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Autore: Clira    09/10/2013    5 recensioni
Dal testo:
"Tum tum tum tum tum". Era come se fosse un macabro battito cardiaco.
Possibile che quei sotterranei dovessero essere così inquietanti?
Era di nuovo quel rumore che, ormai da qualche sera, le faceva perdere il sonno.
Clary si alzò. Stare sotto terra non le era mai piaciuto e quando, finalmente, era quasi riuscita ad abituarsi a quel dormitorio, erano cominciati quei rumori.
"Tamburi?", aveva pensato la prima volta.
Ma quel che trovò, fu ben diverso. Davanti a sé non aveva tamburi, ma una scatola, una strana scatola con su scritto "Your Mortal Journey".
Il tuo viaggio mortale.
"Ma dove diavolo sono finita?!"
Spero di avervi incuriosito! :)
[Crossover Sahdowhunter/Harry Potter; prendo anche l'idea del gioco Jumanji dall'omonimo film!]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1  

PREMESSA:

Innanzitutto ciao a tutti e grazie per essere passati a dare un’occhiata!

L’idea è un po’ strana, mi è venuta in mente qualche settimana fa una sera che in tv hanno dato prima Jumanji e poi Harry Potter. Nel mentre era il periodo in cui leggevo Shadowhunters e così, purtroppo per voi, la mia mente contorta ha iniziato a lavorare a quest’idea malsana.

Volevo darvi qualche avvertimento:

1.   Di Jumanji ci sarà solo l’idea del gioco, che però arriverà tra diversi capitoli; i personaggi del film saranno completamente ASSENTI.

2.   La storia sarà narrata in terza persona sia dal punto di vista dei personaggi di Shadowhunters, sia dal punto di vista del trio di Harry Potter (più che altro i principali punti di vista saranno di Harry/Jace/Clary).

3.   Simon non sarà molto presente perché, sia che fosse umano o vampiro (ancora non ho deciso), non sapevo come farlo entrare ad Hogwarts, ma ho già in mente qualche sua apparizione, non temete!

4.   Cercherò di rispettare il più possibile i punti salienti di ognuna delle due saghe; sono una grande appassionata di entrambe e di entrambe ho letto tutti i libri e visto i film, quindi vi prego, se trovate qualcosa di strano, fatemelo notare!

5.   In questa storia Clary e Jace non sono fratelli e non hanno mai pensato di esserlo!

6.   Di Shadowhunters ci saranno avvenimenti di TUTTI i libri, spero di non crearvi confusione, ma per ogni evenienza, sono sempre qui.

 
Gli aggiornamenti saranno ogni mercoledì sera! Buona lettura e fatemi sapere come vi sembra!

CAPITOLO 1: GRIFONDORO E SERPEVERDE

 

La Sala Grande era immersa in un silenzio quasi innaturale. Il preside aveva appena annunciato che a fine ottobre, sarebbero arrivati dei giovani ragazzi provenienti dall’Inghilterra e dell’America. Shadowhunters, li aveva chiamati il professor Silente.

«Shadowhunters? E che diavolo sono?!», chiese Ron, stupito.

Harry lo guardò alzando le spalle, neanche lui aveva mai sentito quella strana parola, quindi i due ragazzi si voltarono verso Hermione, così come anche Fred, George, Ginny e Neville.

Hermione  li passò in rassegna con lo sguardo per un momento e poi disse: «Beh, non ne so molto neanch’io, ma ho già sentito quella parola. Shadowhunters vuol dire cacciatori di demoni».

«Demoni?».

«Sì, e non sono demoni come i nostri. Sono i demoni che abitano nel mondo dei babbani; demoni che arrivano da altre dimensioni».

«Hermione, io proprio non capisco», fece Ron.

«Beh, fai conto che se i loro demoni fossero i nostri maghi oscuri, loro equivarrebbero agli Auror. Uccidono i demoni e mantengono la pace con quelli che loro chiamano Nascosti, ossia vampiri, licantropi e altre creature sovrannaturali», spiegò pazientemente Hermione.

