Forbidden Love.
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music is all around us,
all you have to do is listen. »
Erano
passati cinque anni da quando Kurt aveva assistito per la prima volta al concerto
tenutosi dalla Julliard. Non lo aveva fatto per i volantini che si ritrovava
ogni sera sul parabrezza della macchina o perché chiunque dei suoi colleghi fantasticava
sul talentuoso pianista che, ogni anno, partecipava all’evento. Lo aveva fatto semplicemente
perché la musica lo aveva chiamato.
Kurt
la percepiva. La percepiva nell’aria, nella luce, nel traffico, persino nel
silenzio. Bastava semplicemente aprire l’anima e ascoltare.
Quando
Kurt sentì per la prima volta quel pianista, Blaine Anderson, suonare il pianoforte, rimase … dire sbalordito,
sarebbe un eufemismo. La musica alleggiava attorno a lui, la musica
era lui.
Blaine
– notò Kurt – pigiava delicatamente sui tasti come se fossero filamenti di
un’anima, dove ogni tasto emanava un proprio suono. La sua musica era speciale,
come se fosse magica: entrava nell’animo più profondo delle persone,
dimorandovi e la stessa cosa succedeva a Kurt, tant’è che sentiva le lacrime
pizzicargli gli occhi, da quant’era quella meraviglia.
Ogni
anno, come se fosse una sorta di rituale di purificazione – perché sì, Blaine
riusciva a purificarti, con la sua musica – Kurt si recava al concerto, e come sempre si metteva in prima fila, chiudeva gli occhi e
ascoltava.
Ascoltava
la sua musica, che entrava dentro lui e spesso – fin
troppo spesso e più di quanto voluto – lo lasciava esterrefatto. Era come se
Blaine o la sua musica entrasse nel suo corpo e scovasse i suoi più profondi
segreti – o peccati? – e li purificasse.
E
Kurt ogni volta si sentiva maledettamente sbagliato, come se fosse un oggetto
fuori posto, violato, sottomesso da quella musica che non aveva più segreti per
lui, e tutto questo era così sbagliato da far male. Perché per Kurt, Blaine
rappresentava la persona che molti l’avrebbero definito come “anima gemella” e
tutto questo era terribilmente quanto perfettamente
sbagliato.
L’aveva
capito quando, la seconda volta, Kurt – seduto sempre al solito posto – aveva
avuto modo di osservarlo. Blaine aveva capelli ricci – l’aveva adocchiato in un
servizio fotografico per una rivista – che per l’occasione erano stati placcati
senza pietà da un’enorme quantità di gel; un perfetto profilo, e due occhi
color nocciola, che gli scaldavano il cuore.
Della
tesi secondo cui Blaine fosse il prototipo del suo ragazzo perfetto – come gli canzonavano spesso i suoi colleghi
–, Kurt ne ebbe conferma solo alla sua terza volta.
Quella
volta, Blaine aveva fatto il suo ingresso, mozzafiato come sempre, e
accomodatosi al pianoforte, aveva cominciato a pigiare i tasti mentre, per la
prima volta, da quando Kurt ricorda, iniziò ad
intonare una canzone.
E
Kurt ricordava che era rimasto senza parole: Blaine aveva la musica nel cuore,
gli circolava nelle vene come se fosse sangue e viveva di note e chiave di
violino.
Perché non era possibile che al mondo esistesse una persona tanto perfetta
quanto impossibile e soprattutto non era possibile che Kurt dovesse innamorarsi
proprio di quella persona tanto perfetta quanto impossibile.
Era
stato per questo motivo, o forse per una serie di motivi, che Kurt la quinta
volta – quella dell’anno prima, per intenderci – aveva fatto quella che lui classificava
come la sciocchezza – e imbarazzante e infantile – più colossale della sua
intera esistenza. Perché sì, aveva avuto la brillante stupida idea, alla fine del concerto, di raggiungere il retroscena
– ed essendo lui, un produttore/attore di Broadway con una certa fama,
nonostante la sua giovane età, lo avevano fatto
passare – e far consegnare, tramite una guardia del posto, un bouquet di rose
rosse e gialle a Blaine Anderson, per poi darsela a gambe levate. Come se il
significato delle rose non fosse abbastanza chiaro, ci aveva messo pure un
biglietto.
“Come what may…I will love you until
my dying day ”
, anonimo naturalmente.
Non
aveva mai saputo che Blaine Anderson aveva ricevuto i fiori con il biglietto.
Non
aveva mai saputo che un sorriso era spuntato sulle sue labbra, leggendo quelle
semplici parole.
Non
aveva mai saputoche Blaine si era domandato se la
persona che gli aveva mandato quei fiori fosse la
stessa che ogni anno si sedeva allo steso posto.
Kurt
non lo seppe fino all’anno successivo.
Quell’anno
– ed era la sesta volta – Kurt si avviò all’annuale concerto della Julliard e
quando arrivò al suo solito posto, si trovò una sorpresa.
Una
rosa rossa, con qualche petalo spruzzato di giallo, era poggiata sulla sedia;
accanto, vi era un biglietto.
Non fece in tempo ad aprirlo che subito l’entrata di Blaine Anderson catturò la
sua attenzione.
Questa
volta, notò Kurt, Blaine si avvicinò al centro del palco e con il microfono in
mano, iniziò semplicemente a cantare.
“Just
one kiss on my lips, was all it took to seal the future, just one look from
your eyes, was like a certain kind of torture”
La
musica penetrò nell’anima di Kurt, ma per la prima volta, furono le sue parole
a colpirlo. Semplici dolcissime parole penetrarono nell’anima di Kurt, mentre i
loro sguardi, per la prima volta, rimasero incatenati.
Perché no, non era possibile che Blaine Anderson avesse capito.
“Forbidden
love, are we supposed to be together. Forbidden love, forbidden love. We seal the destiny forever, forbidden love, forbidden love.”
Kurt
era esterrefatto. Sentiva le sue mani tremare, perché no, Blaine non stava realmente
cantando per lui.
No,
tutto ciò era impossibile.
Eppure,
la risposta alle sue domande, Kurt ce l’aveva ed era
racchiusa in un involucro di carta, ormai stropicciata, che aveva tra le mani.
“Oh,
there are you. I’ve been looking for you forever”.
Mentre
le ultime note della canzone riecheggiavano nell’aria, Kurt non poté impedire ad una lacrima solitaria di bagnargli il viso e mentre
guardava Blaine Anderson ringraziare tutti, diede un’ altra occhiata al
biglietto. Notò che alla fine, Blaine aveva scarabocchiato un numero che Kurt
riconobbe come quello del suo camerino e non poté far meno di sorridere.
N/A:
Con enorme ritardo, ecco a voi una piccola OS.
L'avevo scritta secoli fa e ... niente, ditemi che ne pensate.
Inoltre, a tutte le persone che aspettano pazientemente l'aggiornamento di WhiteRblood, arriverà. Dato che è la mia bimba, voglio far le cose con calma :)
A presto,
R i n,