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Autore: Nike93    31/03/2008    2 recensioni
La diciottenne India si trasferisce a Garbatella per due anni. Lì farà la conoscenza della grande famiglia Cesaroni e, soprattutto, dei Masetti: un ragazzo spensierato e irriverente, una professoressa vigile e severa, un meccanico simpatico e distratto. Non tutto ciò che sembra complicato lo è davvero...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 22 – Clandestini in officina

 
“Fidati di me, è la cosa migliore”.
Per quanto Stefania fosse un’insegnante più che valida e una donna sicura di sé e dei propri metodi, stavolta India non era certa che avesse fatto la scelta giusta.
Peccato che Stefania, invece, ne fosse pienamente convinta.
Ogni tanto, a scuola, India lanciava occhiate furtive verso il banco di Walter, al di sopra delle spalle di Veronica: sembrava piuttosto demoralizzato. Forse perché lui e India non avevano più modo di parlarsi se non alla ricreazione, forse perché i suoi voti, invece che migliorare come aveva pronosticato Stefania, erano calati ancora.
Walter, come al suo solito, cercava di non darlo a vedere. Era nella sua natura. Ma, se per India era impossibile non accorgersi del cambiamento, nessun altro sembrava averlo notato. Come Marco, per esempio. Non se ne andava più in giro ingobbito e immusonito come al solito. Era improvvisamente tornato a sorridere, canticchiava sempre tra sé e sé: sicuramente gli era successo qualcosa di veramente buono.
Se non altro, la decisione di Stefania aveva giovato ai voti di India.

