -Abbiamo delle prove?- chiese Elrond, socchiudendo gli occhi, pensieroso.
 -Eccome- ribatté Christopher -pare che quel ragazzino, Harry Potter, il famoso bambino sopravvissuto del mondo magico, abbia un collegamento mentale con Voldemort. Secondo le nostre fonti, avrebbe avuto delle visioni sull’occhio di Sauron, durante il sonno.-
 -Quali sarebbero queste fonti, se mi è permesso intervenire?- insorse Glorfindel.
 -Mia figlia- rispose semplicemente l’uomo.
 -Annadiel lo sa, dunque!- esclamò Helin -Non dovrebbe essere coinvolta in queste vicende prima che la reale forza dei nostri nemici venga alla luce.-
 -Non sono dello stesso avviso- obiettò Elrond -lei è l’unica che può interpretare i segni del potere di Sauron nel mondo magico.-
 -Comunque sia, ho anche buone nuove- proseguì Christopher -mi sono informato al Ministero della Magia, e le mie fonti mi hanno dato risposte positive ed esaurienti: il potere delle Pietre Veggenti è estraneo agli incantesimi dei maghi e pertanto incorruttibile.-
 -Cosa significa questo?- domandò Arwen.
 -Significa che se le lettere possono essere intercettate... - replicò Christopher con uno strano scintillio nello sguardo -... i Palantíri non sono oggetti magici e, in quanto tali, possono essere utilizzati senza alcun pericolo.-
 -Credo di aver capito cosa intendi fare- affermò Elrond -ed è una mossa avventata e pericolosa.-
 -è chiaro che è anche necessaria- insorse Helin, schierandosi con il marito -dalle lettere di mia figlia si evince solo paura e preoccupazione per il futuro. So leggere tra le righe, sire Elrond, e so che lei non sarà tranquilla finché non avrà conosciuto tutto quanto c’è da scoprire.-
 -I meandri della magia sono pericolosi e sconosciuti- sentenziò Elrond -e solo pochi sono in grado di conoscere i suoi più remoti segreti; questo è quanto so della razza dei maghi. La cosa migliore da fare è attendere che Annadiel termini il corrente ciclo di studi e poi ritirarla dalla scuola.-
 -Non c’è in gioco solo la sua istruzione- insorse Glorfindel -ma la salvezza dei nostri mondi. Annadiel non può tenere a bada da sola l’ombra di due nemici, né può interpretare i segni che altri potrebbero cogliere. Se lei avesse un Palantír, potrebbe comunicarci ogni stranezza e chiedere consigli senza che nessun altro lo sappia.-
 -Dimenticate le che Pietre Veggenti sono tutte collegate- obiettò Elrond -anni fa, utilizzandone una, Christopher ha già corso un grave pericolo. Sauron si è impossessato del Palantír di Minas Ithil e nonostante lui sappia già dell’esistenza di Annadiel, non ha ancora modo di trovarla. Sarebbe un disastro se la scorgesse nella Pietra Veggente, o venisse a sapere di Hogwarts.-
 -A questo c’è una semplice soluzione- replicò Christopher -quando trovai il Palantír avevo diciassette anni e lo usai in modo sconsiderato. Fu per un semplice colpo di fortuna che in quel momento Helinyetillë stesse guardando la pietra di Elostirion. Come ben ricordate, fu allora che la conobbi e che trasformai la Pietra in una Passaporta per raggiungere la Terra di Mezzo. Come con un semplice incantesimo ho predisposto una Passaporta per Gran Burrone, così con incantesimi di protezione posso fare in modo che solo Annadiel possa usare la Pietra e che questa possa collegarsi solo e unicamente con quella di Elostirion.-
 -Avevate detto che i Palantíri sono immuni agli incantesimi dei maghi- obiettò Glorfindel, esitante.
 -Non è esatto - disse Christopher -sono incorruttibili, di conseguenza non è possibile modificarne la natura, ma gli incantesimi di protezione che ho intenzione di utilizzare sono semplici e potenti sortilegi che schermeranno la Pietra da ogni altro sguardo. Potrei scioglierli in qualsiasi istante.-
 -è sicuro che questa manovra funzionerà?- disse Arwen.
 -Non resta che provare- sospirò Helin.
 -Non temete- la rassicurò Christopher -farò delle prove: se tutto andrà bene, Annadiel avrà la Pietra entro la fine dell’anno.-
 -E sia, allora- concesse Elrond.
 -Sarà pericoloso applicare gli incantesimi- affermò Christopher gravemente -e per le prove dovrò disporre di un’altra pietra, che non sia quella di Elostirion.-
 -La pietra di Orthanc andrebbe bene per il tuo scopo?- domandò Elrond.
 -Certamente. Confido che sia potente abbastanza.-
 -Allora chiederemo a Saruman il Bianco di concederci il suo aiuto.-
 -Non credo sia necessario- obiettò Christopher.
 -Perché, di grazia?- insorse Helin, titubante -Saruman è uno stregone saggio e potente, il suo aiuto potrebbe esserci utile.-
 -Posso servirmi della Pietra anche senza il suo consenso- disse Christopher con voce dura -l’Ordine ha avuto notizie di maghi oscuri che si sono recati al cerchio di Angrenost, di recente. È troppo pericoloso spingersi fino a lì.-
Elrond tacque, pensieroso.
 -Ne parlerò con Mithrandir. Nel frattempo, che Annadiel non abbia sentore di nulla.-
 -Neanche di quello che accade nel suo mondo?- insorse Helin.
Lo sguardo severo di Elrond si spostò su di lei. Sapeva a che cosa la dama alludeva.
Christopher abbassò lo sguardo, mentre un sentimento misto tra dolore, apprensione e rimorso gli si dipingeva in volto.
 -Glielo diremo- affermò l’uomo con sicurezza -glielo dirò- si corresse -quando la vedrò. Non voglio che sappia questo genere di notizie leggendo su una fredda pergamena.-
Elrond chinò la testa in un gesto di assenso e approvazione.
 -Allora è deciso. Lei avrà il Palantír.-
Helin si voltò, perplessa.
 -Credevo che vi opponeste a questa decisione- disse -che pensaste fosse una mossa troppo imprudente.-
 -Lo pensavo- rispose Elrond -ma credo che non ci sia più ragione di esitare.-
Helinyetillë abbozzò un sorriso. Lasciò la mano del marito, che aveva tenuto stretta nelle sue fino a quel momento, e mosse pochi passi silenziosi verso il colonnato che contornava il chiostro.
I suoi occhi cerulei si fecero umidi di lacrime, mentre portava una mano al petto, a stringere il ciondolo con la pietra verde.
 -Selerince, dove hai trovato la tua forza?- mormorò -potrai mai perdonarmi?-
Le sue dita sottili si chiusero, tremanti, sul pendente luminoso.
Da qualche parte, oltre il mare, una bionda dama degli Eldar guardava ad est. E pensava alla sua sorella perduta. 
   
 
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