Il rosso ora parve un po’ più convinto.

«Ad ogni modo, tra due mesi li conosceremo… », tagliò corto Fred.

 

[…]

 

Clary guardava il paesaggio sfrecciare fuori dal finestrino ad una velocità impressionante.

Negli ultimi giorni erano successe un’infinità di cose che pensava non potessero essere possibili, ma dopotutto… cosa nella sua vita era normale?

Nei mesi scorsi, aveva scoperto di essere una Shadowhunter: una cacciatrice di demoni, così come sua madre, che era stata indotta in una sorta di coma magico da suo padre: uno spietato assassino che aveva provato ad uccidere anche lei e Luke: l’uomo che Clary considerava il suo vero padre.

Erano trascorsi mesi da quell’ultima collaborazione con i giovani Cacciatori dell’Istituto di New York: Alec e Isabelle Lightwood e Jace Wayland, ma quella volta, Valentine, il padre di Clary, era riuscito a sparire portando con sé la Coppa Mortale, uno dei tre oggetti sacri per i Cacciatori.

Da quel momento, la ragazza aveva condotto una vita tranquilla da Luke, che aveva però deciso di cominciare ad addestrarla semmai si fosse trovata in situazioni pericolose.

Poi era arrivata la lettera da Hogwarts e così la vita di Clary era nuovamente cambiata.

Hogwarts era una scuola di magia e stregoneria e da quanto aveva capito, dati i recenti avvenimenti, tra ciò che stava succedendo nel suo mondo a causa dei demoni, di suo padre e di suo fratello Sebastian, era stato ritenuto il caso di dare rifugio ai più giovani Cacciatori per istruirli in luoghi sicuri, perché ormai neanche gli Istituti lo erano più.

Clary chiuse gli occhi e appoggiò la testa al finestrino. Stava quasi per addormentarsi quando una familiare voce alle sue spalle la fece sobbalzare.

«Tu?».

Lei si voltò.

«Oddio, non di nuovo tu!».

Jace Wayland se ne stava di fronte a lei, appoggiato contro la porta scorrevole del suo vagone vuoto. La solita espressione strafottente stampata su quel bel visino d’angelo.

Lui alzò gli occhi al cielo.

«A quanto pare in quella inutile scuola ammettono proprio tutti», disse il biondo con aria di superiorità.

Clary sentì le guance imporporarsi.

«Almeno quando arrossisci diventi carina».

La ragazza percepì un moto di rabbia dentro di lei.

«Fuori da qui!», sibilò tra i denti, furiosa.

«Che permalosa… », disse lui mentre le voltava le spalle e spariva dalla sua vista.

Ora Clary avrebbe voluto sbatterla la testa contro il finestrino. O magari sbatterci quella di lui.

Possibile che quel tizio insopportabile le capitasse tra i piedi in ogni circostanza? Anche lì se lo doveva trovare!

Ma dopotutto… forse Jace Wayland aveva più diritto di lei di stare su quel treno diretto alla scuola; in fin dei conti… era un Cacciatore molto più esperto e ben addestrato.

Sbuffò… sarebbe stata davvero una lunga permanenza.

 

[…]

 

Era la sera del 31 ottobre e la Sala Grande era gremita e piena di elettricità: tra poco sarebbero arrivati i nuovi ragazzi: gli Shadowhunters.

Il banchetto di Halloween, già portentoso di per sé ogni anno, era ancor più ricco del solito, in occasione dell’arrivo dei nuovi ospiti.

Ad un tratto la professoressa McGranitt si alzò e si avviò verso la Sala d’Ingresso; probabilmente si sarebbe occupata lei dell’accoglienza dei ragazzi, come accadeva per gli studenti del primo anno.

Una decina di minuti dopo infatti, rientrò con uno sciame ben compatto di ragazzi e ragazze molto giovani interamente vestiti di nero, ma senza la solita divisa della scuola. Indossavano dei pesanti abiti di cuoio; dagli stivali alle giacche.

«Che dite, saranno smistati anche loro nelle varie Case?», domandò Ron, curioso.