Solo ai suoi.
- E’ inutile che mia madre mi minacci di farmi invecchiare a scuola. – si lamentava Walter. – Se poi è solo colpa sua se so’ combinato così male. –
Passavano insieme tutta a ricreazione, poiché era l’unico spazio di tempo che Stefania occupasse chiusa nel suo ufficio o in classe.
- Almeno hai provato a parlargliene? – A Walter scappò una risata che non aveva niente di allegro.
- Io? Io magari ce posso anche parla’, ma lei, con me, se non urla… Poi se non dà ascolto manco a te, possiamo metterci l’anima in pace. –
India, infatti, aveva provato a braccare Stefania per farle cambiare idea, ma lei, in un modo o nell’altro, se ne usciva sempre con un frettoloso: - Scusami, tesoro, ho mille cose da fare, ne parliamo dopo, eh? –
Ma quel dopo non arrivava mai.
- Non capisco come tu possa ancora essere convinto che tua madre provi quest’amore folle nei miei confronti! – sospirò penosamente India.
- La conosco da diciannove anni, purtroppo. E poi si capisce da come ha presentato la situazione: è colpa mia se ti distrai e non concludi niente. Senza contare come l’ha spiegato a te e come a me. – Sbuffò, quasi spezzando a metà la matita con cui giocherellava da dieci minuti. – Almeno per te è servito… tu sei a posto, no? –
- Eh, ma tu non sei a posto. –
- Beh, dài, non è solo questo… Mi scoccia il fatto che per mia madre la mia crescita mentale si sia fermata a dieci anni! – Pausa diriflessione.
- E se tu venissi lo stesso da me? A un certo punto Stefania capirà, no? –
- No. – fu la secca risposta.
Seguì un’altra pausa di silenzio. Poi sembrò che sulla testa di India si fosse accesa una lampadina.
- Senti… tu ci vai mai in officina da tuo padre? –
- A volte. – rispose distrattamente Walter, esaminando le due metà della matita. – Quando non ha lavoro arretrato e se la svigna alla bottiglieria dei Cesaroni. Per non lasciare l’officina incustodita… Il sabato, per lo più. – Alzò lo sguardo e corrugò la fronte. – Perché, che c’entra? –
- No, stavo pensando… - mormorò India in tono meditabondo. – Che, quando tuo padre è lì… ma anche quando non c’è… tu potresti andare là, tanto Stefania penserà che non puoi lasciare l’officina… E allora, quando tu sei là, io vengo e ci arrangiamo come possiamo! –
Per un attimo, il viso si Walter s’illuminò, ma si rabbuiò subito dopo.
- Ma tu hai tutta la settimana occupata. –
- L’officina è aperta anche sabato e domenica? –
- Sì, tanto, per quello che fa mio padre… -
- E allora io vengo sabato e domenica pomeriggio! – concluse allegramente la ragazza.
- Ma così non avrai neanche un giorno di libertà… - obiettò Walter con aria colpevole.
- Avrò la domenica mattina. – disse India con noncuranza. – E poi, beh… Non è che dobbiamo studiare tutto il tempo… - Walter rise e lei stessa si stupì di quello che aveva appena detto.
- Sei un angelo! Anzi, un cioccolatino con le ali e l’aureola. – Walter l’abbracciò in vita e le posò un bacio all’angolo della bocca.
- Dài, Walter… - mormorò lei, cercando di allontanarlo senza troppa convinzione.
- Che ci posso fare se mi stimoli? – India scoppiò a ridere.
- Ah, vuol dire che quando mi baci senti l’impellente bisogno di scappare in bagno? –
- La bimba sta diventando petulante… -
- Allora, che mi dici? –
- E che te devo di’, che ti adoro! –
- No, scemo, dicevo… per il sabato e la domenica. –
- Ah. Per quello, va bene. Tanto mia madre non ce va mai in officina. Se vuole trovare mio padre, va direttamente in bottiglieria. – Si fece pensieroso. – Scusa, lo so che non c’entra niente, ma… come sta il cane? – India ridacchiò.
- E’ già bello cresciuto. Poverino, sta quasi sempre solo. Si chiama Bambù e già lo amo alla follia. –
- Più di me? –
- Sei ridicolo! –
- Se te lo vuoi portare in officina, fai pure, eh… -
- Scherzi? E’ già enorme. E poi vedrò di accontentarmi della tua compagnia. –
E così, il sabato successivo, India, con non poca preoccupazione addosso, si preparava a raggiungere l’officina di Ezio Masetti. Secondo le indicazioni di Walter, era vicino alla bottiglieria Cesaroni, dunque non sarebbe dovuto essere troppo difficile raggiungerla. Prima di uscire di casa, fece una carezza sul testone nero di Bambù e si augurò che Ezio non fosse troppo invadente… Beh, insomma, che non si lasciasse sfuggire nulla con sua moglie.
Ma Walter era stato chiaro in proposito. “Quello si fa i fatti suoi, manco sa dove sta di casa.”
Dopo circa venti minuti di strada, si trovò davanti a una saracinesca alzata per metà. Prima ancora di avere il tempo di dare un’occhiata all’insegna per controllare che il posto fosse giusto, l’inconfondibile sorriso di Walter fece capolino di fronte a lei. – Ben arrivata! –
- Oh, bene! Non ho sbagliato strada! –
- Beh, papà è l’unico meccanico nel raggio di… ahia! – Aveva fatto per alzare la testa, ma il risultato fu una sonora capocciata. India si infilò sotto la saracinesca ed entrò nell’officina, mentre Walter si massaggiava la testa con una smorfia di dolore. – La prossima volta… se non la apre del tutto… gliela sfascio! –
- Sempre a lamentarsi, sempre a lamentarsi… E’ proprio figlio de sua madre… -
