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Autore: Roly_chan    29/09/2013    5 recensioni
"Dean, Sam e Beth Winchster sono tra i migliori cacciatori al mondo, e dopo aver ucciso Lucifero e fermato l'Apocalisse, sono pronti per una nuova caccia: questo li porterà a Mystic Falls.
All'inizio convinti di poter concludere subito il caso, con l'uccisione di Klaus e tutti gli altri esseri soprannaturali del luogo, si renderanno presto conto che la cosa non è così facile.
Fra scontri, incomprensioni, paure, amicizie, amori, tutti i personaggi cercheranno di rispondere a una domanda: Cosa significa essere umani?"
E' una Damon/ Nuovo personaggio, mentre le altre coppie sono tutte da scoprire.
Si parte dalla 3x16 di TVD e dal finale della quinta stagione di SPN, entrambi modificati per mie esigenze.
Spero di avervi incuriosito e ringrazio tutti coloro che decideranno di leggere questa mia storia. :3
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon, Salvatore, Elena, Gilbert, Nuovo, personaggio, Rebekah, Mikaelson, Stefan, Salvatore
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Sono a casa! >> urlò Beth.

Si diresse in cucina, sperando di trovare già il cibo pronto.

Inutile dire che non fu così.

Sbuffò, cercando di ricordare il numero del ristorante cinese, quando finalmente si accorse della presenza della madre.

Era seduta a terra in un angolo, dondolando la testa.

Beth la guardò indecisa sul da farsi.

Probabilmente era solo stata lasciata dal suo ennesimo ragazzo e a breve avrebbe dato di nuovo la colpa a lei.

E non ci teneva per niente.

Si avviò con passo spedito fuori dalla cucina, ma si bloccò al suono di un gemito soffocato.

<< Scappa.. >> sussurrò sua madre.

La rossa pensò di non aver capito e così si avvicinò, cercando di toccarle una spalla.

Ma la donna alzò il volto, mostrando due occhi completamente neri.

<< Scappa! >> urlò, prima di prendersi la testa fra le mani e lasciando andare uno strillo.

<< Via! >> continuò.

Beth sapeva cosa stava succedendo, suo padre le aveva parlato di quelle cose.
<< Torno presto! >> l’assicurò, correndo già verso la porta.

Ma non appena cercò di mettere la mano sulla maniglia, questa svanì.

No, questo non era per niente normale.

Cercò di spingerla, ma non ci furono risultati.

Allora andò alla finestra più vicina, che a sua volta scomparve.

Intanto le urla della madre le stavano perforando i timpani.

Si guardò intorno disperata, cercando di reprimere le lacrime.

Fece due passi indietro e poi sbatté contro qualcosa.

Il tempo di voltarsi, e vide il volto di Castiel.

Non riuscì a fare altro che aprire la bocca e spalancare gli occhi, poi il buio.


Beth scattò a sedere,tirando un grosso respiro di sollievo. 

Era stato solo un sogno, anzi un incubo.

La prima parte era però dei ricordi: era così che realmente aveva scoperto della possessione della madre.

Un senso di oppressione le strinse il cuore, riportandole alla mente quei brutti momenti.

Per un po’ si era incolpata di tutto.

Non aveva fatto nulla per andare in contro la madre, cercare di capirla.

Aveva passato quei tredici anni di convivenza con lei a giudicarla e a essere la prima a pensare che non fosse altro che una puttana.

Eppure, quella sera aveva lottato per salvarla.

Aveva resistito con tutte le sue forze, facendosi uccidere pur di avvertirla del pericolo.

Beth scosse la testa, cercando di concentrarsi sul presente.

La morte di Alaric, il tradimento di Castiel, il bacio con Damon.

Ecco cosa ricordava.
Come cavolo era finita nel suo letto?

<< Hey. >> sentì dire, dalla voce stranamente bassa di Dean.

Il fratello era seduto su una sedia, vicino a lei, e ben presto le prese la mano destra stringendola.

Tutto quello affetto voleva dire che qualcosa non andava.

<< Come stai? >> chiese.

<< Credo, bene. Cos’è successo? >> domando lei, cercando di capire perché l’altro aveva un’aria così afflitta.

Poi capì. 

Castiel.

<< Chi te l’ha detto? >> 

<< Damon. E’ arrivato qua, con te in braccio e ci ha spiegato tutto. >> 

Beth strinse forte quella mano, non sapendo cosa dire.

Rimasero così in silenzio, finché non ci pensò la ragazza a spezzarlo.

<< Mi dispiace Dean, di tutto. Non mi va di far finta di niente. So che ci sono stati dei problemi fra di noi e li voglio risolvere. >>

Il cacciatore lasciò vagare lo sguardo per la stanzetta, illuminata solo dal piccolo lume sul comò.

Prese coraggio e decise di mettere le cose in chiaro.

<< Dispiace tanto anche a me, credimi. E che… non riesco ad accettarlo, questo rapporto con i vampiri. E’ più forte di me. E ogni volta che tu o Sam li difendevate, mi sento sempre più escluso e deriso. Inoltre… sì, tu e Damon. La cosa mi fa rabbrividire. Voglio la tua felicità, ma anche essere sicuro che starai bene e con quello intorno, non credo che sia possibile. >>

Dean si sentì d’un tratto più leggero.

Perché non ne aveva parlato fin dall’inizio?

Era stato un bello sfogo!

Con tutte le cose successe nelle ultime ore, ne aveva bisogno.

