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Autore: hazzaslady    08/10/2013    1 recensioni
“Dicono che a volte la coincidenza sia una conseguenza del destino.
Non ci ho mai creduto, sinceramente, e mai avrei pensato di cominciare a crederci.”
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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35. “Pinky promise.

(Hope)

 


«Hope? Si può? Posso entrare?»
Mi rigiro sul letto mettendomi a pancia in giù e portandomi il lenzuolo fino a sopra la testa.
Non ho proprio voglia di parlare con nessuno, non oggi.
«Che tu voglia o no io entro ugualmente.»
«Mpf
«Non ho capito nulla di quello che hai detto ma lo prendo come un segno d’approvazione, come un “Certamente Liam, illuminami con i tuoi discorsi.”»
Scuoto la testa da sotto il lenzuolo, senza dare segni di vita.
«E non continuare a fare finta di dormire, so benissimo che sei sveglia. Il fatto che hai il turno pomeridiano a lavoro oggi non ti giustifica del fatto che devi stare a letto fino alle tre! E poi, un po’ di luce potresti farla entrare qua dentro.»
Non ricevendo nessuna risposta da parte mia sento il leggerissimo rumore delle tende che vengono spostate e noto la luce che illumina la mia camera.
«Ti alzi da quel letto e mi spieghi del perché ti stai comportando da asociale?»
«Non sono un’asociale...» sussurro con voce rauca dal sonno.
«E’ da stamattina che non rispondi alle mie chiamate, e le ragazze non vedendoti scendere si sono preoccupate e hanno iniziato a pensare al peggio!» 
«Siete sempre tutti i soliti esagerati che vi preoccupare per nulla.»
«Beh sai, non è normale rimanere a letto fino alle tre. Ellen ha subito pensato che ti sei lasciata con Joe e in questo momento stai piangendo disperatamente.»
Sposto il lenzuolo da sopra la mia testa, trascinandolo ai miei piedi.
«Non mi sono lasciata con lui, e come vedi non sto piangendo.»
Sospira quasi sollevato. «Questo mi fa proprio piacere. Allora mi spieghi perché stai qui, immobile sul tuo letto senza dare segni di vita, almeno fino ad ora?!»
«Scappo dai miei problemi.»
Vedo il suo volto corrugarsi in un’espressione visibilmente confusa. 
«Dovrei sapere di quali problemi stai parlando?» mi chiede.
Sospiro. «Dato che ti interessa così tanto della mia vita incasinata
«Incasinata?! E poi dici che siamo noi esagerati, ma tu non sei da meno.»
«Harry mi ha chiesto di provare a diventare amica con Hannah.» sbuffo.
Appoggio la testa al materasso, portandomi il cuscino sopra la testa.
«Che cosa?» chiede Liam sbalordito. «Non dirmi che tu hai accettato.»
«Sì Liam, la cosa assolutamente pazza è che io ho anche accettato di provarci! E’ totalmente insano quello che mi ha chiesto, come pretende che io possa anche solo chiedere a quella ragazza un’uscita da amiche? Mi odia, e non so nemmeno il perché, capisco che non mi sopporta perché la cosa è ricambiata, ma arrivato a l’odio, mi sembra eccessivo. Che le ho fatto da odiarmi? Qualche insulsa battutina non porta ad odiare una persona, altrimenti adesso Harry mi odierebbe!» dico.
Faccio un leggero gridolino di sfogo, nascosta dal cuscino.
Liam mi toglie il cuscino e si inginocchia accanto al mio letto guardandomi. 
«E cosa vorresti fare? Intanarti qui in camera tua per tutta la vita?»
«Vedi che hai capito il mio piano?»
Scuote la testa. «Non devi scappare ne dai problemi, ne dalle promesse fatte.»
«E cosa pretendi che faccia Liam? Andare da Hannah e chiederle di uscire? Diventare la sua amica del cuore? Fare shopping tutti i pomeriggi con lei?»
«E’ una promessa che hai fatto a lui, quindi sì.»
«Pft.» mi metto seduta strofinandomi gli occhi che ancora devono abituarsi alla luce del sole che è nella camera. «Da bravo migliore amico avresti dovuto dirmi: “Hai ragione Hope, devi rimanere qua per sempre perché è una cosa insana.”»
Liam se la ride di gusto. «Alzati, fatti una doccia, preparati e vai a lavorare.»
«Ai suoi ordini, papino.»
Mi tira il cuscino e si rimette in piedi facendomi sentire terribilmente bassa.
«Ti aspetto tra qualche minuto giù, spero che seguirai il mio consiglio.»
«Esci immediatamente da camera mia, adesso, ora!» gli indico la porta.
Lui obbedisce al mio ordine e senza farselo ripetere di nuovo esce.

Svogliatamente mi alzo dal mio amato letto e prendendo il ricambio mi trascino verso il bagno, chiudendo bene la porta, a quanto pare qua entra chi vuole. Dopo essere uscita dalla doccia, mi soffermo davanti lo specchio, mi pettino i capelli per bene ed inizio ad asciugarli con il getto d’aria calda del phon. Sospiro, a quanto pare scappare dai problemi non serve a nulla. 
Devo affrontarli. 
E per quanto mi pesa cercare di comportarmi da amica con Hannah, devo almeno provarci, l’ho promesso e devo mantenere le mie promesse, come ha detto Liam.

