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Autore: Claudia Ponto    30/09/2013    1 recensioni
Elias adora il mondo della Disney, ma si vergogna di rivelarlo per non essere considerato un bambino... questo "segreto" lo fa star male, ma un inaspettata sorpreda da parte del destino lo aiuterà a crescere, a capire chi è veramente e grazie soprattutto all'aiuto dei personaggi della fantasia.
Elias infatti non è un ragazzo qualunque...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13: Destino
 
Ehi, l’acqua è diventata più calda… che fortuna. Non morirò più di freddo. 
Dopo diverso l’aria si fece meno fredda e con essa l’acqua, permettendo ad Elias di riscaldarsi un poco.
Silver aveva smesso di cantare da parecchio tempo, negli ultimi minuti aveva più spesso esaminato una sfera che, schiacciato un pulsante, riproduceva con dei laser una mappa, sopra trattini luminosi che proseguivano in una direzione non molto ben delineata.
Parlava tra se e sé, spesso si trattavano frasi di auto-incoraggiamento, quando di colpo tacque, Elias sbirciò dal suo nascondiglio scoprendo che erano giunti a destinazione.
 
La terra che apparve era una distesa deserta con montagne all’orizzonte, qualche cespuglio e delle grandi costruzioni adorante con sculture dalle forme umanoidi o animali erano sparse nei dintorni, alcune sepolte nella sabbia.
Elias aveva l’impressione di aver già visto da qualche parte quelle strane opere ma non riusciva a ricordare dove….
 
Improvvisamente toccò il fondale e con la testa andò a sbattere contro la barca, Johnn Silver si accorse allora della sua presenza, tirandolo a bordo grazie al braccio meccanico.
<< Che diavolo ci fai tu qui?! Credevo che fossi KO insieme a quelle mezze sardine! >>
<< Non abbastanza da permetterti di fuggire, criminale! >>
<< Non so scappando per la libertà, piccolo mollusco spaziale! La mia ragione è un’altra! >>
<< Quale? Un tesoro del cavolo che ti farà diventare ricco? >>
<< No. Un solo gioiello per salvare il nostro mondo. >>
Silver tirò fuori la sua mappa sferica e la proiezione virtuale di uno dei cristalli che Elias stava cercando.
La figura roteava sulla cima della mappa mentre sotto di essa comparivano delle scritte abbinate a foto di Walt Disney, del castello dove lo avevano quasi incoronato e del Principe Folly.
Avevano intuito giusto alla fine: Silver era a conoscenza di tutta la storia, nascondergli la verità era stata una perdita di tempo, e non era il solo motivo che spiegava la sua presenza estranea da quelle parti.
<< Tu vuoi salvare il mondo? >>
<< Si, proprio come voi idioti e so soprattutto che state navigando a caso, senza avere la più pallida idea di dove andar a cercare quei gioielli. Al contrario di voi, però, io so quale rotta seguire, ed è grazie a questa mappa che a quanto pare il tuo antenato ha lasciato. >>
<< Quella palla… davvero contiene le indicazioni per trovare i cristalli? >>
Elias rimirò il futuristico oggetto, sotto la luce superficie ambrata luccicava molto più intensamente, le incisioni sottili erano molto marcate viste da vicino… non riusciva a credere che lì dentro potesse esserci la strada per i ritrovamento dei tesori ambiti da buoni e cattivi.
<< Quando l’ho avuta tra le mani ho pensato che avrei potuto approfittarne e tener per me il tesoro… ma diamine! Sarò uno che non esita a tagliar la gola a chi si mette sulla mia strada, ma che Nettuno mi anneghi se mento quando dico che non ho a cuore il futuro della mia terra!
Anche io sono vittima di quel maledetto Principe Idiota! Ha ucciso un sacco di miei compagni! Perciò ho accettato di salvar le chiappe a tutti e ora mi trovo qui! >>
<< Ma…. Non capisco… E quella bussola? >>
<< Era la chiave per sbloccare il percorso che ora andremmo a percorrere; ci porterà da uno di quei gioielli. Hai già trovato una “chiave” simile, dico bene? Ho sentito che si trattava di una perla. >> 
 