Beth riflettete un po’ su quelle parole, ammettendo che poteva capire benissimo il fratello.

Ma doveva essere onesta. Glielo doveva.

<< Non ti posso promettere che lo lascerò perdere, ma stai certo che non ti nasconderò più niente. Spero che questo possa tranquillizzarti, in parte. >>
sorrise timida, guardandolo di sottecchi.

Aveva bisogno del sostegno del fratello in quel momento come non mai.

Sentiva un vuoto dentro, e i ricordi di tutti i momenti passati con Castiel, bruciare.

Per non parlare poi, di quanto era stata stupida a fidarsi di quel Finn.

Non poteva affrontare tutto questo senza avere Dean al suo fianco.

Quest’ultimo si alzò, per poi abbassarsi e stringere la sorella forte a sé.

La rossa ricambiò, lasciando che una lacrima le rigasse il viso.

Rimasero così per un altro paio di minuti, poi il biondo si staccò per regalarle un bel sorriso.

<< Sei curiosa di sapere cos’è successo qui? >> le domandò.

Beth annuì vigorosamente, saltando giù dal letto e seguendolo fin nel soggiorno.

Lì c’erano Jeremy, Bobby, Sam e Rebekah.

Appena videro la cacciatrice, si alzarono per abbracciarla.

L’ultima fu la vampira.

La Winchester notò subito che c’era qualcosa di strano.
Di diverso.

Era più calda e la sentì respirare con difficoltà.

<< Tutto bene? >> le chiese, scrutandola in cerca d’indizi.

Quella però sorrise e le afferrò la mano, facendola posare sul petto.

In un primo momento, Beth trovò la cosa preoccupante e pensò che la vampira fosse impazzita, poi capì.

<< Il.. il.. il tuo cuore. >> disse meravigliata la rossa, non nascondendo l’espressione sbalordita sul viso.

Rebekah sorrise a trentadue denti, voltandosi verso Sam, quando quest’ultimo le se affiancò, appoggiando una mano su una spalla.

<< E’ ritornata umana. >> spiegò.


Rebekah spalancò gli occhi, incredula che fosse ancora viva.

O forse era morta e quello non era altro che il famoso “altro lato”?

Quasi sentiva ancora la sua pelle sbranata da quei mostri.

Il dolore era ormai fissato nella sua mente e non l’avrebbe dimenticato presto.

Eppure vedeva distintamente il suo Sam, che ricambiava lo sguardo stupito.

Cercò di aprire bocca, ma quasi si strozzò.

Tossì forte, mentre il cacciatore cercò di farla mettere seduta.

I suoi polmoni stavano andando a fuoco, così come il resto del corpo.

Aveva il forte impulso di stracciarsi le vene, pur di non sentire quel bruciore.

<< Respira Bekah. >> le consigliò Sam, dandole piccole pacche dietro alla schiena.

La bionda fece come detto, ed espirando e inspirando lentamente, riuscì a prendere il controllo del suo apparato respiratorio.

Ed ebbe anche l’impressione che bruciasse tutto di meno.

<< Cosa.. >> riuscì a biascicare.

 
<< E’ incredibile.. >> commentò Bobby.

<< Non so come hai fatto, ma sei la succhiasangue più fortunata del mondo >> aggiunse Dean, incerto su cosa provare.

Felicità per suo fratello sicuramente, ma era impossibile cancellare in lui il disprezzo per quelle creature.

Eppure, si sentì sollevato che la bionda fosse ancora viva.

Gli sarebbe dispiaciuto non avere più nessuno con cui litigare ogni giorno.

Jeremy ed Elena osservavano in silenzio la scena, lanciandosi qualche sguardo confuso.

Che cavolo stava succedendo?

Si sentirono due idioti in quel momento, completamente estrani a tutte quelle cose.

Era un bene o un male che l’Originale fosse ancora viva?

Sam prese il viso della sua ragazza, fra le mani, osservandola bene.

Era tutto perfetto come prima.

Il che era impossibile, o magari era collegato al fatto che fosse un’immortale?

Praticamente non c’era niente che potesse ucciderla.

Forse valeva anche per i patti con i demoni?

D’un tratto si sentì bussare la porta, e tutti sussultarono.

Dean e Bobby andarono a vedere, pronti a un possibile nuovo attacco.
Ma si ritrovarono davanti solo Damon.

Damon con Beth in braccio.

Una Beth svenuta.

<< Che cosa è successo?! >> tuonò Bobby, cercando di afferrare la ragazza.

Il vampiro alzò gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente.

<< Dovreste ringraziarmi per averla riportata sana e salva a casa. >> disse, donando ai due cacciatori uno sguardo di sufficienza.

<< Ok, ok. Adesso dalla a me. >> rispose Bobby, prendendo la rossa fra le sue braccia -nonostante lei non fosse più leggerissima e lui aveva una certa età-.

Dean subito stava per richiudere la porta ma Damon la bloccò con una mano.

Non aveva nessun obbligo di avvertirli di quello che era successo.

Anzi, al massimo l’avrebbe fatto solo per vedere la sofferenza su quelle odiose facce.

Ma poi pensò a Beth.

Dannata ragazzina!

Maledetto il giorno in cui l’aveva incontrata!

Avrebbe dovuto ucciderla alla prima occasione e risparmiarsi tutti quei problemi.

Lei l’aveva baciato.

Come le era saltato in mente?

Perché doveva complicare le cose?
In quello c’era già lui, che valeva per 100 persone.

