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Autore: Gretel85    05/10/2013    13 recensioni
Mentre rimpiccioliva e perdeva, almeno nell'aspetto, la sua natura umana, Shampoo ebbe la certezza che in quel momento il suo cuore si fosse fermato. Sotto la pioggia, il suo sguardo felino si inumidì di lacrime. Vedere lui che con pazienza, preoccupazione e rabbia le dava le spalle e, raccolto da terra quell'essere odioso di Akane, l'aveva stretta a sé e portata dentro casa, era stata un'immagine troppo forte per lei. Non si meritava questo.
Abbandonando vestiti e ombrello nel giardino dei Tendo, la piccola gattina rosa saltò oltre il muro e corse via, facendo a se stessa una piccola, grande promessa.
Non sarebbe successo mai più.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Shan-pu, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Almeno piove a dirotto...* Si ritrovò a pensare la più piccola delle Tendo, sfiorando con la fronte il gelido vetro della finestra. Era una fredda giornata di inizio ottobre e una brutta influenza l'aveva costretta, suo malgrado, a rimanere a letto negli ultimi tre giorni. Confinata in camera sua, si annoiava moltissimo e non sapeva cosa fare. Di scendere di sotto non se ne parlava proprio. Sapeva già che cosa le avrebbero detto.

-Akane, ma cosa ci fai qui? Rimani in camera, ti devi riposare!- Una sorella eccessivamente premurosa.

-Bambina mia, buahhhh! Non voglio che tu muoia!- Un padre incorreggibile.

-Ehi sorellina, che intenzioni hai? Non vorrai mica attaccare la tua influenza a tutti? Se vuoi, dopo ti vengo a fare compagnia. Ho giusto bisogno di un paio di scatti... Kuno è molto preoccupato per la tua assenza, lo sai?- Un'altra sorella, decisamente incommentabile.

Sempre i soliti. Sarebbe stata rispedita in camera sua immediatamente, proprio com'era successo un'ora prima. E proprio quando aveva sperato che qualcuno, e non uno qualsiasi, la difendesse e la trattasse come un essere umano e non un morto vivente, ci si era messo anche lui che, stranamente gentile, le aveva consigliato di tornare in camera sua. Più tardi le avrebbe portato un tè. E solo davanti a quella gentilezza inaspettata le erano tremate le gambe e per una volta nella vita, con il volto ancora più bollente, aveva deciso di obbedire, senza fiatare.

Ma ora era pentita di non essersi opposta. *Uffa, che noia...* E mentre la sua mente formulò questo pensiero, si ritrovò a stringere gli occhi per focalizzare, attraverso la pioggia battente, la versione femminile del suo fidanzato, che in giardino e sotto la pioggia tirava calci e pugni a un invisibile avversario. Sorrise lievemente. La figura del suo ragazzo quando si allenava o combatteva era sempre forte ed elegante. Difficile non rimanere ammirati. Ad un tratto si accorse che lui, o meglio lei, non stava più combattendo e che, ferma in mezzo al giardino, la fissava.

Akane si rese conto solo in quel momento di aver mantenuto il sorriso carico di affetto che gli aveva riservato fino a un secondo prima e si affrettò a liberarsene. Solo quando vide una sua mano muoversi in un cenno di saluto, realizzò che sarebbe stato molto, ma molto scortese non ricambiare. Sorrise di nuovo alzando la mano destra.
*Ora fai ciao con la manina, Akane...* S'impose mentalmente. Si sentiva rigida e imbarazzata, ma ormai lui l'aveva vista ed era meglio far finta di niente.

E poi all'improvviso, una nota e lunga chioma lilla e un grande ombrello bianco le coprirono la visuale.
-Ni-hao, amole! La tua Shampoo è qui, sei contento?-
-Sha-Shampoo! Lasciami...così mi strozzi!-

Un ghigno infuriato sostituì il bel sorriso di Akane Tendo e le sue piccole, ma potenti, cinque dita sbatterono contro la scrivania sotto di lei.
-Che diavolo stanno facendo?-
Incurante di parenti e ospiti e soprattutto del proprio stato di salute, Akane si precipitò al piano di sotto.

