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Autore: Nocturnia    03/10/2013    3 recensioni
"Ha amato solo due donne in tutta la sua vita, lo sappiamo bene entrambe."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Selina Kyle aka Catwoman, Talia al Ghul
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cosa rimane NVU
Disclaimer: Bruce Wayne, Selina Kyle, Talia al Ghul e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"I nostri nemici muoiono quando la loro morte non ci reca né vantaggio né piacere."
- Marcel Proust -


Cosa rimane

Cosa avevate in comune?
Niente, ti gridava la coscienza.
Tutto, mormorava invece il cuore.

C'è un corpo riverso tra i cavi divelti e i computer silenziosi.
C'è un corpo e ha ancora gli occhi rivolti a lui, maschera caduta e sguardo assente.
"Chi è stato?"
Nessuna risposta.
"Bruce?"
Un singhiozzo.

"Ha amato solo due donne in tutta la sua vita, lo sappiamo bene entrambe."

Non c'è vittoria nel tuo sorriso, perché sebbene la strega sia morta, sai riconoscere una sconfitta quando ne assapori il fiele.

"Sono qui per insegnarti a difenderti: siediti."
"Mi sono iscritta a un corso di yoga per assassini e non lo sapevo?"

Non piange Bruce, ma ne contempla la figura spezzata, soffermandosi sul foro di proiettile che le attraversa la fronte.
"Non posso dire che mi dispiaccia." replichi asciutta "Non dopo tutto quello che è successo."
Il pipistrello tace, un grumo di rimorso e colpa.
"Non l'hai uccisa tu, Bruce."
"No..." e lo dice in un mormorio appena udibile "ma la cosa tragica è che vorrei averlo fatto."
E chissà perché, è l'immagine di Ra's al Ghul quella che ti brucia la mente.

"Mi vuole morta."
Annuisce Bruce e spazza Gotham con occhi che non sono umani, l'iride artica del lupo in caccia.
"Zatanna era d'accordo. Non su tutto, ma il concetto non cambia."
Annuisce ancora il pipistrello e stringe le dita in un pugno chiuso.
"Non perdonerò nessuna delle due, lo sai questo, vero?"
Quando ti bacia, lo fa con la consapevolezza di un uomo che ha scelto quale storia raccontare.
Quale storia vivere.

"Signorina..."
Alfred ti porge una coperta e una tazza di caffè, sedendosi al tuo fianco.
"È stata una lunga notte."
"È stata una lunga vita, Alfred. Una vita che pare essersi consumata dove è iniziata."
"Lei è una persona saggia, signorina Kyle."
"No." replichi sfiduciata "Sono quello che sono sempre stata." storni lo sguardo, posandolo su quello che del vecchio maggiordomo "Una gatta che ha saputo rubare solo l'ultimo brandello di un cuore già sfibrato."

"Tuo figlio."
"Esatto."
"E di Talia. Talia al Ghul."
"Sì."
Ti sfugge una risatina nervosa mentre ti sfili la maschera.
"Dio, Bruce... esistono anche i contraccettivi, sai?"
Per un attimo, un pugno d'istanti, lo senti - lo percepisci - vibrare di rabbia, una furia talmente pura da essere assordante.
"Selina..."
"Sai una cosa?" ribatti "Non importa. Davvero, Bruce, non importa. In fondo, l'ho sempre saputo. Sempre."
"Si chiama Damian."
Silenzio.
"Ha dieci anni."
Abbassi le palpebre, coprendoti la faccia con le mani.
"È un bellissimo nome." trovi il coraggio di rispondere, prima di essere inghiottita dalle strade dell'East End.

È già fredda Talia, una femmina senza compromessi e incapace d'arrendersi.

Perché? Tu nei sei forse in grado, Selina?

Il sangue si è rappreso attorno ai suoi capelli e l'odore dolciastro del ferro ti si schiaccia contro il palato, una membrana collosa e impossibile da ignorare.