«Credo di sì, altrimenti sarà un gran caos, sistemarli», gli rispose Harry.

«E poi lì c’è il Cappello Parlante», fece notare a tutti Ginny.

La professoressa McGranitt estrasse una lista di nomi, più corta di quella che di solito portava per gli alunni del primo anno; non erano così tanti, anche se il numero era comunque consistente.

Non c’era nessuno che iniziasse con la lettera “A”, quindi la vicepreside, cominciò dalla successiva e proseguì con tutti gli altri.

Arrivata alla lettera “H”, chiamò: «Herondale Jace».

Un ragazzo alto e magro si fece avanti con passo sicuro.

 

[…]

 

Quando Jace udì chiamare il suo nome venne avanti.

“Per l’Angelo, non mi faranno mica indossare quella specie di cappello orrendo!?”, pensò avvicinandosi.

Notò che la giovane Cacciatrice che li aveva aiutati a trovare la Coppa Mortale, lo fissava con aria stupita.

Ah, sì, lei pensava che si chiamasse Jace Wayland, per questo doveva avere quell’espressione tanto buffa in quel momento.

Il Cappello stava parlando, ma Jace non prestò la minima attenzione a ciò che diceva; più che altro era concentrato su tutto quello che vedeva attorno a sé: dalle candele sospese sul soffitto ai volti che lo fissavano dietro il tavolo degli insegnanti al brutto e ossuto gatto che teneva quei suoi occhi sporgenti fissi su di lui.

Jace lo guardò con aria piuttosto schifata. “Niente a che fare con Church”, pensò.

Si chiese se il suo gatto stesse bene; non lo aveva più visto da quando aveva lasciato il treno. Dal momento che Hodge era scappato dall’istituto; Jace aveva portato Church con sé, dato che sulla lettera era scritto che agli studenti era consentito portare o un gufo o un gatto o un rospo.

Ad un tratto il cappello gridò: «GRIFONDORO!», facendogli balzare il cuore in gola, ma lui non lo diede a vedere.

Al contrario, con quel suo solito portamento elegante, si rimise in piedi e si avviò con calma verso la lunga tavolata dalla quale provenivano applausi ed esclamazioni di benvenuto.

Jace passò in rassegna i volti di quelli che da quel momento sarebbero stati i suoi compagni e si mise a sedere al fianco di una ragazza dai capelli rossi e gli occhi scuri.

«Piacere! Io sono Ginny Weasley!», esclamò lei con un gran sorriso.

Lui la guardò e, un attimo prima di rispondere al saluto della ragazza e presentarsi, si chiese: “Ma possibile che io debba essere costantemente circondato da rosse?”.

Dopodiché, riprese a seguire la cerimonia.

 

[…]

 

Herondale”? E che diavolo di fine aveva fatto Jace Wayland?”, si chiese Clary stupita.

D’altra parte anche lei pensava di chiamarsi Clarissa Fray, ma aveva scoperto che il suo vero nome era Clarissa Morgenstern.

Ad ogni modo, osservò il ragazzo sedersi sullo sgabello ed attendere, con la sua solita aria impassibile, che quello strano cappello decretasse la sua Casa di destinazione.

Quando l’oggetto annunciò a gran voce “Grifondoro”, Clary sperò soltanto che non ci finisse anche lei.

Poteva fare amicizia con tanti altri Cacciatori e studenti di Hogwarts, perciò perché doveva finire a stretto contatto proprio con Mr. Presunzione?

È vero, lei aveva collaborato con Jace ed i fratelli Lightwood; Isabelle non era neanche tanto male quando scalfivi la superficie di superbia e freddezza, ma quel Jace era proprio insopportabile; non le andava giù davvero. Certo, c’era stato quell’episodio, il bacio, la sera del suo compleanno, ma ormai non le capitava più di pensarci.

Alec invece era solo un po’ strano, ma si poteva tenere a bada, nonostante avesse cercato di ucciderla quando lei gli aveva apertamente detto che sarebbe stato meglio se lui avesse dichiarato a Jace i sentimenti che provava nei suoi confronti.