-Che succede, Akane?- Si affrettò ad affacciarsi Kasumi dalla cucina. Nessuna risposta. Prima che Soun e Genma potessero alzare il loro sguardo dalla scacchiera e prima che Nabiki avesse il tempo di chiudere la scatola dei biscotti, Akane si era già precipitata di fuori, scalza e sotto la pioggia.
-Che cosa stai facendo, Akane?- Si girò di scatto Ranma.
-Perchè? È forse vietato prendere una boccata d'aria nel proprio giardino?- Chiese acida e con finta noncuranza la fidanzata. -E poi, forse, potrei chiedere la stessa cosa a te, non credi?-
-Guarda che non è come pensi, mi ha preso alle spalle e non sapevo che... ehi ma dico, sei impazzita? Non lo vedi che piove? Hai la febbre, vai subito dentro!-
-Si lasciaci soli, Akane... mi occupo io di lui.- Miagolò sensuale l'indesiderata ospite.

Al diavolo le apparenze.

-Non ho posto la domanda a te, Shampoo e tu non azzardarti a darmi ordini, Ranma. Comunque tranquillo, ero solo scesa a fare due passi; vi lascio subito soli, visto che ci tieni tanto!-
-Ma ti ho già detto che mi ha preso alle spalle e... -
-Etciùùù!-
-Ecco, lo vedi? Guarda che hai fatto, scema! Sei fradicia.- Ranma fece per avvicinarsi. -Shampoo, lasciami andare e vai a casa, per piacere.- Si liberò.
-Lanma, ma come? Io sono qui pel te e tu non sai dilmi altlo?-

Ranma afferrò Akane per un polso. Era bollente.
-Sei uno stup...- Provò a divincolarsi debolmente la ragazza, prima di perdere i sensi.
-Lanma!- Si aggrappò con più forza la cinesina alla spalla del suo pseudo amore.
-Accidenti, Shampoo! Ti ho detto di andare a casa!- E con un calcio, non troppo forte, le fece saltare l'ombrello dalle mani.

Mentre rimpiccioliva e perdeva, almeno nell'aspetto, la sua natura umana, Shampoo ebbe la certezza che in quel momento il suo cuore si fosse fermato. Sotto la pioggia, il suo sguardo felino si inumidì di lacrime. Vedere lui che con pazienza, preoccupazione e rabbia le dava le spalle e, raccolto da terra quell'essere odioso di Akane, l'aveva stretta a sé e portata dentro casa, era stata un'immagine troppo forte per lei. Non si meritava questo.
Abbandonando vestiti e ombrello nel giardino dei Tendo, la piccola gattina rosa saltò oltre il muro e corse via, facendo a se stessa una piccola, grande promessa.
Non sarebbe successo mai più.

* * *

Erano ormai le nove di sera, quando qualcuno suonò alla porta. -Chi sarà mai a quest'ora? Vado io!- Annunciò come d'abitudine la dolce Kasumi.
-Buonasela, Kasumi.-
-Oh buonasera, Shampoo. Entra, prego.- Kasumi non sapeva cosa dire, anche lei sorpresa da tanta gentilezza. -Cerchi Ranma o Akane? O...-
-Celcavo tutti voi, a dile il velo. Innanzi tutto cledo di avel lasciato qui il mio omblello e dei vestiti e volevo lecupelalli.- Spiegò la cinesina, una nota deliziososamente squillante nella voce.
-E poi oggi non mi sono compoltata bene con Lanma e Akane e con tutti voi in genelale. Vi do semple tante noie. Quindi ho deciso di poltalvi un pensielo.- Rivelò, mostrando due thermos. -È un tè buonissimo che la mia bisnonna ha appena complato e ho pensato di condividello con voi...pel fale pace!-
Kasumi si era fermata già alla parola tè.
-Oh ma che gentile, non dovevi! Vieni, accomodati.- Il sorriso della felicità.

-Come ti senti ora, Akane?- Seduto a gambe incrociate e fintamente disinteressato, Ranma guardò la sua fidanzata con la coda dell'occhio. Da quando Kasumi l'aveva asciugata e messa a letto, non l'aveva abbandonata un secondo.
-Sto meglio, grazie, Ranma.- Sorrise l'altra da sotto le coperte.
Ranma ricambiò il sorriso, per poi tornare subito serio. -Sono contento che la febbre non sia aumentata...- Scattò in piedi. -Ma si può sapere cosa pensavi di fare, eh? Sei proprio una sciocca!- Si maledì nello stesso istante in cui pronunciò quelle parole, ma era davvero arrabbiato e soprattutto con se stesso. La risposta della sua dolce fidanzata non si lasciò troppo attendere.
-Ranma, se ti scoccia tanto stare qui, puoi anche andartene sai?- Non sorrideva più ora. - Ti ho già ringraziato e...-
      -Akane, è permesso?-
-Sì certo, Kasumi, vieni.-
-Akane, Ranma, c'è una visita per voi. Shampoo è qui e...-
-E figuriamoci se poteva lasciarci in pace per un giorno intero!- Si alterò Akane.
-Ha portato del tè per fare pace. Sembra davvero molto dispiaciuta per quanto successo oggi.- Concluse amabilmente Kasumi.