Dopo aver asciugato i capelli per bene, mi trucco, mi vesto ed esco dalla mia camera subito dopo aver preso il giacchetto, la borsa e il cellulare. Sto per scendere le scale quando lo vedo seduto sul divano con un foglio appoggiato alle ginocchia e una penna tra le dita, intento a scrivere qualcosa. E’ da due giorni che non si stacca da quel dannatissimo foglio.
«Ehi Lì, stai per caso preparando la letterina per Babbo Natale in anticipo?»
Liam nel sentirmi parlare ripiega immediatamente il foglio e lo mette nella tasca posteriore degli jeans, per poi alzarsi dal divano e girarsi verso di me.
«Non ho idea di quale foglio tu stia parlando.»
Ridacchio alzando gli occhi al cielo. «Certo come no, mi sono immaginata tutto.»
Scendo le scale e indosso il giacchetto di pelle, sistemandomi i lunghi capelli.
«Ti accompagno a lavoro, altrimenti arrivi in ritardo.» mi dice.
«Ma le altre? Non dirmi che ero totalmente sola a casa.» 
«Sì beh, sono tutte sparse in giro per Londra. Eri totalmente sola.» risponde.
«Grande! Che belle amiche che mi lasciano sola.»
Liam ride per poi prendermi la mano ed uscire di casa.
Mi soffermo qualche secondo per chiudere la porta a chiave per poi camminare verso la macchina di Liam, mi apre lo sportello ed entro, seguita da lui.
Inserisce le chiavi nel nottolino e allaccia la cintura.
Appoggio la schiena al sedile. «Se restavo in camera mia era meglio.»
«Certo, e da oggi in poi ti chiamavano tutti Hope, la drogata asociale.»
«Sempre meglio della tortura che dovrò subirmi.»
«Come sei melodrammatica. Anzi, allacciati immediatamente la cintura.»
Lo guardo corrugando la fronte. «Dimmi che scherzi! Saranno se no tre isolati.»
«Non mi interessa, io ci tengo alla sicurezza di chi sale su questa macchina.»
Seguo il suo ordine e allaccio la cintura. «Sei peggio di mio padre, Payne!»
Liam ride di gusto per poi concentrarsi sulla strada.

 

***


«Eccoci arrivati.»
Liam accosta proprio davanti lo Starbucks. 
Mi tolgo la cintura e apro lo sportello. «Grazie del passaggio molto sicuro.»
«Smettila! Se mi comporto in modo protettivo non è colpa mia.»
Ruoto gli occhi. «E di chi sarebbe la colpa, James?»
«Ehi ma quella non è la macchina di Harry?» dice Liam indicando una Range Rover nera parcheggiata nel parcheggio.
«Cosa ci fa qua?»
«Non prevedo nulla di buono... augurami buona fortuna!» lo supplico.
«Non ne hai bisogno.» 
Gli sorrido e scendo dalla macchina, chiudendo lo sportello.
Cammino a grandi passi verso il locale, passando accanto a quella macchina.

 

