Film > Le 5 Leggende
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Autore: Tinkerbell92    29/09/2013    4 recensioni
E' passato più di un anno da quando Jack è diventato un Guardiano.
Il Natale si avvicina, ma l'atmosfera sta per essere rovinata dall'imminente ritorno di Pitch.
Per evitare una situazione difficile come quella dell'anno precedente, Nord affida a Jack il compito di stringere un'alleanza con quattro creature leggendarie, prima che Pitch le trovi e le convinca ad unirsi a lui.
Una ragazza che viaggia attraverso gli specchi, un astuto irlandese capace di ingannare chiunque, una romanticona dal cuore spezzato ed un cane nero che si sposta alla velocità della luce formano il gruppo di creature ambite dall'Uomo della Luna e dal Re degli Incubi.
Ad aiutare Jack nell'impresa saranno il piccolo Jamie Bennett e la sua affascinante sorella maggiore.
Chi riuscirà a convincere i nuovi "Aspiranti Guardiani" a passare dalla sua parte?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Jamie, Nuovo personaggio, Pitch, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Come previsto, "La Vecchia Locanda" era una catapecchia a due piani abbandonata e in rovina.
La serratura della porta era rotta da chissà quanto ed il vento faceva aprire e chiudere le finestre in continuazione, creando un fastidioso sottofondo.
Eppure, una strana sensazione si impadronì di Jack non appena le creature varcarono la soglia della Locanda. C'era qualcosa di strano nel corridoio buio e polveroso dell'ingresso, così come nel salone principale, un grande spiazzo dal pavimento in legno marcio, con un bancone lurido e qualche sedia e tavolino sparsi qua e là e mangiati dai tarli. All'estrema destra, una scalinata lurida e consumata, che conduceva al piano di sopra, pareva un chiaro invito a non avventurarsi più in alto del piano terra.
Emma starnutì, afferrando d'istinto la mano di Jack: "Cielo, che desolazione! Nemmeno la Casa degli Orrori del Lunapark è così inquietante e sporca..."
Il ragazzo annuì, continuando a guardarsi intorno con aria sospettosa. Perfino Sandy non appariva tranquillo e Shucky continuava a muovere le orecchie nervosamente.
Solamente Jay non pareva rendersi conto della situazione: il suo volto era una maschera di preoccupazione ed il suo sguardo era fisso su Coop, ancora priva di sensi tra le sue braccia.
"Ci sarà una specie di letto qui?" domandò con voce rotta, trattenendo a stento un signghiozzo "Un qualcosa dove appoggiarla?"
Shucky corse in un angolo buio, afferrando qualcosa coi denti, poi tornò indietro, trascinando un grande materasso rovinato.
"Ah... un materasso nel salone di una locanda... le stenza da letto non dovrebbero essere di sopra?" osservò Emma stupita.
Jay spalancò gli occhi indignato: "Quel materasso è lurido! Non posso mettere Coop su quel coso rovinato e sporco!" "E' sempre meglio di niente, no?" osservò Jack, trattenendo una smorfia "Magari possiamo trovare qualcosa da adagiarci sopra..."
Sandy sorrise scuotendo la testa, poi, si avvicinò al materasso e, con un semplice gesto, lo ricoprì con un velo di sabbia dorata.
"Wow, Sandy, sei davvero incredibile!" esclamò ammirata Emma "Addirittura utile in fatto d'igiene?"
L'Omino del Sonno alzò le spalle, rivolgendole un sorriso con aria modesta, quasi volesse dire "Non è nulla di che"
Jay apparve appena più sollevato e, dopo aver adagiato la ragazza rossa sul materasso dorato, si tolse il giubbotto nero e glielo sistemò sotto la testa a mò di cuscino: "Andrà tutto bene, Coop" le sussurrò, accarezzandole le guance bollenti "Troverò il modo per farti guarire... te lo prometto, tesoro, a qualunque costo..."
Jack si morse il labbro nervosamente, poi domandò: "Come si è risvegliata l'ultima volta?"