Shiva ti assesta un montante sinistro e poi carica quello destro, lasciandoti senza fiato e con una costola rotta.
"Non puoi vincere contro di lei: è la migliore assassina di mio padre."
"Taci." berci ansante "Taci e basta."
Talia ti regala uno sguardo di compatimento, scrollando le spalle.
Pari il colpo successivo, ma Shiva trova spazio tra le tue braccia e ne approfitta, colpendoti al plesso solare e poi nella fossa iliaca.
Cadi in ginocchio, sputando un bolo di sangue e saliva.
"Volevo solo vedere fino a che punto potevi resistermi." ti canzona l'assassina "E direi ben poco, Catwoman."
Qualcosa di appiccicoso ti cola nell'orbita tumefatta e ti rialzi a fatica, mettendoti in posizione di guardia.
"Sei solo una cinese con un pessimo gusto in fatto di vestiti."
Shiva contrae le dita, Talia ride sorpresa.
"Non accetto insulti da una misera ladra. Batman è uno sciocco se pensa davvero che tu sia sufficiente per sorvegliare la figlia di al Ghul."
"Batman ti spaccherà il culo, ragazza sushi."
E non crolli - non cedi - perché è l'orgoglio a chiedertelo.
Quella dignità bruciante che ti ha permesso di sopravvivere, oltre la violenza e oltre Gotham.
"Sei morta." sibila Shiva e snudi i denti a quell'affermazione, l'adrenalina un pulsare sordo e martellante nelle tempie.
"Anche tu." le replichi, sguainando gli artigli. "Salutami papino caro quando lo vedi, perché sua figlia non va da nessuna parte."
"Sei un'idiota, Selina." ti ammonisce Talia, ma non c'è alcuna presa in giro nella sua voce "Non hai alcuna possibilità."
"I calcoli mi sono sempre stati avversi, ma non per questo mi sono mai arresa, signorina-dai-mille-pugnali." ti volti, fissandola in tralice "Non per questo ho mai smesso d'aspirare al cielo, là, dove volano i pipistrelli, Talia."
L'ultimo sguardo che ti regala è uno strano miscuglio di stupore e consapevolezza.

"Dovremmo spostarla."
Grayson ha i piedi ben piantati sulla scaletta della caverna e il tono stanco di chi ha visto troppe guerre per poterne ancora soffrire.
"Lo credo anche io." gli fa da contrappunto Tim "Potremmo seppellirla fuori, vicino a..."
Ingoia le lacrime il pettirosso, perché dal pipistrello ha imparato il coraggio d'affrontare anche la morte, ma alla sua umanità non ha mai potuto rinunciare davvero.
"Selina?" ti interroga Dick "Cosa intendi fare?"
Tra le dita, già rigide, Talia stringe ancora il suo simbolo.

****

"Mio padre si intrattiene con una... ladra?"

Ai funerali, si addice la pioggia.
È un luogo comune, un cliché che ci rende più vicino al cielo e, per un debole istante, ci fa dimenticare d'essere polvere e terra.
Il giorno in cui avevano seppellito Talia, l'orizzonte era rimasto una massa convulsa di grigio e nebbia, rigido e troppo inasprito persino per poter vomitare neve.
Spacca le ossa quel freddo e il respiro ti si condensa in piccole nuvolette di vapore.
Rimani in disparte, osservandoli in silenzio.

Bruce.

È straziante.
Grayson e Tim si soffermano sulla lapide vicino a quella di Talia, dove il nome di Damian spicca come una cicatrice slabbrata e ancora deforme.

"Tu non mi piaci."

Ha il capo chino e occhi gonfi di lacrime non versate Alfred, una roccia e un monolite di immane forza.
Si trattiene persino il vento, omaggiando quella giornata con un'atmosfera surreale e pastosa.

"Ma sai fare qualcosa che non sia saltare e correre, gatta?"

Era arrogante Damian.
Era al confine tra una donna che si era trovata il cuore svuotato all'improvviso e un uomo che, forse, l'aveva amata davvero.
Possedeva i suoi occhi Damian, ma nei gesti, secchi e brutali, scorgevi sempre più spesso il pipistrello e i suoi insegnamenti.
Sospiri, togliendoti gli occhiali scuri e passandoti una mano tra i capelli.
Quanto l'avevi odiata.