***


«Hope, ti suona con insistenza il cellulare, hai intenzione di rispondere?»
Finisco di servire l’ultimo cliente alla cassa e mi pulisco le mani con uno straccio.
«O se è qualcuno che vuoi evitare rispondo io dicendogli che sei impegnata.»
Ridacchio alzando gli occhi al cielo. «Non ho nessuno da evitare Hazz.»
«La Hope di qualche mese fa che ce l’aveva con il mondo intero è andata a farsi benedire?» dice lui ridendoci sopra. 
Sa benissimo che sono più tranquilla ora.
«Passami il mio cellulare.»
Lui me lo passa e mi sorride.
Lo prendo e rimango stranita dal vedere lampeggiare: mamma<3.
«Mamma.» rispondo entusiasta.
«Oh Liz.» 
Secondo nome? Mh, mi sa che qualcosa non quadra.
«Mamita, a cosa devo la tua inaspettata chiamata?»
Tengo il cellulare appoggiato sulla spalla e l’orecchio sopra mentre con Harry faccio un’emozionantissima partita a filetto su un foglio. 
«Lo so che non sopporti le mie chiamate, non fare finta di essere felice.»
«Mamma, ma cosa dici, lo sai che mi manca sentire la tua voce.»
«Oh, bambina mia anche la tua mi manca!»
«... tre x, ha, battuto!» sussurro al riccio che mi guarda irritato.
«Ma comunque il tuo tono di voce non mi convince mamma, perché mi hai chiamata? Devi dirmi qualcosa di importante?» le domando insistente.
«Sono così emozionata di rivederti dopo un anno!» esclama entusiasta.
Sbarro gli occhi mentre la penna che avevo nella mano mi scivola.
Harry mi guarda preoccupato chiedendomi se va tutto bene.
«Come sarebbe a dire che sei emozionata di rivedermi?» 
«Manca solo un giorno e finalmente posso riabbracciare la mia piccolina!»
Tossisco ripetutamente sussurrando ad Harry che va tutto tutto bene.
«Mi sa che mi sono persa qualcosa perché non so di cosa stai parlando.»
«Come no?! Charlie non ti ha avvisata?»
«No...» mi sposto una ciocca di capelli che mi è finita davanti gli occhi.
Ora arriva la bomba, penso, mordendomi il labbro inferiore.
«Domani arrivo a Londra.»
Chiudo gli occhi mi portola mano sopra la fronte, scuotendo la testa.
Sono felicissima all’idea di rivedere la mia cara mamma, ma allo stesso tempo no, non voglio che si immischia nella mia nuova vita lontana da casa, non ora. Ripeto, se questa mattina rimanevo nel mio letto e non davo segni di vita era meglio.
E dannazione a Liam e al suo "non scappare dai tuoi problemi."
«Oh mamma, non sai quanto ne sono contenta di questa notizia!» esclamo con un tono da finta entusiasta. «... davvero tanto.» concludo in un sussurro.
«Mi fa piacere, Elizabeth. Credevo che mi rispondevi male.»
Mi mordo il labbro. «Ti rispondo male ora, solo perché stai usando il mio secondo nome. Mi chiamo Hope, mamma, Hope. Me l’hai dato tu questo nome! Non chiamarmi con il mio secondo nome, sai che lo odio.» 
«E me ne sono pentita, Elizabeth è decisamente più bello!»
«Grazie per dire che il mio nome ti fa schifo.»
Guardo il ricciolino che se la ride di gusto e lo fulmino con lo sguardo.
«Non sto dicendo che mi fa schifo, Dio Hope, perché capisci sempre il contrario delle cose che ti dicono? A volte sei impossibile, da chi hai preso?»
«Da mio padre.» sorrido.
«Oh! A proposito di tuo padre...»
«Non mi dire che viene anche lui, mi uccido, giuro!»
«Devo dire che ami incondizionatamente la tua famiglia.»
«Non è per questo, ma non sono pronta ad avere tutta la Santa Famiglia a casa mia! Già tu mi basti, se poi si aggrega pure papà o Jake sono apposto.»
«La tua famiglia mi piace.» sussurra Harry ridendo.
Gli do un colpetto sul braccio. «Ringrazia che sono in un luogo pubblico e soprattutto che sono a telefono con mia madre, a quest’ora ti avrei ucciso
«Jake ti saluta calorosamente e mi ha detto di riferirti che non verrebbe lì da te nemmeno sotto forza quindi non sperare in una sua visita.» dice mia madre.
Sorrido all’idea di avere qui a Londra mio fratello, completamente perso.
«Non ci spero proprio mamma...» 
Harry continua a ridere e cerco di dargli uno schiaffo che schifa bene.
«Ma la vuoi smettere, razza di idiota che non sei altro?!» sbotto.
«Mi scusi.» risponde Harry alzando le mani.
«Tesoro?! Posso sapere con chi stai parlando?» mi domanda mia madre.
«Mamma scusami ma sono a lavoro e-»
Mi interrompe. «E sei con il tuo ragazzo, vero?»
Guardo il ragazzo di fronte a me e rido. «No mamma, un amico.»
«Non vedo l’ora di incontrare i tuoi amici!» esclama entusiasta.
Anche io mamma, sprizzo felicità da tutti i pori.
«Mi puoi chiamare in un altro momento? Sono impegnata mamma, se sto ancora a telefono mi licenziano e non voglio perdere il mio lavoro.»
«Va bene piccolina, ci sentiamo, ti voglio bene!»
«Anche io mamma...» stacco la chiamata sbuffando.
«Grande scusa per evitare di continuare a parlare con tua madre. Davvero bello giocarsi la carta del "sto a lavoro e non posso parlare o mi licenziano."»
Poso il cellulare dentro la borsa. «Cosa vorresti insinuare, Hazz?»
«Beh, Hop, non vorrei giudicarti ma quando sei qui dentro passi di più il tempo a telefono o a parlare con gli amici invece di lavorare, ci sarebbero state tantissime altre occasioni per licenziarti, ma sei ancora qua.» dice lui.
«Semplicemente perché il mio capo mi adora.»
«No, semplicemente perché sei l’unica cogliona che vuole lavorare qui dentro, circondata da dolci, frappuccini, cappuccini, muffin, zucchero e cannella!»
«Ma come ti permetti!» gli do un colpetto. «Non tutti abbiamo la fortuna di diventare delle super star internazionali e di fare concerti in tutto il mondo.»
«Pft. Paragonare la tua vita noiosa alla mia... che colpo basso.»
Mi tolgo da dietro il bancone e mi scaglio su di lui cominciando a picchiarlo, fregandomene totalmente degli sguardi dei clienti. «Lurido bastardo!»
«Non è corretto esagerare con gli insulti.»
«Senti chi parla!»
«Dai su, tregua, facciamo pace.» dice guardandomi con la sua faccia da cupcake indifeso, facendo il labbruccio, cosa che odio e non poco.
Odio il fatto di non saper resistere di più.
«Perché? Eravamo litigati? Non ne avevo idea io...»
Mi abbraccia istintivamente. «Ma quanto sei sciocca. Sciocchina
«Ehi, non esageriamo con questi atti d’affetto in pubblico.»
«Ti danno fastidio?»
«Non voglio che le persone pensino che stiamo insieme.»
Lui annuisce e scioglie l’abbraccio quasi... irritato e infastidito.
«A proposito di "stare insieme", volevo chiederti una cosa...»
Ed ecco la domanda che ho cercato di evitare per tutto il giorno!
«Hai provato a chiamare Hannah?»
Boom. «Non ho il suo numero, quindi come potevo chiamarla?»
«Basta chiedere e te lo scrivo su un pezzo di carta.»
Il problema è proprio questo, il fatto che io non lo voglio il suo numero.
«Va bene...» gli avvicino un blocco note. «Scrivilo qua sopra.»
Lui mi sorride dolcemente ed estrae il cellulare dalla tasca degli jeans.
Cerca il numero di Hannah e lo trascrive sul foglio del blocco note.
Me lo porge sorridendomi. «Non sai quanto sono orgoglioso di te.»
«Non farmi pentire di averti accettato a farti questo favore...»
«No, assolutamente!» si alza dalla sedia. «Adesso devo andare, quando hai intenzione di chiamarla il numero ce l’hai adesso.» indica il blocco note.
A mio malgrado. «Non assillarmi ancora, Edward.»
Si sporge per stamparmi un bacio sulla guancia. «Ciao, Elizabeth.»
Lo saluto con la mano e non appena oltrepassa la porta ritorno al mio lavoro. Strappo la pagina con il numero di Hannah e piegandolo lo metto in tasca.
Non solo mia madre, devo pure pensare ad Hannah adesso!