Jay tirò su col naso, asciugandosi bruscamente le lacrime: "Non lo so! E' rimasta così per tre giorni, poi si è ripresa da sola... è accaduto circa un'ottantina d'anni fa... ricordo che la mia ragazza di allora, Aibhill la Banshee, mi lasciò di punto in bianco dicendo qualcosa come "Ho capito tutto, è giusto così"... penso ci sia rimasta male perchè durante quei tre giorni non mi ero quasi mai allontanato da Coop... ma che altro potevo fare?"
"Forse basterà aspettare anche stavolta, allora..." suggerì Jack speranzoso "Si risveglierà da sola di nuovo, no?" "Non ne ho idea" mormorò Jay, con voce tremante " L'ultima volta non scottava così..."
Frost abbassò lo sguardo, gettando un'occhiata a Sandy, che alzò le spalle. Shucky si accucciò ai piedi del amterasso e cominciò a guaire.
"Senza contare" sussurrò Emma all'orecchio del ragazzo "Che in tre giorni potrebbe succedere di tutto. Pitch tiene i tuoi amici prigionieri e Mary è scomparsa insieme a Yuki. Temo che il tempo non sia nostro alleato in questo momento..."
Jack annuì, mordendosi il labbro, quando un rumore improvviso, proveniente dal piano superiore, gli fece alzare di scatto lo sguardo verso l'alto: "Avete sentito?"
Sandy aggrottò la fronte, compiendo un breve volo fino al soffitto. Una scia di sabbia dorata si adagiò al suolo lentamente.
"Che cosa c'è?" domandò Jay, continuando ad asciugarsi convulsivamente le lacrime.
L'Omino del Sonno diede un leggero colpetto al soffitto con le nocche e attese. Per un po' non accadde nulla, tanto che Jack pensò di essersi sbagliato, quando all'improvviso, un suono cupo e sordo proveniente dal piano di sopra fece correre a tutti i brivido lungo la schiena.
Shucky si alzò di scattò ed iniziò a ringhiare minaccioso.
"Fantastico, sembra che non siamo soli" borbottò Jack, gettando uno sguardo preoccupato ai propri compagni "Vado a controllare" "Vengo con te" si offrì Emma, facendo un passo avanti "Ho visto abbastanza film horror per ritenere una pessima idea avventurarsi da soli verso l'ignoto"
Il Guardiano si lasciò sfuggire un sorriso e si rivolse agli altri: "Sandy, Shucky... restate voi qua con Jay e Coop?"
Il Cane Nero drizzò le orecchie, senza muoversi dal capezzale dell'amica, e Sandy alzò il pollice in segno di approvazione.
"Bene" sospirò Jack, prendendo la mano di Emma "Vediamo un po' chi è il coinquilino misterioso." Gettò un'occhiataccia a Sandy che aveva assunto un'espressione maliziosa, e, afferrando la ragazza umana per la vita, si alzò in volo, facendo ben attenzione a non toccare i gradini semi-distrutti della scalinata in legno.
"Tu pensi si tratti di un altro sottoposto di Pitch?" domandò Emma, non appena posarono i piedi sul pavimento freddo. Jack si morse un labbro nervosamente: "Spero proprio di no. Anche se ormai mi aspetto di tutto..."
Una singola fonte di luce illuminava appena il corridoio buio su cui si affacciavano diverse stanze chiuse: era fioca e di un curioso colore verde smeraldo. Proveniva proprio dalla camera più lontana, la cui porta era stranamente aperta.
"Ci sarà da fidarsi?" domandò Emma con un filo di voce, senza lasciare il braccio di Jack.
"Probabilmente no" rispose il Guardiano "Anzi, credo sia un'idea pessima avventurarsi là in fondo..." "Beh" sospirò la ragazza "Che stiamo aspettando a tentare questo suicidio?"
Jack annuì, sentendosi grato nei confronti dell'umana per il suo sarcasmo che gli allentava un pochino la tensione, e, sempre senza sfiorare terra, volò con lei fino alla soglia della camera illuminata.