Akane saltò su a sedere; voleva alzarsi dal letto, ma un presa forte e decisa sulla sua spalla la fermò.

-Senti, Akane.- Era Ranma. -Ora promettimi una cosa. Tu stai tranquilla qui, ce la sbrighiamo noi. Ascoltami una buona volta, per piacere. Appena posso ti porterò una tazza di tè, va bene? Te l'avevo promesso in fondo.-
Kasumi annuiva concorde e lui le aveva detto quelle ultime parole con tanta fermezza che non ebbe la forza di fare altro, se non ricascare sul cuscino borbottando.
-Uffa, va bene.-

Quando Ranma scese di sotto, suo padre e l'intera famiglia Tendo, eccetto Akane, avevano già preso posto intorno alla tavola. Tutti avevano assunto un'espressione ambigua. Soun aveva l'aria di uno che non aspettasse altro che saltargli addosso e chiedergli “Ranma, sai dirmi cosa significa tutto questo?”; al suo fianco suo padre guardava verso il pavimento, uno sguardo che Ranma conosceva molto bene. *Si starà chiedendo se oltre al tè ci sono anche dei dolcetti...*. Sbuffò. A capotavola Kasumi gli sorrideva, come al solito, ad occhi semichiusi e, accanto a lei, una Shampoo, stranamente ancora ferma al suo posto, faceva altrettanto invitandolo a sedersi. Chiudeva il cerchio Nabiki. Un biscotto ancora in bocca, lo guardava, avrebbe potuto giurarlo, estremamente divertita.

E allora Ranma prese posto.

-Oh Lanma, mi dispiace tanto che Akane non sia dei nostli.- Iniziò Shampoo. -So che non sta bene e che se ora sta ancola peggio, è tutta colpa mia.- Si inchinò improvvisamente ossequiosa la cinesina. -Sono davvelo dispiaciuta per questo, scusatemi.-
*Ma è impazzita?* Non potè fare a meno di pensare Ranma. E non fu il solo.
-Ma no, figurati!- Intervenne Kasumi con la solita dolcezza e poggiandole delicatamente una mano sulla schiena. -Non devi preoccuparti, non è vero Ranma?-
-Eh? Ah sì, certo. Akane si riprenderà e dopo le porterò una tazza del tuo tè, così...-
-Splendido!- Battè inaspettatamente le mani la ragazza. -Ottima idea, Lanma. Spelo tanto che applezzelà il mio pensielo. Ci tellei molto.-

Ranma non sapeva più cosa dire. Gli occhi di tutti erano sgranati. Tranne quelli di Nabiki, è ovvio. Era estremamente difficile sorprenderla.

-Beh, direi di assaggiare questo tè speciale allora, ahahahah!- Si rilassò Soun cercando di sdrammatizzare la situazione.
-Ben detto, amico mio!- Lo seguì a ruota Genma con rinnovato entusiasmo. -Abbiamo anche qualcosa da sgranocchiare, per caso?- E Kasumi capita l'antifona si diresse per l'ennesima volta in cucina.
*Lo sapevo,è sempre il solito.* -Ma non ti vergogni, papà? Hai appena finito di....-
Un improvviso profumo, fresco, pungente, ma delizioso, inondò la stanza.
-...cenare.- Concluse quasi in un sussurro.

Shampoo aveva aperto il primo thermos. Tutti rimasero senza parole, estasiati da un profumo così intenso e buono.

-Buono, velo? Ve l'ho detto, è un tè speciale alla menta che ha complato la bisnonna; tla tutti quelli che ho plovato, questo è davvelo il migliole, ve l'assiculo.- Commentava sorridendo mentre versava con attenzione il caldo infuso in tutte le tazze.
-Ops, il plimo Thelmos è finito! Aspetta un attimo, Lanma. Ne ho ancola un po', per foltuna.- Indicò il secondo Thermos. -Intanto polta questo ad Akane e salutala da palte mia.- Concluse porgendogli una tazza ancora fumante.
Ranma afferrò esitante la tazza e, senza fiatare, si diresse in camera di Akane.