Elias era senza parole.
Di certo una cosa del genere andava aldilà di ogni sua immaginazione.
Si sentì in colpa per aver trattato male il pirata, non sapendo cosa dire per scusarsi, gli chiese quali fossero i suoi progetti, ora che erano a destinazione.
<< Scarpinare  e sperare in una enorme dose di fortuna. >>
<< Non è rassicurante. >>
<< Questa è la vita dei cercatori di tesori gamberetto, d’altra parte, qui ci sarà bisogno di più di due occhi per guardarsi le spalle. Questo posto è strano… che va oltre l’alieno… >>
Silver aveva detto bene, le bizzarre sculture non incutevano una gran fiducia, non con quegli occhi spalancati o le braccia lunghe fino ai piedi: da qualunque idea di Walt Disney fosse scaturito quel posto… doveva essere basata su qualche suo problema, che forse si era trasformato in quell’insieme di cose senza senso.
Ormai si trovava lì, pattuita una tregua diede inizio all’esplorazione, augurandosi di trovar presto la seconda gemma.
                                                                                  ****
Sulla “Silly Symphony” tutti si erano ripresi dal burrascoso viaggio.
Risistemarono la nave e gli strumenti a bordo, controllando ogni centimetro quadrato affinchè non ci fossero falle, solo le balene apparse nel mentre avevano la voglia di giocare, ignorando il caotico lavoro a bordo della nave.
 
Quando si scoprì che mancavano sia Elias che Johnn Silver il Capitano Amelia diede di matto: la donna gatto impartiva ordini senza permettere di far riprendere fiato ai poveri marinai, voleva seguire le tracce lasciate dal ragazzo il più fretta possibile, persino Topolino e Oswald si ritrovarono “vittime” del suo feroce atteggiamento.
<< Caspiterina! Spero che Elias stia bene! I pirati possono essere davvero cattivi! >> disse Topolino preoccupato.
<< Questo nostro nuovo Re ci sta facendo sudare sette camicie! La prossima volta chiudiamo anche lui in gabbia così se ne sta buono! >> replicò Oswald al contrario.
<< Vorrei che Yen Sid fosse qui con noi: con la sua magia risolverebbe in un battibaleno questo guaio! >>
<< Oppure trasformarci in criceti per aver lasciato scappare sua maestà… >>
Ad un tratto uno dei marinai annunciò di aver trovato qualcosa: tirò fuori dall’acqua con una lunga lenza la bussola che Elias aveva ricevuto dal pirata, ancora pulsante di luce.
Tutti erano incuriositi dal’oggetto, domandandosi da dove provenisse; poi di colpo la freccia indicatrice prese a ruotare vorticosamente per poi bloccarsi, indicando una nuova direzione; nel medesimo momento la nave si spostò violentemente nella stessa direzione, virando con una angolazione ad “U” molto brusca, allontanandosi dal percorso segnato da Elias.
<< Timoniere! Chi ti ha detto di cambiare la rotta?! >>
<< È la nave Capitano! Si sta muovendo da sola! >>
<< Fate qualcosa lavativi! Intervenite! >>
<< Ci stiamo provando! Ma è inutile! È tutto bloccato! >>
Riprendere il controllo del vascello fu vano, il timone era duro come la pietra impossibile da girare, persino il tentativo di spegnere i motori fu un’idea da scartare.
Era come se la nave fosse stregata.
<< Poteva andare peggio. >> commentò qualcuno, cercando di vedere il lato positivo.
Le parole gli si cacciarono in bocca quando comparve una massa all’orizzonte.
 
