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Autore: Aching heart    28/09/2013    1 recensioni
(JanexJacob)
Jane Volturi è famosa per essere una sadica senza cuore, un'aguzzina spietata nel corpo di un'angelica ragazzina, ma è davvero così? E se ci fosse stato qualcosa nel suo passato a farla diventare tale, qualcosa che lei stessa a stento ricorda? Se l'adorazione che prova per Aro non fosse altro che un'illusione creata dalla manipolatrice Chelsea e all'improvviso lei ricordasse la verità, cosa succederebbe? E se nella ricerca della vera sé incontrasse Jacob, un Jacob sempre più confuso a causa dell'imprinting con Renesmee che va indebolendosi? Potrebbe esserci spazio per qualcosa di diverso dalla crudeltà nella non-vita della vampira? Qualcosa come... l'amore?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Jacob Black, Jane, Un po' tutti, Volturi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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3. Salem, the Witches City (part I)
-Aro, ti devo parlare – esordì Caius con la solita aria feroce. Non abbandonava praticamente mai quel suo cipiglio minaccioso, specialmente se c’era qualcosa che non andava come avrebbe dovuto e che quindi lo urtava in maniera considerevole; evento che, a dire il vero, si verificava abbastanza spesso.
-Dimmi, fratello – rispose Aro, perfettamente impassibile di fronte al malumore dell’altro, tendendo in avanti le mani come ad invitarlo a condividere i suoi pensieri. Caius le toccò con la punta delle dita, come aveva sempre fatto, e trasmise le sue preoccupazioni all’anziano. Preoccupazioni che riguardavano Jane.
Da qualche giorno la vampira bionda era strana, meno attenta agli ordini che le venivano impartiti; sembrava – per quanto fosse possibile per un vampiro – sovrappensiero, con la testa fra le nuvole, quasi in un altro luogo, e non sempre Caius riusciva a scorgere in lei quell’atteggiamento adorante nei confronti di Aro che l’aveva sempre contraddistinta in mezzo agli altri membri della guardia.
Il capo degli anziani si impossessò di quei pensieri in un secondo solo, e quando parlò nuovamente anche il suo tono era preoccupato.
-Comprendo ciò che ti turba, fratello. In verità, il comportamento di Jane turba anche me. Non riesco a immaginare cosa possa esserle successo, a meno che non ammettiamo la possibilità di uno sbaglio da parte di Chelsea.
-Impossibile! – ruggì l’anziano dai capelli bianchi come la neve. – Chelsea non può sbagliare, non l’ha mai fatto, altrimenti non avrebbe l’onore che le abbiamo concesso!
La sua risposta era prevedibile: era stato Caius a scoprire Chelsea quando non era altro che una neonata senza alcun punto di riferimento, una pietra grezza, e quando Eleazar gli aveva detto qual era il talento della vampira dalla liscia chioma rossa aveva subito capito il potenziale che poteva avere all’interno dei Volturi; Aro lo ammetteva, era stato Caius, in quel modo, ad aver dato i natali alla loro potenza, e lui ne era sempre stato molto orgoglioso. Era invece sempre stato poco accomodante nei confronti di Jane, forse perché era stata trovata e trasformata da Aro, o perché il suo talento, combinato a quello del gemello, era riuscito ad offuscare quello di Chelsea agli occhi dell’anziano dai lunghi capelli corvini.
-Calma, fratello – disse con tono estremamente conciliante il capo degli anziani. – Ho solo esposto una possibilità. In ogni caso, fa’ chiamare Jane, così potrò sapere direttamente da lei cosa è successo.
***
Jane era inginocchiata davanti ai tre scranni, ma solo uno, quello di Aro, era occupato. Non sapeva perché l’avesse fatta chiamare, ma quando aveva visto che nella sala di pietra c’erano solamente loro due si era preoccupata notevolmente.
-Mi avete fatta chiamare, Signore? – disse, rialzandosi, cercando di non lasciar trapelare nulla dalla sua voce.
-Sì, Jane. E’ da qualche giorno che ti osservo, e con me i miei fratelli. Abbiamo notato che recentemente hai un comportamento strano, insolito. Non da te. C’è qualcosa che ti turba?
 -No, Signore – . La sua espressione rimase quella fredda di sempre, come se stesse indossando una maschera, ma dentro l’agitazione cresceva. Era una fortuna che non avesse un cuore umano che avrebbe potuto tradirla mettendosi a battere furiosamente. A tradirla però furono comunque i suoi occhi.
-Cara, cara Jane, – disse infatti Aro con un sospiro che aveva un qualcosa di teatrale – mi addolora che tu fra tutti mi menta. Proprio tu, la mia prediletta…
-Non era mia intenzione arrecarvi dolore, Signore. In realtà c’è qualcosa che mi preoccupa, ma non è nulla di grave. E’ qualcosa di… molto personale.
-Così personale da non farlo sapere neppure a me?
-Mi dispiace, Signore – si limitò a dire lei, sperando che Aro non insistesse oltre.
-Capisco. Spero solo che questo problema non ti impedisca di svolgere il tuo dovere.
-No, Signore – lo rassicurò.
-Molto bene, puoi andare.
Jane si inchinò leggermente, in segno di rispetto, poi sparì.
***
Chelsea stava male, molto peggio di quanto non si fosse sentita in quegli ultimi giorni. Avvertiva una forte pressione nella testa e un suono talmente acuto da farle male le risuonava nelle orecchie sensibilissime, rendendole incredibilmente difficile concentrarsi. Era sicura che dipendesse dai problemi che il suo talento le stava dando ultimamente, ma questo non la aiutava a riprendere il controllo né a sentirsi meglio, e anzi rendeva il tutto molto frustrante. Quel che era peggio, non sapeva neanche quali sarebbero state le conseguenze di quel malore: era probabile che i legami fossero rimasti come li aveva impostati lei, ma era probabile anche il contrario.
Non sapeva che dell’improvviso malessere che l’aveva colta aveva risentito la stabilità di un solo legame, quello che già da un po’ stava avendo – e le stava dando –  problemi. Quello di Jane.
***
Due ragazzini, una ragazza ed un ragazzo, di non più di quindici anni correvano a perdifiato nel bosco con l’aria disperata di chi sta scappando dalla Morte in persona. Ogni tanto rischiavano di inciampare a causa delle radici che sporgevano dal terreno, e i rami intricati graffiavano loro il viso mentre scappavano. La ragazza soprattutto era ostacolata dalla lunga gonna, che teneva sollevata in una maniera che sarebbe stata giudicata decisamente oscena in una situazione normale, ma se avesse fatto altrimenti avrebbe potuto definitivamente dire addio alla sua ultima speranza di salvarsi.
Fu lei a voltarsi indietro quando alle sue spalle sentì un tonfo e un grido di dolore. L’altro ragazzino era caduto disteso a terra e sembrava incapace di muoversi. Quando la ragazzina capì cosa era successo, gridò: -Alec! No!
-Jane, scappa, vai via di qui! – gli disse lui, cercando di non mettersi a urlare.
-Io non ti lascio! –. Il tono della ragazza bionda era lacrimoso e infinitamente disperato.
-Vai, ti ho detto! Presto saranno qui, e se ti prendono…
Alec cercò ancora una volta di liberarsi il piede dalla tagliola in cui era incappato, ma più si divincolava, più si feriva. In lontananza udì i cani da caccia abbaiare, pericolosamente vicini. Stavano cercando loro due.
Anche Jane li aveva sentiti ed era in preda al panico: non voleva essere presa, né voleva lasciare suo fratello nelle mani di quelle persone orribili. Era lei che volevano, era lei la strega. Se i cacciatori avessero preso Alec avrebbero potuto torturarlo per avere informazioni su di lei, oppure avrebbero potuto ucciderlo: entrambe le opzioni erano troppo terribili per poter anche solo pensare di lasciarlo al suo destino. Tornò indietro, verso di lui, si inginocchiò sullo strato di foglie secche che ricoprivano il terreno del bosco e iniziò ad armeggiare con la trappola per cercare di aprirla.
-Cosa fai? Vattene! – cercò di spronarla lui.
Nel buio della foresta si intravedevano già le luci delle fiaccole dei cacciatori di streghe. Lei ignorò tutto, la voce del fratello, quelle degli uomini che si avvicinavano, il latrare dei cani sempre più vicini e cercò di sbrigarsi, ma aprire quella dannata tagliola non era per niente facile.
-Jane, attenta!
La ragazza ebbe appena il tempo di alzare lo sguardo che un segugio le balzò addosso, facendola finire distesa a terra e ferendola alla spalla. Lei si rialzò, afferrò un bastone e lo brandì davanti al cane, cercando di tenerlo lontano da Alec che, in quel momento, era più vulnerabile di lei.
Fu una questione di secondi: subito dopo i cacciatori li raggiunsero, e loro seppero che avevano perso la partita. Gli uomini richiamarono i cani e presero i due gemelli, non senza infierire brutalmente sulla ferita alla caviglia di Alec. Un energumeno che aveva afferrato Jane la guardò con odio e poi disse: - Strega, hai finito di tormentare la gente di Salem!