-Sono io, posso entrare?-
-Entra pure, Ranma.-
-Eccomi.- Sorrise. -Come vedi non ti ho mentito. Ti ho portato una tazza di tè... sembra buono.-
Akane seduta nel suo letto rimase affascinata dall'improvviso profumo nella sua stanza.
-Accidenti.- Ammise. -Devo dire che dal profumo sembrerebbe delizioso, poggiamelo sul tavolo, per piacere. Lo berrò appena si fredda un pochino.- Si voltò per guardare meglio i movimenti di lui, lenti e accorti.
-E grazie, Ranma. Mi dispiace per oggi.- Aggiunse chinando leggermente il capo da un lato.
Lui arrossì. Akane era tranquilla. Non era il caso di farla arrabbiare di nuovo, riportandole i saluti di Shampoo.
-Non preoccuparti, piuttosto pensa a riposarti, testona.-
-Com'è questo tè?- Cercò di apparire disinvolta.
-Non l'ho ancora assaggiato, ora scendo e lo provo.-
Akane sembrò delusa, sperava che lui rimanesse lì con lei ancora un po'. E forse l'espressione sul suo viso fu particolarmente evidente, perchè Ranma, giunto alla porta, si fermò un istante.
-Akane...- Richiamò il suo sguardo. -...a dopo, dai.-
Era stato chiaro.

 

-È già andata via?- Chiese Ranma a Kasumi quando scendendo trovò una persona in meno a tavola. Era sorpreso.
-Ti dispiace?- Insinuò Nabiki, richiamando immediatamente l'attenzione dei due padri.
-Ma che vai dicendo! Dico solo che è stata gentile e non l'ho salutata, tutto qui.-
-Non preoccuparti, Ranma.- Intervenne Kasumi. -Sembrava aver fretta. La saluterai un'altra volta. Tieni, questa è la tua tazza di tè, l'abbiamo tenuta da parte.-

Akane afferrò la piccola tazza di terracotta. *Certo, senza manico è complicato! È davvero bollente...* Inspirando a pieni polmoni quel caldo e delizioso profumo di menta, avvicinò lentamente la tazza alla bocca, immergendovi a malapena il labbro superiore.
-No. Decisamente troppo caldo.- E appoggiata nuovamente la tazza sulla scrivania, spense la luce e si infilò sotto alle coperte.
A poco a poco si rese conto che le voci dal basso le sembravano più lontane; l'odore di erbe che la tazza fumante emanava vicino al suo letto era intenso e così gradevole da stordire i sensi. Pensava a Ranma. Tra poco sarebbe passato da lei.
*Se chiudo gli occhi cinque minuti, non succederà niente, no?*
Cadde nel sonno più profondo.

 

Ad un tratto la porta della sua stanza si aprì e Akane, come se fosse rimasta sveglia tutto il tempo, si tirò subito su a sedere. Nel buio sforzò gli occhi per vederlo meglio. Sorrise. Indubbiamente era lui, i contorni della sua figura non li avrebbe mai potuti confondere. E poi quel codino...
*Ranma, sei tu?*
-....?-
Ebbe paura.
-...!-
Molta paura.

Aprendo la bocca come per urlare, fece un ultimo tentativo. Ma nulla.
Non un suono usciva dalla sua bocca. Atterrita, cominciò a indietreggiare, per quanto possibile, nel letto. La figura di lui avanzava e mai come in quel momento le sembrò tanto minacciosa.
Camminava in modo strano, tutto storto; con una mano la salutava inquietante.

Un balzo e fu sopra la sua scrivania e in quel momento Akane credette seriamente di morire di infarto. Lui non era lui. Era l'ombra di lui, bidimensionale e nera, si divertiva a saltellare da una superficie all'altra della stanza. Da sopra la scrivania, si spostò all'armadio e poi da lì a sedersi sopra la cornice del quadro di fronte al suo letto. Camminando al contrario sul soffitto, faceva finta di cadere a terra, per poi sparire velocemente e ricomparire un attimo dopo da un'altra parte.