Voleva fermarla, indeciso ancora se rivelarle cosa stava succedendo a casa sua, che forse i suoi fratelli non c’erano più..

Magari era meglio farla svenire.
Gliel’avrebbe perdonato.
Sì, era la soluzione migliore.

E invece lei lo aveva baciato!

Doveva spostarsi, ma infondo chi si sarebbe aspettato che lui si ritirasse?

Era lei che se l’era cercata!

E poi aveva un profumo così buono, che stuzzicò subito il suo appetito.

Ma non era solo quello.

Sentiva il cuore della cacciatrice martellare freneticamente, eppure non era solo il suo.
Possibile che anche il suo vecchio e inutile cuore da vampiro stesse battendo?

Impossibile!
Ma era come se lo fosse.

La strinse per un attimo, esitante.

Avrebbe voluto approfondire quel bacio, assaggiare il suo sangue e poi farla sua.

Sentirla gemere sotto di lui, mentre lo guardava con quel suo solito sguardo di fuoco.

Ma non era solo una questione fisica.

Sentiva quel bacio fosse la cosa più giusta che gli fosse mai successo in tutti quegli anni.

Ma di giusto non c’era proprio niente.

Perché lui era solo un problema e Beth non meritava di essere tratta così.

Lui non l’amava, perché...
Dio, quant’erano calde e carnose quelle labbra?

Quando non le usava per dirgli sempre la cosa giusta…

Ancora quella parola!

No, lui per pura misericordia non l’avrebbe usata, ma lei doveva smetterla.

Non l’amava, perché amava Elena.

Così l’aveva colpita, ed era corso a casa Winchester.

Non voleva passare altro tempo con lei, 
non voleva ascoltare le parole di conforto di Stefan,
non voleva vedere il corpo di Alaric.

<< Cosa vuoi ancora? >> chiese Dean, interrompendo il flusso di pensieri di Damon.

<< Se magari me lo chiedessi più gentilmente.. >> iniziò il vampiro, sorridendo di sbieco.

<< Magari posso farti parlare infilandoti un paletto dritto nel.. >> rispose il cacciatore, facendo un passo avanti.
Non era dell’umore giusto per sopportare quella succhiasangue.

Era sull’orlo di una crisi di nervi e avrebbe più che volentieri sfogato su di lui.

<< Ragazzi. >> intervenne Elena, affiancando il cacciatore e lanciandogli uno sguardo di ammonimento.

Non era il caso di iniziare una lite in quel momento, dovevano collaborare!

Damon, non appena vide la Gilbert, ebbe voglia di fuggire.

Se doveva ancora metabolizzare lui cos’era successo, figuriamoci se aveva le forze per spiegarlo alla ragazza.

<< Cos’è successo? >> chiese l’altra, notando l’agitazione sul viso del vampiro.

Non l’aveva mai visto così.

Di solito non mostrava mai quello che provava o pensava, invece ora si poteva leggere alla perfezione il disagio e.. tristezza?

<< Castiel. Era lui che collaborava con Esther. >> disse il Salvatore, riacquistando la sua faccia di bronzo.

<< Che cazzo stai dicendo?! >> sbottò Dean, stringendo così forte i pugni, che quasi rischiavano di sanguinare.

Elena gli mise una mano su una spalla, come per sostenerlo e chiese spiegazioni al moro.

Sentendo l’urlo precedente del biondo, anche gli altri della casa si avvicinarono all’ingresso, per ascoltare quello che aveva da dire Damon.

<< Siamo andati a casa di Klaus, e abbiamo ascoltato prima la conversazione fra Beth e quell’angelo, e poi abbiamo attaccato. A quanto pare lui e la strega erano in combutta. Castiel voleva uccidere Klaus, così che le anime di migliaia di vampiri sarebbero finite al Purgatorio e lui le avrebbe assorbito. A quanto pare ci sono problemi in Paradiso e gli serve più potere. >>

Tutti rimasero a bocca aperta, sconvolti.

Mai si sarebbero aspettati una cosa del genere dal dolce e gentile Castiel.

<< Aspettate. Katherine aveva detto che Esther stava lavorando con un demone. >> la voce roca e graffiante di Rebekah ruppe quel silenzio.

 << Che ti è successo? >> chiese Damon, guardandola attentamente.

C’era qualcosa che non andava.
E non era solo per i suoi vestiti stracciati.

Sam subito le andò vicino, protettivo, mettendole un braccio sulle spalle.

Parlare o meno con Salvatore? Magari lui poteva sapere qualcosa di utile.

<< Il tuo cuore.. batte! >> esclamò a bocca aperta il vampiro.

Cos’altro doveva succedere quella sera?

<< Ne sei sicuro? >> domandò il minore dei Winchester, spostando lo sguardo dalla sua ragazza al moro.

Era incredibile!

La cosa non lo rassicurava per niente, però.

<< Certo, io ci sento ancora benissimo. >> rispose Damon, digrignando i denti.

La situazione era assurda!
Era tutto talmente strano, anche per un vampiro!

<< Merito anch’io delle spiegazioni. >>

<< Sì, hai ragione. Andiamo da me. >> disse Elena, esausta.

Anche Jeremy stava per seguirli, ma il moro lo fermò.

<< Devo parlare con tua sorella, in privato. >> si giustificò, confidando nel buon senso del piccolo Gilbert.

Quest’ultimo non era di certo uno stupido.

Il tono con cui l’altro gli si era rivolto, gli fece venire i brividi.

