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Autore: La_Sakura    14/10/2013    8 recensioni
Un detective privato completamente al verde, fuori dal giro da anni ormai, si ritrova a indagare su un presunto caso di infedeltà coniugale. Ma quando la trama si infittisce e si trova a collaborare nuovamente con la polizia, il caso assume risvolti inaspettati.
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Vuoi farmi credere che Becker abitava veramente in questo quartiere?»
Philip si guardò nuovamente intorno: edifici fatiscenti, negozi sporchi e luridi, prostitute e personaggi ambigui ad ogni angolo della strada.
«Non so se risiedesse abitualmente qui, ma è qui che l’abbiamo ritrovato. La palazzina è quella.» e indicò un edificio scrostato che un tempo doveva essere azzurrino.
«Credo che lo usasse giusto per i suoi incontri occasionali. Uno del suo livello non poteva di certo rovinarsi la reputazione incontrando puttane… negli…»
«Che c’è?»
«C’è qualcosa che non torna, Julian: se lui aveva un appartamento qui, in un quartiere dimenticato di Dio, che ci andava a fare negli hotel di lusso insieme a Hutton?» cercò di spostare il ragionamento sul sospetto che gli era nato.
«Affari.» rispose Ross, convinto.
Mentre stavano lì a disquisire, si avvicinò a loro uno di quegli individui ambigui, incuriosito dalla presenza di quei due uomini.
«Ehi, che ci fate da queste parti? Vi siete persi?»
Philip si voltò verso di lui e lo squadrò da testa a piedi: indossava un paio di pantaloni lucenti neri, scarpe a punta dello stesso colore, una maglietta a maniche lunghe a righe orizzontali bianche e blu, il tutto corredato da un piccolo foulard rosso legato attorno al collo. Parlava con un forte accento straniero, dalla cadenza sembrava francese.
«Lei è…?»
«Mi chiamo Louis Napoléon, ma tutti qui mi chiamano… Lulù.»
«Un nomignolo molto virile, non c’è che dire.» rispose Ross, cercando di mascherare lo sdegno nel trovarsi davanti a un individuo così promiscuo.
«Mmhpf, non è di certo la virilità che cercano in me, i miei amici
«E dimmi un po’, Capitan America, chi sarebbero i tuoi amici?»
Il loro interlocutore si passò una mano tra i corti capelli biondi e si riappoggiò all’angolo dell’edificio, incrociando le braccia.
«Tom Becker, par exemple, era un mio carissimo amico. È grazie a lui se sono qui, aux États-Unis. Non so se si era capito ma io sono francese. Di Parigi per la precisione.»
«Ma dai?- lo schernì Callaghan, incrociando le braccia a sua volta e sorridendo divertito –Non l’avevamo intuito.»
«Ti piace il mio accento, eh bel maschione?»
«Sì, e mi piacciono ancora le donne, désolé
Il biondino non si scompose e allungando una mano gli lisciò il bavero del trench.
«Magari potresti sperimentare qualcosa di nuovo, n’est-ce pas
«Ah, non posso neanche starlo a sentire!- esclamò Julian stizzito –Dicci quello che sai e basta, no? Tanto l’ho capito che hai una fottuta voglia di spifferare qualcosa riguardo al fu Tom Becker.»
«Oh mi è dispiaciuto così tanto per la sua dipartita.- il volto di Lulù si fece contrito -Era un caro amico, come vi dicevo è grazie a lui che sono venuto qui a New York. Mi è stato vicino nei momenti più bui del mio trasferimento qui, mi aiutava con le spese dell’appartamento.»
«L’abbiamo trovato a casa tua?»
«Diciamo che…- si avvicinò a loro dopo essersi guardato intorno con fare circospetto –vi ho chiamato io stamattina! Sono tornato a casa dopo una serata…»
«Non ci dilunghiamo in particolari, per l’amor del cielo!- Julian Ross era decisamente a disagio –E poi vorrei sapere come hai fatto a scoprire che siamo poliziotti.»
«Uh!- Lulù batté le mani ad altezza delle guance –Ma vi siete visti? Puzzate di sbirro lontano un miglio. Con quei trench da film in bianco e nero, uuh.»
«Senti, vogliamo concludere? Phil, cazzo!»
«Uff, come siamo nervosi. Beh, ad ogni modo, ieri sera Tom mi ha chiesto di lasciargli casa perché aveva un “incontro”, ed è strano, lui di solito non viene qui per i suoi rendez-vous, sinceramente era da un po’ che non me ne parlava e credevo che si fosse dato alla monogamia.»
«Magari gli affari lo tenevano impegnato…» constatò Callaghan, accendendosi una sigaretta e offrendone una a quello strano individuo.
«Comunque io glielo avevo detto che collaborare troppo a stretto contatto con Hutton si sarebbe rivelato deleterio per lui, Tommy era una persona semplice, dal cuore d’oro, eppure da quando ha conosciuto quell’uomo è cambiato, si è lasciato trascinare in un circolo vizioso… povero, povero Becker, abituato ad agire di cuore anziché di testa.»
«Cuore? Vuoi dire che…?»
Lulù scosse la testa in segno affermativo, tenendo gli occhi chiusi e sbuffando il fumo dal naso.
«Voleva molto bene a Oliver, è stato il suo primo amico quando erano adolescenti, e avrebbe fatto qualunque cosa per lui.»
«Qualunque…»
«Oh andiamo, Messieurs, ci siamo capiti: Oliver è sposato e tutto, però credo che nulla gli vietasse di “divertirsi” un po’…»
Philip e Julian si fissarono a lungo.
«Devo farvi uno schemino?» li prese in giro il francese.
«Temo che mi manchi un tassello.»
«Mes amis…- si avvicinò a loro e sussurrò la frase -Tom Becker era gay.»
 