Ad ogni modo erano passati mesi, le cose potevano anche essere cambiate.

La donna che li chiamava, che si era presentata come “professoressa McGranitt”, andò avanti con la sua lista fino ad arrivare a Lightwood Alexander ed Isabelle, che furono mandati entrambi a Grifondoro, la stessa casa a cui era stato assegnato Jace.

Dovette aspettare come minimo altri dieci minuti prima che la vicepreside dicesse il suo nome.

«Morgenstern Clarissa!», chiamò.

A Clary sudavano le mani; non le era mai piaciuto stare al centro dell’attenzione. E meno male che lì nel mondo magico non sapevano di Valentine e Sebastian perché se avessero saputo che lei era rispettivamente la figlia e la sorella, era certa che sarebbe stata sempre al centro dei loro discorsi.

A quanto ne sapeva, loro erano solo a conoscenza del fatto che due Cacciatori erano molto molto cattivi. Se sapessero del Conclave e tutto il resto, questo non lo poteva dire.

Comunque, da quanto Clary aveva sentito, anche  nel mondo magico avevano il loro bel da fare in quel periodo a causa di un certo mago oscuro; il nome adesso non lo ricordava.

Si avviò a piccoli passi allo sgabello posto sulla pedana e vi si sedette sopra.

Il cappello disse qualcosa a proposito del fatto che lei avesse molte potenzialità e che due specifiche case avrebbero potuto aiutarla molto a migliorare, finché non annunciò: «SERPEVERDE!».

Clary tirò un sospiro di sollievo, sia per il fatto che poteva scendere da lì e filarsela, sia per il fatto di non dover stare sempre a contatto con Jace Wayland o insomma… Herondale.

Si avviò velocemente verso il tavolo a cui era stata assegnata, ma, nell’allontanarsi, colse con la coda dell’occhio l’espressione di Jace. Era forse delusione quella che vedeva sul suo volto?

Trovò posto vicino ad un ragazzo dai capelli così biondi da sembrare quasi bianchi.

Dio, le ricordava orribilmente suo padre… così come anche Sebastian, che gli somigliava molto.

Prese un appunto mentale di passare con quel ragazzo il minor tempo possibile.

«Piacere, il mio nome è Draco Malfoy», si presentò lui con aria pomposa. «Appartengo ad una delle più antiche famiglie Purosangue del mondo magico», proseguì.

Purosangue? A Clary venne da ridere; sembrava quasi che stesse parlando di un cavallo e poi tutta quella faccenda del sangue puro non faceva altro che riportarle alla memoria gli ideali di Valentine.

“Dalla padella alla brace”, pensò tra sé.

Per tutto il resto della cerimonia di smistamento, il ragazzo non fece altro che parlare dell’importanza del sangue puro e da quanto fosse disgustato dal fatto che non facessero una selezione per chi ammettere o meno in quella scuola.

Si ricordò delle parole di Jace sul treno, qualche ora prima “A quanto pare in quella inutile scuola ammettono proprio tutti”.

Ma probabilmente lui non si riferiva alla purezza del sangue dato che era perfettamente a conoscenza del fatto che Clary fosse la figlia di Valentine, quindi proveniente da una delle più antiche famiglie di Cacciatori.

Lo sproloquio di Draco Malfoy fu interrotto dalla comparsa di un portentoso banchetto che fece letteralmente saltare Clary sulla panca. Nonostante tutto… una cosa del genere non le era mai capitata.

Si avventò sul cibo, assaggiando di tutto fino a che il suo stomaco non minacciò di far tornare in superficie tutto quello che aveva ingurgitato con tanta foga.

Pensò a Luke e a quel tritarifiuti di Simon con una fitta di nostalgia; loro di certo avrebbero apprezzato tutto quel ben di Dio.

Di tanto in tanto, lanciando sguardi di perlustrazione per la Sala Grande, aveva colto lo sguardo di Jace posato su di lei, ma il ragazzo aveva spostato gli occhi talmente in fretta, che Clary si chiese se non se lo fosse solo immaginato.

