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Autore: Caster_Gamer    29/09/2013    2 recensioni
Nancy frequenta il liceo Dolce Amoris da ormai un anno, è innamorata di uno dei ragazzi che rientra nelle sue amicizie, e proprio quando sta per dichiararsi appare il meraviglioso sorriso di qualcuno che tecnicamente non potrebbe ricambiare il suo amore.
E cosa succede se chi riteneva solo come un amico le dimostra di provare qualcosa per lei?
« Credo di aver capito come va avanti il gioco...e tu sei davvero troppo, tanto sleale mia cara! »
« Sleale!? Gioco!? Adesso basta dimmi che succede dato che hai capito! »
Cominciai ad odiare tutti quei giri di parole, se dovevano dirmi qualcosa che parlassero chiaramente!
Avevo visto giusto, ero una stupida! Ma di certo continuando a parlarmi con metafore non sarei diventata un genio!
« Il gioco dell'amore! » esclamò passandosi una mano fra i capelli « Non posso di certo essere io a svelarti le regole ed i tuoi avversari, posso solo augurarti che li capirai un giorno... »
Sbuffai, adesso capivo cosa credeva...e si era sbagliato.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexy, Castiel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Trovare la soluzione.

 

Sollevai lo sguardo ed eccolo lì, con il suo sorriso smagliante e gli occhi che brillavano...

« Scusami se ti disturbo...ma potresti accompagnarmi nella Sala Delegati? Ho bisogno di ultimare la mia iscrizione. »

Rimasi a guardarlo in silenzio senza nemmeno sbattere le ciglia, cosa che lo stranì.

Storse le labbra ed inclinò la testa.

« Ehm...c'è qualcosa che non va? »

Era così...luminoso, avrei potuto dire. Il cuore aveva cominciato a battere talmente tanto forte che avevo paura di essere sentita.

« Alexy... » mormorai dopo un po', lui si strofinò la nuca.

« Ci siamo già visti prima...? » chiese perplesso, io annuii « Oh ehm...scusa ma non mi ricordo di te. » continuò triste.

Sbottai a ridere sonoramente, continuai a farlo finché lo stomaco non mi fece davvero male e probabilmente Alexy aveva già pensato che fossi una psicopatica.

Guardai il cellulare, il messaggio era ancora là pronto ad essere inviato.
Adesso capivo, era chiaro.

Non era colpa di Alexy, tanto meno mia! Era quello che tutti chiamano “destino”, pronunciandolo ormai con un tono d'ironia.

Quel messaggio non doveva essere inviato, io dovevo dirglielo di persona.

Alexy non era il problema, ma la mia ancora di salvezza.

Il suo sorriso, i suoi occhi, il suo modo di fare...erano tutte le cose che mi facevano stare bene ormai. Lui mi faceva stare bene.

Solo che...c'era un piccolo problema.

Era gay.

E questo mi riportava a Castiel.

Adesso sapevo benissimo cosa fare, avevo capito perché non riuscivo più a dir niente a Castiel a differenza di quel pomeriggio in cui avevo deciso di inviargli il messaggio.

Ero sicuramente innamorata di Alexy, anche se i miei sentimenti per il rosso non erano cambiati.

Bastava capire questa cretinata per trovare la risposta a tutto? Avevo veramente sprecato quel tempo con Nathaniel? Sì.

Avrei detto tutto a Castiel, non importava come sarebbe andata.

Guardai il ragazzo di fronte a me che era rimasto a fissarmi perplesso, gli feci un sorriso e scossi la testa.

« Non fa niente, magari ti ricorderai dopo di me. Comunque sì, ti accompagno. »

« Oh...d'accordo. »

E cominciammo a camminare fino ad arrivare in Sala Delegati, lui e Nathaniel si dissero le stesse identiche cose che si erano detti la prima volta.

Io ascoltavo come se non li avessi davvero mai sentiti prima parlare insieme, non gli dissi però “quanto lavoro aveva da fare”, perciò non si parlò di Castiel, non si parlò del fatto che in futuro l'avrei aiutato.

Io ed Alexy uscimmo subito dalla Sala Delegati, lui si lasciò scappare una risatina ed io risposi prontamente.

« Sì, Melody è gelosa di me. »

Mi guardò trasalendo, di sicuro ero troppo strana per i suoi gusti.

« Nancy... » smisi di ridacchiare e lo guardai...non mi ero ancora presentata a lui.

« Cosa- »

Mi abbracciò stringendomi forte, poi cominciò ad urlare il mio nome più e più volte, vidi correre Armin verso di noi che cercava di tranquillizzare il fratello.