                                                                                  ****
Era tutto deserto, eppure faceva un freddo cane.
Durante il viaggio Elias e Silver non avevano incontrato alcun essere vivente “normale”: trovarono animali come elefanti e giraffe dalle zampe assurdamente sottili e più lunghe del resto del corpo, gusci di uova rotti poggiati su avvallamenti e dorsi di montagne, costruzioni decadenti di torri dalle aperture che stranamente avevano la forma di facce, parti umane che spuntavano dalla roccia oppure orologi sciolti.
Elias era sicuro di aver già visto quelle assurdità, glielo diceva la sensazione che qualcosa di simile l’avesse tormento per lungo tempo, quando era piccolo.
 
Ad un certo punto all’orizzonte comparve qualcosa; corsero verso di essa e quando la raggiunsero scoprirono che si trattava di un’altra costruzione che, al contrario delle altre, aveva un aspetto più normale: si trattava di una grande struttura piramidale poggiata su due basi quadrate, uno dei quattro lati aveva scolpito sopra una figura umana intera con una mano poggiata su un orologio, sorretto da una testa di medusa e un cherubino.
Poco distante sulla sinistra si vedeva un campanile la cui ombra giungeva fino alla base della piramide, guarda caso la punta dell’ombra indicava un oggetto semisepolto nella sabbia: una targa di lucido bronzo.
“Nel 1946, due leggendari artisti iniziano la collaborazione per un film corto. Più di mezzo secolo dopo, la loro creazione è stata finalmente completata.”
Riflettè il ragazzo su quali persone e quale film si riferisse la targa.
L’illuminazione giunse con un lampo, incredulo alla conclusione a cui era arrivato si passò le mani tra i capelli girando su se stesso per fissare tutto ciò che lo circondava, balbettando parole sconnesse e nomi dal suono fantasioso.
<< Salvador Dalì! >> riuscì ad esclamare.
<< “Saltatore chi?” >> ripetè Silver senza aver capito.
<< Salvador Dalì! Il pittore più assurdo del mondo! È di lui che si parla nella targa! Insieme a Walt Disney! >>
Rapidamente, preso dall’emozione che gli toglieva il fiato, spiegò quel binomio incredibile: Salvador Dalì, uno dei massimi esponenti della corrente artistica detta Surrealismo, incontrò il genio della fantasia Walt Disney e insieme, trovando chissà quale similitudine ad accumunarli, diedero il via ad un complesso e folle progetto che mescolava i loro stili artistici: Destino. Doveva diventare un film dai profondi significati rappresentati, per l’appunto, dalle opere di Dalì che avrebbero accompagnato la classica storia d’amore ideata da Walt... ma sfortunatamente, per una serie di circostanze, il progetto non venne mai completato se non molti anni dopo dal nipote di Walt che lo trasformò in un cortometraggio.
<< Tutto ciò riesce a interessarmi quanto una pulce sul pelo di un cane morto. Questo imbratta tele ha qualche utilità per il nostro viaggio? >>
Elias ne era certo al 100%, le figure realizzate da Dalì avevano un significato preciso, un suo cugino fissato con la storia dell’arte gli aveva fatto una testa tanta con quei dipinti e aveva imparato giusto qualcosa.
"Cosa c'è di più surreale? Un'opera d'arte che vola via e non si fa imprigionare, libera come i nostri sogni".
<< Follia bella e buona. Questa roba è solo un mucchio di sciocchezze. >>
<< Sono convinto che non è un caso se ci troviamo qui. >>
<< Siamo sbarcati in questo circo a cielo aperto solo perché stiamo evitando che un tizio dalle braghe rosa ci faccia diventare suo schiavi. >>
<< Non può essere così semplice! >>
Silver era scettico sulla teoria di Elias, avrebbe potuto discuterne all’infinito ma non sarebbe riuscito a far cambiare idea al pirata, perciò imbronciato riprese il cammino, lasciandosi alle spalle la piramide e la targa commemorativa, senza notare le impronte di piedi che si formavano sulla sabbia proprio dietro di loro.
                                                                                  ****
Il Castello Disney ogni giorno si riempiva di sudditi.
L’impresa per la ricostruzione della corona del Re era un costante pensiero, tutti supplicavano di poter avere notizie per essere rassicurati sul fatto che il Dittatore non stesse vincendo.
Yen Sid desiderava poter dare informazioni alla gente, ma era importante che nessuna notizia trapelasse fuori dalle mura; i suoi poteri non potevano dar più aiuto di quanto non avesse già potuto fare normalmente.
Era tutto nelle mani del Re.
 