 


(Connie)


Inserisco la chiave nella serratura e noto che è ben chiusa.
Dopo aver aperto la porta entro in casa e la richiudo alle mie spalle.
Mi tolgo la giacca e l’appendo all’attaccapanni insieme alla borsa.
Mi trascino in cucina e mi avvicino al frigo dove vedo un biglietto.

 
Sono andata a lavoro, grazie per esservi preoccupate così tanto di me da avermi anche lasciata sola a casa.
Sto bene comunque e no Ellen, non mi sono lasciata con nessuno.
Ci vediamo alle 7.00 p.m se non ho qualche impegno anche se penso di non averne.
ps: preparate la cena!
- Hope

Rido e stacco il biglietto dal frigo, aprendolo e prendendo qualcosa da bere.
Da quando si scrivono i biglietti in questa casa? 
«Di sicuro quella ragazza è ancora buttata sul letto, depressa!»
Prendo un bicchiere e verso del succo dentro non facendo caso alle voci.
«Sono le cinque e mezza, non penso proprio.»
«Ma si può sapere che ha? Non ho ancora capito la discussione.»
«Nemmeno io.»
«Dunque, a chi propongo la giornata che abbiamo in mente per domani?»
Esco dalla cucina e noto Louis, Megan e Alexis in soggiorno.
«Louis, a cosa dobbiamo la tua inaspettata visita?» dico sarcastica.
Louis mi sorride. «A cosa devo questo tuo inaspettato sarcasmo?»
«Non rispondere ad una domanda con una domanda!»
«Volevo proporvi una cosa a cui abbiamo pensato io e Niall.»
Mi appoggio allo spigolo della porta. «Ti ascolto molto volentieri.»
«Che ne dite di fare una bella mangiata domani nel giardino di casa nostra domani? Passiamo tutta la giornata insieme. Come i vecchi tempi.»
«Per me è una bellissima idea!» esclama entusiasta Megan.
«Per te qualsiasi cosa propone Louis è una bellissima idea.» le dice Alexis.
«Passare una giornata insieme? Scusa, non lo facciamo tutti i giorni?»
Louis mi incenerisce con lo sguardo. «Connie mi stai urtando!»
Scoppio a ridere e lo abbraccio. «Lou Lou, sai che non era mia intenzione.»
«Allora, che cosa ne pensi della mia geniale idea?»
Annuisco. «Mi servirebbe proprio passare una giornata senza pensieri.»
«Hakuna matata?»
Ci giriamo verso la porta e notiamo Hope in compagnia di Liam.
«Sei viva allora!» esclama Alexis allargando le braccia.
«Certo, il mondo sentirebbe la mancanza di Hope Wilson se me ne andassi.»
«Oh, ma sentitela!» la spinge leggermente Liam. «Quant’è modesta!»
«Non sono modesta Liam, io dico la verità. Cos’è il mondo senza me? Nulla! Un mondo veramente noioso, io porto allegria a questo posto oh!»
Liam scoppia a ridere e per qualche minuto rimango incantata, rimango incantata da lui, dalla sua voce, dalla sua risata e dal suo sorriso...
Connie cosa diamine stai pensando?
Mi schiaffeggio mentalmente e ritorno alla realtà.
«Comunque Louis e Niall ci hanno appena illuminati con la loro sensazionale idea su cosa fare domani!» esclama Megan. «Una bella mangiata insieme.»
«Ma che bella idea.» esclama Liam sorridendo.
«Boo visto che ogni tanto delle belle idee ti vengono in mente?» dice Hope avvicinandosi a lui. «Lo accendi ogni tanto il cervello.» gli scompiglia i capelli.
«Ma oggi la vostra dolcezza è andata a farsi benedire?» sbotta irritato.
«Louis, fattela una risata ogni tanto!» esclama Ellen entrando in casa.
«Basta maltrattare il mio Lou...» dice Megan abbracciandolo.
«Meno male che ci sei tu...»
«Posso farlo solo io!» conclude ridendo.
«Oh! Rimangio tutto quello che ho appena detto. Bella ragazza che ho! Invece di difendermi ride di me, non ho parole.» dice Louis offeso.
«Sei troppo melodrammatico Tomlinson.» gli dico.
Noto con lo sguardo Hope che ogni tanto dà dei colpetti alla tasca destra dei suoi jeans e mentre sussurra qualcosa a Liam, qualcosa che non sento.
Cerco di avvicinarmi per capire qualcosa del discorso.
Connie cosa ti interessa? Perché vuoi sapere i loro discorsi?
«Bene allora ci vediamo domani.» dice Louis controllando l’iPhone.
Qualcosa scatta nella mentre di Hope perché alza subito lo sguardo.
«Hai detto domani?»
«Sì.»
«Dannazione...» si morde il labbro.
Mi sembra leggermente turbata. «Che hai?» le domando.
«Poche ore fa mi è arrivata una bellissima chiamata da parte di mia madre dove mi diceva che non vede l’ora di abbracciarmi domani, domani! Esatto, domani abbiamo mia madre in mezzo ai piedi sfortunatamente...» dice.
«Perché te lo ha detto solo oggi?» le chiede Alexis.
«Doveva dirmelo Charlie, ma penso che lo abbia dimenticato.»
«Che problema... dobbiamo annullare tutto?» domanda Louis.
«No, assolutamente. Lei rimarrà qua a casa, le ragazze possono venire tranquillamente mentre io aspetto il suo arrivo e poi corro da voi, non voglio che si annulli tutto per colpa di mia madre, a lei va bene rimanere a casa.»
«Ne sei sicura?» le domanda Liam.
«Tranquilli, conosco benissimo mia madre.»
«Beh se lo dici tu, spero non si offenda.» dice Louis.
Scuote la testa sorridendo. «Nessun problema Louis, ci vediamo domani.»
«Benissimo, dunque ci vediamo domani mattina. Liam, andiamo che gli altri ci aspettano!» dice Louis tirandosi dietro Liam per un braccio. 
«Louis con calma, non c’è bisogno di tirare!» gli urla Liam.
«Oh smettila non ti lamentare!» si avvicina alla porta e si blocca.
Ritorna indietro e dà un bacio a Megan. «Buonanotte amore.»
Megan gli sorride e loro escono di casa.
«Louis delle volte mi sembra un po’ sclerato.» dice Alexis ridendo.
Scoppiamo a ridere.
«Non so se ce la farò ad andare avanti domani quando arriverà mia madre. Che poi perché le è venuta questa idea di venire? Proprio ora? Andavo io.»
«Hope cosa ti lamenti! Io vorrei che mia madre venisse.» dice Megan.
«Megan poi ne riparliamo...»