Non capivo cosa stava succedendo, ma all'improvviso vedevo tutto sempre meno nitido...più opaco, scuro...

 

 

Aprii gli occhi mettendomi di colpo seduta, posai una mano sulla testa dolorante ed a quel punto qualcuno mi abbracciò.

« Nancy! Mi hai fatto venire un infarto! Stai bene vero!? Come ti senti!? »

« Mi fa...un po' male la testa. » mormorai mentre tutte le immagini ed i pensieri del mio sogno mi colpivano a raffica.

« Sei umida! Ho parlato con Melody e mi ha detto che tu e Nathaniel ieri vi siete lasciati! Non mi rispondevi e sono venuto qui di corsa! Che cos'hai combinato!? Raccontami tutto! Stai male? Hai la febbre? Armin prendi il termometro! » urlò tutte quelle domande e sembrò tartassarmi il cervello, peggiorava davvero la situazione.

« E dove lo trovo un termometro!? » anche il fratello gridò ed in preda alla confusione mi accucciai ad Alexy scuotendo la testa.

« Non gridare! » gli bisbigliò, cosa che evidentemente lo fece innervosire maggiormente.

Cominciò quindi ad aprire cassetti alla ricerca di questo termometro e quando lo trovò su un soprammobile lo porse all'azzurro che prontamente mi misurò la temperatura.

« QUARANTA! » con quell'urlo sembrò voler uccidere le proprie corde vocali, mi tappai le orecchie avvicinandomi maggiormente allo schienale del divano.

« S-scusa... » mormorò sedendosi di fianco a me per accarezzarmi i capelli, poi rivolse lo sguardo preoccupato ad Armin.

« Cosa facciamo? » mormorò continuando ad accarezzarmi sempre più velocemente, come in tensione.

« Non so...penso che prima di tutto dovrebbe cambiarsi i vestiti, sono ancora umidi! »

« Sì! Giusto! »

Corse in camera mia prendendo dei vestiti e subito dopo torno da me guardandomi come se non sapesse più cosa fare.

« Ehm...n-non possiamo cambiarla noi! » disse subito dopo, io riuscendo ancora a capire qualcosa mi misi seduta per poi alzarmi lentamente tutta tremante.

Alexy mi venne in soccorso tenendomi per il busto.

« N-non vi...preoccupate, m-mi cambio io... » accennai più con le labbra che con la voce, i due annuirono e mi accompagnarono in stanza.

Uscirono e nel frattempo mi cambiai, ci volle un bel po' per riuscire a mettermi i vestiti dato che ogni volta che toglievo o mettevo qualcosa prendevo aria ed il sudore m'imperlava l'intero viso.

Alla fine mormorai un “finito” e la porta si spalancò, mi fecero sdraiare sul letto mettendomi sotto le coperte, poi corsero a prendere una pezza bagnata che posarono subito dopo sulla fronte.

Sentivo il cuore battere all'impazzata, e questa volta non era più una sensazione sia piacevole che brutta, ma solo orribile perché sentivo il fiato mancare. Scansai le coperte e cercai di fare un sorriso, per quando ancora riuscivo a tenere gli occhi aperti.

« Andate...ci...penso io a m-me... » sussurrai, Alexy si sedette sul letto e prendendomi la mano mi accarezzò il viso.

« Non me ne andrò finché non starai bene...chiaro? » feci un altro sorriso ma questa volta per lo sforzo le palpebre si chiusero e proprio poco prima di cadere in un sonno profondo sentii il campanello della porta suonare.

 

***

 

POV CASTIEL

Merda!

Sapevo che quello era un periodo schifoso, ma non immaginavo così!

Da quando avevo ricevuto quella chiamata sapevo che avrei dovuto prendere una decisione alla svelta, ed in un primo momento avrei anche accettato...ma l'unica cosa che mi tenne ancorato al presente era Nancy.

Stranamente, quella stupida mi faceva una strana simpatia, e se volevo essere sincero era l'unica che mi aveva ridato le stesse sensazioni che provavo soltanto con una persona. E quella persona aveva bisogno di me, adesso più che mai. Come avrei potuto rifiutare?

Era una scelta difficile, ma ancora più difficile sarebbe stato dimenticare le parole di Rosalya.

«Tu non sai quanto lei è stata male per te! Ti ama, idiota! E tu non l'hai mai capito!»

Lei...stata male per me? Lei mi amava?

Prima pensavo che fosse innamorata di me, e quando lo pensavo lei era solo un'amica.