C’era altro ed era anche grave.

Voleva controbattere.
Digli che non era più un bambino e poteva sopportare.

Ma Damon sembrava davvero scosso e Jeremy immaginò che voleva sfogarsi. E di certo non l’avrebbe fatto con lui intorno.

Eppure aveva solo voglia di prenderlo a pugni!

Lui e suo fratello stavano incasinando la vita di sua sorella!

Emise un sospiro sconsolato, annuendo semplicemente.

Così Elena e Damon si recarono a casa Gilbert, mentre gli altri rimasero a fare i conti con tutte quelle nuove notizie.

<< Perché? Com’è possibile? >> chiese Beth, non sapendo cosa pensare.


E se la sua amica fosse in pericolo?
Forse stava per morire?

Lanciò uno sguardo a Sam e sembrava proprio che anche suo fratello la pensasse così.

<< Quando ho stipulato l’accordo con Crowley, non ha specificato cosa sarebbe venuto a riscuotere. Evidentemente è la mia immortalità che voleva. >> ipotizzò la bionda, continuando a sorridere.

Non le importava niente, era umana!

Lei era di nuovo umana!

Avrebbe voluto saltellare per tutta la casa.

Perché Sam non si godeva il momento? 

Non capiva che ora non c’era più niente che potesse ostacolarli? 

Certo, la cosa era molto strana.. ma godiamoci il momento, no?

<< In ogni caso, non abbiamo mangiato la torta! >> esclamò Rebekah.

L’amica alzò le sopracciglia quasi fino all’attaccatura dei capelli.

<< Oltre l’immortalità anche il cervello si è preso quel bastardo? >> replicò.

<< Preferisci rimanere tutta la notte sveglia a farti domande a cui non possiamo dare una risposta? >>

<< Non mi sembra.. >>

<< Niente storie! >> e spingendola per le spalle, l’ex vampira condusse la cacciatrice in cucina.

<< Matt è passato prima e ce l’ha lasciata. Avevamo invitato a restare anche a lui, ma ha preferito andare da Bonnie e Caroline. >> spiegò sempre la bionda, con un’alzatina di spalle.

Beth si sentiva solamente confusa, e dubbiosa.

Forse Rebekah sapeva di più di quello che aveva detto?

<< Elena e Damon sono da me, vuoi che li vada a chiamare? >> chiese Jeremy.

<< Vado io. Mi serve un po’ d’aria. >> rispose la rossa, quasi correndo fuori da casa.

Era prossima a una crisi? Probabile.

Rebekah era davvero veloce a riprendersi.

Certo, ricordava tutte le volte in cui l’amica le aveva raccontato che il suo più grande desiderio fosse di ritornare umana.

Ora si spiegavano un po’ di cose.

Magari avrebbe reagito anche lei così.

Ma in quel momento non ce la faceva.

Castiel. Castiel. Castiel.

Era inutile, per quanto cercasse di scacciare quel pensiero, era impossibile dimenticarlo.

Quel figlio di puttana.

E Damon?
Cos’era successo?

Insomma si stavano baciando, anzi lei baciava lui... e dopo?

Possibile che fosse davvero svenuta per l’emozione?

Arrivò fuori al portico di casa Gilbert, senza nemmeno accorgersene.

Una vocina nella sua testa le diceva di fare marcia indietro, mangiare la sua fottutissima torta e cercare di prendere sonno.

Ma lei appoggiò comunque il pugno chiuso sul legno splendente e nuovo,  la porta non era stata chiusa, e la leggera pressione la fece aprire del tutto.

Quella scena rimase impressa nella mente di Beth per sempre.

Più che altro fu la sensazione a quella scena a rimanerle dentro, ricordandole il perché non si affezionava, il perché non poteva permetterselo.

Perché non era suo destino.
C’era sempre qualcosa o qualcuno che veniva prima di lei.

Era successo con sua madre, con Castiel e ora anche con Damon.

Si chiese se da un momento all’altro dovesse aspettarsi una coltellata anche dai suoi fratelli, da Bobby e da Rebekah.

Fece un passo indietro e poi un altro.

Questa giornata sembrava davvero senza fine. 
Insomma, perché tutti si accanivano su di lei?
Che aveva fatto di male?

Un altro passo e poi perse l’equilibrio.

Ok, questa volta si sarebbe davvero rotta quella sua stupida testa.

Sentì la botta, chiara e forte.

E per l’ennesima volta, quella sera, ci fu solo il buio.

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<< E così… la strega ti ha dato buca. >> disse Katherine, ridacchiando.

<< Ti avevo avvertito! >> continuò, canzonandolo.

<< In passato ha tradito il marito, c’era d’aspettarselo. E’ una doppiogiochista. >>

<< Non mi risulta che tu sia una santa. >>

<< Mai detto il contrario. >> rispose, lasciando poi andare una risata e sprofondando nel divano di pelle.

<< Allora… che si fa? A quanto pare lei non è disposta a darti le anime dei vampiri che morirebbero uccidendo i suoi figli. >> osservò la vampira, accavallando le gambe.

L’uomo le lanciò un’occhiata, indeciso se avesse fatto bene a dare ascolto a quella donna.

In caso contrario, poteva sempre farla fuori senza alcun problema, ma in quel momento le serviva.

<< Non ho bisogno del suo permesso. Uccidendo anche loro però, mi avrebbe aiutato ad aprire le porte del Purgatorio. Ma ho sempre un piano B. >>

Katherine affinò lo sguardo, incuriosendosi.