(Hope)



Faccio zapping alla TV e di tanto in tanto sposto lo sguardo sull’orologio sbuffando. Le altre sono di già a casa dei ragazzi a divertirsi come non mai mentre io mi trovo qua a casa ad aspettare l’arrivo di mia madre, che in tutti i giorni dell’anno doveva venire proprio oggi! Anzi, doveva proprio venire! Sento il cellulare suonare e lo prendo aprendo il messaggio:
 

Da: Mamma - 12.15 p.m
Ciao bambina mia!!! Sono appena arrivata a Londra.
Tra qualche minuto spero di essere da te, sperando anche di non sbagliare indirizzo.


Alzo gli occhi al cielo. Ma non aveva nulla da fare? Invece di venire a rompere a me... ma no!
Mia madre deve essere sempre in mezzo, sono così tranquilla senza i genitori.

 

***


Sento il campanello suonare e corro subito ad aprire.
«Buongiorno, io-»
La interrompo. «Mamma!» esclamo alla sua vista.
Lei mi guarda sorridendo come una bambina di sette anni quando va al supermercato con la propria madre e rimane bloccata nel reparto giocattoli. «Hope?! Bambina mia, non ti avevo riconosciuta. Sei così cambiata dall’ultima volta che ci siamo viste, ed è come minimo passato un anno quasi! Non ci posso credere. Potevi venire a fare visita qualche volta, ma no.»
Si avvicina e mi stritola in un abbraccio da mancare l’aria. «Non respiro più!»
Si allontana ridacchiando. «Mi rimangio tutto quello che ho detto sul fatto che sei cambiata, sei sempre la stessa. Invece di ricambiare l’abbraccio cosa fai? Mi allontani e fai finta di non conoscermi? Che figlia che ho.» scuote la testa.
«Quante storie!»
«Abbracciami e basta altrimenti ti metto in punizione eh!» dice con tono serio.
«Mamma, non vorrei fare la guasta feste ma sei a casa mia adesso quindi comandiamo io e le ragazze, non puoi darmi ordini ne punirmi.» 
«Ma senti questa!» dice lei mettendosi a braccia conserte. «Sono pur sempre tua madre quindi niente ma signorinella e portami rispetto.»
Scuoto la testa ridendo.
«Piuttosto fammi entrare che fa freddo e il taxista non mi ha nemmeno aiutata con le valigie. Che servizio scadente che ha Londra, non si aiuta più una povera donna tutta sola con due enormi valigie.» si lamenta sbuffando.
«Entra mamma, accomodati pure...» mi allontano dalla porta e la faccio accomodare mentre prendo le due valigie. «Ma che hai messo qua dentro? Dinamite? Si può sapere per quanto rimani?» le domando trascinandole.
«Una settimana, perché?»
«E c’era tutto questo bisogno di portarsi tutte queste cose?» chiudo la porta.
Mia madre si sofferma a guardare ogni minimo dettaglio del soggiorno quasi con le lacrime agli occhi. «Non riesco a credere che la mia bambina abita in una casa per i fatti suoi senza la super visione dei suoi genitori.»
Sorrido. «Mamma ti prego non iniziare con le lacrime! Ora ti faccio fare un giro veloce della casa e ti mostro la stanza dove dormirai che ti ho sistemato.»
«Hope calmati! Sembra che hai fretta di lasciarmi qui da sola.»
Abbasso lo sguardo giocherellando con le dita. «Beh, in effetti...»
Lei mi guarda confusa. «Hai fretta di lasciarmi qui? Perché, cosa devi fare di così importante?» mi domanda. «Oh ma dove sono le ragazze?» 
«Ecco, appunto per questo. I nostri amici hanno organizzato una giornata in compagnia tutti e dieci e le ragazze sono già da loro, non voglio rimanere qua mentre loro si divertono mamma... scusami davvero tanto.»
Lei annuisce. «Hai ragione. Peccato. Volevo fare un bel giro per Londra con mia figlia dato che non ci vediamo da un anno. Ma non ha importanza! Vai e divertiti con i tuoi amici che vedi tranquillamente ogni giorno invece di stare con tua madre che non vedi da un anno.»
«La smetti di ripeterlo?»
«Cosa, bambina mia?»
Alzo gli occhi al cielo. «Che non mi vedi da un anno, è solo per oggi mamma! Non è mica colpa mia, la prossima volta mi avvisi prima che devi venire, e lo fai tu personalmente. Dai, domani dopo il lavoro ti ci porto in giro.»
«Me lo prometti?»
Annuisco e le porgo il mignolo. «Pinky promise, mamma.»
Lei stringe il mio mignolo con il suo e sorride. «Aspetterò domani allora.»
L’abbraccio forte. «Ora però devo proprio andare, se hai bisogno di qualcosa basta chiamarmi. Tipo se ti vuoi cucinare qualcosa o qualsiasi altra cosa.»
Corro a prendere la giacca e la indosso, prendo la borsa e le chiavi.
«Verso che ora ritornate?»
«Mh. Undici?! Non ne ho idea.»
«Una serata sola... vorrà dire che mi arrangerò a rendermi utile. Intanto chiamo tuo padre e lo avviso che sono arrivata a casa tua.» sorride.
«Va bene mamma. Camera tua è quella in fondo al corridoio, difficile che sbagli perché sulle nostre porte abbiamo il nostro nome scritto sopra.» 
«Non fare tardi.»
Iniziamo con le solite raccomandazioni.
«Mamma ho 18 anni!»
Le schiocco un rumoroso bacio sulla guancia e dopo aver preso l’iPhone da sopra il comò esco di casa. Mi dirigo a grandi passi verso la macchina ed entro, infilo le chiavi nel nottolino e metto in moto.