Avevo smesso di crederlo poco prima che si fidanzasse con quel beota, infatti non ipotizzai più una cosa del genere.

Ma se adesso Rosalya, la sua migliore amica, mi aveva urlato che era innamorata di me allora...dovevo credere a quello che vedevo o a lei?

Se mi amava, perché si era messa con quello?
Perché tutti decidevano di abbandonarmi proprio quando avevo più bisogno di loro?

Che avrei dovuto fare? Cosa avrei dovuto dire?

Là davanti alla porta mentre continuavo a formulare tutti quei pensieri cercavo di farmi aprire, e quando finalmente qualcuno si degnò di farlo trovai una delle persone che avrei voluto non vedere in quel momento.

Alexy.

« Castiel? Che ci fai qui? » mi chiese trasformando il suo viso da preoccupato a sorpreso, io non dicendo niente lo spinsi ed entrai in casa.

Mi fiondai nella camera di Nancy trovando suo fratello che le sistemava una pezza bagnata sulla fronte.

« Che ha!? » urlai al bruno che mi guardò anche lui un po' sorpreso.

« Febbre alta. » rispose sedendosi subito dopo su una sedia, l'altro idiota ci raggiunse e si sedette sul letto accanto a lei.

« Nancy...c'è Castiel, è lui...ti prego svegliati. » sussurrò preoccupato, era così ovvio che tenesse tanto a lei.

Lo spinsi più in là prendendo il suo posto, accarezzai il viso alla ragazza più rossa del solito e con il respiro affannato.

« Ehi...sono qua. »

« C-C-Cas...Castiel... » balbettò il mio nome con una voce che non pensavo di sentire mai provenire dalla sua bocca, perciò cercai di confortarla.

« Sì, sono qua, sono io. » continuavo a ripetere mentre lei non smetteva di pronunciare il mio nome.

Se pensavo che fra tre giorni sarei dovuto partire lasciandola in quelle condizioni mi sentivo uno schifo, un essere crudele.

« Penso che...tu abbia capito chi è più importante. » sbottò Alexy, mi voltai verso di lui per guardarlo.

« Che vuoi dire. »

« Né Nathaniel, né io...tanto meno Kentin, possiamo prendere il tuo posto. »

Continuai a fissarlo per evitare di dire qualcosa di compromettente.

« Perciò...non abbandonarla. Rimani qua, stai con lei. » disse quasi forzatamente, io non risposi.

Perché diceva questo? Era come se sapesse di quella telefonata...

Ricordai che mi era arrivata a scuola, ero andato in bagno...e lo strano rumore, i passi. C'era davvero qualcuno.

Mi voltai nuovamente verso di lui come se volessi incenerirlo, sembrò accorgersene ed alzandosi si allontanò.

« C-Castiel l'ho detto...in questo caso...v-voglio dire- »

« TU! MALEDETTISSIMO IDIOTA! » mi alzai anch'io per raggiungerlo e picchiarlo come non facevo ormai da tempo, ma non ebbi nemmeno il tempo di sferrargli il primo pugno che Nancy mi chiamò per l'ennesima volta. Ma questa volta sembrava aver urlato il mio nome, l'espressione del ragazzo si fece serena e voltandomi verso di lei la vidi seduta con la mano tesa verso di noi.

« Castiel! Non farlo! Tutto quello che fa...lo fa per cercare di aiutare gli altri! Non fargliene una colpa...lui è un grande amico...e se tu lo tocchi Castiel...io... »

Trasalii, era più importante lui di me? Fino a che punto avrei dovuto farmi pesare le parole di Rosalya?

Vidi Alexy abbassare lo sguardo come un colpevole, uno schifoso colpevole che non fa altro che fingere di essere amico della vittima.

Ma certo! Fingere di essere amico...adesso mi era chiaro.

« Lui un tuo amico? » sbottai incrociando le braccia, tutti mi guardarono perplessi « Chissà quante cose ha combinato, chissà quante carte false ha fatto per avvicinarti a lui! »

L'azzurro mi guardò torvo e fu pronto a darmi un pugno sulla mascella, ma mi scansai appena in tempo vedendo gli occhi di Nancy sgranarsi.

« Che c'è!? Non vuoi che dica la verità! »

« Mi danno solo fastidio le tue cavolate! Che cosa vorresti dire!? »

« Castiel...Alexy non- »

« Che sia tu che quegli altri idioti non finirete mai di prendere tutto questo come un gioco! Vi ho sentiti sai!? Ho sentito parecchie volte parlare di un “gioco”! Ma che grandi cazzate! » interruppi Nancy che probabilmente cercava di fermarci, quando l'altro cominciò a parlare lei continuava a chiamarci.