"Direi che è piuttosto... curioso" commentò Emma, osservando ad occhi spalancati ciò che si trovava davanti. Anche Jack aveva un'espressione piuttosto perplessa: la stanza era completamente spoglia, l'unico oggetto che si trovava all'interno di essa era un grande calderone nero che volteggiava a mezz'aria al centro esatto delle quattro mura. Non c'era nessun fuoco che lo scaldasse, eppure la miscela verde brillante contenuta all'interno di esso continuava a ribollire senza sosta.
Jack posò i piedi a terra e prese la mano di Emma. Scambiò con lei un rapido sguardo, giusto per avere una muta approvazione. Si avvicinarono al calderone con cautela, ignorando a stento i brividi che percorrevano loro la schiena, accompagnati dall'orrenda sensazione di essere osservati da centinaia di occhi invisibili.
"E' da quando siamo entrati qua dentro che continuo a sentirmi inquieto" sussurrò il Guardiano, affacciandosi lentamente al pentolone nero "Non so... forse sarà solo la mia immaginazione, però..." "Sembra quasi che questi muri abbiano occhi e orecchie" finì per lui Emma " Non sei il solo. Anche Sandy e Shucky mi parevano nervosi. Qui c'è qualcosa che non va..." "Ma perchè Mary ci avrebbe detto di raggiungere questo posto, allora?" mormorò Jack pensieroso "Insomma... non penso sia intenzionata a metterci in pericolo..."
Emma diede un'alzata di spalle e gettò un'occhiata assorta il liquido verde... e, per poco, non cacciò uno strillo di terrore. Un terzo volto era riflesso nel fluido, oltre ai loro, il volto di una donna.
I due ragazzi alzarono lo sguardo di scatto e fecero un balzo indietro per lo spavento: una signora di mezza età, dai capelli grigi e lisci che scendevano quasi fino a terra, era in piedi di fronte a loro, osservandoli con aria scettica dalla parte opposta del calderone.
Indossava un maglione di lana nero, con le maniche un po' troppo lunghe, una lunga gonna color grigio topo che copriva quasi per intero gli zoccoli di legno che portava ai piedi, una cuffia candida vecchio stile posata sulla testa ed un grembiule color panna con su ricamata una scritta in lingua russa.
Ci furono alcuni istanti di imbarazzante silenzio, poi, la strana donna parlò: "Bene, bene. Non riceviamo spesso ospiti in Vecchia Locanda abbandonata... cuori valorosi o anime sperdute in tempesta?"
La sua voce era piuttosto limpida e profonda, caratterizzata da un forte accento russo, simile a quello di Nord, con l'eccezione che, qualche volta, la sua erre veniva arrotondata in maniera appena percettibile, facendo trasparire una leggera cadenza francese.
Jack cercò di sciogliere il nodo alla lingua e domandò con un leggero balbettio: "Chi... chi è Lei?"
La donna inclinò il capo di lato con fare incuriosito, poi aggirò lentamente il calderone, avvicinandosi ai due. Non era molto alta di stuatura, ma aveva un aspetto sano e robusto ed un volto abbastanza gradevole. L'unica cosa inquietante del suo aspetto erano i denti: dritti e ordinati, ma fatti interamente di ferro.
"Tu non ha risposto a mia domanda, giovanotto. Sono ospiti a doversi presentare per primi, non padrone di casa... comunque, già so chi sei tu. Tu sei Jack Frost, giovane e ribelle Spirito d'Inverno..."
Il ragazzo serrò la presa attorno al bastone magico. Accanto a lui, Emma emise una specie di sibilo soffocato.
"Bene, sa chi sono. E le dico subito che non cerco guai, nè io nè la mia amica..." "Questo è certo" lo interruppe la donna "Mettersi in guai con me è cosa molto stupida. Gente viene spesso per chiedermi favori o consigli... chi vuole litigare con me fa sempre brutta fine... molto brutta fine..." "Ci ha mandati qua Bloody Mary" balbettò Jack, indietreggiando insieme ad Emma "Ha... ha detto di rifugiarci qui..." "Mary?" ripetè la misteriosa signora "Beh, cosa non mi sorprende del tutto. Quindi voi volere riparo..." "U-una nostra amica sta male" mormorò Emma "E' una lunga storia..."
