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Autore: Strega_Mogana    03/04/2008    3 recensioni
Svegliarsi al mattino in ritardo, correre come una matta... e perdere ugualmente l’autobus, cercare in tutti i modi di arrivare puntuali a scuola e, invece, finire in punizione in corridoio.
Studiare, studiare, studiare.... per prendere brutti voti.
Uscire con le amiche... mangiarsi un gelato... guardare le vetrine dei negozi e disperarsi perché non abbiamo abbastanza soldi per fare shopping.
E’ questa la vita che vorrei.
E’ questa la vita che loro meritano...
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lo stava sorvegliando da diverse ore ormai.
Nel buio della stanza del suo fidanzato fissava immobile la sagoma stesa sul letto. Ogni tanto gli inumidiva il viso con un panno bagnato, Ami aveva medicato le ferite che aveva sul corpo.
Parlava nel sonno: a volte erano parole per lei senza senso, altre volte chiamava qualcuno. Una volta aveva chiamato Serenity.
Lei era lì.
Ma non era Serenity.
Non in quel momento almeno.
Era solo Usagi.
Il corpo nel letto si mosse, gemette per il dolore mentre la pezza sulla fronte cadeva sul pavimento.
Si mosse piano. Senza staccare gli occhi da lui si alzò, le gambe protestarono per la lunga inattività, la schiena le diede leggermente fastidio, ma non ci badò. Prese la pezzuola da terra e la immerse nel catino pieno d’acqua ormai tiepida posto sulla scrivania di Mamoru. Lentamente picchiettò il volto del ragazzo privo di sensi, cercando di non svegliarlo, anche se aveva molte domande da porgli.
Si voltò per sciacquare di nuovo il pezzo di stoffa, quando si sentì afferrare per il polso. Sussultò spaventata, la mano lasciò cadere a terra la pezza che produsse uno strano rumore quando incontrò il pavimento.
- Usagi… - sussurrò una voce flebile dal letto.
La ragazza dai lunghi codini si voltò incontrando lo sguardo velato dal dolore di Demando.
- Riposa. – disse solamente liberando dalla sua debole stretta il polso – Sei ferito e sei molto debole.
Demando chiuse gli occhi, un soffio uscì dalle labbra livide:
- Non… posso…
- Non hai altra scelta. – gli rispose, la voce calma, dolce, pacata – Devi guarire. Poi parleremo. – Anche se non avrebbe voluto, quelle parole risuonarono nella stanza come un ordine.
Demando sospirò di nuovo, fece un debole cenno col capo poi cadde in un sonno privo di sogni.
La ragazza raccolse la pezza da terra, la sciacquò e la posizionò sulla fronte dell’uomo. Prese il catino e uscì dalla stanza.
L’alba stava arrivando velocemente, il cielo scuro della notte era attraversato da striature rosee e arancioni. La città si stava lentamente svegliando dal sonno.
Aveva mandato a casa le altre e chiamato a casa spiegando alla madre che avrebbe dormito da Makoto. Invece era rimasta da Mamoru a vegliare su quello che, probabilmente, era il peggior nemico che avesse mai affrontato. Almeno fino a quel momento.
Mamoru stava sdraiato sul divano, sembrava che dormisse tranquillamente. Anche se aveva un disperato bisogno di sentirsi protetta tra le sua braccia, lo lasciò stare. Voleva che riposasse in vista della battaglia finale che, ne era certa, sarebbe arrivata di lì a poco.
Demando, al momento, era il minore dei mali e l’ultima delle sue preoccupazioni.
Mentre lo vegliava aveva riflettuto a lungo su quella situazione. Sul suo futuro di Regina, sul suo ruolo di madre e, prima ancora, di moglie.
Poche settimane erano passate da quando le sue amiche avevano riacquistato la memoria, poche settimane da quando avevano perso la vita per proteggerla.
Così poche settimane.
I suoi pensieri furono interrotti da due forti braccia che la circondarono alle spalle e due labbra morbide che si posarono sul suo collo. Sorrise rilassandosi in quell’abbraccio, reclinò la testa all’indietro appoggiandola sulla spalla dell’uomo. Si sentiva così stanca.
- Si sta svegliando… - mormorò alzando una mano per accarezzare la sua chioma corvina.
- Ti ha detto qualcosa?- le sussurrò all’orecchio accarezzandole il lobo con le labbra.
- Mi ha chiamato per nome…
Lo sentì irrigidirsi e staccarsi come se l’avesse appena insultato.
- Conosce la tua identità?
Si voltò lentamente, Mamoru aveva due profonde occhiaie sotto gli occhi, probabilmente non aveva dormito molto su quel divano.
- Sono stata con lui per un po’…- spiegò con un’alzata di spalle – non mi stupisce il fatto che conosca la mia vera identità.
- Vuol dire che la conosce anche il Saggio.
Usagi annuì solamente.
- Cosa credi che dobbiamo fare?
La ragazza trovava strano che un uomo come Mamoru chiedesse a lei, una semplice ragazza delle superiori, come doveva comportarsi. Appoggiò il capo al suo petto. Il cuore dell’uomo che amava era regolare. Era un suono rilassante.
- Credo che l’unica soluzione…- mormorò chiudendo gli occhi – sia quella di aspettare il prossimo attacco di Wisman. Sono certa che Rei saprà captare ogni energia negativa aliena.
- Sì. - rispose il ragazzo accarezzandole la schiena – Credo che sia l’unica soluzione.
Usagi si sentì sollevare da terra e posare sul divano nel salotto.
- Dormi Usagi,- mormorò Mamoru baciandole una guancia – ci penso io a Demando.
Mamoru osservò Usagi crollare distrutta sul divano del suo salotto.
Tornò in cucina e prese il catino con l’acqua fresca, si diresse nella stanza e lo posò sulla scrivania. Demando dormiva apparentemente tranquillo.
Lui non lo era affatto.
Per quanto fosse debole e ferito non lo voleva in casa sua. Così vicino alla donna che amava.
Si sedette sulla stessa sedia che aveva occupato la sua ragazza prima, era ancora tiepida. Il sonno era sparito. Prese un libro dell’università e lo aprì dove aveva lasciato il segno qualche giorno prima. Lanciò un’ultima occhiata all’uomo nel letto e abbassò lo sguardo sul capitolo di anatomia.

