“John.” La sua saliva secca, quella parola smorzata che le era uscita dalla bocca, la vita che lentamente le stava spirando davanti, le forze che la abbandonavano, l’orgoglio a dirle di non fermarsi e l’ingegno d’assecondare l’oblio.
Gli occhi che s’abbandonavano a guizzi di pazzia, sogni febbrili, allucinazioni a illuminare quella sua mente nera ... Nera ... Nera.
Si rivoltava nel letto invocando aiuto, si contorceva nel dolore e nell’odio e cercava di parlare, di urlare, di gettarsi giù nell’occhio del ciclone.
“John!” La vela aveva lanciato un lamento terribile, le sartie avevano spezzato il silenzio e le sue mere forze erano state fatte vane nel momento in cui l’acqua le aveva tolto il respiro.
“Quickdraw!!” La voce di quel capitano infuriato, lo sguardo attonito e incredulo della ciurmaglia quando questi fu pronto, pronto a morir per lei, a gettarsi nella buia pece, nel nero oblio pur di rivedere i suoi occhi.
“Quickdraw, sto venendo da te!” Quell’Amor di cui tanto i poeti avevano scritto, solo fu a menar le loro anime. E all’alba su quella triste spiaggia la pioggia sancì il loro sentimento.
Sentimento, perché che mai si dica che un ladro abbia amato, che mai si dica che un pirata abbia amato, che mai si dica che quei loro corpi abbiano provato passioni più che per le onde.
“Non sai quello che stai facendo, donna … il mio cuore appartiene al mare, sono sposato con la mia nave ... E la mia anima erra per l’orizzonte.” Avery la guardava dubbioso, attratto, compiaciuto. Non era mai stato amore forse, ma nei suoi occhi aveva visto la sua meta, la sua libertà.
“Allora perché mi hai salvata?” E quell’unica domanda era bastata a tenerli insieme per sempre. Un solo bacio puro e frivolo, una sola promessa d’amore e desiderio.
“Verrai con me, dunque?” Il capitano afferrò il suo cappello, scrutò all’orizzonte la sua bella Viictory e tornò con le labbra alla sua amante, mentre la chiara alba pizzicava i loro volti.
“Verrò ovunque vorrai andare. Ti amo più della mia stessa vita, John. “
“E mi starai accanto per sempre? Non è da te, mia cara.” I baffi arricciati, quell’aria birichina e insolente che le dava i brividi e la faceva innervosire mosse le sue belle gote in un sorriso, addolcì le sue grazie, chiuse i suoi occhi e spense ogni sua piccola fiamma di ragione.
“ Il vento sta cambiando, la tempesta è passata, il tesoro ci attende.”
“Al timone, allora, capitano Avery, dico che la marina inglese non ci fermerà quando saremo così vicini a Isla de Muerta.”
Le sorrise con un po’ di nostalgia, le tese la mano, l’accompagnò portandola via.