«Becker è morto.»
«Capo, ci spiace deluderti ma… non siamo stati noi.»
Lenders alzò lo sguardo e lo puntò su Bambino, che non osava guardarlo, per l’imbarazzo, mentre il Samurai si limitava a starsene seduto con gli occhi chiusi.
«Non credo di aver capito…»
«Quando siamo entrati nell’appartamento di Becker era già morto, qualcuno è passato prima di noi. Non ho potuto nemmeno fargli assaggiare la lama della mia katana
L’angolo destro della bocca di Lenders si sollevò impercettibilmente, nonostante la delusione per non essere stato l’artefice della morte del braccio destro di Hutton.
«Avete svolto comunque un ottimo lavoro, soprattutto tu, Danny: guadagnarti la fiducia di Tom Becker diventando il suo amante è stato difficile ma tu hai svolto il tuo compito con successo.»
Bambino sorrise soddisfatto di aver ottenuto il riconoscimento dal capo.
«Ora attendiamo la mossa di Hutton, anche se non abbiamo rivendicato l’omicidio lui ci riterrà comunque responsabili.»
I due di fronte a lui annuirono.
 
«Oliver, Tom è… è morto…»
Hutton non rispose: continuò a fissare la città che si estendeva ai suoi piedi.
«Holly…»
«Vai a casa, Bruce.»
Il sicario non rispose, ma abbassò lo sguardo a terra e si fissò la punta delle scarpe senza muoversi. Oliver si voltò e quando Faccia di Gomma ebbe il coraggio di guardarlo in viso notò gli occhi rossi e umidi.
«Holly…»
«Io voglio trovare quel grandissimo figlio di puttana che ha fatto fuori Tom. Voglio la sua testa qui, Bruce, e la voglio ora. E se è stato Lenders o qualcuno della sua feccia, giuro su Dio che li farò fuori tutti, farò saltare per aria il loro stramaledettissimo Muppet o qualunque altra attività si inventino! Li voglio morti Bruce, MORTI!»
«Sarà fatto, Holly.»
«Chiama tutti, chiunque ti serva, persino Santana se pensi che sia il caso!»
«Non credo che sia saggio utilizzare il robot, dopo quello che ha fatto l’altro giorno è poco affidabile, sarebbe meglio dargli un periodo di riposo. Pensavo, se sei d’accordo, di farlo rientrare a San Paolo per qualche tempo.»
Il boss annuì, lo sguardo vacuo e perso a fissare il vuoto.
«Ti vendicherò Tommy, fosse l’ultima cosa che faccio!»
 
Chiusi dentro al Muppet, il locale che Mark Lenders aveva aperto per contrastare il New Team Club di Oliver Hutton, l’uomo e i suoi fedelissimi, Bambino e Samurai, si stavano divertendo al tavolo del Black Jack. Phil e Julian si avvicinarono a loro, il detective scostò appena da davanti al volto la tesa del cappello.
«Mark Lenders?»
«Per servirvi.- il boss si alzò leggermente dalla sedia per simulare un inchino -Cosa spinge fin qui il temutissimo tenente Julian Ross e il suo nuovo galoppino?»
«Galoppino di questo qui?- Phil storse il naso -Direi più collaboratore occasionale.»
Lenders alzò un sopracciglio e batté un paio di volte le dita della mano sinistra sul tavolo, i cui occupanti si alzarono immediatamente e si dileguarono.
«Come posso esservi utile?» disse, porgendo l’accendino che aveva appena usato a Callaghan.
«Tom Becker è morto.» Julian saltò i preamboli e decise di giocare a carte scoperte. Lenders non si fece trovare impreparato e rispose dopo qualche secondo, aumentando la tensione.
«Mentirei se vi dicessi che non lo sapevo. Ho le mie fonti.»
«E le sue fonti sono attive o passive?»
Il boss sghignazzò, lasciando intendere di essere a conoscenza delle tendenze sessuali del braccio destro di Hutton.
«Le mie fonti frequentano i bassifondi, tenente, tutto qui. Ma se siete qui immagino che penserete che io c’entri qualcosa.»
«Perché, non è stato lei?» anche Callaghan andò dritto al punto.
«Non mi crederete così sciocco da ammazzare il braccio destro del mio peggior nemico… così.»
«Così…?»
«Avrei compiuto un gesto più… plateale, signori. E avrei rivendicato l’omicidio, cosa che non ho fatto.»
«Ha qualche idea su chi potrebbe essere stato?»
«Tenente, questo è compito dell’efficientissima polizia di New York.»
Julian non si fece intimorire dal tono sarcastico del malavitoso e si alzò dalla sedia, allungandogli una mano.
«Se le viene in mente qualcosa…»
«Sì, so dove trovarvi… ma personalmente credo che i panni sporchi vadano lavati in famiglia.»
Philip trasalì:
«Come ha detto scusi?»
Lenders lo fissò scettico.
«Ho detto che i panni sporchi vanno lavati in famiglia.»
«Ma certo. Che idiota che sono stato. Julian, adesso è tutto chiaro! Andiamo!» e presolo per un gomito lo trascinò all’esterno dell’edificio. 


Ed è con estremo piacere che vi annuncio che... questo era il penultimo capitolo della storia! 
Non aggiungo nulla e vi aspetto al varco la prossima settimana! 

Grazie di cuore a chi sta leggendo questa fanfiction, e un abbraccio particolare a chi mi sostiene lasciandomi il proprio parere. 
A martedì prossimo!!!!
Sakura 

 
   
 
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