<< E sarebbe? >>

<< C’è un uomo, che può dirmi un modo alternativo per aprire quel dannato posto ed io ora ho una cosa a cui non potrà dirmi di no. >> le confidò, sorridendo vittorioso.

<< Forza continua! >> lo incitò la Pierce.

<< L’immortalità di Rebekah. La donerò a lui, così che avrà tutto il tempo del mondo per continuare quello che sa fare meglio: cacciare. >>

<< Lo trasformerai in una specie di cacciatore vampiro com’era Mikael? >>

<< Diciamo di sì. E tu, mia cara, alla fine sarai libera da qualsiasi vincolo di sangue con quel Nicklaus e sarai immortale. >>

La vampira gli sorrise complice.

<< Ho solo una richiesta: voglio uccidere io Klaus. >> disse seria.

Avrebbe vendicato la sua famiglia, che era stata sterminata secoli fa da quel mostro.

Finalmente ci sarebbe riuscita e non avrebbe dovuto più temere nessuno.

<< Affare fatto. >> rispose semplicemente l’altro.

Il bussare forte, del nuovo personaggio, riecheggiò per tutta la stanza dell’hotel.

Katherine osservò come l’uomo fece scintillare il suo sorriso maligno nell’oscurità, prima di alzarsi per aprire la porta.

Doveva rimanere sempre attenta.
Questa volta si stava davvero giocando il tutto per tutto.

<< Crowley. >> ringhiò quasi il nuovo arrivato, alla vista del demone che era andato ad aprirgli.

<< Mio caro, prego accomodati e lasci che ti presenti la nostra deliziosa socia in affari: Katherine Pierce. >> disse il demonio, spostandosi per far entrare l’altro.

<< E lui è Samuel Campbell! >> 

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Elena si rigirava le chiavi fra le mani, nervosamente.

Oltre al casino che era successo con Castiel, il ritorno umano di Rebekah.. c’era dell’altro.

Quasi voleva chiedere a Damon di non dirglielo, almeno per quella sera.

Ma decide di strapparsi subito il cerotto.

Aprì la porta e invitò il vampiro a entrare.

Non c’era mai stato tanto imbarazzo fra i due come quel momento.

Guardavano dovunque, tranne che l’altro, in un silenzio quasi fastidioso.

<< Allora? >> chiese la Gilbert, incrociando le braccia al petto e portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

<< Forse dovresti sederti.. >> iniziò Damon.

<< No, no. Dimmelo semplicemente. >>

<< Alaric. >>

Bastò quella semplice parola, quel tono di voce, quegli occhi e Elena capì tutto.

Invano attese che il vampiro continuasse, rassicurandola che aveva frainteso.

Si pentì immediatamente di non averlo dato ascolto.
Aveva bisogno di sedersi.
Decisamente.

Scivolò contro il muro, togliendosi le scarpe alte con stizza, poi si strinse le gambe al petto e appoggiò la fronte sulle ginocchia.

Ecco, poteva rimanere così per sempre.

A piangere quello che era un padre ormai.

A piangere su quanto facesse schifo la sua vita.

A piangere. Semplicemente piangere.

Sentì che anche Damon si era seduto affianco a lei.

Non la sfiorò, e lei non ebbe il coraggio di verificare che quello che era appena uscito dalla bocca del vampiro, fosse proprio un singhiozzo.

Non seppe di preciso quando smisero, ma si alzò di scatto, cercando di pulirsi il viso con le mani.

Aveva ancora Jeremy.

Doveva dirlo anche a lui.

E a Meredith.

E.. e organizzare il funerale.

E avvertire la scuola.

Si mise una mano sulla bocca, mentre nuove lacrime le rigavano il viso.

Damon cercò di abbracciarla, ma lei lo allontanò.

<< Ce la faccio. >> si giustificò, tirando su con il naso.

Non doveva perdere la testa.

<< Stasera io e Beth ci siamo baciati. >> ammise all’improvviso il moro.

Elena lo guardò con aria sbigottita.

Davvero ne voleva parlare in quel momento?

<< Damon.. non ora. >>

<< Sì invece! Diavolo! Ho perso il mio migliore amico, per la centesima volta stavamo per morire, siamo tutti distrutti, devastati! Ed io devo sapere che in tutto questo gran casino c’è uno spiraglio di luce. >> disse il vampiro con foga, per poi prendere il viso dell’altra fra le mani e baciarla.

Premette fortissimo le labbra, ma non andò oltre.

La ragazza non sapeva cosa fare.

Sentiva la connessione fra di loro, ma anche che tutto quello era sbagliato.

Tutti ne avrebbero sofferto e lei non aveva le forze per combatterli.

Si sentì una tale codarda.

Damon si staccò, per rimanere a fissarla ardentemente e disperatamente.

<< Per andare avanti, devo almeno provarci. >> sussurrò.

E aveva ragione!

Se non ci provavano, sarebbero rimasti in quella condizione per sempre!

Elena allora allungò le braccia intorno al suo collo e fu lei, questa volta, a baciarlo.

C’era desiderio, passione.

Quasi sembrava che si mangiassero.

Sbatté con la schiena contro quel muro, mentre sentiva le mani di Damon ovunque.

Stringeva i capelli dell’altro, quasi per reggersi, dall’attacco della lingua del vampiro che lambiva il collo.

Dio, che stava succedendo?

Aveva bisogno di sapere.
Sapere che c’era altro oltre l’attrazione fisica.
Che avrebbe trovato le forze per combattere.