***

Aspettava.
Paziente.
In silenzio.
Aspettava.
Poteva distruggere la Terra in qualsiasi momento. Poteva togliere la vita ad un umano come e quando voleva. Per lui i terrestri erano solo un branco di formiche insignificanti. Ma non era il momento.
L’energia accumulata era sufficiente per aprire i cancelli neri.
Ma prima di realizzare il suo piano di conquista, prima di distruggere quell’insignificante sassolino dell’universo, prima di tutto questo voleva umiliare Sailor Moon e le sue stupide guerriere.
Voleva vederle morte sotto i suoi potenti colpi. Voleva farle soffrire. Voleva togliere a loro tutto quello che amavano. Voleva vederle supplicare di togliergli anche la loro inutile vita.
Ma non era ancora il momento.
Erano ancora deboli e non ci sarebbe stato gusto.
Lui voleva che andassero a cercarlo di loro spontanea volontà.
Doveva solo pazientare.
Presto sarebbero arrivate.
E con loro anche la sua vittoria.

***

Nulla stava cambiando dopo il suo risveglio.
Aveva sperato che qualcosa iniziasse a mutare dopo la partenza di Usagi e Mamoru.
Invece il mondo che aveva costruito con sacrifici non era cambiato.
Doveva avere fiducia. Doveva credere in lei. Nella se stessa del passato. Altrimenti l’aiuto che voleva darle sarebbe stato vano.
Doveva crederci.
Endimion era accanto a lei.
Erano nel parco del castello o quello che ne restava.
Sembrava un cimitero di pietra e polvere.
- Se qui non è ancora cambiato nulla vuol dire che il futuro è ancora in pericolo.
La Regina annuì solamente. I suoi scintillanti occhi blu erano fermi su una statua di pietra riversa sul pavimento di terra battuta.
- Wisman è più forte di quando l’hai affrontato tu.
- E’ per questo che voglio aiutarla.
Il cielo sopra le loro teste si scurì all’improvviso, in lontananza poterono sentire i fulmini tagliare il cielo appesantito dalle nubi nere.
- La battaglia finale è vicina… - mormorò Serenity osservando il cielo – e anche il destino del nostro mondo.