"Voleva uccidermi."
Zatanna alza un sopracciglio all'ennesima recriminazione e sposta il peso da un piede all'altro.
"Perché mi trovava debole. Patetica, a suo dire, nel mio essere una misera ladra. Incapace di badare a me stessa e al segreto di Bruce."
"È il riassunto della serata, Selina?" borbotta Zatanna "Perché non ho abbastanza adrenalina in corpo da andare avanti tutta la notte, ti avviso."
Le cerchi gli occhi, regalandole uno sguardo tutt'altro che amichevole.
"E tu eri d'accordo."
Zatanna apre la bocca, poi la richiude.
"Sì."
"Ti aveva convinto."
"Ma ho fatto la cosa giusta, alla fine."
Le sputi sugli stivali, alzandoti e mimandole un dito medio d'immane eleganza.
"Solo perché hai trovato il ricordo in cui mi aveva invitata a prendere lezioni di pilates tra i ninja e quello psicopatico di suo padre."
"Selina..."
"No!" berci, puntandole un dito contro "Sappiamo bene il vero motivo e questo la rende ben più patetica della sottoscritta." ti porti il visore notturno sulla fronte, occhi nudi a mostrare tutta la verità "Ti detesto, Zatanna. Te e quelli della tua razza: eroi o presunti tali. Se ti ritrovo sulla mia strada, stai pur sicura che non te la caverai con qualche calcio in culo."
"Non sei ragionevole, Selina."
"Forse." sibili - soffi - tra i denti "Ma almeno sono onesta con me stessa. Almeno, non ho la pretesa d'essere l'unica, perché nessun cuore è privo di crepe." la fissi un'ultima volta, un sorriso amaro sul volto "Neppure quello di Bruce."

"Non pensavo saresti venuta."
"Neanche io."
"Non ti dirò che mi fa piacere."
"Perché dovresti? Non è nel tuo stile."
"Ma grazie comunque."
Sembra di respirare acqua e dolore, in lontananza le sagome di Alfred e Grayson.
"È stata Betty Kane."
"Lo immaginavo: mai piaciuta quella stracciona."
L'ombra di un sorriso adorna le labbra tumefatte di Bruce.
"Ho sciolto la Batman Incorporated."
"Immaginavo anche questo."
Ti chini sulla tomba di Damian e deponi una rosa gialla.
Bruce ti fissa interrogativo e scrolli le spalle in una muta risposta.
"Gli piacevano. Credo di averglielo sentito dire tra un calcio a un criminale e un tweet polemico a Tim."
Annuisce Wayne e raddrizza le spalle, contraendo la faccia in una smorfia di dolore.
"Quanto è grave?"
"Nulla che non possa gestire."
"Ne sono sicura."
"Mi aveva avvelenato."
"Tipico di Talia. D'altronde..." mormori nell'aere " è quello che ha sempre fatto."

È ruvida la pelle di Bruce contro la tua, ferite e cicatrici d'una guerra che avete combattuto anche assieme.
Ti cerca la linea dell'ombelico, scivolando poi verso il pube.
Gli sfiori il volto, intrecciando le tue dita nei suoi capelli.
Morde e chiede una resa assoluta il pipistrello, affondi nel cuore e nell'anima, tra le cosce l'umido d'un sentimento che vuoi - che devi - chiamare 'amore'.
Cerchi sulla sua bocca le parole - quelle parole -  ma è sempre troppo impegnata in altro, che sia latrare ordini a un esercito di pipistrelli e uccellini scellerati, oppure portarti all'orgasmo di una notte.
All'alba, quando del cacciatore di Gotham non sono rimaste altro che spoglie esauste e un leggero russare, ti concedi il lusso di pensare.
Alla tua vita e alla sua.
Alle tue scelte e a ciò per cui hai sempre combattuto.
A Damian e a Talia.

Una famiglia.

Stiri le labbra in una linea sottile - tragica - accostandoti alle tende e spiando la città che va risvegliandosi.

Un impero.

Sono le dieci quando ti raggiunge in cucina, sedendosi vicino a te.

Un retaggio.