Restare con le mani in mano lo rendeva inquieto, indossò sul capo il suo cappello a punta blu e si diresse fuori dal palazzo.
Evocato con la magia una carrozza incantata che poteva muoversi senza cavalli si recò nella sua dimora, un’altissima torre di pietra circondata da un fitto bosco e con il cielo perennemente oscurato da anomale nuvole color bronzo.
Risalì una lunga rampa di scale fino a raggiungere il suo studio, una stanza ovale con alambicchi e provette che contenevano strane creature e sostanze, libri di varie dimensioni erano sistemati secondo un preciso ordine di rune negli scaffali illuminati da candele mezze sciolte, strumenti quasi scientifici giacevano impolverati su larghi tavoli di legno.
Lo stregone prese a sé una sfera di vetro posta sulla sua scrivania, vi poggiò le mani sopra e quando le sollevò una scia di energia magica venne trascinata fuori, sparpagliandosi nella stanza come festoni di carnevale. Eseguì  dei gesti particolari, le dita sfioravano la superficie di cristallo che distorcevano la magia mutandola in forme simili a fiocchi di neve; una luce azzurra venne proiettata dall’interno della sfera, formando un cono che originò  delle immagini, dapprima in bianco – nero e poi colorate, unite formarono una visione di quelle azioni che i nostri eroi stavano compiendo.
Fu stupito di veder Elias in sola compagnia di un pirata… ciò che però trovò su stupefacente fu il paesaggio si trovavano.
Osservò a lungo le sue azioni, le mani congiunte sul grembo, quanto stava accadendo lo incuriosiva, aveva letto alcuni libri su “Destino” ma nulla di utile gli era apparso.
 
Ad un certo punto da uno dei libri si manifestò una apparizione: un disegno, posto nelle ultime pagine, fu l’oggetto scatenante.
L’inchiostro nero e il tenue viola delle ombre emersero dal bianco foglio, una figura femminile dalle forme aggraziate danzò davanti a lui, seguendo il ritmo di una musica non udibile. 
Lo stregone la osservò sconcertato, indeciso se usar o meno la magia per propria difesa… la creatura d’inchiostro lo percepì e con le mani giunte in preghiera fermò i suoi intenti… facendo apparire sul suo stesso corpo la ragione della sua apparizione: “Loro hanno bisogno di te. Salvali.”
Yen Sid non capì a cosa riferisse fino a quando la donna non si trasformò in un veliero.
Sollo allora congiunse le due cose.
 
Dopo pochi istanti stava pronunciando parole incomprensibili.
L’incantesimo che stava eseguendo avrebbe fatto venir la pelle d’oca a chiunque, le mani si muovevano nell’aria in rapida successione generando scie luminose che si trasformavano in rune, ai suoi piedi un cerchio incantato lo circondava proiettando una magica luce rossa rubino.
Ad un certo punto tutta quella energia esplose, lo studio vibrò sotto la forza magica dello stregone rischiando di distruggere ogni cosa al suo interno, lì dove si trovava il cerchio runico ora c’era una sorta di grande specchio che rifletteva un mondo diverso, intorno a lui il vuoto cosmico.
<< Topolino! Oswald! Mi sentite?! >> urlò lo stregone.
Ciò che Yen Sid vedeva attraverso quella specie di specchio era una vasta massa d’acqua, della Silly Sinphony non c’era traccia.
<< Qualcuno mi risponda! >>
<< Yen Sid?! È davvero lei?! >>
La voce della donna gatto finalmente rispose alla chiamata, l’imponente figura della nave comparve poco dopo, sfrecciando a tutta velocità sull’acqua.
La ciurma a bordo era in preda al panico, chi mostrava un minimo di lucidità cercava di riparare delle falle sullo scafo.
Dietro di loro sott’acqua, si accorse, una grande ombra li inseguiva, minuscole scintille rosse brillavano sulla punta ad un palmo dallo scafo, due grosse protuberanze si allungavano con discontinuità per cercare di toccarlo.
La “cosa” fece un salto fuori dall’acqua, rivelandone la natura mostruosa.
Era una specie di crostaceo, il carapace grigio con incisi sopra sottili segni che brillavano di azzurro, aveva quattro chele e ognuna di esse cercava di afferrare la nave.
Quello era il Leviatano, una creatura meccanica posta a guardia del regno di Atlantide.
 