***

Rei aprì gli occhi di scatto. Si era messa a meditare davanti al fuoco sacro non appena era rientrata al Tempio. Il nonno le aveva messo accanto un vassoio con dei panini, ma non aveva toccato cibo.
La fame era un problema secondario in quel momento.
L’aveva sentito.
Non stava aggredendo degli innocenti, non stava sprigionando energie particolari. Stava solo in attesa. E la cosa non le piaceva.
Si alzò velocemente, agguantò un tramezzino e uscì dalla sala del fuoco. Mentre mangiava e si vestiva velocemente pensò a cosa dire o chi chiamare per prima.
Era mattina presto.
Alcuni uccellini cinguettavano sugli alberi.
Un giorno qualunque.
Forse il loro ultimo giorno.
Prese il cellulare e selezionò il primo numero sulla sua lista.
Solo uno squillo e lei rispose, era come se aspettasse la sua chiama.
- Rei?
- L’ho sentito Ami. – disse subito senza girare intorno alla questione – Dobbiamo avvisare Usagi.
- Io chiamo Makoto, tu Minako. Troviamoci da Mamoru tra mezz’ora.

***

L’avevano svegliata di colpo, ma il sonno era sparito completamente quando le avevano dato la notizia.
Rei aveva trovato Wisman.
Non molto lontano dalla Torre di Tokyo.
Ami aveva ipotizzato che la Torre serviva al Saggio per incanalare meglio l’energia terrestre accumulata e aprire più velocemente i Cancelli Neri. La Torre avrebbe amplificato i potere del Fantasma permettendogli di diventare molto più forte.
- Perché non sta attaccando? – chiese Minako seduta tra Ami e Rei – Perché resta fermo vicino alla Torre?
- Non lo so. – rispose Makoto – Forse non ha abbastanza energia terrestre. Starà aspettando che in città ci sia più gente.
- No.
Tutti si voltarono a guardare Usagi. Fissava il cielo fuori dalla porta finestre del salotto di Mamoru.
- Cosa credi che stia aspettando, Usagi? – le domandò il ragazzo.
- Noi. – rispose decisa l’altra – Wisman sta aspettando noi.
- Cosa facciamo?- domandò Rei osservando le spalle della sua leader.
La ragazza di lunghi codini biondi osservò la città ancora semi addormentata sotto di lei.
- Non ci sono in giro molte persone a quest’ora. – valutò – Se dobbiamo combattere meglio farlo ora.
- E’ una trappola.
Tutti i presenti si voltarono verso il corridoio che dava sulla stanza di Mamoru. Demando si era alzato. Era ancora debole, si reggeva a malapena in piedi, era costretto ad appoggiarsi allo stipite di legno della porta e lo sguardo era ancora offuscato dal dolore che provava.
- E chi mi dice che non sei proprio tu la trappola? – domandò sulla difensiva Mamoru alzandosi in piedi.
- Se avessi voluto far del male a Usagi l’avrei fatto molto tempo fa. – rispose Demando ritrovando per un attimo la fierezza del principe della Luna Nera – Ancora prima che il Saggio la rapisse.
- Non è possibile! – urlò Rei – Ce ne saremmo accorte se qualcuno la inseguiva!
Con un sorriso vittorioso Demando si passò una mano sul volto usando quel briciolo di potere che era riuscito a recuperare in quelle poche ore di riposo.
Il suo corpo sembrò cambiare, era diventato più giovane, quasi un ragazzino della loro età.
- Sei tu! – urlò il ragazzo moro indicandolo con dito – Tu sei… tu sei…
- Daniel. – finì per lui Usagi – Hai preso le sembianze di un ragazzo della mia età solo per starmi vicino?
Demando non rispose. La trasformazione si sciolse. Aveva usato troppe energie e sarebbe caduto a terra se Usagi non fosse corsa verso di lui per sorreggerlo.
- Sei debole. – gli disse senza cambiare l’espressione seria del volto – Devi riposare.
- Wisman…- ripeté con un filo di voce – é… una… trappola…
- Siamo preparate. – rispose Rei duramente – Non devi preoccuparti.
- Voi non capite…- continuò Demando avvicinandosi alle guerriere – lui… non è come gli altri… non si può ferire… non con i vostri poteri…
- Tu sai come fermarlo? – chiese Ami.
- La sua sfera… quello è il suo punto debole…
Usagi lo costrinse a tornare a letto.
- Non devi fare questi sforzi. – gli disse – Ti affaticherai e non potrai guarire.
- Io… io… voglio aiutarvi…
- Devi stare a letto. – ribatté l’altra – Quando torneremo dovremo parlare a lungo Demando.
- Usagi…
- Ora dormi.
Quando la porta si chiuse gli occhi con un sospiro profondo.
- Mi dispiace.
Usagi lo coprì con la coperta e tornò in salotto. Le sue compagne erano in piedi e si erano già trasformate.
- Se dobbiamo combattere meglio farlo subito. – sorrise Minako – Noi ti seguiremo ovunque Usagi.
La bionda sorrise e sfiorò la sua spilla.
- Moon crystal power, make up!