A fine serata, seguì i suoi nuovi compagni in una galleria che portava ai sotterranei.

Perché diavolo dovevano andare lì sotto? Lei detestava stare sotto terra.

“Splendido”, pensò. Quella serata andava di bene in meglio; Clary sperò soltanto che non tutti i Serpeverde fossero come Draco Malfoy.

Il ragazzo poi, le aveva detto di stare lontana da “quelli del Grifondoro”, come li aveva definiti in tono sprezzante.

Da quanto aveva capito, tra i fondatori delle due Case non correva buon sangue, perciò di conseguenza, era un po’ come se si fossero create due fazioni nemiche. Ora si spiegava il fatto che lei e Jace si fossero ritrovati in quelle due Case.

Ad ogni modo, lei sarebbe rimasta lì solo fino a quando le cose a casa non si fossero rimesse a posto.

Voleva tornare a New York, voleva rivedere sua madre e sapere come stava, ma fino a quel momento, Luke aveva ritenuto più sicuro lasciare che andasse ad Hogwarts.

Con quei pensieri, entrò nella sala comune e si diresse verso il dormitorio a lei assegnato.

Ecate, il suo gatto bianco che aveva comprato in quel negozio magico, “Il Serraglio Stregato”, se ne stava pigramente acciambellato sul suo letto.

Era una palla bianca piena di pelo dagli occhi verdi; quando lo aveva visto se n’era subito innamorata.

Luke le aveva dato i soldi per comprare un animale e lei aveva pensato che quello più di compagnia sarebbe stato un gatto, quindi eccolo lì.

Infilandosi sotto le coperte le venne in mente Luke, il suo abbraccio confortante e solido, la sua barba che le solleticava il viso.

E poi, non seppe perché, le tornò improvvisamente in mente la sera del suo ultimo compleanno e… quell’unico isolato, da non ripetersi mai più, bacio con Jace Wayland.

Poi tutto fu buio.

 

[…]

 

Quando Harry si svegliò la mattina successiva, Ron dormiva ancora della grossa. Ormai non mancava molto all’ora di alzarsi, quindi rimase qualche altro minuto sdraiato a letto e poi cominciò a vestirsi con calma.

Quella situazione era del tutto nuova, insomma… gli Shadowhunters.

La sera precedente aveva fatto la conoscenza di alcuni di loro che erano stati smistati in Grifondoro: Alec ed Isabelle Lightwood e Jace Herondale.

Non erano male, ma erano come dire… un circolo chiuso.

D’altra parte… erano abituati ad uccidere demoni, forse addirittura a veder morire i loro stessi compagni, quindi quel comportamento schivo e tendenzialmente asociale forse era anche normale.

Hermione comunque ci aveva parlato per tutta la sera; aveva voluto farsi spiegare ogni cosa, come al solito.

Per lei era inconcepibile non trovare la soluzione ai problemi del mondo tra i libri, quindi, durante quei due mesi di ricerche, da quando Silente aveva annunciato l’arrivo di quegli ospiti speciali, era rimasta barricata in biblioteca quasi costantemente, ma non aveva trovato granché.

Perciò per lei era stato di vitale importanza l’arrivo dei Cacciatori, ed in effetti anche per Harry e per Ron, perché sopportarla ormai era diventato pressoché impossibile.

Arrivati in Sala Grande per la colazione, la maggior parte degli Shadowhunters era già lì. Harry notò una ragazza dai capelli rossi al tavolo dei Serpeverde che la sera prima parlava con quell’ameba di Malfoy. Certo, era normale che se ne stesse in disparte ora, dopo che aveva passato la prima sera con un tale imbecille. Tra l’altro sembrava molto pallida ed i suoi occhi erano cerchiati da profonde ombre scure.

Era una ragazza così minuta e delicata che pareva quasi sbagliata in mezzo ai Serpeverde.

«Ehi amico, ci sei?», chiese Ron sventolandogli la mano davanti agli occhi.

«Cosa, parli con me?».

«Che ti prende, ti sei preso una cotta per la rossa dei Serpeverde?».