India si voltò verso l’uomo che aveva pronunciato quelle parole: Ezio Masetti, con le mani sporche di grasso e la solita tuta da meccanico, stava armeggiando con dei fili aggrovigliati nel cofano di un’automobile.
- Ehm… Salve, signor Masetti. – Ezio alzò gli occhi e la guardò come se fosse piovuta dal cielo, prima di sorridere e alzare la testa, andando a sbattere contro una mensola. India simulò un colpo di tosse per non scoppiare a ridere. Ezio si strofinò una mano sulla tuta per poi porgerla alla ragazza.
- Piacere, molto piacere, sono Ezio. – Le strinse la mano con energia. Aveva più l’aria di un attore comico che di un meccanico.
- India. – Walter si schiarì la voce per attirare la sua attenzione, poi si rivolse al padre.
- Ehm, papà, noi… beh, abbiamo da fare. –
- In che senso? –
- Ci mettiamo in un angolo, tranquilli tranquilli, non la disturberemo. – si affrettò ad aggiungere India, facendosi scivolare giù dalle spalle lo zaino che si era portata dietro.
- Ah. Beh… sì, certo, fate pure. – L’officina era abbastanza spaziosa, e i due ragazzi si sistemarono comodamente in fondo. Walter si sporse verso India, con un sorrisetto malizioso sulle labbra.
- Hai fatto colpo! –
- Ma che dici? Stupido… -
- Ti sta ancora guardando! Da chi credi che io abbia ereditato il mio buon gusto? – India gli tirò una gomitata, soffocando un’altra risata. Dopo neanche dieci minuti, sentirono la voce di Ezio alle loro spalle.
- Ehm… Walter, io c’avrei da fare alcune commissioni… che, ce stai te, qua, con la tua amica? – Walter alzò gli occhi al cielo.
- Sì, sì, vai… - Ezio si pulì in fretta le mani con uno straccio e un attimo dopo era già uscito. Walter alzò le spalle in segno di scusa. – Te l’avevo detto. Vabbè, almeno siamo soli, per una volta. –
India non poté che dargli ragione. Continuarono così per un paio di settimane, che bastarono per far sentire India di nuovo allegra.
Anche Marco se ne accorse, ma la prese alla lontana.
- Tu e Walter non vi vedete più? – India era talmente contenta di avere di nuovo qualche ora da passare da sola con Walter, e di vedere da subito i risultati della sua decisione, che non fece neanche caso alle parole che rivolse a Marco.
- Momentaneamente no. – Dovette trattenersi dal ridere per la bugia che aveva appena detto, ma in fondo, che importava? Voleva divertirsi a vedere le reazioni di Marco.
- Ah, capisco. Beh, si era… si era capito, ultimamente. –
- Cosa si era capito? –
- Che non… vi vedete, ecco. –
- Oh, beh, sono periodi. – Soffocò un’altra risata al pensiero di come Marco avrebbe interpretato le sue parole. Anche lui parve trattenersi, ma India non capì da cosa.
- Sì, immagino di sì. – Si passò una mano tra i capelli scuri, spostando lo sguardo altrove. – Però ti vedo bene. –
- Certo. Sto benissimo. - Perché non c’è una parola di vero in quello che ti ho detto!
La domenica dopo, Walter si scompisciava dalle risate al racconto di India su quella breve conversazione.
- Quello è nelle nuvole! Davvero gli hai detto così? –
- Guarda, mi sentivo talmente contenta, così in pace, che non me ne importava niente! –
- Tu però sei cattiva, eh! –
- Ma che cattiva… Solo, non faccio più caso a quello che dico. – Walter l’attirò a sé per baciarla.
- Visto che effetto straordinario che ho sulle donne? –
- Su quante “donne” hai testato quest’effetto straordinario, sentiamo? – lo schernì lei, fingendosi offesa.
- Boh… un numero imprecisato. – rispose Walter con aria altezzosa.
- E dài, Casanova, ora sono curiosa! Avanti, quante ragazze hai avuto prima di me? –
- E’ meglio per il tuo giovane cuore che tu non lo sappia, potresti subire uno shock e io non me la sentirei di addossarmi questa responsabilità. – India sorrise implorante.
- Giuro che non me la prendo. Dài… -
- Nessuna. – Questa volta, India non si trattenne e scoppiò a ridere.
- Sì, certo, raccontala a qualcun altro! Guarda che non è così che mi terrai buona. –
- Te l’avevo detto che sarebbe stato uno shock. – Lei gli sorrise, giocherellando con i suoi capelli.
- E’ la verità? –
- Beh, l’anno scorso c’avevo una cottarella per Eva, e siamo stati insieme due giorni. –
- Però! –
- …Più che altro perché appena lei cercava di dirmi che per lei non stavamo insieme, io me la svignavo e le impedivo di dire altro! – Le cinse la vita con un braccio e, sorridendo, si avvicinò alle sue labbra. – Non ho mai trovato un cioccolatino buono come te! –
- Bugiardo e calunniatore… - bisbigliò lei ridacchiando, prima di accostare il viso a quello di Walter e sfiorare la sua bocca con un lieve bacio.
- Se ti vedesse ora la brava professoressa Masetti, sai che colpo basso! –
- Probabilmente mi porterebbe tutti i voti a sotto zero, senza possibilità di replica! –
- Mm… Finché non ci ripensa e non lo fa pure con me… -
- Tu cerca di tenerti al passo… -
- E tu cerca di venire più spesso, parlare di meno e farti baciare di più! – concluse Walter con una risata, mettendo subito in pratica l’ultimo comando.

 

Nda_ lo so, Bambù è un nome ridicolo per un cane, ma una sera ho visto non mi ricordo che fiction in cui c'era un cane di nome Bambù...e me ne sono innamorata!

  
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