Cap. XIX°
Il matrimonio…finalmente
Olivier
attendeva, impeccabile nel suo completo scuro fresco di alta sartoria. Nei
giorni precedenti aveva creduto che si sarebbe sentito come un condannato al
patibolo. Invece non avvertiva nulla di particolare.
Le
spaventose dimensioni della cattedrale di Notre-Dame gli incutevano una sorta
di cupa soggezione, mitigato solo dagli incredibili riflessi che le sue vetrate
gettavano a terra. Quel luogo lo aveva sempre spaventato, forse per via delle
sue storie sul misterioso campanaro: gli sembrava un dedalo di oscuri
nascondigli, pieni di malvagie presenze.
Da
bambino piangeva ogni volta che vi metteva piede, trascinato dalla madre.
Ora
era il teatro della sua sconfitta.
Buttò
un’occhiata a Gianni, il suo testimone: era tranquillo, o almeno dava
quest’impressione.
La
marcia nuziale lo costrinse a prendere un lungo respiro e a voltarsi per
l’ingresso della sposa, magnifica tra le sete e i pizzi dello sfarzoso abito.
Tutti gli sguardi furono per lei.
Il
francese non poté fare a meno di chiedersi di che umore fosse Louise, celata
dal velo che gli impediva di vederne il viso. Da quel momento in poi, quella
che fino a ieri era stata la sua migliore amica, sarebbe diventata sua moglie.
Un
pensiero strano, meno agghiacciante ora che era reale, ma comunque assurdo.
La
fanciulla in bianco, nel frattempo, era giunta al suo fianco: lasciò il bouquet
ad una delle damigelle, poi si girò nella sua direzione. Olivier le sussurrò
dolcemente:
-Alla
fine siamo arrivati qui…sei bellissima.
Le
sollevò il velo e la giovane sorrise divertita nell’osservare il suo stupore.
-R…Ro…Rose…
-Questa
non te la aspettavi, vero?- scherzò l’inglese, mentre alle sue spalle appariva
Louise, con un sorriso altrettanto radioso sulle labbra.
-Ma
io credevo che…
-A
dopo le spiegazioni. Ora voglio solo dirti che ti amo.
-Rose…ho
girato mezza Europa per trovarti e sentirti dire queste parole…- confessò il
giovane.
Cercò
con lo sguardo i suoi genitori, che annuivano dando la loro silente
benedizione, e incontrò gli occhi azzurri di sua sorella Jessica, che ormai
temeva non sarebbe venuta. Invece era lì, seduta accanto ai coniugi Boringer,
con Ralph al fianco, ed entrambi avevano un’aria sorniona. C’era il loro
zampino, ne era certo.
Intanto,
una figura snella e posata aveva preso il posto di Louise come testimone della
sposa.
-Drew?!-
esclamò il parigino, ormai sommerso dai colpi di scena.
-Mia
sorella si sposa una volta nella sua vita. Pensavi mi potessi perdere
l’evento?- commentò con il suo solito sarcasmo.
-Allora? Volete chiacchierare o sposarvi?- intervenne Gianni, dando finalmente il via alla cerimonia.