***
Wisman apparve accanto alla torre di Tokyo.
I suoi occhi brillarono dietro il cappuccio quando avvertì una forte energia.
- Stanno arrivando.
***
- Pluto!
Sailor Pluto apparve davanti alla Regina. Abbassò il capo stringendo con una mano il bastone che le dava il potere di comandare il tempo.
- E’ arrivato il momento. – disse in tono solenne Serenity circondata dalla sue guerriere – Andiamo sulla torre più alta del palazzo di cristallo.

***
Le guerriere Sailor accompagnate da Tuxedo Kamen arrivarono nella piazza sotto la Torre di Tokyo. Fortunatamente quella mattina era ancora deserta. Sailor Mars aveva le mani congiunte in preghiera mentre cercava l’energia maligna che il Saggio emanava. La stessa cosa stava facendo Sailor Mercury con il suo mini computer portatile. Le altre si guardavano solo attorno.
Usagi era nervosa, sentiva che sarebbe successo qualcosa e questo la metteva a disagio.
Improvvisamente l’aria si fece più pesante.
Rei aprì gli occhi e si voltò di scatto.
- Burning mandala!
I cerchi di sfuoco sfiorarono il corpo della guerriera della Luna e andarono a colpire un raggio di energia nera che stava per colpire Usagi alla spalle.
Le altre guerriere si voltarono verso la fonte di quel raggio ma non videro nulla.
- Sailor Jupiter! – urlò Ami premendo con frenesia i tasti – Alla tua destra!
- Sparkling wide pressure! – i potenti fulmini di Makoto colpirono il raggio facendolo sparire.
- Si sta solo divertendo…- mormorò Sailor Venus – vuole solo farci sprecare tempo.
Vide un luccichio alle spalle di Ami e si preparò a lottare.
- Venus "Love-me" chain! – la catena dorata colpì solo aria mentre attorno a loro si levava una risata crudele.
- Sciocche guerriere Sailor. – gracchiò la voce di Wisman attorno a loro – I vostri colpi non posso fare nulla contro i miei poteri. Mi sto solo divertendo un po’. Presto la Terra e i suoi inutili abitanti saranno nelle mie mani.
- Mai! - gridò Sailor Moon – Noi non ci arrenderemo.
- Io di questo non mi preoccuperei. – rispose il Saggio apparendo sopra le loro teste – Quando la Terra sarà in mio potere, voi sarete tutte morte.
- Moon princess halation!
Wisman scomparve poco prima che il colpo di Sailor Moon lo colpisse e apparve dietro Sailor Mars e Sailor Venus.
Fece solo un gesto della mano, un’ondata di energia colpì le due giovani guerriere alle spalle, sbalzandole lontano.
- Rei! Minako! – urlò Usagi correndo verso di loro.
- Ti distruggerò! – fece Mamoru correndo verso il Fantasma.
- Stupido umano!
Dalla sfera arancione partì un raggio nero che colpì Tuxedo Kamen in petto. Mamoru urlò e poi si accasciò a terra.
- Mamo-Chan!
- Shine, aqua illusion!
- Sparkling wide pressure!
I colpi di Mercury e Jupiter si unirono colpendo alle spalle Wisman che sparì all’istante.
- Colpito! – gridò trionfante Makoto.
- E’ stato troppo facile. – rifletté Ami riprendendo il suo computer – Non è possibile che…
L’energia negativa del Saggio le colpì entrambe facendole cadere a terra prive di energie.
- Ami! Makoto!
- Sei sola ora Sailor Moon. – fece il Fantasma apparendo davanti ad Usagi – Sei sempre stata sola.
- Non mi farai di nuovo il lavaggio del cervello Wisman. – gridò la guerriera stringendo il suo scettro – Ora dovrai vedertela con me.
- Piccola ingenua. Il tuo potere benefico non può nulla contro il Grande Saggio!
- Forse il suo no! – urlò una voce maschile – Ma il mio sì!
- Vedo che sei ancora vivo, Principe Demando. – fece con voce melliflua Wisman – Ma ancora per poco!
