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Autore: Dave1994    29/09/2013    3 recensioni
Fu un attimo e Rem scrisse sul suo Death Note il nome di L e di tutti quelli che insieme a lui davano la caccia a Kira.
Fu un attimo e la morte avvolse il quartier generale di L con le sue ali di tenebra.
Ma dopo, cosa accadde?
Genere: Angst, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'uomo aprì gli occhi e nel tentativo di lacerare gli ultimi rimasugli della dimensione onirica di cui ancora aveva ricordo sbatté più volte le palpebre.

Poi, lo vide. Era ovunque e dominava incontrastato l'orizzonte, ergendosi sopra l'alba e il tramonto, il sole e la luna.

Un biancore cangiante aveva avvolto il mondo nel suo leggiadro abbraccio, come a volerlo proteggere da tutto il dolore e la sofferenza: L provò un enorme senso di conforto nel trovarsi lì, perso in mezzo a quella luce eterea, al riparo da tutto e da tutti.

Poi, si ricordò di ogni cosa e sentì una lacrima scendergli lungo la guancia.

Light.

Il Death Note.

Gli Shinigami.

Cercò di far riaffiorare le ultime immagini che la sua mente conservava ancora e la sensazione di cadere lo invase, seguita da uno strano dolore al petto. L si portò una mano all'altezza del cuore, poggiandola sulla sua pelle calda al tatto...

era nudo?

...e quella spiacevole impressione svanì, seguita da un profondo senso di pace e paca quietezza.

Era morto.

Lo aveva capito quando si era guardato intorno per la prima volta e aveva visto quella landa sconfinata immersa nella luce, lo aveva capito quando non aveva visto i suoi vestiti. E se fosse soltanto un sogno?

No, sarebbe riuscito a svegliarsi. All'orfanotrofio un suo compagno di stanza gli aveva insegnato due o tre trucchetti per distinguere la realtà dalla finzione, per allontanare la follia che ogni tanto si attaccava alle carni dei ragazzi per non lasciarli andare mai più, neanche a distanza di anni.

Una consapevolezza si fece strada in lui e, inspiegabilmente, L sorrise.

Light lo aveva fatto uccidere. Non aveva forse avuto la forza di scrivere lui il suo nome? O faceva tutto parte di un qualche suo piano?

- Oramai non ha più importanza – sussurrò L, massaggiandosi le tempie – se quel che si dice è vero, c'è circa l'ottanta per cento che questo sia il Paradiso. -

Eppure, il luogo dove si trovava non aveva affatto l'aspetto del Paradiso. Certo, la luce non mancava e su questo il buon Dio non aveva proprio badato a spese, ma dov'erano tutte le brave persone? I paladini della giustizia, i protettori dei più deboli? Dov'erano gli alberi, i fiumi, i prati e i cori di festa?

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Poi, Lei apparve e L la riconobbe all'istante, mentre il suo cuore accelerava di colpo il ritmo dei suoi battiti.

L'aveva cercata per una vita intera, si era battuto per lei, era morto nel suo nome.

La Verità lo guardò negli occhi e sorrise.

Mi immaginavi in modo diverso?

L ci pensò su e non disse nulla. Ci sono volte in cui le parole semplicemente non servono, tutto qui.

La Verità sorrise e allargò le braccia, mostrando a L i contorni di un portale dalla fattura antica e riccamente decorata. Gli occhi dell'uomo non riuscirono tuttavia a distinguere quei dettagli così complessi ed elaborati.

Vieni, è ora di andare.

- Dove? - domandò L, anche se in cuor suo già sapeva la risposta. L'aveva intuito poco prima che la Verità apparisse dinnanzi a lui, poco dopo il non aver scorto nessuno all'orizzonte.

Era solo una stazione della metropolitana, un luogo di passaggio.

Si domandò cosa ci fosse alla fine dell'arcobaleno e sorrise per quel suo pensiero così infantile.

Un'ultima cosa.

L corrugò le sopracciglia.

Mi hai inseguita per tutta la vita, senza mai arrenderti o lasciarti scalfire dalle parole degli altri. Hai perso la vita pur di non lasciarmi andare e ora che mi hai finalmente trovata, ti meriti un dono.

- Ti ringrazio. Cosa hai in mente -

La Verità di tutte le Verità, la Conoscenza universale. Passato, presente e futuro riuniti sotto un unico stemma, il seme dell'albero che rinasce ogni volta inverdendo le sue radici di anno in anno.

L ci pensò su, passandosi una mano tra i capelli. Poi un'idea gli balenò della mente e sentì che valeva la pena di chiedere.

- Preferirei di no. -

Perché?

- Beh – sussurrò L, sorridendo – preferisco scoprire da solo tutto questo. Avrò tanto di quel tempo a disposizione...piuttosto, avrei una richiesta? -

No.

- Che cosa? -

Lo sai. Non posso mostrarti che ne è stato di lui, non c'è luce nel luogo ove ora dimora.

- Andiamo, sei la Verità. Le bugie non ti si addicono, e poi c'era comunque il novanta per cento che tu stessi mentendo. -

Non ti renderebbe felice vederlo ora.

L non rispose, poi ebbe un dubbio improvviso.

Quanto tempo era passato?

Tutto quello che c'era bisogno passasse.

- Mostramelo, ti prego. E' l'unica richiesta che ho. -

La Verità esitò, poi annuendo a malincuore strinse a sé L e gli mostrò ogni cosa. Lo accompagnò fra le tenebre senza nome e senza volto, nel vuoto più antico e innominato, l'abisso di ogni terrore e paura. L fu certo che si sarebbe perso, se non fosse stato per Lei.

Infine, lo vide. Light vagava nell'ombra, invocando a gran voce molti nomi tra i quali il suo.

- Dunque, è questa la fine? -

Sì.

- Posso parlargli? -

No.

Stavolta L fu certo del fatto che Lei non stesse mentendo. A malincuore volse il suo sguardo altrove e pronunciò due sole, semplici paroli.

- Andiamo. -

La Verità annuì, spiegò le sue ali piumate e con un battito di queste si erse sopra quelle ombre, volando via oltre il cielo nero e senza luce.

  
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