 

***


Dopo aver parcheggiato la macchina accuratamente davanti casa dei ragazzi scendo e mi dirigo verso la porta iniziando a suonare il campanello. Nessuno viene ad aprire così prendo l’iPhone e compongo il numero di Liam.
«Ehilà Hope! Quando hai intenzione di venire?» mi domanda subito.
«Liam sono qui, perché non risponde nessuno?»
«Oh siamo nel giardino e non sentiamo, entra dal cancelletto.»
Stacco la chiamata ed entro dal cancelletto che porta al giardino dietro casa.
«Salve a tutti!» esclamo alzando la mano destra e sorridendo.
«Oh guardate chi ci sta degnando della sua presenza, miss Wilson.» dice Louis vedendomi, per poi continuare a bagnare con un secchio pieno d’acqua Zayn.
«I capelli!» urla lui portandosi le mani alla testa.
Niall scoppia a ridere così forte da cadere dalla sedia.
«Niall!» lo chiama Ellen scoppiando a ridere subito dopo. «No, no aspetta devo farti immediatamente una foto e devo metterla su Instagram, fermo!» prende il cellulare dalla tasca degli jeans e gli scatta una foto. «Stupenda.»
Niall si alza da terra e le va affianco. «Fammi vedere.»
«La vedrai non appena la posterò.» dice lei nascondendo il cellulare.
«E dai amore! Voglio vedere solo la foto.» 
«Na-ha! Fatti un giro Nialler, non stressarmi.»
Lui inizia a farle il solletico. «Dammi il cellulare immediatamente.»
«Ma vieni sempre bene nelle foto che problema ti stai creando?»
Sorrido nel vedere quanto sono così carini.
«Oww. Hope finalmente sei arrivata!» Alexis mi viene incontro.
«Ehi.» poso la borsa su una sedia. «Non manca qualcuno?»
Lei si gira e mi indica la zona dove si trova il barbecue. «Tutti là.»
Passo accanto Louis e Zayn alzando le mani. «Vengo in pace quindi non osate bagnarmi o direte addio per sempre alle vostre amate carriere.» li minaccio.
Loro scoppiano a ridere e continuano nella loro guerra.
«Ehi gente!» saluto gli altri.
«Ehi, finalmente ci hai raggiunte.» dice Connie sorridendo.
«Sì, non è stato poi così difficile, pensavo che sarebbe stato peggio.»
«Tua madre è arrivata?» mi domanda Liam.
Annuisco. «Sì, adesso è a casa a cercare qualcosa da fare.»
«Hope!» mi saluta Megan.
«Megan io mi preoccuperei per Louis, si sta comportando da bambino.»
Megan scuote la testa ridendo. 
«Hope ti suona il cellulare!» 
Mi giro e noto Harry che indica la mia borsa.
«Prendilo e portamelo per favore.» lo supplico.
Harry sta per portarmelo quando Louis glielo strappa dalle mani.
Mi avvicino verso di lui. «Tomlinson, come hai osato!?»
«Ho detto che oggi non dobbiamo usare i cellulari, solo per fare alcune foto, non deve esserci nessuna distrazione, dobbiamo pensare solo a noi.»
«E tutta questa saggezza da dove è sbucata? Smettila di dire stronzate.»
«No, io sono un ottimo amico.»
«Su questo non ne ho nessun dubbio, ma lo saresti ancora di più se mi ridassi il mio amatissimo cellulare.» gli dico aprendo la mano.
«No!» esclama iniziando a correre come un pazzo per tutto il giardino.
«Louis William Tomlinson smettila di correre e restituiscimi il cellulare!»
Zayn e Liam ci guardano sconvolti mentre continuo a rincorrere Louis.
«Andiamo Lou! Devo assolutamente rispondere.»
«A chi? Al fidanzatino?»
Harry ferma Louis afferrandolo per un braccio. «Dai, restituisci il cellulare alla sua proprietaria. Non fare lo stupido e comportati da maturo.»
Sorrido ad Harry ringraziandolo mentalmente.
«No! Lo tengo io e basta. Joe aspetterà.»
Tossisco. «Louis, idiota! Guarda lo schermo e vedi cosa ti spunta.»
Louis sposta lo sguardo sullo schermo e nota la scritta "mamma<3".
«Oh merda... scusami.»
Mi prendo il cellulare dalle sue mani e rispondo. «Ehi mamma.»
«Tesoro, perché non rispondevi? Mi stavo preoccupando. Non è che è successo qualcosa di grave?» mi domanda con tono visibilmente preoccupato.
Maledico mentalmente Louis. «No mamma tranquilla, non ho sentito il cellulare suonare, non è successo nulla di grave...» guardo Louis e lo fulmino con lo sguardo. «... non ancora almeno.»
«Dovrei preoccuparmi?»
«Nah. Perché mi hai chiamata?»
«Oh nulla, mi annoio e volevo solo sapere se lì è tutto okay. Avete bisogno di qualcosa? Posso venire e posso aiutarvi e-»
La interrompo. «No mamma, no.»
«Sicura? L’aiuto di un adulto, di un maggiorenne fa sempre bene.»
«Mamma! Siamo tutti maggiorenni, non abbiamo bisogno di nulla, ce la caviamo benissimo anche da soli. Grazie comunque del pensiero.»
Lei sospira. «Okay...»
«Se ti annoi guardati un film. Ehi ma non hai detto di avere un’amica d’infazia proprio qui a Londra? Chiamala e organizza qualcosa con lei.» le propongo.
«Che amica?»
«Una certa Celine se non sbaglio.»
«Oh! Celine! Come ho fatto a dimenticarlo! Hai perfettamente ragione, ma come hai fatto a ricordarlo? Questo significa che mi ascolti quando parlo.»
«Io ascolto tutti quando parlano.»
«La chiamo subito. Ti voglio bene!» stacca la chiamata di colpo.
Poso il cellulare e sospiro.
«Tua madre?» domanda Harry.
«Oh, tu non lo sai. Purtroppo è venuta a farmi visita.» spiego velocemente.
«Purtroppo? Non sai cosa darei per avere mia madre qua con me tutti i giorni. Mi manca da morire e tu cosa fai? Ti lamenti?!» mi urla contro Louis.
«Louis... calmati.» gli dice Megan mettendogli una mano sulla spalla. 
«Dai, su, adesso mangiamo!» dice Ellen avvicinandosi a noi sorridendo.