Sailor Moon fu scagliata di lato mentre il Saggio si lanciava con tutte le sue forze sul Principe della Luna Nera.
Lo scontro tra i due era talmente veloce che Usagi faceva fatica a distinguere Demando dal Fantasma. Mentre i due combattevano, lei si occupò delle sue amiche. Nessuna sembrava ferita gravemente, solo qualche leggero graffio. Ma il potere di Wisman era in grado di prosciugare ogni loro energia positiva.
- Noi stiamo bene…- fece Rei alzandosi, le gambe le tremavano – dobbiamo sconfiggerlo o aprirà i cancelli neri.
- Non siamo abbastanza forti. – valutò Ami in ginocchio – Demando aveva ragione.
- Dobbiamo provarci. – disse Minako si stava rialzando appoggiandosi a Makoto.
- Uniamo i nostri poteri. – suggerì la guerriera di Giove, una goccia di sangue aveva lasciato una leggera scia rossa sui lineamenti marcati del suo volto da un taglio sopra il sopracciglio destro.
- Userò il Cristallo d’Argento.
- Non hai abbastanza energie, Usagi. – le fece notare Mamoru.
- Devo provarci…- rispose la bionda – o non avrò mai pace. Se Wisman riesce ad aprire il portale sarà anche per colpa mia. Dobbiamo fermarlo.
Un urlo squarciò il cielo mattutino di Tokyio. Le guerriere Sailor si voltarono verso la battaglia in corso tra il Saggio e Demando. Il Fantasma volteggiava sopra il corpo martoriato dai colpi del giovane uomo; Usagi dimenticò per un attimo il suo ruolo e corse verso il Principe.
- Demando…- mormorò con un filo di voce, l’uomo respirava velocemente, il viso era una maschera di sangue, il vestito che indossava era macchiato e strappato in più punti – Principe Demando…
Gli sollevò la testa e l’appoggiò sulle sue ginocchia.
Demando aprì lentamente le palpebre.
- Serenity…- mormorò con voce roca, un rivolo di sangue gli sporcò le labbra – mi… dispiace…
Usagi scosse il capo, le lacrime pizzicavano agli angoli dei suoi occhi. In fondo aveva provato a salvarle la vita.
- Ora ti farò guarire. – gli disse spostando un ciuffo sporco dalla fronte – utilizzerò il mio Cristal…- un dito del giovane si posò delicatamente sulle sue labbra.
- Non sprecare il tuo potere con me. – le disse lentamente, i suoi occhi brillavano – Non preoccuparti, andò a dire a mio fratello che aveva ragione.
- Demando…
- Addio… è stato bello amarti… Sailor Moon.
Il dito scivolò dalle labbra dalla ragazza.
Il braccio cadde a terra. Demando chiuse gli occhi e morì tra le braccia della donna che aveva saputo aprire uno spiraglio nel suo cuore macchiato dall’odio.
Usagi osservò il volto del principe, una lacrima scivolò sul suo viso e cadde sulle labbra dell’uomo. Il corpo di quello che era stato il principe della Luna Nera brillò qualche istante per poi dissolversi in una nuvoletta di scintille viola.
Usagi strinse i pugni e si alzò rabbiosa.
Wisman osservava la scena divertito.
- Un’altra morte sulla tua fragile coscienza. – la derise – Ora morirai Sailor Moon e questo mondo sarà mio!
- Io non lo permetterò!- rispose la guerriera della Luna – Io proteggerò la Terra e le persone che amo! Io vincerò Wisman! Io ti impedirò di aprire i cancelli neri.
Un fulmine squarciò il cielo della città.
- Fino a pochi minuti fa c’era il sole! – fece Minako osservando il cielo che si era scurito all’improvviso – Cosa sta succedendo?
Rei impallidì sentendo una forte energia negativa saturare l’aria:
- Il Fantasma ha appena aperto i cancelli neri. E noi non siamo abbastanza forti per sconfiggerlo.

   
 
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