Into the bluest sky
-È stato davvero magnifico, signor Potter!-
Harry
s’inginocchiò di fronte al bimbo e gli scompigliò dolcemente i capelli.
-Sono
contento che ti sia piaciuto, David. Ora non hai più paura di volare,
vero?-
-Sissignore! Non vedo l’ora che mi comprino una scopa tutta
mia.-
-Bravo!-, si alzò sorridendogli affettuoso. –Ora torna dai tuoi
genitori, e ricordati di tifare per me alla prossima
partita.-
-Sì!-
Si mise la scopa in spalla e si diresse verso gli
spogliatoi,felice.
Adorava i bambini. Ce n’era sempre qualcuno che
s’intrufolava nello stadio quando la sua quadra aveva gli
allenamenti.
Cercavano lui. “Mi farebbe provare a volare con lei,
signor Potter?”
Lui accettava e i loro occhi si illuminavano di quella gioia pura
che solo i bambini riescono a provare.
Quella gioia che tutti i bambini dovrebbero
provare.
Era il loro eroe. Non “il bambino sopravvissuto” dei loro
genitori, ma Harry Potter, il miglior cercatore dell’anno.
A forza di
decollare e atterrare aveva polpacci e ginocchia distrutti.
Gli ci voleva
proprio una lunga doccia calda.
Aveva visto tutti i suoi compagni andarsene, Ron
compreso, che si era dimenticato il regalo per Herm ed era dovuto correre a
cercarlo.
Nessuno sarebbe dovuto esserci. Eppure i suoi sensi fini gli
dicevano che qualcuno c’era, non appena si avvicinò agli spogliatoi. Un altro
bambino?
-Ehi?-
Qualcosa si mosse dall’ombra ed il sole serale si rifletté
improvvisamente su dei capelli chiarissimi.
-Potter.-
-Malfoy?!-
Harry
fece quasi un passo indietro per la sorpresa.
Era da… dalla fine della
guerra, che non lo vedeva.
Lo squadrò con un’occhiata veloce.
Si era
rimesso in carne, indossava abiti dal taglio raffinato ma non troppo costosi. Il
suo viso era più pallido di come ricordava, ma i suoi occhi erano ancora quelli
di una volta, quelli di un ragazzino sperduto.
Anzi, più nuvolosi ancora,
quasi distanti: quelli di un ragazzino sperduto che ha perso la speranza di
essere ritrovato.
-Cosa ci fai qui?, chiese senza alzare la voce. I suoi
occhi da bambino lo avevano intristito.
Lui fece una smorfia, le sue guance
si colorarono appena e distolse lo sguardo, mentre rispondeva.
-Mi ha
costretto il... il mio analista.-
-Ti… costringe ad intrufolarti negli spogliatoi
delle squadre maschili di Quidditch?-
Il piede di Draco grattò il terreno, ma
la sua voce tornò pungente per un momento. –No, stupido. A venirti a
cercare.-
-Mh.. uno spogliatoi maschile tira sempre su il morale,
però.-
Gli sembrò quasi che arrossisse. Sorrise. –Cosa ti serve?-
Lo
guardò di sottecchi, sospettoso. –Dice che devo esaudire i … "desideri" di
quand’ero ragazzino. Per “liberare” la mia infanzia, dice.-
Che colloquio
surreale.
Se Malfoy lo era venuto a cercare dopo tanti anni e si era messo a
raccontargli certe cose private, voleva dire che il motivo era importante. Harry
decise di starlo ad ascoltare. – Quindi?- lo spronò.
Draco prese fiato.
–Quindi… dovrei volare con te. Posso pagarti.- aggiunse in fretta.
-Volare
con me? Sulla mia scopa, insieme?-
-Sì. Come hai fatto con quel
bambino.-
Harry corrugò la fronte e ci pensò un momento.
-Vieni con me,
sediamoci un po’ sulla panchina.-
-L’espressione che hai quando voli. È
indescrivibile. Vorrei provare quello che provi tu, volando. Non sono capace, ma
forse… forse salendo con te… magari potrei averne un pochino.-
-Mmh… non credo
che ci si possano scambiare le emozioni, Draco.- Si accorse di sfuggita di aver
cambiato tono, cercando di metterlo a suo agio.
Odiava le persone in
difficoltà. Lui si torturava le mani, belle mani pallide, lunghe e
fragili.
-Vorrei provare.- bisbigliò.
-Ok.- rispose sicuro.
Draco lo
guardò spalancando gli occhi.
Harry gli sorrise.
-Appoggia le mani davanti alle mie. Sì,
così.-
Sulla scopa, gli circondava le spalle magre col proprio petto ampio.
Non si accorse che anche il proprio odore ora lo avvolgeva, ma Draco
rabbrividì.
-Non preoccuparti, non ti faccio cadere.- Per un momento scordò
che era Malfoy, non un bimbo spaventato, poi se ne ricordò. –Non è tanto diverso
dal volare da soli.. cambia solo che la scopa la guido io, non tu.- Appoggiò il
mento sulla sua spalla, chinandosi attorno a lui. –Rilassati e lasciami
fare.-
Aspettò che il suo passeggero fosse pronto, che la rigidezza della sua
schiena e delle sue spalle, che sentiva così bene contro di sé, si allentasse.
Si staccò da terra e in un attimo prese quota.
Draco trattenne un urlo.
-È
da… è da anni che non volo…- balbettò come per scusarsi.
Harry scosse la
testa, divertito.
Le nocche si Malfoy erano sbiancate.
Fermi in mezzo al cielo, Harry posò una
mano sulle sue.
-Tieniti, adesso ti faccio
girare.-
-Lascia che il vento ti riempia i polmoni. –
bisbigliò nel suo orecchio.- lascia che ti sostenga colle sue correnti. Senti
come ti bacia? È un amante, Draco, tu sei tra le sue lenzuola.- Il suo tono era
caldo e… seducente. –Sei tra le sue lenzuola ed avete appena fatto
l’amore.-
Draco chiuse gli occhi, rosso in viso, ubriacandosi con una
capriola in aria.
-Ti sta afferrando di nuovo. Ti tocca, ti massaggia… Vuole
ancora farlo con te. Lo senti? Senti quanto è appagante questa libertà? È
l’orgasmo che lui ti dona.-
Draco mormorò in fondo alla gola.
-Wow…-, sospirò appena smontato dal manico. Gli
tramavano le gambe. Si passò una mano tra i capelli arruffati.
Il suo volto
era rosso, i suoi occhi brillanti.
Harry lo guardò soddisfatto.
-Mi sembra
abbia funzionato.-
Draco fece un mezzo sorriso. –Sì… sembra anche a me.-
Portò la mano alla tasca. –Ehm… senti, quanto…?-
Harry scosse la testa. -È
stato un vero piacere-
-Ma…-
-Niente ma.-
Allungò la destra con
decisione.
Draco la fissò per un po’, prima di decidersi a
stringerla.
-Beh, grazie.-
-Di nulla, davvero. Sono contento di averti
rivisto. Spero ci capiti ancora.-
-Fo… forse.-
Divisero le
mani.
Rimasero immobili l’uno di fronte all’altro per un lungo momento. Poi
Harry fece un ultimo cenno col capo e se ne andò verso gli spogliatoi, senza
voltarsi.