 

***


«Oh, che bella giornata oggi.» dice Alexis sorridendo.
«Hai proprio ragione sorella.» dice Connie.
Ellen respira a pieni polmoni. «Ci voleva proprio.»
«Una giornata di relax.» dice Megan.
Sorrido dolcemente.
«Hope, posso chiederti una cosa?»
Sento la tasca destra degli jeans bruciare immediatamente, mentre Harry avanza lentamente verso di me con le mani infilate nelle tasche.
Il biglietto. Il numero.
«Devi chiedermi qualcosa? Cosa?!»
Lui scuote la testa. «Non fare finta di nulla, com’è andata?»
«Umm... a cosa ti stai riferendo?»
Scuote la testa ridacchiando. «Ad Hannah sciocchina! L’hai chiamata?»
Mi mordo il labbro inferiore iniziando a tossire.
«Ed ecco la tosse nervosa. Hope me l’hai promesso.»
«Lo so Hazz... lo so... infatti, umm, l’ho chiamata poco fa.» 
Lui sorride. «Veramente?»
No. «Siii! Usciamo domani pomeriggio, andiamo a fare shopping.» 
«Posso venire anche io?» domanda.
«Vuoi venire a fare shopping con due ragazze?» 
«Per essere sicuro che ci esci con lei.»
«Dubiti di me?» alzo un sopracciglio guardandolo.
«No assolutamente!» alza le mani.
«Ah, ecco.»
«Voi due che avete da parlare in segreto?» ci domanda Niall venendo ad abbracciare Harry. «Hope ultimamente vuoi Harry tutto per te!»
«Io?!» mi indico. «Ma se non ho detto nulla.»
Harry scoppia a ridere. «Niall mi mostra più affetto di te.»
«Vai a quel paese!» scoppio a ridere.
«Dai venite a sedervi attorno al fuoco.» ci invita Niall.
Sorridiamo. «Falò?»
«Una specie.»
Spingo leggermente Harry ridacchiando.
Ci sediamo attorno al fuoco coprendoci con alcuni plaid, mi siedo in mezzo a Liam e ad Harry che a sua volta è vicino alle due coppiette mentre Connie è subito dopo di Liam seguita da Alexis e Zayn.
«Facciamo qualcosa di bello, su.» dice Zayn.
«Prendi immediatamente la chitarra!» dice Ellen a Niall passandogliela.
«Canzone?» propone lui prendendo la chitarra, iniziando ad accordarla.
«Siii!» dico entusiasta stringendomi al plaid.
«Che canzone facciamo?» domanda Louis.
«Una vostra!» dice Alexis sorridendo.
«Nostra? Vi sentite bene?» domanda Liam ridendo.
«Ehi noi amiamo da morire le vostre canzoni.» dice Megan stringendo la presa al braccio di Louis e stringendosi sempre di più a lui. «Opto per Little Things.»
«Proposta fantastica Megan.» le dice Harry.
Niall senza ripeterselo due volte inizia a muovere le dita sulle corde della chitarra con professionalità, come se fosse nato con una chitarra in mano. Piano piano le loro voci si uniscono e diventano armonia, quella armonia che se chiudi gli occhi riesce a trasportarti in un altro mondo e ti incanta. Senza farci caso appoggio la testa sulla spalla di Harry e chiudo gli occhi riuscendo a concentrarmi sulla bellissima atmosfera che si è creata.