Salem… Salem… quel nome non era nuovo a Jane.
 Aveva appena avuto una specie di flashback, ma era tutto così confuso… c’erano lei e suo fratello, questo lo ricordava con chiarezza, e degli altri uomini. Non riusciva a ricordare distintamente le immagini, però ricordava le sensazioni di terrore e disperazione che l’avevano assalita, e  ricordava che qualcuno aveva detto la parola “Salem”.
Qualcosa le diceva che lei conosceva quel posto. Posto? Salem era un luogo? Certo che lo era. Si trovava nel New England. Come facesse a saperlo, non ne aveva idea, ma sentiva che quello era un luogo molto importante per lei. Doveva andarci.
E ci sarebbe andata.


*Angolo Autrice*
*Fa capolino lentamente, temendo di essere linciata* Dunque, non so cosa dire dopo un ritardo del genere, a parte farvi le mie profonde scuse (e implorarvi di non linciarmi, vista anche la brevità del capitolo). In mia discolpa posso dire solamente che il rientro a scuola, pur non essendo stato traumatico come mi aspettavo, è stato comunque molto impegnativo e non ho avuto molti momenti liberi per aggiornare.
Detto questo, faccio qualche precisazione: la storia di Jane e Alec che scappano dai cacciatori di streghe di Salem l'ho presa da Wikipedia, infatti è stata proprio la Meyer a rilasciare queste informazioni, così come l'ha detto lei che è stato Aro a trasformarli... comunque di questo parleremo meglio nei prossimi capitoli; il fatto che sia stato invece Caius a trovare Chelsea me lo sono inventato io di sana pianta.
Povera Chelsea... la sto letteralmente martirizzando in questi capitoli, e fra lei e Jane non so chi se la stia passando peggio. Comunque, i prossimi due capitoli saranno decisivi per Jane, e vi prometto che cercherò di aggiornare quanto prima. Spero che il flashback vi sia piaciuto.
Ringrazio tutti quelli che hanno inserito fra le ricordate/seguite/preferite questa storia, i lettori silenziosi e _Louki__ e mila theodora per aver recensito.
Alla prossima!

 
   
 
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