Harry lo fissò sbigottito e proprio in quel momento arrivarono Alec, Jace ed Isabelle.

«Ma quale cotta, se non la conosco nemmeno!».

«Una cotta? Per chi? Una Shadowhunter? Magari te la possiamo presentare!».

Disse Isabelle in tono allegro.

Beh, se si contava solo l’aspetto fisico, la Cacciatrice dai capelli neri era una delle ragazze più belle che avesse mai visto in vita sua. Così alta e flessuosa, con quella cascata di capelli corvini.

«Quella lì», indicò Ron con un vago cenno della mano.

Hermione lo guardò come si può guardare solo una persona senza speranza e scosse il capo, mentre Ginny si agitava sulla sedia e Fred e George, come al solito, si godevano la sceneggiata.

«Ma chi, Clary?», continuò Isabelle.

«Izzy, per una volta nella tua vita, riesci a farti gli affari tuoi?», intervenne Jace in tono duro.

«Ma senti senti… solo perché tu e la piccola Morgenstern avete avuto dei trascorsi, questo non fa di lei una tua proprietà, mio caro», aggiunse la mora con un sorriso serafico.

I giovani maghi la guardarono sbigottiti e gli occhi color oro di Jace parvero lampeggiare per un momento.

«Ci volete dare un taglio, voi due? Possibile che ovunque andiate e qualunque cosa facciate, trovate sempre il modo di battibeccare? Insomma… Izzy, non lo facciamo neanche noi che siamo fratelli!», prese parola Alec.

«Ti devo forse ricordare, che negli ultimi sette anni ho vissuto con voi? Non penso che il nostro rapporto sia molto più diverso dal vostro… » disse Jace soprappensiero, infilzando una fetta di bacon.

«Già, con la differenza che voi due siete molto più simili di quanto vorreste ammettere e per questo litigate di continuo».

«Simili noi?! Mai!», esclamarono entrambi in coro, facendo ridere tutti gli altri.

Poco dopo passò la professoressa McGranitt per distribuire gli orari come faceva ogni anno.

«Oh bene, Pozioni doppie con Serpeverde, altre due ore con la Cooman sempre con Serpeverde e un’ora di Erbologia con Tassorosso grandioso», si lamentò Ron.

Per fortuna quel suo commento aveva lasciato cadere nel dimenticatoio l’argomento precedente. E poi Harry non era interessato a Clary in quel senso; lei semplicemente… lo incuriosiva.

Si avviarono nei sotterranei per le due ore con Piton e lungo la strada, Harry si chiese come sarebbero funzionate ora le cose; insomma… adesso gli Shadowhunters avrebbero seguito le loro lezioni? Immaginava di sì perché i due Lightwood, Jace e gli altri Cacciatori smistati in Grifondoro li stavano seguendo, così come i Serpeverde percorrevano la loro stessa direzione.

Una volta entrati nell’aula di pozioni, notarono dei lunghi tavoli in disparte in fondo alla stanza.

«Venite avanti e prendete posto, i banchi in fondo sono per i nostri ospiti».

Il professor Piton calcò quell’ultima parola in modo estremamente sgradevole.

«I vostri nuovi compagni non prenderanno parte alle stesse lezioni che voi frequentate, ma avranno dei corsi propri delle loro specializzazioni, da seguire. Questo non impedisce comunque che chi vuole può restare a guardare le lezioni come voi potrete osservare le loro».

La bocca del professore si muoveva appena nel parlare.

E nessuno degli Shadowhunters si mosse; a quanto pareva tutti loro erano rimasti congelati sul posto dopo il discorsetto di Piton.

«Molto bene… cominciamo allora».

 

NOTE:

 

Ed ecco qua il primo capitolo della mia nuova ff! Allora… cosa ne dite? Vi ispira? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate soprattutto perché è un esperimento nuovo che faccio, quindi qualche parere mi aiuterebbe ad indirizzarmi meglio sulla “retta via”. Potete anche dire che fa schifo, tranquilli ;-)

Bene, detto questo, ci risentiamo la settimana prossima; buon proseguimento a tutti!


  
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