Il silenzio era spaventoso. Voleva mettere fine a quell'incubo e subito, ma per quanto si sforzasse di urlare, non riusciva ad emettere alcun suono.
Disperata e inorridita, si voltò allora verso il muro e cominciò a sbattere i pugni contro di esso, nella vana speranza di farsi male e svegliarsi.

* * *

-Svegliati, è ola di andale.-
Un sussurro gli fece aprire gli occhi. Doveva essere l'alba. La testa gli pesava enormemente, come un macigno eppure...eppure era vuota, alleggerita di qualche cosa che lì per lì non gli sembrò importante.
Davanti a lui una giovane ragazza lo fissava sensualmente, con amore. I lunghi capelli le scivolavano lungo il corpo; illuminata dai raggi rosa dell'alba, le apparve davvero bellissima. Arrossì e distolse lo sguardo. E proprio guardandosi intorno, cominciò ad agitarsi.
- Dove mi trovo? E tu chi sei?- Si alzò di scatto.
-Come chi sono, non licoldi? Sono Shampoo, la tua fidanzata.-
-La mia cosa? Ma io non ti ho mai vista!-
-Shhh, non stlillale, o sveglielai tutti.- E con un gesto della mano indicò uno strano gruppo di persone ancora addormentate per terra.
-Arghh! Cosa ci fa un panda qui?- Si focalizzò il ragazzo sulla pelosa e gigantesca figura che giaceva accanto a lui.
-Ti eri perso e sei arrivato fino a qui, Lanma.- Ignorò la sua ultima domanda. -Ma ola io ti ho ritlovato e insieme tolnelemo a casa. Durante il viaggio ti spiegherò meglio, amole mio.-

Ranma si voltò verso di lei. Era combattuto. Si guardava intorno spaesato. All'improvviso gli sembrò di essere appena nato.
Non sapeva dove si trovava, non aveva ricordi, non aveva un nome e non sapeva chi era. Lei lo chiamava Lanma, sembrava conoscerlo da molto e aveva un vestito cinese, come lui.
*Che sia un indizio?* Sentendosi perso, decise di darle fiducia. 
-So che ola sei confuso, ma fidati di me e tieni.- La piccola ragazza dai capelli lavanda aprì un palmo della mano. Al centro di esso tre chicchi rossi di melograno.
-Come hai detto che ti chiami, scusa?-
-Shampoo, amole. Tieni, mangiali. Li ho poltali per te. Sono chicchi magici: ti falanno limettele in fletta e salai più folte di plima.-
Quelle parole avrebbero convinto chiunque, soprattutto lui, e pur non sapendo bene il perchè, si avventò sui tre chicchi di melograno, divorandoli avidamente.

-Bene, amole.- Si avvicinò la cinesina, fissandolo negli occhi. Con una mano gli accarezzò il volto.
Aspettava quel momento da una vita.

-E ola plomettimi che salai mio per semple.-


-Noooo!- Un urlo liberatorio e finalmente Akane riuscì a svegliarsi.
La coperta e il cuscino per terra, le sue gambe intrecciate al lenzuolo e il cuore che le batteva ancora furiosamente.
*Sono tutta sudata, accidenti!*

Una manciata di secondi e la normalità della sua stanza, ora illuminata a giorno dai primi raggi dell'alba, tornò ad accoglierla con calore. S'impose di calmarsi.
Velocemente si alzò in piedi, era troppo presto per alzarsi, ma aveva bisogno di tranquillizzarsi un po'. Abbassando lo sguardo notò la tazza di tè sul tavolino. Sedendosi alla scrivania, l'afferrò con una mano. Il profumo era svanito, la tazza era gelida. *Pazienza.* Fece spallucce e alzò lo sguardo verso i tetti delle case.

Scattò in piedi.

Per un attimo, un solo istante, sbattè le palpebre perplessa.
Da lontano le era sembrato di vedere una figura a lei nota saltare di tetto in tetto verso il sole.
Chiuse e aprì gli occhi una seconda volta.
Niente.
Non c'era niente.
*Ho dormito proprio male stanotte!* Sbadigliò.
Con calma ed estrema lentezza di movimenti si chinò a raccogliere cuscino e coperta.

Cinque minuti dopo si era riaddormentata.

* * *

 

Ciao a tutti! Eccomi qui con il mio secondo tentativo di ff in più capitoli. È una storia che mi frulla per la testa da un po'... :) Se avete tempo e voglia, fatemi sapere cosa ne pensate! Mi fa sempre molto piacere.

Baci. Gretel.

 

 

 

 

  
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