Non ha parole con cui consolarti Bruce, perché sarebbero solo un'offesa al tuo orgoglio ipertrofico.
Ne percorri il volto con lo sguardo, raccogliendoti le ginocchia al petto.
"Saranno venticinque anni domani."
Bruce fruga le pieghe d'una città senza futuro e rimane immobile, le mani sul tavolo, gli occhi distanti.
Non ti aspettavi che lo ricordasse - bugiarda, ti sussurra la coscienza, sei solo una bugiarda - ma non riesci a trattenere un suono di disapprovazione - di delusione - all'evidenza dei fatti.
"Vuoi un caffè?" gli domandi incolore "Dovrei averne ancora..."
"Mi stai facendo perdere tempo. È stata la prima cosa che ti ho detto quando ci siamo incontrati alla villa dei Falcone; l'ultima che direi oggi."
Ti fermi, a metà tra il tavolo e la credenza.

Mi stai facendo perdere tempo.

"Saranno ventisei, Selina. Un'eternità, per quelli come noi."
"Mi avevano scambiato per una tua alleata."
Alle tue spalle ti sembra di sentire Bruce ridere.
"Quale errore."
"Vicky Vale non ha mai capito molto di maschere e criminali." sintetizzi, girandoti e trovandolo intento a fissarti.
"Neppure Falcone."
E non puoi fare a meno di sorridere.

Ti trattiene, accarezzandoti il polso con i polpastrelli.
"Li ho persi tutti."
"Sì." riesci a replicare "e mi dispiace."
Bruce sorride leggermente, ma non c'è niente in quella piega asimmetrica e di plastica.
"Forse, non li ho mai avuti davvero."
"Hai avuto lui." ribatti, indicando la tomba alla tua destra "Hai avuto Richard e Tim e persino Jason. Ci hai avuti tutti, Bruce. Ma non hai saputo trattenerci."
Si inclina verso di te, percorrendoti la linea della mandibola fino al mento.
"Era sua madre." mormora, una punta di stupore nella voce "Era suo figlio."
"Allora puoi immaginare il suo dolore quando ha scelto te."
Quando Bruce si lascia andare contro la tua spalla, la neve ha appena cominciato a cadere.

"Controllo mentale?"
La bellezza di Talia è sottolineata dalle lingue rossastre del fuoco, i capelli raccolti in un nodo strettissimo e le gambe elegantemente incrociate sulla stuoia.
"Se qualcuno tentasse di farti confessare la vera identità di Batman, sarebbe la fine. È meglio che tu sia pronta a ogni evenienza."
"Questa è solo una parte della verità, e lo sai anche tu."
Talia apre un occhio, una pietra nerissima e lucida nel buio della caverna.
"E quale sarebbe l'altra?" ti domanda, scettica.
"Che io non ti piaccio."
"Mai ammesso il contrario."
"E che quando mi metterò in quella ridicola posizione a fiore di loto, mi pianterai una spada nella schiena. Sai come si dice, tutte quelle cose sulla curiosità che uccise il gatto."
Un sorriso le aveva illuminato il volto, facendole, per un attimo, intravedere che cosa avesse mai visto Bruce in lei.
"Forse. O forse no. Non hai che da provare."
E la soddisfazione resuscitò il gatto.

"È ora di rientrare."
Bruce annuisce, ma non accenna a muoversi.
Alzi il bavero del tuo cappotto, avvolgendogli poi la sciarpa attorno al collo.
"Prenderai freddo."
E ti rendi conto dell'assurdità di quell'affermazione appena finisci di pronunciarla, ma sei troppo stanca per vergognartene.
Bruce ti fissa in tralice, allacciandoti le braccia alla vita e soffocando un grazie tra i tuoi capelli.
Sospiri, rilassandoti contro il suo corpo.
"Aspetterò." mormori "Aspetterò, Bruce."
A Gotham, l'ultimo punto d'una relazione costruita sulle briciole d'un tempo rubato.

Cosa avevate in comune?
Niente, ti gridava adesso il cuore.
Tutto, sussurrava quella carogna della tua coscienza.

Nel riflesso cieco dello specchio, una femmina che non si sarebbe mai arresa.

Nemmeno io, Talia.

Tra di voi, la polvere del ricordo.
   
 
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