Tirò quei capelli, per fargli alzare il viso e lo baciò di nuovo sulla bocca.

Mordevano le labbra dell’altro, le lingue si intrecciavano, i denti si scontravano.

C’era così tanto, eppure mancava la cosa principale.

E se ne reso conto entrambi.

Quasi mancava il desiderio di calmarsi un attimo e assaporare per bene il sapore dell’altro.

Baciarsi con passione e dolcezza, per ricordare quel momento per sempre.

Sentirono una botta, che li fece fermare.

Si guardarono negli occhi e un lieve sorriso apparve sui loro volti.

Almeno qualcosa di buono era successo quella notte.
Avevano scoperto cosa c'era fra di loro.


Andarono a vedere cos’era quel rumore, e si accorsero della porta aperta.

Male, molto male.

Avanzarono il passo e trovarono una Beth distesa al suolo senza sensi.

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Una volta arrivato a casa, Stefan corse a prendere una busta di sangue.

Ne aveva davvero bisogno.

Non c’era stata un’unica cosa che fosse andata per il verso giusto.

E Katherine era sparita!

Che fine aveva fatto?

Chi sa perché, aveva la netta impressione che quella miserabile c’entrasse qualcosa.

Lui e Damon avevano deciso di interrogarla, anche incatenandola se fosse stato necessario, ma poi il fratello aveva avuto una chiamata da Dean Winchester.

A quanto pare non trovava la sorella e voleva sapere se fosse andato da loro.

A quanto sembrava Sam aveva deciso di morire, piuttosto che diventare vampiro.

Chi poteva dargli torto?

Stefan, era deciso più che mai a scoprire cosa ci facesse Katherine lì, ma suo fratello lo sorprese.

Borbottò qualcosa senza senso e poi se andò.
Da quel giorno, anche la vampira scomparve dalla circolazione e così addio all’interrogatorio.

Si meravigliava ancora del comportamento di Damon.

Aveva abbandonato tutto per andare a cercare Beth.

Doveva davvero tenerci a lei…

Possibile che solo lui non riusciva a trovare un’altra oltre a Elena?

Già, chi sa come stava.

Sicuramente era stata informata di Alaric.

Forse era il caso di chiamarla almeno. Dopotutto restavano ottimi amici.

Alaric.

Prese un altro sorso dalla sacca, accorgendosi che ormai era vuota.

Emise un sospiro e si recò nel salone.

Era certo che avrebbero aiutato l’amico, che tutto si sarebbe risolto e invece… lui non c’era più.

Tirò un calcio al muro, facendo un buco ovviamente.

Corse allora a prendere un bicchiere di qualsiasi alcolico, anzi forse era meglio la bottiglia.

Ma si bloccò, vedendo Klaus, appoggiato alla parete del caminetto.

<< Cosa ci fai qui? >> sputò con rabbia.

Anche se sarebbe finito probabilmente morto, poteva sfogarsi con l’ibrido.

<< Mio caro Stefan. Questa sera ho rischiato grosso, abbiamo rischiato grosso. >> si corresse.

<< Klaus non sono in vena di ascoltare i tuoi deliri. >>

<< E invece lo farai, se vuoi continuare a vivere! >> sbraitò l’Originale, dando un pugno nel muro.

“Ok, Damon si arrabbierà sul serio.” Pensò con ironia, alla vista di quell’altro buco.

Ormai le minacce dell’ibrido non gli sortivano più nessun effetto.

Soprattutto in quel momento, dove la morte sembrava l’unica via d’uscita.

<< Dobbiamo ragionare d’astuzia ed io ho già un piano. >>

Stefan si andò a versare da bere, alzando gli occhi al cielo, sentendo le parole dell’altro.

<< E sarebbe? >> chiese senza interesse.

<< Chiuderemo l’inferno e il Paradiso. >> proclamò Klaus.

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Rebekah stava cercando di rendere l’ambiente più accogliente, sistemando la tavola e accendendo le candeline.

Certo, adesso ci metteva più tempo, ma Beth sembrava essersi persa lì fuori.

Eppure casa Gilbert era a due passi..

Sentì sospirare, e vide Sam appoggiato allo stipite della porta.

Gli sorrise e poi continuò a piegare tovagliolini.

Forse era meglio spegnere le candeline, se non voleva che la cera cadesse sulla torta.

<< Rebekah puoi fermarti un attimo. >> disse il cacciatore.

<< Non c’è tempo. Beth sarà qui a momenti, e dopo tutto quello che è successo, ci meritiamo un attimo di pace. >>

<< Non pensi che dovremmo parlarne? >>

<< Certo, domani. >> sentenziò la bionda, soffiando sulle fiammelle delle candele.

Fra qualche mese avrebbe potuto anche lei festeggiare il compleanno.

Finalmente avrebbe compiuto diciannove anni!

Sorrise allegra, fissando la torta.

Avrebbe fatto scrivere a caratteri cubitali la sua età!

Sam però le mise le mani sulle spalle, costringendola a voltarsi per guardarlo, strappandola dai suoi sogni ad occhi aperti.

<< Rebekah non possiamo rimandare. Più tempo passa, più chi sa cosa può succedere. Magari devi ancora nutrirti con il sangue, magari ci saranno delle conseguenze.. >>e a quel punto la voce del Winchester si affievolì, per poi continuare: << Abbiamo rischiato di perderci così tante volte. >>

A quelle parole l’ex vampira sorrise affettuosa, mettendosi sulle punte per baciarlo.