<< Amelia! Ditemi cosa sta succedendo?! >>
<< Maestro Yen Sid! Siamo inseguiti da quella bestiaccia da ore! La nave affonderà da un momento all’altro! >>
<< Cercate di resistere! Date più energia ai motori! >>
<< Non possiamo! È tutto bloccato! La nave agisce di proprio conto! >>
Yen Sid non riuscì a credere alle proprie orecchie, tanto meno che ai suoi occhi.
Non perse tempo, richiamò nuovamente le forze mistiche della magia facendole fluire attraverso lo specchio, nello stesso tempo, nel mondo in cui i viaggiatori si trovavano, una pioggia di stelle cadenti andò in loro incontro, alcune che si inabissarono sott’acqua. Il primo gruppo di stelle circondò la nave poggiandosi delicatamente sullo scafo, sprigionarono un’aura d’oro… subito dopo la Silly Sinphony si alzò in volo…. ma il Leviatano non rimase ad osservare la scena quieto.
Saltò ancora e con la punta di una chela riuscì ad agganciarsi, la nave smise di sollevarsi ed entrambi rimasero a penzolare in aria.
Sul fondale, le altre stelle si ingigantirono a tal punto da raggiungere le stesse dimensioni della creatura, catene d’oro scaturirono dalle loro punte per avvolgerla completamente, tirando verso il basso. Contestò la bestia sonoramente, ma fu vana la resistenza, finendo infine per staccarsi ed essere trascinata sul fondo senza fine dell’oceano.
La nave riprese a volare, i suoi occupanti tirarono un sospiro di sollievo, accasciandosi sul ponte provati dalle continue “emozioni”.
<< Maestro… lei è un salvatore. >>
<< Non riesco a capire come abbiate fatto a finire in una situazione tanto inverosimile. >>
<< È cominciato tutto grazie ad un pirata…. >>
<< Jhonn Silver. So tutto. È insieme a Elias in questo momento, che tentano insieme di recuperare il secondo gioiello della corona. >>
<< Cosa?! Quel furfante matricolato sta davvero facendo questo?! >>
<< Non temete, le sue intenzioni non sono le stesse che animano la mente malvagia del principe. Egli sta aiutando il Re, nei suoi occhi ho letto onestà. >>
<< Sul… serio? Ma perché? >>
<< Questo non lo so, ma di sicuro non farà del male a Elias. Ora riposate, recuperate le forze e lasciate che la nave vi guidi lì dove vuole portarvi. >>
<< Mi perdoni Maestro se le sembro maleducato, ma questa idea non pare così buona. >>
<< Abbiate fiducia amici miei, non c’è alcun pericolo nell’imprevisto dirottamento. Sono perché sta accadendo, ma sono certo che è l’unico modo per avere un vantaggio sul nostro nemico. >>
Quelle ultime parole tranquillizzarono poco, il dubbio e l’agitazione brillava attraverso gli occhi stanchi di coloro che, nonostante la rassicurazione di colui che rispettavano più al mondo, non riuscivano a tranquillizzarsi.
 
                                                                                  ****
Elias era preoccupato per gli altri, sperava che stessero bene tutti quanti.
Remì era l’individuo di cui sentiva più nostalgia, anche se era un topo la sua compagnia si era rivelata preziosa e senza di lui si sentiva abbandonato.
Non farsi prendere dalla malinconia fu atroce, voleva restare lucido quanto più possibile, distrarsi era un’opzione che non voleva più permettersi.
 