 

But you’re perfect to me...


Lui mi spinge delicatamente con il gomito e mi sorride, per poi appoggiare la sua testa sulla mia.
Apro gli occhi e sorrido nel vederci tutti così uniti.

 

I won’t let these little things slip out of my mouth,
but if it’s true, it’s you, it’s you they add up to.
I’m in love with you and all these little things...


Niall si gira verso Ellen e la guarda sorridendo.
 

You’ll never love yourself half as much as I love you. 
And you’ll never treat yourself right, darling, but I want you to.
If I let you know I’m here for you.
Maybe you’ll love yourself like I love you, oh.


Ellen rimane incantata dai suoi occhi mentre lui canta.
Sorrido alla vista della scena mentre lei ha quasi le lacrime agli occhi.

 

I’m in love with you and all your little things...


Rimaniamo in silenzio senza nemmeno applaudire.
Ellen schiocca un bacio sulla guancia di Niall.
«Siete bravissimi.» dicono insieme Connie e Megan.
«Mi sono emozionata!» dico portandomi le mani agli occhi.
«Non ho parole per descrivervi davvero.» dice Alexis sorridendo.
Rimaniamo per altri minuti in silenzio mentre guardiamo il fuoco.
«Le cose sono cambiate così in fretta, per tutti penso.» dico.
«In che senso?» mi domanda Zayn.
«Non so... solo qualche mese fa noi eravamo in camera mia ad organizzare il viaggio dei nostri sogni a Londra, senza una meta. E guardateci ora...»
Tutti sorridono e annuiscono.
«Siamo qui, insieme, a condividere dei bei momenti. Chi se la sarebbe mai immaginata una cosa del genere? Quando si parla di destino
«Io sono felice di essere qui.» dice Ellen aggrappandosi al braccio di Niall che le lascia un bacio sulla fronte. «Non mi pento di nessuna scelta.»
«Nemmeno io.» dice Alexis. «Infondo trovare amici come voi non è facile.»
«Ma questa sera avete intenzione di farci piangere?» dice Liam.
«Oh Lì, puoi piangere pure se vuoi!» gli dico spingendolo leggermente.
«Sono felice di avervi incontrato, ragazze.» dice Harry.
«Stesso per noi.» dice Megan abbracciando Louis.
«Dobbiamo prometterci che nonostante tutto, nonostante la vostra fama, i gossip, i paparazzi, le relazioni e tutto il nostro rapporto non cambierà mai.» dico guardando tutti uno ad uno. «Staremo sempre così, come oggi, uniti.»
Ci avviciniamo e portiamo tutti il mignolo al centro. 
«Pinky promise!»


 



Non uccidetemi vi prego, vi prego! *si inginocchia e chiede umilmente scusa*
Volevo aggiornare nei primi giorni di scuola ma tra il mio compleanno - sono una sedicenne adesso!!! Se abitassi in America verrei trattata come una diciottenne, il che mi fa sentire speciale - e appunto, i primi giorni di scuola, non ho proprio avuto il tempo di sedermi al pc. Ormai per qualsiasi cosa uso l
iPhone e quindi non mi andava proprio di accendere il portatile.
Spero che mi avete perdonato, ma sono veramente intenzionata a finire questa storia il più prima possibile.
Quindi state tranquilli, ci riuscirò!

Parlando appunto del capitolo:
Non c
è un gran che, non è nemmeno "importante" è solo una cosa di passaggio che è pure 
venuta male perché la mia ispirazione è andata a farsi un giro, quindi scusate lo schifo! 
Ho messo molto Harope, lo so, ma come ho detto è di passaggio per la cosa di Hannah e soprattutto
per una cosa con la madre di Hope. A proposito, diamole il benvenuto!
Nel prossimo capitolo metterò la Zalexis. I promise.
Che ne pensate della storia di Hannah?
Hope sarà veramente disposta a diventare sua amica?

Eh, ci proverà ma la biondina nasconde così tante cose.
In questi prossimi capitoli concentratevi solo su Zalexis perché sarà la svolta per loro.
Zalexis shippers (se ci siete da qualche parte) iniziate a sclerare!
E Perrie? E
 scomparsa? Ew.

ps: sono molto soddisfatta della gif perché quando l
ho vista mi sono immaginata la scena del falò
esattamente per com
è lì.

Spero di non aver deluso nessuno con questo capitolo.
A voi tutti i commenti, io mi dileguo.

Ella.

   
 
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