Poi gli accarezzò il viso, guardandolo negli occhi, cercando di infondergli la stessa sicurezza e ottimismo che provava lei in quel momento.

<< Sto bene e non ci perderemo, anzi! Ora siamo più uniti che mai. Potremmo perfino avere dei figli, ti rendi conto? Quindi prendiamoci queste ore di riposo, i problemi saranno ancora lì. >>

Sam annuì, ma senza entusiasmo.

Da un lato non voleva vedere quella felicità sparire dal viso della sua ragazza.

Da un lato non riusciva a distrarsi, ad accantonare la cosa.

<< Dove diavolo è finita Beth? >> chiese Dean, più a se stesso che agli altri, e uscì da casa.

Bobby si limitò ad affacciarsi alla finestra, che dava sul giardino dei Gilbert e notò un certo movimento.

Insospettendosi, fece segno anche ai restanti e andarono a vedere cosa stesse succedendo.

Rebekah avrebbe voluto urlare.

Non era possibile!

Aveva appena finito di dire che avevano bisogno di una pausa e subito nascevano nuovi problemi.

Distesa a terra c’era Beth, priva di sensi.

Guardò in cagnesco Damon ed Elena che si avvicinarono:<< Cinque secondi fa abbiamo sentito un rumore. >> informò la Gilbert.

“Mi sa tanto di scusa, cara. Sarò anche diventata umana, ma non sono mica scema.” Pensò la bionda.

<< Forse è semplicemente inciampata. >> osservò lei.

<< Sai Rebekah, ti preferivo quand’eri la vampira petulante. Tu e il tuo ottimismo mi avete già scocciato. >> sbottò Dean, controllando il battito cardiaco della sorella.

<< Notizia dell’ultima ora: non sempre è colpa del sopranaturale. >> continuò l’altra.

Il maggiore dei Winchester ne aveva davvero abbastanza.

Voleva essere gentile, ma c’era un limite a tutto.

Si alzò di scatto e si avvicinò minacciosamente alla ragazza.

<< Tu sei una porta guai. Ti rendi conto che è tutta colpa tua? Se non avessi preso la fissa con mio fratello, nessuno l’avrebbe ucciso, nessuno avrebbe dovuto fare un patto e nessuno avrebbe ora l’immortalità che ti hanno preso. Questo vuol dire che avremo altri problemi e rischieremo di nuovo la vita e qualcun altro morirà. Chi ti dice che non sia già iniziato e hanno fatto qualcosa a Beth?! Che fra qualche minuto anche tu andrai all’inferno?! >> sputò quasi quelle parole.

Non doveva morire nessun altro e invece erano solo agli inizi.

Era questo che non faceva che pensare da quando avevano scoperto del ritorno umano della bionda.

Ok, i suoi pensieri in quel momento sembravano contradditori.

Lui credeva davvero che sarebbe stato meglio che quella bionda girasse al largo, ma ormai faceva parte della famiglia.

Più che altro, non voleva vedere Sam soffrire e ultimamente l’umore del fratello ruotava intorno a lei.

Se le fosse successo qualcosa, probabilmente non si sarebbe ripreso più!

Per questo Dean ora si doveva occupare anche di lei, e lui non ce la faceva.

Era troppo.

E come volevasi dimostrare, qualcosa era successo.

Era vero, forse Beth era solo inciampata e sbattuto la testa, ma se non era così?

Doveva ancora accertarsi che Rebekah non sarebbe morta da un momento all’altro, che il nemico si sarebbe mantenuto lontano per un po’, che aveva una soluzione per tutto..

Oddio, si poteva avere l’affanno solo per il pensare troppo velocemente? O forse stava per avere un infarto?

La bionda lo guardò duramente, mettendo quasi il broncio, che tremò un po’.

“Fa che non pianga, fa che non pianga..” incominciò a ripetersi in mente, ma non sentendosi in dovere di scusarsi.

Che ognuno interpretasse le sue parole come voleva, chi lo conosceva davvero sapeva cosa intendeva dire.

<< Ok, diamoci una calmata. >> intervenne Bobby, sbuffando sonoramente.

Sam si passò una mano fra i capelli, ed ebbe la tentazione di strapparseli.

Lanciò uno sguardo a Elena, che guardava Jeremy sottocchio.

Voleva avvicinarsi per chiedere cosa fosse successo, ma in quel momento aveva sua sorella la priorità su tutto.

Già se la immaginava a imprecare per essere diventata la donzella in pericolo. 

Si lasciò sfuggire un sorriso a quel pensiero piacevole e si abbassò per prenderla e portarla a casa.
Era inutile rimanere là.

Ma non appena la toccò, questa incominciò a mugolare qualcosa, attirando l’attenzione di tutti.

Dopo un paio di secondi, che parvero un’eternità, aprì gli occhi.

<< Beth! >> esclamarono all’unisono i presenti, fiondandosi su di lei.

<< Calma, calma. - disse la rossa – fatemi respirare. >>

Sam la aiutò ad alzarsi, afferrandola per le spalle e sfregandole.

La cacciatrice borbottò un grazie e arrossì alla vista di quelle mani che la toccavano con tale affetto e calore.

Quel gesto non passò inosservato a nessuno.

Ok, Beth era un po’ timida, ma mai era arrossita a causa di un suo fratello.

<< Cos’è successo? >> chiese Damon.

La ragazza sembrò paralizzarsi, quando si voltò a guardarlo.