La donna la squadrò attentamente, come se stesse cercando di leggerle nel pensiero. Con somma sorpresa, la giovane umana trovò stranamente famigliari quei profondi occhi blu.
"Comunque possiamo andarcene anche subito se le diamo fastidio" si intromise spiccio Jack "Possiamo cercare un altro posto dove rifigiarci. E Lei non mi sembra intenzionata a presentarsi..." "Jack" lo interruppe Emma "Credo di aver capito chi è..."
Con un dito tremante indicò una scopa color argento, comparsa magicamente all'improvviso, che aveva iniziato a spazzare la polvere dal pavimento di legno.
"E so perchè ci sentiamo osservati... lei è Baba Yaga, una delle streghe più famose al mondo. Quella è la scopa di betulla con cui cancella i sentieri nei boschi e per quanto riguarda le presenze che avvertiamo... beh, quelli sono i suoi servi invisibili..."
Il ragazzo spalancò gli occhi azzurri, fecendo d'istinto un altro passo indietro: "Baba Yaga?"
La strega piegò le labbra in un leggero sorriso: "Ragazza è molto sveglia... molto più di te, Spirito D'Inverno..."
"Non domandarle dei suoi servi invisibili, Jack!" si raccomandò Emma con aria allarmata, senza reagire al complimento "O le darai automaticamente il permesso di ucciderti!" "Ci mancherebbe solo questa" rispose Frost, gettando sguardi nervosi alla porta.
Baba Yaga li osservò per qualche secondo in silenzio, poi iniziò a ridere. Aveva una risata particolare: non era gracchiante o fastidiosa come quella di una befana, ma potente e squillante, in un certo senso orecchiabile. Inoltre, mentre rideva, solamente le sue labbra si muovevano, mentre gli occhi restavano perfettamente immobili e inespressivi.
"Se voi non cercare guai non avere motivo di essere spaventati da me! Io non è malvagia. Io è come Magia: dipende con chi avere a che fare. Magia è neutrale, ma potere essere buona o cattiva a seconda di chi usarla. E così essere io: se voi non avere cattive intenzione, io non avere motivo per fare voi del male" "Io ho sentito cose abbastanza spaventose su di Lei" replicò con cautela Jack "So che ha ridotto una ragazza in schiavitù e l'ha sottoposta a delle prove terribili prima di darle il suo aiuto. E che hai rapito dei bambini per poi mangiarli e costruire la tua casa con le loro ossa..."
La strega alzò un sopracciglio con aria annoiata: "Io avere sottoposto Vassilissa a prove difficili, ma non averla mai resa mia serva. Lei, come giovane principe Ivan e altri intraprendenti, essere sempre stata a conoscenza che mio aiuto richiedeva prezzo. E per quanto riguarda resto, io non avere mai rapito o mangiato bambini. Io avere passato anni in mia Foresta di Ferro, desiderosa di essere lasciata in pace. E ossa di mia casa, quella che trovarsi in Russia, essere umane, sì, ma appartenere a uomini dannati che avere fallito mie prove e dato prova di animo malvagio. Io non avere interesse a fare del male. Io avere provato troppo odio e rancore da umana per poterne sopportare ancora peso. Se voi volere mio aiuto, potere chiederlo. Io potere darvi rifugio e aiutare vostra amica, se voi desiderarlo." "E... il prezzo quale sarebbe?" domandò sospettoso Jack.
Baba Yaga ci pensò su: "Mmmh, io forse dover vedere vostra amica. Poi valutare."
Il Guardiano si morse il labbro, poi lanciò un'occhiata interrogativa ad Emma. La ragazza alzò le spalle: "Se avesse voluto farci del male penso l'avrebbe fatto subito... forse... forse, se c'è un modo per aiutare Coop, potremmo tentare..." "Coop?" ripetè la strega, spalancando gli occhi "Vostra amica malata è Cupido?" "S-sì..." balbettò Jack "Perchè, c'è qualche problema?"
Il volto della donna fece trasparire una stranissima preoccupazione: "Io dovere vedere. Subito!"