Now I can smile and say
Destino, my heart was sad and lonely
In knowing that you only
Could bring my love to me
 
Destino, this heart of mine is thrilled now
My empty arms are filled now
As they were meant to be
For you came along
Out of a dream I recall
 
Yes you came along
To answer my call
 
I know now that you are my destino
We'll be as one for we know
Our destiny of love
Destiny, destiny, destiny, ever I follow, follow, follow my Destino.
 
Era stato improvviso, Elias si era bloccati all’udire un canto proveniente dal nulla.
<< Hai sentito anche tu, vero? >> chiese al pirata che, al contrario, non aveva udito niente
Era stata una voce femminile, la parlata era inglese ma con l’accento spagnolo…. La canzone che accompagnava il cortometraggio di Destino.
Si accorse solo allora che i particolari animali e le costruzioni erano scomparsi, all’orizzonte, qualcosa prese forma, riflettendo i raggi del sole che rischiò di accecarli: un castello.
 
La forma non era esattamente quella di una reggia, assai discosta da quella tipica che invece il Castello Disney rappresentava perfettamente.
La struttura, a prima vista, pareva un rudere diroccato privo sia di forma che di grazia… più precisamente un ammasso di forme contorte tipiche dell’arte di Dalì che, grazie ad un particolare gioco di illusioni e prospettive, formavano torri, cappelle, merlature ed eccetera.
Che quella canzone fosse un avvertimento per… questo?
Ma non era ancora finita: una donna con lunghi capelli neri che il vento faceva dondolare sinuosamente nell’aria approcciò il duo, il corpo coperto da un leggerissimo vestito trasparente che faceva intravedere le forme. Silver con un braccio intero coprì gli occhi ad Elias, con l’altro robotico tirò fuori una sciabola… la donna però non mostrò alcuna ostilità nei loro confronti, sorridendo seducentemente con belle labbra carnose.
Il suo corpo ad un certo punto si dissolse, divenendo un’ombra che sfrecciò sul suolo in direzione del castello, una sorta di invito quello a seguirli.
<< Il comitato di benvenuto è alquanto “interessante”, ma ci vuole ben altro che una bella sirena per incantarmi. >>
<< L’altra pietra è sicuramente dentro quel posto. Andiamoci subito. >>
<< Calma ragazzino, mai partire verso il mare aperto senza prima conoscere le sue insidie. Potrai anche conoscere chi ha dato origine a questa landa, ma ricorda che adesso ti si pone da una prospettiva assai diversa. Questo luogo è colmo di misteri… e presenze aliene. Dobbiamo stare ben attenti qui… >>
<< …così fa paura la cosa… >>
<< Stammi dietro piccoletto, per trovare il tesoro dovremmo essere maledettamente fortunati. >>
 
Si fecero coraggio i due ed entrarono.
L’interno non era tanto diverso dall’esterno; esplorarono con cautela le stanze che, nella loro anomalia, riproducevano ambienti tipici di una casa normale: camere da letto, bagni, salotti… probabilmente solo un pazzo avrebbe avuto il coraggio di abitarci. Non incontrarono minacce, bastarono, ad esempio, le scale che collegavano tra loro le zone per mandarli in palla: erano sotto e sopra, oblique oppure orizzontali, alcune addirittura a chiocciola mentre altre disposte a zig-zag… insomma, non erano affatto normali!
 
Furono costretti per questo motivo, a fermarsi.
 