Il suo viso divenne quasi rosso come i suoi capelli, e immediatamente, distolse lo sguardo, puntandolo a terra.

<< Non.. non… non ricordo. >> balbettò.

Ok, quel comportamento era davvero strano.

Il vampiro si avvicinò a lei, mettendole due dita sotto il mento, per farle alzare il viso, e scrutò i suoi occhi.

Non vide niente di strano.

Di certo non era in fase di transizione. Dubbio lecito, visto tutto quello che era successo negli ultimi tempi.

<< Forse sei davvero solo inciampata. >> mormorò il moro, continuando a esaminarla.

Oltre al fatto che stava trattenendo il fiato e rossissima in viso, nulla era cambiato in lei.

<< Va bene, fine della visita. >> intervenne Dean, spingendo via il vampiro, che in risposta alzò le mani in segno di resa.

Gli lanciò un’occhiataccia, ma almeno aveva fatto qualcosa di utile.

<< Andiamo a casa, c’è una sorpresa per te. >> le disse il biondino, rivolgendosi alla sorella.

<< Io.. io non posso. >> 

<< E perché mai? >> chiese sconcertato l’altro, prendendole le mani.

Beth, delicatamente, le respinse, sorridendo in segno di scuse.

Fece due passi per allontanarsi e avere una visuale completa di tutti i presenti.

Arricciò un po’ del tessuto del vestito intorno alle dita, come segno di nervosismo.

Chiuse gli occhi e prese un bel respiro, per poi ammettere:<< Io non posso perché non vi conosco. Non so chi siete. >>









*Ok, da dove incomincio a scusarmi?*
Ehm.. salve! Sì, non sono morta, non mi hanno rapito gli alieni e non sono andata a fare compagnia sott'acqua a Stefan... purtroppo ne il tempo ne l'ispirazione sono stati dalla mia parte, e quindi mi sono ridotta a pubblicare questo finale dopo uno- quasi due mesi? Sappiate che mi dispiace tantissimo! Soprattutto per avervi dato un finale così.. deludente? Banale? Non so che termine usare xD Magari a qualcuno è piaciuto e mi perdona per il ritardo e io lo ringrazio tantissimo!Mi sento peggio della Plec in questo momento. Un finale e non vi ho dato nemmeno una coppia! Tenete presente che Rebekah se la legherà al dito che Sam non sia intervenuto, quando Dean le ha detto quelle cose. Ma.. ma nella mia testa invece tanto amore per il seguito *-*
Allora una breve sintesi della situazione! Esther ha fatto il doppiogioco fin dall'inizio con Crowley e Castiel. Crowley era il demone degli incroci (colui con cui si fanno i patti, per intenderci), ma dopo la sconfitta di Lucifero, è diventato il re degli Inferi.. purtroppo le cose per lui non vanno bene, e decide di usare la strega, che uccidendo i suoi figli e quindi tutti i vampiri, farà finire migliaia di anime in Purgatorio (l'altro lato per gli esseri sopranaturali). Così Crowley le assorbirà e avrà il potere che gli serve. Perché non ha ucciso direttamente lui gli Originali? Per rimanere in incognito u.u Stesso piano lo ha anche Castiel (angelo e fedele amico dei Winchester), che vuole cercare di aggiustare la situazione in Paradiso. E quando scopre che Esther lo ha ingannato, facendo la doppiogiochista, decide di uccidere stesso lui Klaus. Ma così la sua copertura è scoperta e i Winchester non si fideranno più di lui per luuuuuuuuuuungo tempo. Nel frattempo Crowley non si perde d'animo, visto che grazie a Katherine sa cosa stava succedendo (punto che approfondirò in seguito), e rubando l'immortalità(immortalità di un'Originale sottolinerei, visto che è lì la cosa fondamentale) di Rebekah decide di darla a questo Samuel Campbell ( citato nel primo capitolo. Chi segue SPN sa di chi parlo, che non lo segue.. sarà una bella sorpresa ;D) e iniziare il suo piano B. Cosa invece intende fare Castiel e che fine ha fatto Esther, lo scopriremo solo vivendo u.u

Intanto Rebekah torna umana, i Delena capiscono cosa c'è davvero fra di loro (e non sapte quanto è stata dura trovare un difetto in quel bacio, che l'ho immaginato come nella 3x19. C'è.. quello è un signor bacio! Ma questa è una storia Bemon, quindi.. u.u), Klaus vuole chiudere l'Inferno e il Paradiso per risolvere i suoi problemi, e boom! Cosa è successo a Beth? 


Ecco cos'è successo in questi 50 capitoli. Non vedo l'ora di iniziare la seconda parte della storia! Ho così tanti piani! Ma non voglio fare lo stesso errore: non vi farò aspettare mesi per un mio capitolo! Quindi pubblicherò la nuova storia quando già starò a buon punto.. spero di non metterci più di uno-due mesi.
In ogni caso, metterò qui un avviso, così se vorrete continuare a seguirmi..

Vi ringrazio tutti! Dal primo all'ultimo! Davvero!  Le mie recensitrici, chi ha inserito la storia fra le seguite/ricordate/preferite, i lettori silenziosi.. grazie, grazie, grazie!
E permettetemi un ringraziamento particolare a:  Iansom e Ellaa che mi hanno sempre incoraggiato a continuare questa storia con le loro belle parole <3

Spero di ritrovarvi tutti per il continuo di "What does it mean to be human" che si intitolerà: " I am human"

Baci! :3 

  
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