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata dubbiosa, poi, con poca convinzione, condussero la strega al piano di sotto. Un lieve senso di sollievo li pervase non appena Sandy salutò educatamente l'enigmatica signora russa, inchinandosi leggermente.
"Ushcherba, Uomo di Sonno. Anche io felice di rivederti."
Shucky alzò le orecchie ed iniziò a scodinzolare, il che bastò a rassicurare Jack ed Emma, ancora un po' dubbiosi.
Baba Yaga si avvicinò rapidamente al materasso su cui giaceva Coop e gettò un'occhiata scettica a Jay: "Tu ancora in circolazione, O'Neill?"
Il giovane sembrò riacquistare un po' del proprio carattere spavaldo, anche se non staccò la propria mano da quella di Coop: "La cosa ti infastidisce, Va..." "Non usare quel nome!" lo interruppe la strega, con uno sguardo pieno di rabbia:
"E tu allora non usare il mio" replicò calmo Jay, tornando a fissare Coop con aria assorta.
Baba Yaga sbuffò, poi si rivolse a tutti i presenti: "Io preferire lavorare sola. Energia vitale di Cupid è molto debole. Ho bisogno di silenzio e calma per concentrarmi e capire problema... anche se forse avere mezza idea..." "Io di qui non me ne vado" replicò secco Jay "Resterò accanto a lei fino a quando non si sveglierà, dovesse impiegarci cent'anni." "Curioso" sibilò Baba Yaga in tono tagliente "Tu adesso volere stare accanto a lei? Questo perchè tu non avere fidanzatina con cui passare tempo, ora? In cento anni tu avere pensato molto poco a lei..." "Stammi a sentire, Dolcezza, non venire a farmi la predica, considerando quanto tu le sia stata accanto negli ultimi quattro secoli..." "NON OSARE INTROMETTERTI IN NOSTRE FACCENDE PERSONALI!" sbottò la donna, facendo sobbalzare tutti "Tu non..." "Ehm, scusate..." li interruppe Jack "Non intendo scocciarvi, ma sarebbe meglio che Coop venisse curata al più presto... signora ehm... Yaga? Sarebbe proprio un problema se Jay restasse qui? Io penso che a Coop farebbe piacere avere almeno lui accanto..."
Baba Yaga sospirò: "Va bene. Ma se lui non stare zitto, io trasformarlo in puzzola a tre zampe castrata." Lanciò un'occhiataccia a Jay, che il giovane irlandese ricambiò volentieri.
"Bene, noi andiamo a farci un giro qua fuori" stabilì Jack, facendo un cenno ai propri compagni.
Uscire dalla locanda buia e polverosa fece avvertire un senso di sollievo al gruppo di creature. Sandy si sedette su uno dei davanzali del piano terra, osservando con un sorriso Shucky che cercava di afferrare al volo i fiocchi di neve che cadevano lentamente al suolo.
Jack diede una rapida occhiata al cielo, che sembrava meno livido e minaccioso di prima, e mormorò sovrappensiero: "Io quasi mi faccio un giretto sul retro. Mi è parso ci fosse un cortile abbastanza spazioso." "Ti dispiace se ti accompagno?" domandò Emma, chiudendo la cerniera del giaccone "Non penso riuscirei a stare qui ferma e tranquilla come Sandy..." "D'accordo" rispose Frost con un sorriso "Andiamo"
Effettivamente, il prato che si trovava dietro la locanda era abbastanza grande. Aveva un'aspetto leggermente inquietante, con quegli alberi spogli e scuri che lo abitavano ed i ciuffi di erbacce che spuntavano qua e là dal tappeto di neve, però, nel complesso, appariva molto meno minaccioso dell'interno dell'abitazione.
Un venticello leggero scompigliò i capelli biondi di Emma, facendoli svolazzare contro il viso di Jack.
"Scusami" mormorò lei arrossendo, cercando di domare la capigliatura ribelle. Frost sorrise, sfiorandole d'istinto una guancia col dorso della mano: "Non preoccuparti, non è nulla..."
Un flash improvviso attraversò la sua mente, facendolo barcollare.