Per la centesima volta si ritrovarono al punto di partenza, un “salotto” fatto di conchiglie, si sedettero sullo strano divano di tuorli molli e freddi e non fecero più nient’altro, la casa era peggio del labirinto di Alice nel Paese delle Meraviglie, nemmeno lasciar indicazioni tornò utile in quanto una specie di figura umana femminile, alta e magrissima, il cui corpo era composto nientemeno di cassetti, compariva dal nulla e cancellava i segni.
Era stregato il posto, altro che artistico.
Era ben nascosta la pietra, persino il Principe Folly avrebbe sicuramente avuto difficoltà.
Elias però non era ancora pronto a gettar la spugna sebbene le cose dicessero il contrario, lui voleva restar aggrappato alla fiducia con la quale era partito, voleva tenersi dentro quella sensazione che lo faceva sentire utile per la causa.
Era stressato, Dalì stava mettendo a dura prova i suoi nervi.
Mi chiedo come accidenti sia riuscito Walt Disney a lavorare a fianco di Dalì. Non mi sorprende che abbiano impiegato secoli a finire “Destino”, io, al posto di Walt, mi sarei arreso già dal primo schizzo. 
È molto più semplice disegnare…. Topolino? 
 
Mentre pensava, gli occhi di Elias si soffermarono su un minuscolo dettaglio: 3 cerchi che formavano nell’insieme il simbolo di Topolino. 
 
Era mimetizzato tra le numerose spirali incise sul pavimento, si doveva girare la testa in un certo modo per riuscire a scovarlo; a prima vista poteva sembrare solo una curiosa coincidenza, ma poi si rese conto che quel disegno si ripeteva.
Si mise a quattro zampe e cominciò a seguire il sentiero, il collo dolente per la posizione forzata della testa, il pirata da dietro lo seguiva. Disse ben poco Elias, non voleva rischiare di perdere di vista il segnale, riprendendo inconsapevolmente l’esplorazione; stavolta badavano ad una cosa sola, la creatività del castello non riusciva più a distrarli.
Gira e rigira, i “topolini” portarono i due viaggiatori in un’ala della casa non visitata.
Era un semplice corridoio a prima vista, situato nei pressi di una camera da letto con aragoste come tema, ma alla fine c’era una porta di legno priva di maniglia e con uno spioncino posizionato in alto, al centro della superficie rugosa. Non c’era verso di aprirla, si poteva solo spiare quel poco di chiaro che si trovava dall’altra parte, una massa nera con una sfuocata striscia marrone a terra….
<< Mi sembra di vedere un altro corridoio, ma non ci giurerei nemmeno sul forziere di Davy Jones.
Per fortuna ho la chiave giusta proprio qui, a portata di mano. >> disse Silver, scambiando l’arto da cyborg con la sua sciabola.
<< No fermo! >> gli urlò tardi Elias.
Non appena la superficie metallica dell’arma si scontrò con quella della porta, un enorme guantone di gomma ne uscì fuori colpendo in piena faccia il pirata che venne “sparato” all’indietro, facendolo precipitare nella stanza situata dalla parte opposta. Il ragazzino andò a soccorrere Silver, il quale cercava di uscire dall’armadio nella quale si era infossato, il braccio metallico andato in corto circuito sprizzava scintille e vibrava stranamente.
<< Sto proprio invecchiando, una volta nemmeno una palla di cannone avrebbe potuto scalfire la mia pellaccia. >>
<< Non si può risolvere tutto con la forza! Perché voi pirati dovete fare sempre così? >>
<< Perché ci divertiamo. >>
Sospirò esasperato il ragazzo, per lo meno quell’atteggiamento era il segno che stava bene.
Tornarono alla porta, il guantone da boxe era sparito nel frattempo, toccandola normalmente non scatenò nulla.
Bisognava aprila, niente gesti bruschi però.
A braccia incrociate Elias provò ad individuare il segreto per aprirlo.
Aspetta! Siamo in una casa costruita da un pittore fissato con i simboli e i significati della vita! Non avrebbe mai perso tempo per fare qualcosa di banale!
La teoria di Elias parve essere captata dalla misteriosa natura della casa, proprio in quel momento le venature del legno iniziarono a scivolare sul ripiano marrone chiaro per mescolarsi tra loro e realizzare dei numeri che fuoriuscivano leggermente: 68, 86, 22, 4, 7, 9, 24, 21, 37.
 
<< NON AZZARDARTI A FARE SCIOCCHEZZE! >>
  
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