I wish you were her(e)
La stanza era deserta, o almeno così appariva.
Le tende violette venivano mosse dolcemente dal vento invernale, che entrava dalla finestra spalancata.
I capelli biondi della ragazza fluttuavano intorno a lei, leggeri come fili di seta, e il suo sguardo azzurro cielo era perso tra le nuvole.
Aspettava, come da sempre, pazientemente un suo segno, un suo ricordo, un suo cenno.
Si alzò dal letto viola e si avvicinò alla finestra aperta.
Inspirò l’aria che la fece rabbrividire e si strinse di più nel maglione lillà, scaldandosi le braccia.
Quel giorno, se lo sentiva, sarebbe successo qualcosa… non importava se bello o brutto, sapeva solo che sarebbe avvenuto inevitabilmente.
Da quando, poche ore prima, si era svegliata nella sua casa a Chester, l’aria profumava di nuovo, di diverso.
Come a confermare i suoi pensieri, un gufo piccolo e grigio planò sul davanzale, ruzzolando dentro la stanza.
La ragazza strillò e raccolse l’animaletto, accarezzandolo e poggiandolo sulle coperte morbide.
Era emozionata, finalmente lui le aveva scritto.
Si vedeva dalla calligrafia sulla lettera che gliel’aveva spedita lui, proprio lui.
Con le mani tremanti, scartò la busta e vi estrasse una cartolina.
Una banale foto natalizia, un’albero addobbato con tanti regali sotto, e streghette e maghi bambini che vi giravano attorno.
Sorrise. Era sempre stato prevedibile, ma non per questo meno dolce.
Girò impaziente la cartolina, sperando che ci fosse una dedica.
I miss you,
I’ll see you at Hogwarts
I wish you were her
Ron xxx
Le si gelò il sangue nelle vene.
In un attimo, il suo entusiasmo era svanito.
‘I wish you were her’ o ‘I wish you were here’?
Sospirò tristemente, cercando di trattenere il dolore che le squarciava il cuore.
Sapeva che sarebbe finita così, lo sapeva da sempre.
Aveva davvero dimenticato quella ‘e’?
Aveva davvero sperato che lei fosse stata un’altra?
Lasciò cadere a terra la lettera e fece uscire il gufetto dalla finestra, richiudendo le ante.
Per la prima volta, pianse per un ragazzo.
Lacrime le scivolarono sulle guance rosee, mentre lei cercava di sorridere e di far finta di niente.
Nessuno si sarebbe ricordato di lei, dopo averla lasciata.
Era una ragazza poco impegnativa, solevano dire, una che si dimentica in fretta.
Non aveva l’intelligenza della Granger, la simpatia della Weasley o la classe della Patil.
Lei era la sciacquetta del Grifondoro, la sciatta oca bionda
D’altronde, lei era solo Lavanda Brown.