Sentì un grido femminile, uno schianto secco, poi udì la propria voce urlare qualcosa come "Non è nulla, stai tranquilla, andrà tutto bene!"
Si strinse la testa tra le mani, lasciando cadere il bastone a terra e crollando sulle proprie ginocchia. Un fischio assordante gli fece quasi saltare i timpani.
"Jack!"
La voce preoccupata di Emma lo riportò alla realtà, facendo sparire il fischio fastidioso e l'orribile senso di nausea che lo stava attanagliando.
Il Guardiano ansimò, cercando di riprendere il controllo completo dei propri sensi, e cercò di concentrare lo sguardo su qualcosa. Attirò la sua attenzione una strana lapide di pietra situata al confine opposto del giardino, seminascosta dalle erbacce e dai rovi.
"Jack?"
Il ragazzo si scosse, permettendo ad Emma di aiutarlo a rialzarsi: "Sto bene, è stato... è stato solo un attimo di stordimento..."
La giovane umana lo fissò preoccupata, ma lui si voltò e si diresse verso i confini del prato innevato.
"Jack, dove vai?" domandò Emma, che pareva più confusa che altro. Frost indicò la propria mèta: "C'è una tomba laggiù, credo... mi domando di chi possa essere..."
Emma aggrottò la fronte, poi, però, si limitò a seguire l'amico, senza protestare: "Potrebbe appartenere al vecchio proprietario della Locanda" suggerì "Anche se mi sembra un po' strano che abbiano seppellito qualcuno in un giardino privato..."
Il Guardiano annuì, raggiungendo la lapide e fermandosi a fissarla per qualche secondo. Si inginocchiò, scostando le erbacce ed i rovi secchi che la ricoprivano, e lesse le scritte incise. Un brivido gli attraversò la schiena.
"Jack, chi è?" domandò Emma, fermandosi a pochi passi da lui.
Il ragazzo deglutì, rileggendo il nome della persona sepolta almeno altre sei volte. Non c'erano dubbi, aveva capito bene.
"Mary Anne Worthington" mormorò, con un filo di voce "Nata a Grandview il Primo Novembre 1879... morta di tifo il Sei Dicembre 1898..."
Emma si inginocchiò accanto a lui, poggiandogli una mano sulla spalla: "Jack, stai bene? Stai tremando..."
Il Guardiano cercò di ricomporsi, anche se gli risultò piuttosto difficile: "Mary Anne Worthington... M.A. Worthington... Grandview... l'epidemia di tifo del 1898... io...io ho già visto il nome di questa ragazza... e il nome della città, l'anno..."
Emma aprì la bocca per replicare, quando un fascio di luce improvviso attirò l'attenzione dei due.
Le finestre della Locanda si erano improvvisamente illuminate di una fortissima luce rossa. Un grido agghiacciante li fece alzare in piedi di scatto e, senza pensarci, iniziarono a correre verso l'ingresso della casa in rovina.

***
Angolo dell'Autrice: Mi sa di essere appena diventata una degli autori più odiati di efp per i miei aggiornamenti secolari. Chiedo infinitamente perdono e spero che il capitolo non vi abbia annoiati.
Abbiamo fatto la conoscenza di un nuovo personaggio, Baba Yaga, strega che io adoro fin da quando la vidi apparire per la prima volta in "Barthok il Magnifico" XD La suddetta strega sembra essere in qualche modo legata alla nostra Coop e conoscere molto bene Jay.
Chissà cos'ha in serbo per noi?
Abbiamo inoltre ricevuto dei piccoli spoiler, come il cognome da umano di Jay ed un collegamento con la foto che Jack trovò nel terzo capitolo nella soffitta della casa degli aspiranti Guardiani. Immagino che qualche piccola idea ve la siate fatta, anche se dietro ogni storia c'è un lungo filo intricato di eventi. Vabbè, esponetemi pure le vostre teorie se vi va XD
Bene, la pianto di blaterare e vi ringrazio per aver letto.
Kiss <3
Tinkerbell-che-ormai-rischia-la-lapidazione.

  
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