« Ho i miei motivi se lo chiamo così! »

« Cos'è!? Una specie di lavaggio del cervello? Sembri tanto idiota ma non lo sei! »

« Di sicuro non sono deficiente come un certo rosso tinto che ha intenzione di lasciare tutto! »

« SONO FATTI MIEI SE DECIDO DI ANDARMENE O MENO! »

E perdendo del tutto la calma gli detti un pugno allo stomaco che lo fece indietreggiare e piegare dal dolore.

« V-voi due smettetela! » urlò Armin alzandosi per cercare di mettersi fra di noi, ma lo scansai e mi avventai sul fratello che sembrava opporre resistenza meglio di come immaginavo.

Ad un certo punto mi sentii toccare la spalla come se qualcuno volesse spingermi, era un tocco così lieve che quasi sarei scoppiato a ridere se non fossi stato in quella situazione.

Spinsi chi mi aveva toccato, probabilmente Armin, che sentii gridare subito dopo.

« MA SEI CRETINO!? Nancy come ti senti? » sussultai voltandomi verso dove avevo scansato il bruno...ma capii subito che in realtà avevo buttato Nancy contro il muro.

Non ebbi il tempo di accorgermene che già Alexy mi aveva sferrato un pugno spingendomi indietro, poi corse verso la ragazza.

« Scusa...non avrei dovuto, scusa. » le sussurrò all'orecchio, ma stava piagnucolando e per questo lo sentii.

« Voi...tutti e due...fuori. » mormorò lei tenendo lo sguardo basso, l'attenzione di tutti le si posò addosso « Andatevene...Io devo parlare con Nathaniel, con Ken... » si mise in piedi lentamente poggiando la mano su Armin che automaticamente l'aiutò a stare in equilibrio.

« Nancy? » la chiamò cercando di farla sedere sul letto « Che c'è? »

« Armin, aiutami. » gli rivolse uno sguardo intenso, quasi quasi credetti che adesso voleva anche lui « Sei l'unico amico che ho. » si sorrisero l'un l'altra, poi il bruno si voltò verso di me ed il fratello.

« Andatevene, sto io qua con lei e chiamo Nathaniel. »

« Nathaniel!? » urlai alzando il pugno, che c'entrava ancora lui!?

« Voglio chiarire Castiel! Non ci siamo più parlati da quel momento! E devo parlare con Ken! Adesso so cosa devo fare! » disse la ragazza cercando di alzare la voce come per sembrare minacciosa. Guardai ad Alexy ed insieme, in silenzio, ci avviammo fuori di casa.

Una volta scesi le scale feci per andarmene per la mia strada, ma l'azzurro mi prese il braccio.

« Che vuoi. »

Il suo sguardo era totalmente diverso dal solito, era più serio e quasi minaccioso.

« Non m'interessa quello che farai...Ma sappi che alla fine sarò io a consolarla. » sorrise soddisfatto, strinsi gli occhi e gli sferrai un forte pugno allo stomaco.

« Andate a 'fanculo tu e questo maledettissimo gioco. » quasi lo sussurrai e me ne andai veloce, non avevo intenzione di rimanere ancora a litigare con lui.

Ero stanco, avevo bisogno di una doccia e di schiarirmi le idee.






 

Angolo dell'autrice: Sì è vero, sono in ritardo (molte di voi mi odieranno per quante volte lo scrivo) ma è un po' colpa della scuola e un po' colpa della mia giornata piena, anzi l'orario vero mi inizia la prossima settimana e non ho idea se un giorno uscirò alle quattro (e qui in questa meravigliosa città nelle scuole a malapena ci sono i riscaldamenti, figuratevi una mensa) ma comunque sorvoliamo i problemi scolastici...non vi ho risposto nelle recensioni perché non volevo deludervi, sembravate così entusiaste che era tornata indietro nel tempo che quasi volevo fare così...ma mi sono detta “Non è questa la storia fantasy, ne ho in mente tante altre e adesso è meglio non stravolgere le cose”...perciò odiatemi quanto volete. Non mi convince, ormai quasi più nessun capitolo mi convince...quando si dice che “sentimenti e lavoro” (lavoro per rimanere attinente al proverbio ewe) non vanno d'accordo insieme, beh...è vero.
Allora a presto, e grazie per chi continua a seguire la storia!

  
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