EPILOGO
La
mattina successiva, mentre il sole sorgeva nuovamente sull’affaccendata Nuova
Luxor, Patricia si svegliò nel suo letto, nell’appartamento della Darsena nel
quale aveva vissuto insieme a Pegasus per tutti i mesi successivi alla fine
della Guerra Sacra contro Ade. Per un momento, l’odore del mare la fece
sorridere, incantandola con la sua magia, e facendole credere che il fratello
sarebbe uscito presto dalla doccia, con i capelli scombinati; ma poi la
consapevolezza del reale la travolse nuovamente, facendola alzare di scatto dal
letto, angosciata come non mai. Incerta come mai si era sentita prima.
“Pegasus…” –Mormorò la ragazza, e quello fu il suo primo
pensiero.
Nello
stesso momento, a migliaia di chilometri di distanza da Luxor, e dal Giappone,
in una caverna sotterranea dagli ampi soffitti, dove fiaccole di viva luce
rischiaravano i visi decisi, ma preoccupati, dei presenti, un vecchio dalla
barba bianca sedeva su una poltrona di legno, di fronte a quattro giovani
ricoperti da scintillanti armature.
“Flegias non ha trovato il talismano!” –Mormorò un ragazzo,
dai corti capelli castani e gli occhi azzurri come il mare.
“Ma
neppure noi!” –Commentò malinconicamente una voce di donna, l’unica tra le
cinque voci.
“Non
crucciatevi di ciò che è stato!” –Li rincuorò l’anziana guida, abbozzando un
sorriso. –“Altri hanno beneficiato del nostro aiuto!”
“Ma
il tempo stringe… dobbiamo sbrigarci!” –Incalzò un
ragazzo dai biondi capelli, stringendo in mano un lungo bastone dorato.
–“Riusciremo a trovarlo prima che la grande ombra scenda su di noi?!”
“Ce
la faremo, Jonathan! Ce la faremo!” –Commentò il giovane dagli occhi azzurri,
incontrando lo sguardo annuente del vecchio dalla barba bianca. –“Ci siamo
preparati per tutta la vita, e non falliremo!”
“Che
le stelle siano con noi!” –Mormorò l’antico saggio, prima di sospirare.
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